Le Bestie di Satana

Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2012/01/le-bestie-di-satana-la-verita.html
1. L’importanza della vicenda Bestie di Satana. 2. La mia ottica in questa vicenda. 3. La verità. 4. Conclusioni. 5. Per approfondire. 

1. L’importanza della vicenda Bestie di Satana.

Quella delle Bestie di Satana è una delle vicende giudiziarie più importanti al mondo, in materia di satanismo. La BBC definì questa storia una delle più scioccanti della storia d’Italia del dopoguerra.

E’ importante per tanti motivi.
Innanzitutto per il numero di omicidi attribuiti all’organizzazione: 4, per i quali ci sono state varie condanne, anche all’ergastolo, e altri 18 omicidi e/o sparizioni che, a torto o ragione, vengono attribuiti dai media, giornali e TV, e dalla letteratura specifica, alla setta.

Rilevante è anche il numero delle persone coinvolte: 9 persone, 9 condanne. Ergastolo per Paolo Leoni; 2 ergastoli per Nicola Sapone; 27 anni per Eros Monterosso e 29 per Marco Zampollo, 16 per Pietro Guerrieri, 20 ad Andrea Volpe, 16 a Mario Maccione e 23 ad Elisabetta Ballarin.

La vicenda assume una rilevanza mondiale perché è uno dei pochissimi casi in cui viene condannata una setta satanica al completo. L’altro caso, anch’esso di rilevanza mondiale, fu il cosiddetto caso Manson, risalente al 1969.
In altre parole, l’importanza di questo processo, già notevole di per sé, aumenta a maggior ragione se si tiene presente che chiunque si occupi di satanismo deve comunque avere a che fare con le “Bestie di Satana”, che entrano a buon diritto nella storia ufficiale del satanismo e dei serial killer, contribuendo a dare una fisionomia e un contorno a tutto questo settore specialistico. In tutti i libri specialistici su sette e serial killer c’è sempre uno spazio considerevole dato a questa organizzazione e ai suoi componenti. Le Bestie di Satana sono studiate da criminologi, esperti di satanismo, docenti, semplici appassionati, ma compaiono anche in testi che parlano di religione; ad esempio il Dizionario delle religioni in Italia, a cura di Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, un’enciclopedia monumentale e dettagliatissima, dedica uno spazio abbastanza ampio alle Bestie di Satana; accanto quindi ai movimenti buddisti, induisti, e ovviamente cattolici, protestanti e ortodossi, e accanto ai gruppi di cosiddetta magia cerimoniale, o esoterici, come Templari, Golden Dawn, OTO, ecc., compaiono le Bestie di Satana.

Peraltro, a seguito della rilevanza di questi fatti, si è aperto in tutto il mondo un dibattito sul rapporto tra satanismo e musica metal; psicologi, educatori, comitati di genitori, la Chiesa stessa tramite personaggi famosi come Padre Amorth, si sono mobilitati in dibattiti, manifestazioni, approfondimenti sul tema.

Numerosi sono anche i libri dedicati alla setta:
– “I ragazzi di Satana”, di Offeddu e Sansa, pubblicato nel 2005.
– “Le Bestie di Satana”, a cura di Gabriele Moroni. Il libro è uscito nel 2004, quando ancora il processo di primo grado non si era concluso, e in esso già si davano per colpevoli Monterosso, Zampollo e Leoni.
– “L’inferno tra le mani”, di Stefano Zurlo e Mario Maccione. Il libro, uscito nel 2011, è la storia delle Bestie di Satana vista dalla personale ottica di uno dei “pentiti” della setta.
– “Le sette di Satana”, di Mario Spezi. Altro libro curioso, uscito nel 2004. La particolarità del libro è data dal fatto che anch’esso esce prima della sentenza di primo grado. Nel titolo la T della parola Satana è più grande delle altre, di color oro, e circondata da un’aura rossa, ciò che ricorda un po’ il simbolo dell’ “Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro”.

Tantissimi anche i programmi TV, da “Chi l’ha visto” a “La linea d’ombra”, fino al recente “Mistero” su Italia Uno.

2. La mia ottica in questa vicenda.

Quando iniziai a occuparmi delle Bestie di Satana, ero già abituato a processi farsa in cui il colpevole additato dai media non c’entra assolutamente niente con le accuse che gli vengono addebitate e il responsabile è addirittura il magistrato inquirente, d’accordo con giornalisti e avvocati coinvolti a vario titolo nell’incastrare i malcapitati di turno (fenomeno, questo, che parte da Jack lo Squartatore e arriva fino al recente caso nostrano del Mostro di Firenze; ma ulteriori casi di innocenti assolutamente inconsapevoli sono il caso Cogne e quello di Erba) e pensavo che non mi sarei stupito di niente.
Eppure anche io sono partito con un preconcetto, purtroppo frutto del condizionamento mediatico: cioè sono partito dalla convinzione che almeno i ragazzi che avevano confessato, ovverosia Volpe, Maccione e Guerrieri, fossero responsabili. Il dubbio, se c’era, per me riguardava solo gli altri, a cui non era stata attribuita alcuna partecipazione materiale ai delitti, ma esclusivamente un concorso morale: Monterosso, Zampollo e Leoni. A parte invece deve essere considerata la figura di Sapone, che viene additato da Volpe e Maccione come l’esecutore e il mandante di tutti i delitti (tanto che lui si beccherà addirittura due ergastoli); ma mentre Leoni, Monterosso e Zampollo si dichiarano innocenti, Sapone semplicemente dichiara di “non ricordare nulla”.
Misi quindi le mani alle carte processuali con questa idea di base e iniziai a scartabellare gli atti, a parlare con alcuni testimoni, e inoltre a dialogare con Paolo Leoni, oltre che con Marco Zampollo via lettera.
Via via che procedevo con lo studio degli atti e dell’intera vicenda, mi rendevo conto che i fatti erano completamente diversi da come appaiono sui media. Di più. Tutta la vicenda è una completa montatura, ove i media hanno provveduto a romanzare e falsare una realtà processuale già falsa di per sé. Il che ha come risultato una conclusione molto semplice, ma al tempo stesso terrificante: nessuno dei ragazzi è coinvolto davvero in questa vicenda, perlomeno non nei termini in cui vengono presentati sui media. Alcuni sono completamente innocenti. Altri forse non lo sono del tutto, ma comunque non hanno commesso i fatti dei quali si autoaccusano.
Non esisteva alcune setta satanica denominata Bestie di Satana, che è un’invenzione giornalistica.
Non c’era alcun gruppo organizzato.
Tutta la vicenda insomma è un immenso teatrino, che ha visto dei ragazzi completamente innocenti in carcere, mentre i veri colpevoli sono liberi; e, come accade nei migliori casi di cronaca nera di rilevanza mondiale, i veri colpevoli andrebbero ricercati altrove, tra persone altolocate, politici, magistrati, avvocati, e non tra una banda di ragazzi con un titolo di studio di terza media e senza né arte né parte.
Esattamente, né più né meno, come accadeva nei delitti di Jack lo Squartatore, del Mostro di Firenze, e del femminicidio di Ciudad Juarez.
Vediamo di raccontare quindi quello che molti di questa vicenda non sanno, precisando che la versione ufficiale, quella raccontata da tutti i media, la diamo per conosciuta. Chi non la conoscesse può consultare la voce di Wikipedia o uno qualsiasi dei siti in cui viene riassunta la storia delle Bestie di Satana, sempre uguale in ogni sito specialistico, senza mai alcuna voce discordante.
Qui, in sintesi, ci limitiamo a dire che nel 2004 Andrea Volpe, Mario Maccione e Pietro Guerrieri, confessarono 4 omicidi: quelli di Fabio Tollis e Chiara Marino nel 1998; quello di Andrea Bontade sempre del 1998; e quello di Mariangela Pezzotta nel 2004. Questi tre ragazzi con le loro confessioni accusarono anche altri: Nicola Sapone, Paolo Leoni, Eros Monterosso e Marco Zampollo. Il primo fu accusato di aver partecipato a tutti e quattro i delitti come esecutore e mandante. Gli altri furono accusati di aver partecipato moralmente, di aver approvato l’operato della setta e di avere in qualche modo concordato i primi due omicidi.

3. La verità.

Quello che i media non hanno detto e che mai diranno è ciò che segue.

– La caratteristica più eclatante di tutto il processo, è data dalla constatazione che l’intera versione di Maccione e Volpe è falsa. Anche nella parte in cui i due “pentiti” si autoaccusano dei delitti di Chiara Marino e Fabio Tollis, infatti, il racconto è platealmente inattendibile. Si evince dalla narrazione che la notte del delitto del 1998, Fabio Tollis e Chiara Marino vennero uccisi a colpi di coltello e di badile, in modo barbaro; non risulta però dai loro racconti che dopo l’omicidio i ragazzi si siano cambiati di abito e lavati dal sangue; secondo i loro racconti, invece, dopo aver seppellito i cadaveri, sarebbero rientrati in auto e tornati a casa, e i loro familiari non si sarebbero accorti di nulla. Di più. Mario Maccione, interrogato durante il processo, dirà che si era solamente macchiato i pantaloni; ma siccome indossava due paia di pantaloni, si limitò a levarsi il pantalone sporco (senza ricordare se lo avesse buttato o portato con sé). La versione viene confermata sempre da Maccione nel suo ultimo libro, “L’inferno tra le mani”, ove il ragazzo specifica che l’indomani si era svegliato al mattino con gli abiti puliti e il giubbotto di pelle intatto. Una cosa impossibile da realizzare, in un bosco, di notte. Uccidere barbaramente due persone in quel modo, infatti, significa imbrattarsi di sangue dalla testa ai piedi; significa che gli abiti sono non semplicemente sporchi, ma completamente inzuppati di sangue tanto da poterli strizzare come se fossero stati lavati. Quindi è impossibile rientrare in auto senza sporcare i sedili il volante, le portiere, in modo tale da non essere notati poi da chiunque. Di conseguenza, dopo un delitto simile, è necessario avere un luogo dove potersi lavare e cambiare degli abiti, che devono poi essere fatti sparire in una discarica o un altro posto simile, perché è difficilissimo mandare via il sangue dagli abiti. Già questo particolare basterebbe per invalidare tutta la ricostruzione di Volpe e Maccione, e per capire che è tutto assolutamente falso. Ma non è finita qui.

– Che la versione dei due “pentiti” sia falsa è dimostrato anche dall’incredibile numero di particolari discordanti nelle loro versioni dei fatti; entrambi infatti non sono d’accordo quasi su nulla, e forniscono versioni differenti su chi sedeva davanti e chi dietro, su chi avrebbe sferrato il primo colpo, sul momento in cui avrebbero indossato i guanti di lattice che furono poi trovati nella fossa di Chiara Marino e Fabio Tollis, sulle modalità con cui convinsero Fabio e Chiara a salire in auto, ecc. Addirittura non sono d’accordo neanche sul movente dei primi due omicidi.

– Inverosimile poi è che i ragazzi abbiano potuto trovare la strada per arrivare alla tomba precedentemente scavata, nel bosco e di notte, e che Fabio e Chiara non si siano insospettiti a vedere i loro “amici” portare con loro coltelli, guanti, pale, ecc.

– Infine, pochi sanno che nell’ansia accusatoria, e a processo finito, Andrea Volpe accuserà Nicola Sapone e Paolo Leoni di un altro omicidio, quello di Andrea Ballarin avvenuto nel 2004, autoaccusandosi dello stesso reato; si scoprirà che Sapone il giorno del delitto era in vacanza a Cuba e Volpe verrà processato per calunnia, perché confesserà di essersi inventato tutto. Risultato: sparisce la cassetta con la registrazione dell’interrogatorio di Volpe. E Volpe viene assolto. E nessuno, né giornalisti né magistrati, si interrogano sul motivo per cui Volpe avrebbe mentito su un fatto così grave; a nessuno viene il dubbio che se una persona mente in questo modo, forse potrebbe aver mentito anche sul resto. A nessuno viene in mente di ascoltare e interrogare gli altri condannati, per sentire la loro versione, che potrebbe essere importante per la ricostruzione dell’intera vicenda. No. Al contrario, Volpe continua a comparire in TV, ad essere interrogato, e magari prima o poi scriverà un libro; le TV mandano addirittura in onda un “confronto” tra il padre di una delle vittime, Michele Tollis, e lo stesso Volpe, che si incontrano per un colloquio davanti alle telecamere. Mentre continua a regnare il silenzio sulle versioni fornite da Leoni, Zampollo e Monterosso. Nessuno, soprattutto, si interroga per capire se dietro a tutto questo ci siano dei mandanti, ci sia una regia, non essendo possibile che una persona arrivi addirittura ad inventarsi un omicidio mai commesso per mera voglia di protagonismo, o per gioco.

– Sempre lo stesso Volpe in un’intercettazione dirà: “se la gente mi infogna io tiro dentro un sacco di gente, mi invento nomi a palla… a quel punto credono a me…”. Nonostante ciò, Volpe verrà ritenuto “attendibile”. E ancora, dai vari mass media, continua ad essere ritenuto fonte attendibile sol perché si è autoaccusato.

– Attendibile viene ritenuto anche Maccione, nonostante nel suo libro “L’inferno tra le mani” dica a più riprese di non ricordare mai nulla perché era sempre strafatto di droga (cosa che invece negli atti processuali è stata smentita da Volpe, il quale dice che erano lucidissimi). Tutto il libro è, in pratica, un racconto con un unico leit motiv: io non volevo, e se ho partecipato è perché sono stato costretto, e in ogni occasione ero drogato, quindi non ricordo bene.

– Sempre Maccione dice che le Bestie di Satana hanno ucciso circa 18 persone tra Milano e Varese. Tra queste 18 persone ci sarebbero Doriano Molla (trovato ucciso con un filo elettrico al collo; la procura archivierà come suicidio quello che è un evidente omicidio), Christian Frigerio (scomparso e mai ritrovato), Andrea Ballarin (trovato impiccato), Stefano Longone e altri. 18 persone di cui non ricorda il nome, il luogo, le modalità della morte.

– Una delle cose più impotranti da sottolineare in tutta questa vicenda è che non è mai esistita nessuna setta satanica. Infatti il tribunale ha escluso l’associazione a delinquere e nessuno dei ragazzi è stato condannato in base all’articolo 416 del codice penale. Nel Dizionario dei serial killer a cura di Ruben De Luca, invece, viene presentata addirittura la struttura della setta e i metodi di reclutamento. La fonte dell’autore? Il Corriere della Sera.

– Anche il nome Bestie di Satana è un’invenzione. Racconta Maccione che il nome fu dato al gruppo un giorno che si trovarono a fare un rito in una casa abbandonata; un nome dato per caso, inventato lì per lì. Ma un gruppo organizzato, in particolare una setta satanica, che ha l’onore di comparire addirittura in un dizionario delle religioni, deve avere dei libri di testo, dei riti di iniziazione, delle regole precise, dei gradi. Altrimenti non è una setta, non è una religione, ma è solo, al massimo, un gruppo di sbandati senza un’ideologia. Nulla di nulla è emerso dagli atti del processo. Anzi, a domanda precisa, i “rei confessi” Volpe e Maccione hanno risposto che non ricordavano alcun rituale, alcuna formula e non avevano alcun libro di testo; anzi, non sapevano neanche la differenza tra plenilunio, novilunio, e luna piena. Messo alle strette Maccione dirà che avevano un libro di testo, il Necronomicon; peccato però che questo libro sia un romanzo di Lovecraft, e non un testo satanico. Inoltre le decisioni di questa fantomatica setta venivano prese addirittura in luoghi aperti al pubblico, in mezzo alla folla; la decisione di uccidere Chiara Marino e Fabio Tollis, ad esempio, sarebbe stata presa alla Fiera di Sinigallia, un mercatino delle pulci, in stile Porta Portese, affollato più o meno come una metropolitana all’ora di punta.

– Non è mai esistito alcun capo. I giornali hanno riportato in genere come capo della setta Paolo Leoni. Ma nessuno dei ragazzi che hanno “confessato” ha mai additato Paolo Leoni come il vero capo. O meglio, di volta in volta è stato additato (ma dai giornali) Nicola Sapone, talvolta Maccione, mentre di recente, nel suo libro “L’inferno tra le mani”, lo stesso Maccione dice che “la mente del gruppo era Zampollo”, e sempre nello stesso libro Paolo Leoni viene indicato come una sorta di idiota che sbavava di invidia perché non partecipava mai agli omicidi in prima persona. In altre parole Mario Maccione nel suo ultimo libro smentisce il ruolo di capo di Leoni. In alcuni articoli di giornale come capo della setta viene indicato Andrea Volpe. La verità è che negli atti processuali si legge che le decisioni venivano prese collegialmente e non c’era una vero capo. Una strana setta, quindi, senza un capo, se non per i giornali.

– Paolo Leoni riesce a dimostrare che il giorno in cui – a detta di Volpe e Maccione – venne presa la decisione di uccidere Fabio e Chiara, era in realtà al lavoro; ma i giudici riterranno irrilevante la circostanza.

– Ci sarebbe molto altro da dire, ma per gli approfondimenti rimandiamo ai link che indicheremo dopo, e alla lettura degli atti processuali per chi vorrà richiederceli. Brevemente: testimoni che cambiano versione continuamente; testimoni che si contraddicono a vicenda; testimoni a favore che non vengono considerati; prove a discarico non ammesse e non considerate; la mancanza di un movente per il delitto di Fabio e Chiara (di volta in volta verrà detto che il movente erano i soldi, o il fatto che Chiara fosse la Madonna e dovesse essere uccisa perché una setta satanica doveva sopprimere una figura così pura, o il fatto che Chiara forse volesse parlare; addirittura Maccione sostiene nel suo ultimo libro la bizzarra tesi secondo cui Chiara e Fabio volessero essere uccisi di loro spontanea volontà). E poi, immancabile in tutti i delitti di rilevanza mediatica, la mancanza dell’arma del delitto.

Alla luce di tutto ciò non stupisce più di tanto che i libri usciti sulle Bestie di Satana siano tutti datati 2004 e 2005 – tranne l’ultimo scritto da Mario Maccione e Stefano Zurlo – cioè in un periodo antecedente al processo, quando le indagini erano ancora in corso. Il motivo è abbastanza semplice: qualunque giornalista dovesse oggi avvicinarsi a questo tema e leggere gli atti processuali, si troverebbe davanti una realtà completamente diversa rispetto a quella prospettata da giornali e TV e inevitabilmente scoperchierebbe un calderone di proporzioni immani.
Non a caso uno dei pochi giornalisti che hanno provato a proporre una tesi alternativa fu Alberto Ballarin, padre di Elisabetta, che scrisse un libro dal titolo “Satanisti della mutua”, ma morì prima che il libro potesse uscire in stampa.

4. Conclusioni.

In conclusione, la vicenda delle Bestie di Satana è una delle tante farse giudiziarie che servono ad intrattenere gli spettatori della TV, affinché non si informino mai sulla realtà attorno, e a depistare chi studia, o anche i semplici appassionati, da quello che è il vero satanismo.
Il vero satanismo è un fenomeno organizzato e diffuso su scala mondiale; che coinvolge alti politici, imprenditori, avvocati, magistrati, giornalisti, professionisti di ogni risma; che vede ogni anno solo in Italia la morte di centinaia di bambini e la scomparsa nel nulla di tante persone.
Alcune di queste organizzazioni sono addirittura ufficiali. Hanno dei loro siti, i loro libri di testo, i loro seguaci in ogni parte del mondo: la Chiesa di Satana di Anton La Vey; il tempio di Seth di Michael Aquino. Queste organizzazioni sono serie, pericolose e organizzate, avendo appoggi nei presidenti americani o di stati europei, potendo contare sull’appoggio di forze di polizia, carabinieri, magistratura; alcune indagini, come quelle relative al caso Dutroux, sono arrivate a lambire i reali del Belgio, famiglie nobili, cardinali, politici. I libri di queste organizzazioni sono talvolta in libera vendita nelle librerie esoteriche.
Purtroppo, a fronte della disinformazione sul vero satanismo, l’informazione ufficiale continua a presentarci il satanismo come un fenomeno dovuto ad alcuni metallari con la terza media e senza un lavoro fisso, per continuare a nascondere quello che avviene ogni giorno sotto i nostri occhi.
Per nascondere, ad esempio, un caso come quello del magistrato Paolo Ferraro, il PM della procura di Roma che, incappato in una vera setta satanica, che aveva radici in ambito militare, è stato destituito nel giro di poche ore per infermità mentale dal suo lavoro di magistrato.
Di Paolo Ferraro però i mass media non parlano.
Di Paolo Leoni, Eros Monterosso e Marco Zampollo sì.

5. Per approfondire.

Tra poco apriremo un sito in cui metteremo on line gli atti del processo, comprese le sentenze di ogni grado di giudizio.
Nel frattempo, chi vuole, può richiedere una parte degli atti, già disponibile on line al nostro indirizzo mail.

Altri link per approfondire la vicenda, leggendo direttamente la versione dei ragazzi condannati:

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=22937

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=23526

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=24226

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=24430

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=24431

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=24432

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=24433

http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=22938

Una ricostruzione abbastanza dettagliata della follia della vicenda “Bestie di Satana”, la si può trovare sul sito Nobody.it, a cura di Marco Zampollo. La lettura è non solo interessante, ma anche particolarmente divertente per le continue battute e l’ironia di Zampollo, il quale nonostante i 29 anni che gli hanno affibbiato non ha perso il suo senso dell’umorismo:

http://www.nobody.it/

Inoltre, su facebook è stato creato un gruppo: “Gli Sfigati di Satana (Ozzy – Marchino – Ross)”. Il gruppo è nato per un sostegno morale ai tre ragazzi in carcere, che oltre a dover pagare per dei fatti che non hanno commesso, sono continuamente tormentati dall’accusa di aver ucciso sempre nuove persone nel milanese. Cercate il gruppo su facebook e, se volete dare un sostegno morale, aggiungetevi:

http://www.facebook.com/groups/167195160047108/

La svastica

Fonte: http://www.alterstoria.it/storia/simboli/storiadeisimboli.php

La “SVASTICA”, che dal sanscrito significa “apportatore di salute”, è semplicemente una croce uncinata. Essa consiste in una croce a bracci di eguale lunghezza, che presentano un prolungamento ripiegato, ad angolo retto.

La Svastica e i Popoli

La svastica è un simbolo universalmente conosciuto e molto antico, se ne trova traccia in Asia, in Mongolia, in India e anche nell’America centrale.
In effetti la svastica fa la sua comparsa in molte culture dell’antico e del nuovo mondo, la conoscevano i Celti, gli antichi Greci, gli Etruschi, gli Egizi, i Mesopotami e gli Aztechi.
Presso l’Elam (nel periodo preistorico), Babilonia e nella valle dell’Indo per la cultura preariana di Mohenjo-dara (2000 a.C.), la croce uncinata era vista come simbolo religioso e come portafortuna circondato da un immensa aura magica.
In India, per esempio, veniva unito il significato religioso al simbolismo astronomico: con gli uncini orientati a destra emblema del Sole, mentre di ira funesta nel senso opposto.
In Medio Oriente, a Micene e in Grecia furono scoperte svastiche su statue di donne, e attorno ad Artemide, signora della vita, così da far pensare ad un significato di fertilità e vita . I bracci della croce rivolti verso l’interno alludono a una direzione di movimento in senso rotatorio. Per la sua forma a ruota può suggerire l’idea del ritorno delle stagioni che compongono l’anno solare. Inoltre può ruotare verso sinistra o verso destra a seconda dei ripiegamenti dei suoi uncini.
Nell’ remota Cina, wan-tsu, è vista come simbolo del quadruplice orientamento che segue i punti cardinali.
Dal 700 d.C. in poi assunse il significato del numero diecimila e dunque dell’ infinito.
Nell’area indobuddista la svastica venne considerata come un sigillo e la si ritrova spesso impressa sul cuore di Buddha, anche in Tibet del resto ha valore di portafortuna e talismano.
Nella religione indiana del Gianismo i quattro bracci di questa croce rappresentano i piani dell’esistenza: mondo degli dei, mondo dell’uomo, mondo animale, mondo infero.
La svastica viene denominata anche come “CRUX GAMMATA” in quanto i suoi uncini ricordano la quadruplicazione della lettera G (gamma) dell’alfabeto greco.
Nell’area meridionale i “ganci” sono occasionalmente rivolti verso l’interno o spezzati; in quella germanica invece il martello di Thor e raffigurato sotto la forma di croce gammata.
La svastica, se pur con più difficoltà , si rintraccia anche nella culture dell’America precolombiana.

Tutt’oggi non è possibile affermare con certezza dove, e per opera di quale popolo, sia comparsa la svastica per la prima volta.
Alcune ipotesi la fanno risalire ai Babilonesi, altre collocano la sua nascita ancor prima.
Quello che appare certo è che la croce gammata non fu mai tanto famosa quanto lo fu come stemma politico.

La Svastica come stemma politico

La sua importanza va ricondotta all’esaltazione romantica del germanesimo che fece la sua comparsa a cavallo fra i due secoli. Prima, nel 1910, venne adottata come segno d’arianità da vari gruppi antisemiti.
Poi la “croce uncinata” destrogira apparve nel 1919 come simbolo araldico della Thule-Geselschaft e, secondo il barone Glauer Von Sebottendorff (fondatore della Thule), indicava il percorso ascendente del sole dal solstizio d’inverno a quello d’estate.
Nel 1919 Friederich Krohn, appartenente alla Thule, aveva proposto una croce gammata sinistrogira ma l’idea non riscosse successo.
Alla fine la svastica fu adottata da Hitler come simbolo, prima del partito nazionalsocialista, e in seguito, dal 1933 al 1945, posta al di sotto dell’aquila imperiale divenne l’emblema del Terzo Reich.
La svastica con i bracci rivolti a sinistra è dovuta all’erronea convinzione dell’origine indoeuropea e ariana del simbolo.

La svastica di Hitler

Hitler scelse la svastica come simbolo, prima del partito nazionalsocialista e poi del terzo reich, perché era a conoscenza delle sua antiche origini ed era affascinato dall’alone di mistero e dall’aura magica che lo circondavano.
Probabilmente Hitler conobbe per la prima volta l’antico simbolo quando era ancora un bambino e viveva in Austria. Nel piccolo borgo di Lambach, dove Hitler visse, erano stampate delle croci uncinate presso i portali del monastero; e la croce gammata ritornava anche nello stemma personale dell’abate Hang.
La prolungata visione della svastica avuta da piccolo non fu certamente l’unico motivo che spinse Hitler ad adottarla come emblema della “Nazione”.

Il dittatore era uno studioso ed aveva conoscenze esoteriche, queste lo conducevano a credere che gli Ariani fossero superiori in quanto semidei, e a pensare che il suo popolo doveva a tutti i costi riguadagnare la sua superiorità perduta. Le sue idee lo conducevano inoltre a vedere negli ebrei dei nemici in quanto popolo che non utilizzavano la svastica, che era eredità degli Arii che ne avevano diffuso il culto ovunque.
«La svastica era il Sole e gli ebrei erano devoti alla luna, dunque nemici del simbolo e degli Ariani».
L’esoterismo fu studiato da Hitler con l’intento di sviluppare una società “mistico-politica”;
un esempio di queste attenzioni lo si può avere osservando i colori ufficiali del vessillo nazista, il nero, il rosso ed il bianco, colori sacri all’alchimia.
Ma tutto il nazionalsocialismo fu legato alla mistica esoterica, il grande uso dei simboli, con la svastica come emblema principale, ne è la conferma.
Come ci dice lo stesso Hitler, la svastica, fin dalla presentazione al popolo germanico, riscosse un grandissimo successo. La bandiera con la croce uncinata fece il suo debutto nel 1920 e fu subito l’orgoglio del dittatore e dei suoi collaboratori.
La svastica in breve tempo ascese ai campanili delle cattedrali tedesche, e si schierò ai lati degli altari; sempre più velocemente si incise nel cuore di un popolo, divenendo il simbolo delle sue vittorie e delle sue sconfitte.

TANGENTOPOLI: VENT’ANNI DI MENZOGNE

Scritto da: Gianni Petrosillo
Fonte: http://www.conflittiestrategie.it/author/gianni/

Sono passati vent’anni da Mani Pulite eppure la cronaca giudiziaria riesce ad avere ancora la meglio sull’analisi storica dei fatti accaduti e mai pienamente chiariti. Ma la storia raccontata dai giudici non è tutta la storia di quel periodo caotico e devastante che spazzò via un’intera classe dirigente, dall’oggi al domani. I protagonisti, magistrati inquirenti e giudicanti di quella fase, tra lacrime finte e ammiccamenti alla pubblica opinione, sono tutti intervenuti sui Giornali per proseguire nella mistificazione della realtà con i loro raccontini moralistici su corruzione e ruberie che divennero intollerabili ed esondarono dai confini della legalità soltanto in quel preciso momento epocale, laddove quegli stessi togati avevano chiuso gli occhi per decenni sugli abusi dei partiti essendo tutti legati a qualche santo politico al quale dovevano la loro brillante carriera. Il pool di Milano ed i suoi antichi membri cercano ancora di oscurare la verità di una operazione internazionale che si servì della magistratura, la cui insincerità e doppiezza morale diviene viepiù intollerabile man mano che vengono a galla retroscena sconcertanti, per curvare il destino di una nazione che stava perdendo il suo status di bastione avanzato contro il comunismo dell’est.

Tangentopoli nasce proprio in questo clima di riassestamento geopolitico seguito alla caduta dell’URSS che imponeva una modifica degli assetti interni di quegli Stati, come l’Italia ma non solo, i quali, fino a quegli eventi, avevano fatto da cuscinetto e da piazzeforti collocate in prima linea a protezione dell’Occidente, per necessità degli Usa. L’unico non unitosi al coro delle esultazioni alla caduta del Muro di Berlino fu Giulio Andreotti il quale, evidentemente, intuì subito che quella sarebbe stata la rovina della Dc e degli equilibri europei e mondiali emersi dopo la II guerra mondiale, i quali contemplavano la DC al centro dell’arco costituzionale italiano in funzione anticomunista. Ma osserviamoli da vicino questi insigni uomini del pool di Milano, dal principale simbolo Antonio Di Pietro ai vari Davigo, D’Ambrosio, Colombo, Borrelli ecc. ecc. Di Pietro ebbe una carriera in magistratura davvero folgorante, da ex poliziotto un po’ 007 (si cerca ancora di capire la natura dei suoi viaggi non autorizzati alle Seychelles alle calcagna del faccendiere Francesco Pazienza ricercato dall’intelligence di mezzo mondo http://www.ilgiornale.it/interni/di_pietro-pazienza_ecco_dossier/27-03-2010/articolo-id=432801-page=0-comments=1) alle frequentazioni, anche da Pm, delle barbe finte come attesta la famosa foto che lo ritrae insieme a Bruno Contrada (il quale sarà arrestato qualche giorno dopo il banchetto di cui si parla) ed altri soggetti della Cia (http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_02/di-pietro-contrada-cavallaro_e059bc54-0fc4-11df-9603-00144f02aabe.shtml). Tonino da Montenero di Bisaccia prende la laurea “breve” in giurisprudenza in meno di tre anni (http://www.ilgiornale.it/interni/usa_007_e_seychelles_lato_oscuro_di_pietro/politica-pietro-idv-spia/16-01-2010/articolo-id=414102-page=0-comments=1), un fulmine del diritto che dà esami difficili a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro (1). Non ci sarebbe nulla di sospetto se non fosse che Tonino litiga con l’italiano come un ragazzo delle elementari. Poi riesce ad entrare in magistratura nonostante la Commissione esaminatrice inizialmente lo escluda. Come racconta il Presidente della stessa, il giudice Carnevale, Di Pietro fu fatto passare per motivi diversi dalla preparazione richiesta ad un futuro magistrato: «Avevo letto il curriculum di Antonio Di Pietro: era stato emigrante, si era arrabattato molto, questo mi indusse a essere clemente. Se devo pentirmi di tutto, come pretendono molti, mi pento anche di aver fatto promuovere Di Pietro. Nei concorsi per magistrati non bisognerebbe tenere conto di considerazioni pietistiche. In base all’esame però non avrebbe meritato il voto minimo che gli abbiamo attribuito…». La verità è però un’altra, qualcuno di piuttosto influente suggerì a Carnevale e agli altri componenti della Commissione di essere buoni col contadino in cerca di fortuna e di farlo “come un favore che non si può rifiutare”. I verbali della pessima prova di Tonino furono pertanto stracciati e sostituiti con altri favorevoli al candidato (leggete qui le dichiarazioni dei chiamati in causa: http://www.ilgiornale.it/interni/una_manina_salvo_lex_pm_esami_di_pietro_ripescato_grazie_pressioni_esterne/23-01-2010/articolo-id=416149-page=0-comments=1). Dunque, Il Pubblico Ministero più giusto e irreprensibile d’Italia inizia la professione con una bella spintarella. Poi c’è Gerardo D’ambrosio il cui nome è tristemente legato alla storia dell’anarchico Giuseppe Pinelli, “suicidato” il 15 dicembre ’69, da una finestra della questura di Milano. Pinelli era stato accusato della strage di Piazza Fontana in seguito ad una montatura che aveva spinto la polizia a seguire la pista dei circoli sovversivi di estrema sinistra. Pinelli però da quella Questura, dove lo stavano interrogando, uscirà soltanto morto,dopo un salto dal 4° Piano. Successivamente vi fu una inchiesta ed un processo che terminò nel 1975. Il giudice asseverò la versione secondo cui Pinelli, sotto stress per gli interrogatori subiti, “si sarebbe sentito male e, invece di accasciarsi al suolo, avrebbe spiccato un “involontario balzo” fuori dalla finestra (???)” (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=4089).

Il famigerato “malore attivo” attribuito all’anarchico milanese fu una bella trovata, indovinate di chi? Ma di Gerardo D’Ambrosio of course, il quale adesso sostiene che il pool non fece mai politica. Peccato che il succitato venga immediatamente smentito da un’altra sua collega all’interno dell’equipe milanese, Tiziana Parenti, presto allontanata dalla squadra dei vendicatori della legge per aver osato indagare sulle tangenti del PCI. Fu proprio D’Ambrosio a suggerirle di considerare un “vagone staccato” quello degli illeciti a sinistra, ma in sostanza non si voleva toccare quella parte politica per ragioni ancora tutte da sceverare. Infatti, dopo quella breve parentesi nessuno andò più a fondo in tale direzione. (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1AVSIR) . Ma D’Ambrosio non s’immischia di politica e difende il ruolo imparziale della magistratura, e poco vale se, con Saverio Borrelli, si ritrovò a firmare l’appello per la candidatura di Walter Veltroni alla guida del Partito Democratico. Quanto a Gherardo Colombo forse è l’uomo che sapeva meglio degli altri le finalità di tangentopoli. Quest’ultimo dirà al suo omologo Misiani che la competenza di Milano sulle inchieste non era una questione giuridica. E se non era una questione giuridica di che natura era allora questa competenza? Forse politica? Infine, Camillo Davigo che ora piange per una corruzione anche più vasta di prima e che sente sprecato il suo lavoro di ripulitura della società italiana dal ladrocinio pubblico e privato. E’ così risentito Davigo che ironizza su coloro i quali hanno in mano molti elementi per adombrare l’ipotesi del complotto internazionale che lui definisce pura stravaganza. Sarà, ma se un magistrato come lui sostiene che tali episodi di corruzione non erano risaputi dimostra esclusivamente due cose incontrovertibili: o che i giudici non sapevano fare il loro lavoro oppure, molto più semplicemente, che fingessero di non vedere così tanti reati per non inimicarsi una classe dirigente non ancora indebolita dagli avvenimenti mondiali. Ma non appena quest’ultima si è ritrovata nel vortice di una evenemenzialità geopolitica che le voltava le spalle, costoro, irreprensibili tutori della legge quando conviene, le hanno dato il colpo di grazia. Non vorrà mica Davigo darci a bere la favoletta secondo cui “Né i miei colleghi né io, pur avendo la percezione che i reati di concussione, corruzione, finanziamento illecito dei partiti politici e false comunicazioni sociali fossero ben più numerosi di quanto risultava dalle statistiche giudiziarie, immaginavamo le dimensioni dell’illegalità, quali emersero dalle indagini” (http://www.ilquotidianoweb.it/it/basilicata/potenza_tangentopoli_20_anni_dopo_2012.html). E come mai Mani Pulite improvvisamente si arrestò sul più bello, proprio mentre era giunto il momento di fare chiarezza sulle compartecipazioni oscure del PCI al potere consociativo, cosa che gli permetteva di entrare a piene mani nelle logiche spartitorie di quei tempi. Noi invece pensiamo che non si era voluto coinvolgere il Partito Comunista, ormai non più tale dopo la svolta della Bolognina, per non far saltare l’intero sistema e questo, probabilmente, su consiglio degli stessi soggetti o gruppi che avevano dato il via libera ai magistrati per sferrare l’attacco alle basi dello Stato italiano. Tutti gli elementi qui elencati rafforzano la nostra convinzione circa l’esistenza di un’altra versione dei fatti che condussero a Mani Pulite. La chiameremo la versione Formica, sia perché questa sta emergendo lentamente da dietro la cortina fumogena delle versione ufficiale, sia in quanto la esplicita senza tentennamenti uno degli attori principali di quella stagione, l’ex ministro socialista Rino Formica (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1AVPZR ). Costui parla di un vero colpo di Stato organizzato dalla Cia e dall’FBI in Italia subito dopo “Berlino ’89″. Dice Formica: “L’intreccio tra politica, affari e partiti durava da cinquant’anni ma la questione morale diventa questione politica quando cambia la storia: fino al 1989 Italia e Germania avevano presidiato la frontiera ma con la caduta del Muro si comincia a temere per la stabilità dell’Italia”. In questa situazione i servizi segreti americani decidono che è  il momento di liberarsi di gente troppo compromessa con assetti di potere ormai superati dagli eventi. Dopo mezzo secolo di cecità assoluta la magistratura riacquista improvvisamente la vista, ma Davigo ed i suoi colleghi non erano a conoscenza di tutto ciò perché probabilmente lui e gli altri vivevano su un pianeta dorato dove regnavano da sempre ordine, disciplina e bendaggi gratis per tutti i togati. La smetta dunque di prenderci in giro e di lamentarsi dell’attuale putrefazione nazionale, perché questo è il premio ricevuto dagli italiani per aver creduto alle frottole giudiziarie di chi, volendo mondare i peccati della politica, si è liberto della seconda lasciandoci in eredità i primi quadruplicati. Ora siamo messi molto peggio di allora. Ai tempi della DC e del PSI, seppur sporche, avevamo ancora le mani per maneggiare il nostro destino. Mani pulite ci ha segato le braccia e le gambe riducendoci ad una provincia oscura dell’impero senza più speranze. E’ dagli anni novanta che privati degli organi prensili offriamo il sedere al mondo affinché tutti, ma proprio tutti, possano prenderci a pedate sul di dietro. Bella rivoluzione del piffero!

(1) LIBRETTO UNIVERSITARIO DI DI PIETRO

1975

28 maggio – Storia del diritto romano (400 pagine): 28/30

4 giugno – Istituzioni di diritto romano (700 pagine): 25/30

4 luglio – Istituzioni di diritto privato (1100 pagine e 2969 articoli del codice civile): 24/30.

10 novembre – Diritto costituzionale (700 pagine e 139 articoli): 30/30.

(data illeggibile) Diritto costituzionale comparato: 26/30.

1976

20 febbraio – Esegesi delle fonti del diritto italiano: 26/30

28 aprile – Contabilità dello Stato: 26/30

3 maggio – Diritto regionale e degli enti locali: 29/30

15 giugno – Diritto ecclesiastico: 26/30

1° ottobre – Diritto canonico (300 pagine): 28/30

25 ottobre – Diritto commerciale (1400 pagine): 27/30

30 novembre – Economia politica (700 pagine): 26/30

20 dicembre – Organizzazione internazionale: 27/30

1977

24 gennaio – Scienze delle finanze e diritto finanziario (800 pagine): 26/30

7 febbraio – Storia del diritto italiano (650 pagine): 28/30

31 marzo – Diritto processuale civile (1000 pagine e 831 articoli): 28/30

18 aprile – Diritto tributario (450 pagine): 27/30.

24 maggio – Diritto penale (1200 pagine, 734 articoli): 27/30

7 luglio – Procedura penale (1100 pagine, 675 articoli): 28/30

29 ottobre – Diritto civile (800 pagine): 25/30

1978

26 gennaio – Diritto amministrativo (1400 pagine): 28/30

19 luglio – Tesi in diritto costituzionale di 320 pagine e laurea. Voto finale 108/110.

Lunghe attese e mancanza di posti letto: sanità italiana vicina al collasso

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/attese-posti-letto-sanita.php

In Italia, sulla base dei dati del ministero della Salute, sono stati quasi 45mila i posti letto tagliati, pari cioè al 15,1% del totale, con un rapporto di posti letto per abitante passato da 5,1 ogni mille abitanti di 12 anni fa, al 4,2 attuale. Si tratta di un dato che ci pone sotto la media europea, che è di 5,5 per mille.

I tagli maggiori si sono avuti in Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Puglia con riduzioni superiori al 20%. La politica del ridimensionamento dei posti letto doveva essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali che tuttora in molte regioni stenta però a realizzarsi.

Nelle strutture d’emergenza-urgenza italiane il problema principale è poi quello delle attese e delle barelle aggiunte nei corridoi per la mancanza di posti letto: su 24 Pronto Soccorso si sono trovati da un minino di due ad un massimo di 10 malati in piedi in attesa. Chi deve essere ricoverato, nel 37,7% dei casi aspetta più di sei ore per avere un posto letto. Nel frattempo le persone vengono sistemate in barelle aggiunte. acune si segnalano invece in relazione alla privacy: le persone vengono in molti casi chiamate per nome e non ci sono spazi adeguati per garantire la riservatezza.

Questi alcuni dei dati che fotografano una rete ospedaliera vicina al collasso in molte zone del Paese.

Mongolia Interna: Campagna di persecuzione contro la Chiesa sotterranea

Scritto da: Wang Zhicheng
Fonte: http://www.asianews.it/notizie-it/Mongolia-Interna:-Campagna-di-persecuzione-contro-la-Chiesa-sotterranea-24069.html

Per una serie di arresti contro sacerdoti, i 30mila fedeli non hanno possibilità di andare a messa. Il seminario è stato chiuso e gli studenti costretti ad andare a casa. Sacerdoti costretti dalla polizia a partecipare a concelebrazioni con il vescovo ufficiale, in una situazione ambigua. L’offensiva contro la Chiesa è parte anche della campagna per la sicurezza prima dell’Assemblea nazionale del popolo e per bloccare ogni possibile rivolta sociale.

Pechino (AsiaNews) – La polizia cinese ha lanciato un’aspra campagna di persecuzione contro la comunità cattolica sotterranea della Mongolia Interna. In poche settimane diversi preti sono stati arrestati; altri hanno dovuto nascondersi per non essere catturati; le decine di comunità sparse nel territorio non hanno la possibilità di partecipare ai sacramenti; molti sacerdoti sono costretti a subire sessioni di lavaggio del cervello sulla politica religiosa; il seminario è stato chiuso. Secondo fonti di AsiaNews nella regione, l’inasprimento è dovuto alla situazione politica generale, nel tentativo di garantire ogni sicurezza possibile prima dell’importante appuntamento dell’Assemblea nazionale del popolo, in programma per il 5 marzo prossimo, dove verrà decisa la successione a Hu Jintao e a Wen Jiabao, rispettivamente presidente e premier in carica. Ma vi sono anche conflitti interni alle comunità, legati all’ambiguità del vescovo ufficiale, mons. Paolo Meng Qinglu, approvato dalla Santa Sede, ma con la carica di vice-presidente dell’Associazione Patriottica nazionale, un organismo “incompatibile con la dottrina cattolica”.

La comunità cattolica sotterranea della diocesi di Suiyuan (Mongolia interna) è forte di circa 30mila fedeli; ha al suo attivo 35 sacerdoti e 90 suore. Per molto tempo, quasi 20 anni, la comunità ha potuto crescere grazie a una certo “lasciar correre” delle autorità che non ponevano ostacoli purché i fedeli si incontrassero con discrezione in case private o piccoli edifici.

Lo scorso 30 gennaio, sei sacerdoti sono stati arrestati durante un raduno (v. 02/02/2012 Mongolia interna: ancora nessuna notizia sui 5 sacerdoti sotterranei arrestati). Fra essi vi è il rettore del seminario clandestino, p. Giuseppe Ban Zhanxiong, il cui seminario è stato chiuso il 14 febbraio scorso. Tutti gli studenti sono stati costretti a ritornare a casa.

Il 31 gennaio è stato arrestato anche l’amministratore diocesano, p. Gao Jiangping, insieme a un altro sacerdote.

I quasi 30 sacerdoti rimasti liberi sono andati tutti in clandestinità totale per non farsi arrestare. Dalla scorsa domenica, 19 febbraio, i fedeli non sono riusciti a partecipare ad alcuna celebrazione perché i sacerdoti evitano di uscire allo scoperto, data la grande presenza di forze dell’ordine.

Intanto, quattro dei sacerdoti arrestati il 30 gennaio, sono stati liberati, ma essi sono costretti ogni giorno a presentarsi alla polizia e sono sottomessi a sessioni di indottrinamento sulla politica religiosa del governo, molto simili e un lavaggio del cervello.

Essi sono stati anche costretti a concelebrare in una messa alla presenza del vescovo ufficiale di Hohhot, mons. Meng, e ad altri due sacerdoti della comunità ufficiale. Fonti di AsiaNews affermano che i due sacerdoti sono stati trascinati a concelebrare contro la loro volontà, “rimanendo presenti fisicamente, ma senza pronunciare alcuna preghiera e senza muovere neanche un dito”.

La comunità sotterranea e la diocesi di Suiyuan per il governo cinese non esiste: per ordine delle autorità politiche, il suo territorio ecclesiastico è stato assorbito dalla diocesi di Hohhot negli anni ’80. La comunità ufficiale è composta da circa 2mila fedeli e dalll’aprile 2010 ha un vescovo, mons. Paolo Meng Qinglu, riconosciuto dal governo e dalla Santa Sede. Alla sua ordinazione, mons. Meng aveva sperato in una riconciliazione con la comunità sotterranea. Ma in seguito egli ha partecipato all’ordinazione illecita a Chengde (v. 20/11/2010 Chengde: otto vescovi uniti al papa partecipano all’ordinazione illecita) ed è stato nominato vice-presidente dell’Associazione patriottica nazionale (09/12/2010 L’Assemblea patriottica cinese vota la sua leadership. Un grave danno per la Chiesa). Finora non è chiaro se per tutti questi gesti egli abbia chiesto perdono e si sia riconciliato con la Santa Sede.

Data l’ambiguità della sua posizione, molti sacerdoti sotterranei preferiscono non unirsi alla comunità ufficiale e domandano chiarimenti al Vaticano che, da una parte, afferma che l’Associazione patriottica è “incompatibile” con la dottrina cattolica (perché vuole costruire una Chiesa indipendente da Roma); dall’altra, la Santa Sede accetta il compromesso che un vescovo legato al papa partecipi, anche con funzioni di alta responsabilità, allo stesso organismo.

Secondo alcuni sacerdoti della Mongolia Interna, mons. Meng sta diventando sempre più “politico” e segue passo passo le indicazioni dell’Associazione patriottica. Secondo altri, invece, è il governo a volere l’eliminazione della comunità sotterranea per controllare di più la situazione.

L’esigenza di maggior controllo deriva da due fatti. A livello provinciale, lo scorso anno in Mongolia Interna sono scoppiate alcune rivolte di pastori contro la politica mineraria del governo, che inquina e distrugge le terre e i pascoli. A livello nazionale, vi è l’esigenza di controllo totale per l’imminente raduno dell’Assemblea nazionale del popolo che si terrà a Pechino dai primi di marzo. In quest’occasione dovrebbe emergere con chiarezza la successione a Hu Jintao e a Wen Jiabao, con il passaggio di testimone a Xi Jinping e a Li Keqiang. A causa di ciò, il regime arresta dissidenti, soffoca rivolte, distrugge le resistenze in Tibet e Xinjiang. E a farne le spese sono anche i cattolici (e i protestanti) della Mongolia Interna.

Il controllo della politica italiana manovrato dai Rothschild!

Scritto da: Renzo Minari
Fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=441529108966

Da una parte Berlusca che ha fatto parte della P2 organizzata dai Servizi Segreti e gestita da Andreotti (tramite l’assistente Gelli) per conto di Kissinger il quale è un abitudinario di casa Rothschild. Questa fazione è direttamente collegata ai Cavalieri di Malta (Berlusca accompagna il figlio alle riunioni) i quali gestiscono il FMI. La mafia e alcune Multinazionali chiudono il cerchio. Dall’altra parte la finta opposizione è stata pian piano creata attraverso i finanziamenti del Consigliere (CdA) di Banca Rothschild Carlo De Benedetti (il quale ha Colaninno come braccio destro – Colaninno ha il figlio nel PD e gestisce gente come Casaleggio [manager e gestore di Grillo] ), alcune Corporation e la Massoneria deviata hanno un ruolo molto importante anche in questo caso dato che i leader di tale schieramento hanno TUTTI avuto a che fare con indagini massoniche: Prodi durante il rapimento Moro, Veltroni ed i Cavalieri di Malta, Napolitano con le onorificenze massoniche acquisite, la famiglia della Bonino serva dei banchieri da generazioni, la Casaleggio che “unisce” la massoneria con Di Pietro e Grillo, Pannella tramite il fidanzato e moltissimi altri casi.

Il giovane responsabile del PCI per le comunicazioni, Walter Veltroni (tanto per citarne una), permise a Berlusconi di far emettere i canali televisivi della Fininvest a livello nazionale.

Paola Ferrari, per esempio, è una famosa giornalista sportiva (immortale) sposata con Marco De Benedetti (Presidente del Carlyle Italia e figlio di Carlo il quale, come ho riportato sopra, finanzia il centrosinistra in Italia) si è candidata con La Destra assieme a Storace ed alla Santanchè. Fini si arruolò tra le fila dei Rothschild quando fù finanziato da loro stessi a metà anni novanta (durante un tour europeo) tramite un dipendente della Banca Rothschild di nome Sir.Derek Thomas. Di Pietro dal ’90 al ’92 passò quasi 2 anni ad apprendere tecniche politiche da Michael Leeden (un Neocon con strettissimi collegamenti con i vertici della CIA che fù indagato per la strage del 9/11), quest ultimo è l’ideatore delle rivoluzioni colorate come quella arancione in Ucraina, la verde in Iran, la Viola in Italia (il popolo viola è collegato al magnate George Soros) e tantissime altre… Berlusca fà i propri interessi, a lui interessa non andare in galera e farsi le ragazzine.. intanto persone come Tremonti (collaboratore di grandi banchieri, Bilderberg e Aspen Institue), Frattini (pro Sion), Letta e altri continuano ad attuare politiche a favore dei Rothschild. Prodi (BCE) aveva come braccio destro l’ex cestista Angelo Rovati il quale si è da poco dimesso da dipendente della Banca Rothschild affermando che comunque resterà sempre un fedelissimo. Casini segue le ideologie del suocero Caltagirone (azionista BdI come lo sono Berlusca e De Benedetti) il quale ha entrambi i piedi nel Vaticano (Vaticano di proprietà dei Rothschild da almeno 150 anni). Bertinotti sottostava agli ordini dei D’Urso ed in particolare a Mario D’urso (uno dei migliori amici di Jacob de Rothschild), ora al vertice dell’estrema sinistra c’è il suo pupillo Vendola. Bossi aveva le prove che Berlusca fosse mafioso ma dopo un incontro con Silvio liquidò le prove e abbandonò i testimoni come il poliziotto svizzero Cattaneo, fù condannato per una tangente e si alleò con Berlusca. La Lega Nord si è unita in campo europeo in un gruppo che è presieduto da Francesco Speroni (Lega Nord) e da Nigel Farage (UKIP) – Nigel Farage fà parte del UKIP (Partito per l’Indipendenza del Regno Unito) voluto e fondato dai Rothschild attraverso James Goldsmith (discendente della dinastia dei Banchieri Goldsmith è cugino di jacob de Rothschild ed era considerato uno della Famiglia). Henry Kissinger (amico e stretto collaboratore di Andreotti) è un assiduo frequentatore delle ville dei Rothschild, è stato condannato per genocidio da un Tribunale Europeo e non può entrare in europa altrimenti verrebbe arrestato, è stato il mandante dell’assassinio di Aldo Moro secondo la moglie di Moro stesso (Moro non era un santo ma fece stampare le 500 lire di carta esenti da signoraggio, non sottostava ad ordini precisi inviati dagli USA e stava per creare un potente Movimento di Centrsosinistra non controllabile) e lo fece infiltrando agenti CIA nelle brigate rosse, Kissinger ebbe come assistente Lapo Elkann mentre il fratello John è l’erede di Gianni Agnelli (Nobiltà Nera che ha tra le fila anche Montezmolo ed è controllata dai Rothschild) ed inoltre Vice Presidente dell’Italian Aspen Institute, Bilderberg e frequenta i Rothschild, sposato con la sorella di Beatrice Borromeo, Lavinia, la quale Beatrice collabora da tempo con Travaglio e si reputa una del Popolo Viola. La Famiglia Borromeo è una famiglia nobile ed importante: Beatrice (anche ex collaboratrice di Santoro ad Anno Zero) è fidanzata con l’erede del principato di Monaco e figlio di Carolina di Monaco (l’attuale erede al trono Pierre Casiraghi), Lavinia è sposata con John Elkann e l’altra sorella, Isabella, è la moglie del Proprietario del Gruppo API (API, IP, etc..) Ugo Maria Brachetti Peretti. Nel 2002 Rutelli s’incontrò con Blair, Clinton ed altri sul tema «Building new coalitions», costruire nuove coalizioni. Un ritiro blindato, tre giorni di seminario alla Hartwell House. Anfitrione della cena il barone e banchiere Evelyn de Rothschild. La moglie di Rutelli è Barbara Palombelli, la giornalista onnipresente in tv. Saviano, co-conduttore del programma Vieni Via Con Me (prodotto dalla Endemol di Berlusconi), si dichiara apertamente a favore del Movimento Sionista Israeliano genocida! L’Israele che conosciamo ora è una creazione (in tutti i sensi) dei Rothschild.

Su Confindustria non penso che ci sia bisogno di scrivere qualcosa.

A questo punto chiedo: c’è bisogno che aggiunga altro?

Jürg Heer dovrebbe avere grande spazio negli Istituti Scolastici.

Due strade che portano in cima alla piramide entrambe ai Rothschild. Ci vogliono studi, ci vuole tempo ma… scoprirlo non è poi tanto difficile!

Auto ferme sulla Napoleonica: «Creatura alta quattro metri e telefonini muti»

Scritto da: Daniele Paroni
Fonte: http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=181153&sez=NORDEST

UDINE – Fino ad ora di sagome sulla Napoleonica si erano viste solo le tanto contestate installazioni della Provincia di Udine inserite nel progetto Easy Foot (sicurezza stradale). Sabato sera però, stando alla segnalazione arrivata ad Antonio Chiumiento che si occupa da oltre 35 anni di avvistamenti di ufo, la sagoma aveva altre sembianze.

Testimone Leonard D’Andrea, operaio di Codroipo alla Caffaro, che era alla guida della sua auto quando, mentre percorreva la Napoleonica all’altezza della nuova rotonda di Mortegliano, si è visto costretto a fermarsi.

«Ho notato delle macchine ferme, mi sono accodato – racconta D’Andrea – sul momento pensavo a un incidente. Ma quando sono sceso, ho notato che davanti a tre macchine c’era una strana creatura che camminava lungo la strada. Era alta circa quattro metri ed era silenziosa».

D’Andrea voleva avvisare il padre ma i telefoni non funzionavano, non c’era campo. Poi ha preso la torcia e ha illuminato quella creatura grigiastra, notando che aveva le gambe leggermente incurvate in avanti con la parte posteriore formata da una sorta di tendini molto grossi. «Mentre la illuminavo, ha notato che la testa aveva una forma tondeggiante e che terminava a forma conica. Questa creatura “camminava” sulla strada, non curandosi minimamente delle auto ferme e delle persone – ricorda d’Andrea – Davanti a me c’era una Mazda con una famiglia. La madre ha tenuto nascosti i due figli dietro i sedili, mentre alle mie spalle due ragazze volevano chiamare il 113 ma i telefoni non andavano».

Poi la sagoma è fuggita in direzione di Lestizza, Leonard ha provato a seguirla ma senza successo. Altre persone che abitano nella zona hanno confermato di aver avvistato qualcosa di “strano”. Extraterrestre o buontempone bravo a “celebrare” il Carnevale?

Lunedì 13 Febbraio 2012 – 09:08    Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Febbraio – 18:55

Lavoro: se Dulbecco fosse rimasto in Italia

Scritto da : Debora Billi
Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2012/02/lavoro-se-dulbecco-fosse-rimasto-in-italia.html

Avrete sicuramente letto tutti la divertente storiella “Se Steve Jobs fosse nato in Italia”. Oggi ve ne racconto una che titolerei proprio “Se Dulbecco fosse rimasto in Italia”.

A differenza dell’altra, però, questa è una storia vera.

Il dott.Franco è laureato con Master e dottorato, con assegno di ricerca scaduto, disoccupato. Nella disperazione, cerca ed accetta qualsiasi tipo di lavoro.
I suoi skills e la sua esperienza di laboratorio devono aver molto colpito il sig.Mario, che decide di assurmerlo. Principesco contratto: due mesi di lavoro, centoventi euro a settimana. Lordi.
Il prestigioso incarico prevede la presentazione di prodotti tipici presso grandi strutture alberghiere. In sintesi, Franco venderà pomodori secchi ai turisti.

Dopo appena tre settimane, il sig. Mario comunica al nostro amico che “c’è la crisi” e quindi il lavoro finisce anzitempo. Gli usa almeno l’originalissima cortesia di pagargli il dovuto, pratica rara oggidì.
Franco torna a casa con la coda fra le gambe: forse non è stato abbastanza bravo a presentare i pomodori secchi, chissà. Ma poi scopre la verità.

Il suo posto di lavoro è stato girato ad una signora rumena che non sa neppure l’italiano, ma a cui non si poteva dire di no: è sorella della colf della moglie del sig.Mario. Quando si dice la Casta, i santi in Paradiso e i privilegi.

E così un bravo biologo genetista (il mestiere di Dulbecco) si è visto sfilare da sotto il naso, da parte di una che neanche parla italiano, il posto di venditore di pomodori secchi a centoventi euro a settimana.

Lei era più raccomandata di lui.

“I precari sono la razza peggiore del paese”
“Chi prende una laurea dopo i 28 anni è uno sfigato”
“La tutela dei lavoratori non è un tabù”
“Io non ho mai preso 500 euro al mese; mi sono fatto un mazzo così e chi prende 500 euro al mese è uno sfigato”
“Il lavoro fisso è una noia mortale; bisogna cambiare”

Foto -Flickr

La Storia del Mondo e le Piramidi Bosniache

Scrotto da: Dr.sci. Sam Semir Osmanagich
Fonte: http://www.bosnianpyramid.com/index_Files/News.html  Tradotto da: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7543

Società umane preistoriche e antiche

Quasi tutto quello che ci viene insegnato sulla storia antica è sbagliato: l’origine dell’uomo, delle civilizzazioni e delle piramidi. L’Homo Sapiens Sapiens non è risultato dell’evoluzione e i biologi non troveranno mai l'”anello mancante”, perchè l’uomo intelligente è prodotto dell’ingegneria genetica. I Sumeri non sono l’inizio dell’uomo civilizzato, ma piuttosto l’inizio di un altro ciclo dell’umanità. Infine, le piramidi originali, le più eccellenti e antiche, sono state create da costruttori esperti che conoscevano l’energia, l’astronomia e la costruzione, meglio di noi.
Per poter capire i monumenti antichi, è necessario analizzarli attraverso tre reami: il fisico, l’energetico e lo spirituale. I nostri strumenti scientifici semplicemente non sono sufficienti a spiegare il proposito delle piramidi più antiche, per esempio. Gli scienziati convenzionali, gli archeologi, gli storici e gli antropologi, spesso sono l’ostacolo principale al progresso scientifico.
Il divario tra scienza spirituale e fisica dev’essere colmato se vogliamo comprendere a pieno il passato. Milleduecento tonnellate di blocchi di pietra a Baalbeck (Libano) necessitano di spiegazione. Chi riuscì a plasmare, muovere e installare blocchi megalitici quattro volte superiori ai limiti delle nostre possibilità del 21° secolo? I monumenti megalitici di Yonaguni (Giappone) appartengono al ciclo precedente dell’umanità. Sono prova innegabile, sul fondo del Pacifico, a 80 metri sotto il livello dell’oceano, che in quell’area visse una cultura avanzata più di 12000 anni fa, prima che enormi quantità di ghiaccio si sciogliessero alzando il livello dell’oceano di 80 metri. Machu Picchu (Perù) ci racconta la storia di quattro distinte civiltà e diversi stili di costruzione, dove la prima di esse appare la più avanzata. Allo stesso tempo, tutti i libri di storia raccontano degli Incas come dei costruttori del “ritiro reale” in tempi recenti. Nuova datazione delle piramidi Peruviane, Messicane, Cinesi ed Egizie, ci porteranno molto più indietro di quanto riconosciuto dalla storia. Le piramidi Cinesi ed Egizie più antiche sono molto superiori di quelle nate in seguito, come repliche scadenti. Le più antiche sono fatte di granito e arenaria, le più recenti sono di dimensioni inferiori e fatte di mattoni e fango. Tracce di esseri più avanzati sono ovunque attorno a noi. Nel frattempo gli scienziati convenzionali cercano di incastrare questi monumenti nelle loro coordinate temporali, falsificando la verità.

Duecento piramidi Cahokia mostrano una conoscenza astronomica di costruttori che hanno spostato materiali per milioni di tonnellate e che conoscevano la differenza tra nord magnetico e nord cosmico. Il mondo Maya è un esempio della conoscenza dell’Universo. Il nostro sistema solare orbita nella Via Lattea e questo ciclo di 26000 anni (“calendario del lungo computo”) influenza tutta la vita sul nostro Pianeta. Gli Anasazi, antenati degli Indiani Pueblo, non avevano bisogno di alfabeto o comunicazione fisica per riconoscere il pericolo in diverse dimensioni dalle profondità dell’Universo. Finchè stanno chiusi nella scatola, gli archeologi convenzionali non saranno in grado di spiegare la strumentazione e la logica necessaria per costruire le teste di pietra nell’Isola di Pasqua, i blocchi di granito del complesso di piramidi di Akapana in Bolivia o per creare le camere delle piramidi di Giza. Le sfere di pietra del Messico occidentale, nel sud della Costa Rica, l’Isola di Pasqua o 20 luoghi nella Bosnia-Herzegovina, ci mostrano prove ovvie della conoscenza e manipolazione di forme ed energia nel passato distante. In cima a tutto questo, la scoperta della Valle Bosniaca delle Piramidi ci dimostra che non conosciamo il nostro Pianeta. Possiamo andare sulla Luna (temporaneamente, finchè non è minaccia), ma dobbiamo ancora esplorare la nostra Madre Terra. Altri segreti attendono di essere scoperti, assieme alla conoscenza antica che ci aiuterà a riguadagnare il nostro equilibrio.

Il significato della scoperta della piramide bosniaca

Nell’aprile 2005 ho viaggiato a Visoko, a 20 miglia nord-ovest da Sarajevo, la capitale della Bosnia-Herzegovina. La mia attenzione è stata catturata da due colline dalla forma regolare, che poi ho chiamato Piramidi Bosniache del Sole e della Luna. Per migliaia di anni la gente del posto ha considerato quelle colline un fenomeno naturale, perchè erano coperte di terra e vegetazione. Quando ho visto le loro facce triangolari, angoli ovvi e l’orientamento verso i punti cardinali, ho capito che non dovevano essere formazioni naturali. Dato che avevo indagato sulle piramidi per decenni, sapevo che quelle scoperte in Cina, Messico, Guatemala e El Salvador, avevano quella copertura di terreno e vegetazione. Nel 2005 è iniziato il lavoro su questo progetto e le compagnie di costruzione e i geologi, venivano pagati (di tasca mia) per gli scavi e le analisi geo-morfologiche. Quindi abbiamo annunciato al mondo, in una conferenza stampa, che le prime piramidi in Europa erano state scoperte.
Poco dopo abbiamo formato la Fondazione no-profit Archaeological Park: Bosnian Pyramid of the Sun e da quel momento le indagini sulla piramide in Bosnia sono divenute il progetto archeologico inter-disciplinare più grande al mondo. Abbiamo speso più di 340000 ore-uomo in scavi archeologici, analisi di campioni e datazione al radiocarbonio nel periodo dal 2005 al 2011. Abbiamo determinato che la Valle Bosniaca delle Piramidi consiste in cinque piramidi scoperte ad oggi che ho chiamato: Le Piramidi Bosniache del Sole, della Luna, del Dragone, di Madre Terra e dell’Amore. Il sito include anche un complesso di tumuli e un enorme labirinto sotterraneo.
La scoperta è storica e cambia la conoscenza della prima storia Europea per diverse ragioni:

1. Queste sono le prime piramidi scoperte in Europa.
2. Il sito include la più grande struttura piramidale del mondo, la Piramide Bosniaca del Sole con la sua altezza di 220 metri, molto superiore alla Grande Piramide d’Egitto (147 metri).
3. La Piramide Bosniaca del Sole, secono il Bosnian Institute for Geodesy, mostra l’orientamento più preciso verso il nord cosmico, con un errore di 0°, 0′ e 12”.
4. La Piramide Bosniaca del Sole è completamente coperta da blocchi di cemento rettangolari. Le proprietà del cemento, inclusa l’estrema durezza (fino a 133 MPs) e il basso assorbimento di acqua (attorno all’1%), secondo le istituzioni scientifiche in Bosnia, Italia e Francia, sono molto superiori ai materiali moderni.
5. Le piramidi sono ricoperte di terreno, che secondo L’Istituto Statale di Agro-pedologia, è vecchio di circa 12.000 anni. La datazione al radiocarbonio del terrazzo pavimentato sulla Piramide Bosniaca della Luna, eseguita dall’Istituto di Fisica del Silesian Institute of Technology a Gliwice (Polonia), ha confermato che il terrazzo è stato costruito 10.350 anni fa (+/- 50 anni). Questa scoperta conferma che le piramidi della Bosnia sono anche le piramidi più antiche conosciute sul pianeta.
6. Sotto la Valle Bosniaca delle Piramidi c’è un tunnel esteso e una rete di camere che continua per più di dieci miglia.
7. Sculture in ceramica sono state scoperte nel labirinto sotterraneo e arrivano ad una massa che supera 20000 libbre e questo le rende le più grandi mai scoperte.

La lista delle meraviglie nell’archeologia Bosniaca non finisce qua. In vicinanza abbiamo scoperto il tumulo più alto al mondo: 61 metri. Il suo concorrente più diretto, Silbury Hill in Inghilterra, è alto 60 metri. Il tumulo Bosniaco consiste di due terrazzi megalitici a doppio strato, strati in argilla e in cemento artificiale.
Un gruppo di fisici ha misurato un fascio di energia che parte dalla cima della Piramide Bosniaca del Sole. Il raggio del fascio è 4.5 metri e ha una frequenza di 28 khz. Il fascio è continuo e la sua forza cresce nel salire e allontanarsi dalla piramide. Questo fenomeno contraddice le leggi conosciute della fisica e della tecnologia. Questa è la prima prova di tecnologia non-hertziana sul Pianeta. Sembra che i costruttori delle piramidi abbiano creato una macchina a moto perpetuo molto tempo fa e questa “macchina energetica” funziona ancora. Nel labirinto sotterraneo, nel 2010, abbiamo scoperto tre camere e un piccolo lago blu. Le misurazioni mostrano che il livello di ionizzazione è di 43 volte superiore alla concentrazione media esterna, questo rende le camere sotterranee delle “stanze di guarigione”.
Ulteriori misurazioni elettromagnetiche nel 2011 hanno confermato che livelli di radiazione negativa lungo le griglie di Hartman, Curry e Schneider si riducono a zero nei tunnel. Non c’era radiazione tecnica (da linee elettriche e/o tecnologie) nei tunnel e nemmeno radioattività cosmica.

Le sculture in ceramica sono posizionate sui flussi d’acqua sotterranei e l’energia negativa viene trasformata in positiva. Tutti questi esperimenti indicano che il labirinto sotterraneo è una delle costruzioni più sicure al mondo e per questo è un posto ideale per la rigenerazione del corpo.
I cento anni di Egittologia non hanno prodotto una risposta soddisfacente alla domanda sul proposito reale delle piramidi più antiche. In soli sei anni, la nostra ricerca in Bosnia ha applicato metodi scientifici interdisciplinari, per studiare questo complesso attraverso le dimensioni fisiche, energetiche e spirituali. Abbiamo ottenuto risultati pioneristici che influenzano l’intera sfera della conoscenza e la Scienza sulle Piramidi. La nostra storia si sta modificando con ogni nuova scoperta. Forse cambiando i nostri inizi o conoscendo meglio i nostri inizi, possiamo anche migliorare il nostro presente e il nostro futuro.

Dr.sci. Sam Semir Osmanagich
Membro dell’Accademia Russa di Scienze Naturali. Professore in Antropologia presso l’American University in Bosnia-Herzegovina.

Perché l’India vuole uccidere i due militari italiani

Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/203803/perche-lindia-vuole-uccidere-i-due-militari-italiani/
Il caso dell’Enrica Lexie è solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno da tempo.

Trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, entrare come un elefante in una cristalleria, come un bambino rumoroso in un negozio di porcellane molto fragili. Scegliete pure la vostra metafora, perché tutte andranno abbastanza bene per descrivere il caso dell’Enrica Lexie, l’incidente diplomatico fra Italia e India che sta affollando le cronache del nostro paese, e preoccupando i vertici del nostro governo: i due Marò italiani di scorta alla petroliera costruita nei cantieri navali di Napoli hanno fatto fuoco uccidendo due pescatori Tamil al largo delle coste di Kerala, India, e sono stati arrestati dalla guardia costiera indiana e saranno presto sentiti dal magistrato. L’accusa, omicidio.

UNA RIVOLTA POPOLARE – Secondo le agenzie, la pena prevista dall’ordinamento indiano per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono severissime: i due rischierebbero addirittura l’ergastolo, o persino la pena di morte. L’opinione pubblica indiana è mobilitata, come abbiamo visto ieri su queste pagine, e tutte le voci in campo, dagli editorialisti indiani ai commentatori, dimostrano particolare severità nel giudicare la vicenda: “Via gli Italiani dall’India, punite i colpevoli, serve severità”, e tutto il resto. Così un caso di cronaca particolarmente ingarbugliato diventa una crisi internazionale dirompente, senza che sia particolarmente chiaro il perché. Ieri abbiamo accennato  ad una parte della questione, che merita però di essere maggiormente sviscerata: di sicuro ha un ruolo in commedia la dirigenza dell’India National Congress, il più grande partito democratico del mondo presieduto da Sonia Gandi, la donna di origine veneta già moglie di Rajiv, erede di Nehru; l’origine italiana di Antonia Maino è in queste ore sotto attento scrutinio da parte dell’opinione pubblica indiana, che giudicherà con estrema severità il comportamento della leadership del National Congress; e questo perché, come abbiamo detto, i due Marò hanno toccato un nervo scoperto.

NERVI SCOPERTI – Sparare a due pescatori Tamil nelle acque indiane è stata davvero una brutta scelta, se non altro perché almeno da un anno l’India, e più precisamente la comunità Tamil del Sud, che vive prevalentemente di pesca, è continuamente funestata da morti tutt’altro che naturali. Nello stretto di Palk, che divide l’India dalla Repubblica popolare dello Sri Lanka, l’anno scorso, si sono contati almeno due casi di uccisioni violente da parte dell’esercito di Colombo proprio ai danni dei pescatori Tamil; le immagini delle donne degli stati del sud che piangevano, disperati, i propri cari hanno fatto il giro dell’India, un’India che secondo Wikipedia è particolarmente sensibile al tema. “Oltre 530 pescatori sono morti negli ultimi 30 anni, uccisi. L’attitudine un po’ apatica del governo indiano e dei media nazionali riguardo le uccisioni dei pescatori Tamil Nadu da parte della marina dello Sri Lanka è fortemente condannata”. Secondo Asia Times, la questione è vecchia almeno di vent’anni: “L’arresto e l’uccisione dei pescatori indiani da parte dello Sri Lanka non è affare nuovo. Durante la guerra civile dello Sri Lanka (1983-2009) i combattenti delle Tigri Tamil attraversavano lo stretto d’acqua verso Tamil Nadu cercando rifugio. Centinaia di pescatori indiani sono stati presi nel fuoco incrociato o uccisi dalla marina dello Sri Lanka perché sospettati di essere Tigri Tamil o di contrabbandare merci per loro conto. (…) Non ci sono più le tigri”, scriveva il media l’anno scorso, “ma l’uccisione dei pescatori indiani dalla marina dello Sri Lanka continua”. E i politici degli stati di Tamil Nadu e di Kerala – che meritano un capitolo a parte e sui quali torneremo a breve – hanno addirittura minacciato la secessione dall’India se il governo di Delhi, da sempre controllato dal Congresso di Sonia Gandhi, non si fosse immediatamente impegnato per affrontare con serietà e decisione la questione.

UN ANNO FA – Gli ultimi casi, come dicevamo, risalgono ad esattamente un anno fa, come a marcare un tragico anniversario. Il 13 gennaio 2011 “la marina dello Sri Lanka ha aperto il fuoco sui pescatori indiani, uccidendone uno e ferendone in maniera molto critica un altro”, scriveva, allora, India Voice. “La marina srilankese (termine più corretto rispetto a cingalese per definire la popolazione dello stato, ndr) credeva che gli indiani stessero attraversando la linea di confine, ma ufficialmente il governo dello Sri Lanka ha negato che l’incidente sia avvenuto nelle sue acque territoriali. E’ tuttora poco chiaro se i pescatori fossero sul lato indiano o su quello srilankese delle acque”. La questione si era mantenuta a livello diplomatico – politico: “Un portavoce del governo di Colombo ha negato ufficialmente l’incidente, mentre il governo Indiano ha ufficialmente inviato una lamentela alla marina lankese. Il ministro degli Esteri SM Krishna ha già scritto al ministro della Difesa dello Sri Lanka esprimendo preoccupazioni riguardo la sparatoria e protestando veementemente rispetto alle azioni della marina srilankese”. Insomma, uno spiacevole inconveniente, uno dei tanti, purtroppo: “Uno dei sopravvissuti al presunto attacco della marina ha detto ai reporter che avevano preso mare dalla costa indiana intorno alle 7 del mattino e la marina dello Sri Lanka è arrivata fra le 4 e le 5 del pomeriggio. Quando la marina ha visto i pescatori al lavoro ha aperto il fuoco dalla poppa e un pescatore è stato ucciso nell’incidente”.

BATTI E RIBATTI – L’incidente, evidentemente, non doveva finire lì, perché pochi giorni dopo, il 24 gennaio, un secondo pescatore viene ucciso dalla marina di Colombo. Questa volta è il Times of India a raccontarci l’avvenimento. Dal porto di Nagapattinam, a nord dello stretto di Palk, era salpata una delle tante navi da pesca Tamil. “Un secondo pescatore è stato ucciso dal personale di marina dello Sri Lanka al largo del distretto di Nagapattinam. Le autorità del ministero statale della pesca affermano che la marina srilankese ha legato una corda intorno al collo del 28enne pescatore e l’ha trascinato in mare, strangolandolo a morte”. Nemmeno con armi da fuoco, dunque, il brutale omicidio; la storia continua, sempre più scabrosa: “I tre pescatori si erano messi in mare e stavano pescando a sudest della costa di Kodiakkarai quando una nave dello Sri Lanka si è avvicinata a loro intorno alle 11. Il personale navale ha ordinato ai tre pescatori di abbandonare la nave e di buttarsi in mare: due hanno obbedito, ma il terzo ragazzo si è rifiutato, spiegando che aveva perso due dita nel 2004 e che gli rimaneva difficile nuotare. A una tale resistenza, la marina di Colombo ha ritenuto di poter procedere, impiccando il ragazzo”. Insomma, una storia di conflitti al confine e sopraffazione, ai quali il governo del Congress risponde, come abbiamo visto, con durezza verbale ma, secondo le proteste, pochi risultati. “Il ministro delle finanze Pranab Mukherjee ha assicurato al capo ministro Tamil Nadu M Karunanidhi che affronterà il problema con il governo di Colombo. “Mi dicono che due indiani sono stati uccisi dalla marina dello Sri Lanka negli ultimi 10 giorni. Abbiamo buone relazioni con lo Sri Lanka, li stiamo aiutando. Non c’è giustificazione però per sparare ai nostri pescatori. Se i pescatori hanno fatto qualcosa che non va, c’è una regolare procedura per risolvere la questione”, diceva allora il ministro.

QUESTIONI POLITICHE – Di diverso tenore la posizione, il commento e la voce dei politici locali. Lo stato del Tamil Nadu era governato, allora, da Muthuvel Karunanidhi, potente barone e leader incontrastato del Dravida Munnetra Kazhagam, uno dei partiti dravidiani attivi nello stato del Tamil, una delle voci della gigantesca e poliedrica democrazia indiana: basti sapere che il DMK è parte dell’Alleanza Unita Progressista, il consorzio di partiti guidato dal Congress che governa l’India. Già al tempo del primo incidente del 2011 Karunanidhi aveva telegrafato a Manmohan Singh, primo ministro indiano, del Congress, “spiegando l’incidente e le atrocità della marina dello Sri Lanka contro i pescatori Tamil, che non stanno affatto terminando nonostante le ripetute assicurazioni date dai governi dei due paesi, che tali incidenti non sarebbero mai più accaduti. Il DMK è un importante alleato dell’UPA al governo del paese”. Il 24 gennaio i toni si erano ulteriormente alzati: “O agirete con forza contro il governo dello Sri Lanka, o il popolo del Tamil Nadu concluderà che la marina indiana ha deliberatamente rinunciato a proteggere i nostri pescatori”, disse il leader di uno dei tanti partiti etnici Tamil. “E’ scioccante vedere come il Governo Centrale affronti con leggerezza la questione con lo Sri Lanka”, diceva un altro politico locale.

E BILANCE ECONOMICHE – Ecco, dunque, in quale ginepraio i marò italiani sono andati ad infilarsi. L’India peraltro, secondo la Confindustria, è un partner economico decisivo per l’Italia. “L’ India è un mercato prioritario per le nostre attività internazionali. E’ un Paese in continuo sviluppo, con una relativa stabilità politica, tassi di cre- scita, da oltre vent’anni, superiori al 6%. Eppure la nostra presenza non è ancora sviluppata e consolidata come dovrebbe”, dice Emma Marcegaglia: le aziende italiane del settore automobilistico, ad esempio, sono particolarmente presenti in India, come dimostra il grafico del Corriere della Sera.

“Fiat Auto è presente con la joint venture con il colosso Tata, ma anche con MagnetiMarelli, mentre Fiat Industrial, tramite Cnh, collabora con il leader locale dei trattori Mahindra & Mahindra. Piaggio, invece, nel 2010 ha venduto in India oltre 210 mila vei- coli commerciali a tre (Ape) e quattro ruote (Quargo, furgone derivato dal Porter italiano) prodotti nella filiale di Baramati nel Maharashtra, capitale Mumbai. Sem- pre a Baramati in primavera verrà inaugu- rata la nuova fabbrica per la Vespa LX, au- tentico best seller del gruppo: una versione sviluppata appositamente per il mercato locale. Sarà un grande ritorno nel Paese dove la Piaggio intraprese produzione e vendita di scooter già nel 1948 e che oggi rappresenta il secondo mercato mondiale delledue ruote”. Insomma, la crisi diplomatica è delicata ben più di quanto si possa pensare, coinvolge politica interna e politica estera, tocca nervi scoperti nell’opinione pubblica indiana e potrebbe finire per incrinare i nostri rapporti con un decisivo alleato economico.