La Storia è un Evento ‘False Flag’?

Fonte: http://offskies.blogspot.it/2015/03/la-storia-e-un-evento-false-flag.html

charlie hebdo

Il termine ‘false flag’ vuol dire letteralmente ‘falsa bandiera’. E’ una definizione sintetica che designa eventi progettati ed eseguiti che si vorrebbero vedere attribuiti ad altre mani e menti rispetto a quelle che li hanno organizzati. Nell’accezione di questa riflessione, significano ‘eventi artificiali propinati come naturali, inevitabili e verosimili’: surrogati.

L’evento ‘false flag’ possiede caratteristiche ben precise:

  1. Viene annunciato. La programmazione predittiva introduce elementi, veicolati dai media, che contengono informazioni precise sulla data e sulla dinamica di attuazione dell’evento. Tale procedura è più estensiva e dettagliata quanto più l’evento è di grande portata.
  1. La ricostruzione dei fatti è mendace. Si tratterebbe di una caratteristica ovvia, data la causa prima degli eventi. La versione ufficiale però è utile per individuarne da subito i mandanti e per svelarne i particolari insussistenti.
  1. I presunti autori muoiono. Accade anche raramente che restino in vita ma in uno stato ebetoide e compromesso, in genere segregati a vita in istituti penitenziari. I capri espiatori di tali eventi sono generalmente soggetti di livello culturale e sociale ‘basso’, a volte addirittura confidenti delle forze dell’ordine oppure in qualche modo coinvolti in programmi di controllo mentale militare.
  1. Le prove vengono fatte sparire. Le evidenze non vengono mai lasciate sul campo ma eliminate rapidamente dall’attenzione della stampa e della popolazione.
  1. La disinformazione entra in attività. La disinformazione si organizza ed avvia le sue attività addirittura prima che l’evento si verifichi. Si tratta di un’organizzazione estesa e ben diretta, che lascia spesso però numerosi ‘indizi’ di colpevolezza. Non è difficile infatti notare imprecisioni, lacune ed errori di ricostruzione che destano stupore per la loro manifesta ‘autodenuncia’, probabilmente parte della progettazione.
  1. L’immagine dell’evento è l’evento. L’importanza simbolica degli eventi costruiti è determinante al punto che ciò che viene associato a livello popolare di quei fatti è l’obiettivo desiderato: è il vero evento, tutto il resto cade in secondo piano. Il messaggio simbolico è il fine ultimo dell’evento, ciò che resterà nella cosiddetta storia.

Ciò premesso, sono decenni (se non secoli) che la cosiddetta ‘storia’ ci viene propinata come un concatenarsi di eventi con caratteristiche immanenti ed inevitabili. Non è così. La storia moderna e contemporanea è un insieme di elementi artificiali progettati ed eseguiti per ottenere una precisa scansione del tempo storico. Il ritmo artificioso si dipana nel tempo e nello spazio e permea con la sua portata simbolica il passato ed il futuro. Si tratta di ‘nodi temporali’ che, come le note in una partitura, segnano il susseguirsi del tessuto storico.

Se ad ogni evento segue una reazione desiderata, non bisogna fare l’errore di pensare che ogni evento programmato sia finalizzato a raggiungere qualche obiettivo strategico e materiale. Spesso gli eventi sono elementi di valore puramente simbolico che indirizzano lo svolgersi delle ere sul pianeta Terra. Sono elementi indicatori del destino assegnatoci. Tutto prosegue il suo corso scandito dall’artificio. La ricerca scientifica non è esente da spettacolari eventi ‘false flag’! La diffusione di cultura POP non è esente da cruenti eventi ‘false flag’. L’archeologia e l’antropologia non sono rimaste intonse dall’azione di eventi ‘false flag’.

La Storia è solo un esteso evento ‘False flag’?

Scoperte due tombe egizie a Qurna

Fonte: http://luxortimesmagazine.blogspot.fr/2015/03/arce-team-is-on-fire-second-18th.html
Traduzione: http://ilfattostorico.com/2015/03/24/scoperte-due-tombe-egizie-a-qurna/

Gli archeologi dell’ARCE (American Research Center in Egypt) hanno scoperto due eccezionali tombe a Qurna, in Egitto, nella necropoli di Tebe.

I membri dell’ARCE stavano effettuando lavori di restauro e conservazione nel cortile della tomba TT110, quando hanno scoperto gli accessi ad altre tombe.

(MSA)

La tomba di Satmut (MSA)

La tomba scoperta per prima appartiene a un funzionario chiamato “Amenhotep”, che aveva il titolo di “guardiano del dio Amon”.

La tomba è a forma di T e misura 5,1 x 1,5 metri. C’è anche un ingresso, grande 2,5 x 2,1 metri, e un’altra stanza di 2 x 2 metri con un pozzo funerario al centro, che probabilmente conduce alla camera sepolcrale. La tomba mostra scene del proprietario della tomba con sua moglie di fronte a un tavolo con offerte, e anche scene di vita quotidiana come l’agricoltura.

Dai muri della tomba è stato deliberatamente cancellato il nome del dio Amon. Secondo Sultan Eid, direttore delle Antichità di Luxor, la rivoluzione religiosa dell’epoca di Akhenaton colpì direttamente questa tomba.

(MSA)

(MSA)

(MSA)

(MSA)

(MSA)

La seconda tomba risale al Nuovo Regno, precisamente alla XVIII dinastia e appartiene a un uomo chiamato “Satmut” e a sua moglie “Ta-kh-at”.

I muri delle tombe mostrano molte scene di vita quotidiana e sono in buone condizioni. Come per l’altra tomba, testi e iscrizioni sono stati deliberatamente cancellati, probabilmente nell’antichità.

(MSA)

(MSA)

(MSA)

(MSA)

Luxor Times

ROGER BACON….la ricerca e l’esperienza

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2789&biografia=Roger+Bacon

Roger_Bacon

Roger Bacon (italianizzato in Ruggero Bacone), il cui appellativo attraverso il quale molti lo conoscono è Doctor Mirabilis, nasce a Ilchester, nel Dorsetshire, nel 1214. Appartiene ad una famiglia agiata, la cui principale ricchezza è legata alle proprietà terriere e che tuttavia cade in disgrazia durante il regno turbolento di Enrico III d’Inghilterra. Studia comunque ad Oxford dove si forma in filosofia: il suo principale studio è il mondo aristotelico verso il quale mantiene, per tutta la vita, un forte interesse.

In seguito si trasferisce a Parigi per completare i suoi studi di filosofia e studiare anche storia dell’arte. Dal 1240 insegna alla Sorbona, soprattutto la filosofia aristotelica, mentre nel 1250 rientra a Oxford dove continua l’insegnamento e dove approfondisce i suoi studi. L’originalità del suo pensiero e la vastità dei suoi studi interessano alcune personalità inglesi dell’epoca come Adamo March e Roberto Grossatesta. Nel 1257 entra nell’ordine francescano dei frati minori.

La sua critica del metodo di studio adottato nelle università, in cui si studiavano i testi aristotelici attraverso le traduzioni e non sugli originali, lo porta a condurre una polemica contro l’Accademia e a proporre una riforma del sistema scolastico universitario e di trasmissione del sapere che seguiva una pedissequa ripetizione delle teorie dei docenti più influenti dell’epoca. Questa riforma, che avrebbe dovuto inserirsi in una più ampia visione dei cambiamenti sociali che Bacon auspica per la sua società, viene raccolta in dieci libri: “Opus maius”, “Opus minus”, “Opus tertium”, lo “Scriptum principale” di cui rimangono pochi frammenti, “Questiones”, “Epistola de secretis operibus naturae”, “Tractatus de multiplicatione specierum”, “Compendium studii philosophiae”,”Communia mathematicae”, “Communia naturalia”, “Compendium studii theologiae”.

A causa però dell’applicazione delle “Costituzioni Narbonesi”, che vietano ai frati di scrivere e diffondere le proprie teorie, gli viene preclusa la pubblicazione dei suoi libri. Nel 1264 sale al soglio pontificio Clemente IV, un papa illuminato vicino alla causa dei francescani, che incoraggia Bacon a pubblicare le sue opere e lo libera dall’obbligo impostogli dalle “Costituzioni Narboresi”.

Bacon obbedisce e invia al papa tre delle sue opere (Opus maius, Opus minus, Opus tertium) ma nel 1267 il pontefice muore e i nemici di Roger Bacon ritornano a perseguitarlo chiedendone l’arresto per la diffusione di opere vietate che si rifacevano all’alchimia araba.

Bacon viene arrestato e imprigionato nel 1278: la sua condanna dura per dieci anni. Viene scarcerato solo grazie all’intercessione di alcuni nobili inglesi che ne difendono la causa in Vaticano. In seguito continua a lavorare alla sua immensa opera che segue un obiettivo principale: utilizzare l’esperienza sperimentale per arrivare alla radice delle cose; vale a dire che la conoscenza è per lui una ricerca costante dell’originale, ottenuta attraverso l’esperienza.

Le sue opere contengono trattazioni di matematica, fisica, ottica e alchimia. Inoltre le sue teorie sulla posizione dei corpi celesti contengono riferimenti chiari alla rotondità della Terra. La sua opera abbozza progetti che successivamente porteranno alla realizzazione di telescopi, microscopi, occhiali, macchine volanti e navi a vapore.

E’ un appassionato di astrologia e la sua convinzione sul fatto che i pianeti influenzino le vite delle persone e le loro scelte proviene da testi di alchimia di cui è uno appassionato studioso; passione che è stata la causa principale dei capitoli dell’accusa di eresia mossa contro di lui. L’eredità dei suoi studi è molto vasta, anche se l’opera enciclopedica dello Scriptum principale è arrivata a noi solo per frammenti.

Roger Bacon muore ad Oxford nell’anno 1294.

Lampi d’aurora su Giove

Scritto da: Stefano Parisini
Fonte: http://www.media.inaf.it/2015/03/26/lampi-daurora-su-giove/

Una ricerca guidata dalla JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, sostiene che le improvvise esplosioni aurorali nell’atmosfera ai poli di Giove sono probabilmente causate dall’interazione con le particelle cariche provenienti da una luna geologicamente attiva, Io, piuttosto che dal vento solare

In questa rappresentazione artistica, i telescopi spaziali Hisaki e Hubble studiano le aurore polari del pianeta Giove, dovute a flussi di ioni ed elettroni carichi (getti blu) accelerati lungo le linee del campo magnetico di Giove. Parte di queste particelle provengono da nubi di materiale (in rosso) eruttato da vulcani attivi sulla luna Io, e sono probabilmente all’origine di repentine esplosioni aurorali. Crediti: Japan Aerospace Exploration Agency

Conosciamo bene le scintillanti danze delle aurore polari sulla Terra, coreografate dall’interazione del vento solare con i lembi superiori dell’atmosfera, nei rigidi vincoli dettati dal campo magnetico terrestre. Spettacolo effimero e notturno qui da noi, su Giove è invece sempre in cartellone, con una messa in scena in cui non mancano gli effetti speciali. Un nuovo studio a guida giapponese, pubblicato su Geophysical Research Letters, svela ora i retroscena di un effetto ancora in parte misterioso, le cosiddette esplosioni aurorali.

L’onnipresente bagliore delle aurore polari gioviane è centinaia o migliaia di volte più luminoso e molte volte più esteso di quello terrestre, e, fatto ancora più interessante, si avvale di ben due effetti pirotecnici. Le aurore gioviane sono infatti alimentate sia da particelle elettricamente cariche provenienti dal Sole, che si scontrano con il campo magnetico di Giove, sia da un’interazione a distanza tra il gigante gassoso e una delle sue molte ancelle lunari: Io (ne abbiamo parlato qui su Media INAF).

Succede che eruzioni vulcaniche sulla piccola Io proiettano nubi di elettroni e particelle ionizzate in una fascia circostante Giove, totalmente permeata dal potente campo magnetico del pianeta. Questo energico campo magnetico in rapida rotazione trascina con sé il materiale proveniente da Io, inducendo forti campi elettrici ai poli di Giove. Quando le particelle si scontrano con gli strati alti dell’atmosfera, ne eccitano gli atomi e le molecole, provocando la luminescenza. Ecco risplendere le intense aurore gioviane, che brillano in quasi tutte le parti dello spettro elettromagnetico, ma risultano più vivaci nelle fasce ad alta energia, come la luce ultravioletta e i raggi X.

In tutto questo splendore, rimaneva abbastanza misterioso un ulteriore fenomeno, le cosiddette esplosioni aurorali, episodici e intensi brillamenti nelle luminescenze gioviane, che gli scienziati non erano riusciti definitivamente ad associare a una delle cause note.

Un gruppo di ricerca internazionale guidato da Tomoki Kimura della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), in Giappone, ha analizzato le osservazioni in ultravioletto di Giove effettuate con il telescopio a bordo del satellite Hisaki (Spectroscopic Planet Observatory for Recognition of Interaction of Atmosphere) della JAXA, lanciato nel 2013, confrontandole con quelle del telescopio spaziale Hubble e di altri telescopi terrestri.

La sonda Hisaki si è focalizzata su Giove per due mesi a partire dal gennaio 2014, registrando picchi intermittenti di luminosità nelle aurore del pianeta. Fatto decisivo è che queste improvvise fiammate si sono verificate nei giorni in cui il consueto flusso di particelle cariche proveniente dal Sole risultava relativamente debole. In altre parole, i bagliori aurorali si sono verificati in periodi di bonaccia del vento solare.

Il che ha portato gli scienziati a concludere che con ogni probabilità le esplosioni aurorali non sono innescate dalle particelle cariche di origine solare ma piuttosto dalla particolare interazione tra Giove e la sua turbolenta luna Io. A questo punto, dicono gli scienziati, rimane solo da trovare la spiegazione di cosa esattamente avvenga nella magnetosfera gioviana per provocare tali brillamenti. Un argomento complesso, quello del trasporto del plasma nella magnetosfera gioviana, a cui la sonda Hisaki sta contribuendo vivacemente.

Aborigeni in lotta contro la miniera di carbone che minaccia la Grande barriera corallina (#savethereef)

Scritto da: Marta Albè
Fonte: http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/16077-aborigeni-contro-miniera-carbone-barriera-corallina

aborigeni_australiani_miniera

Gli aborigeni australiani stanno combattendo per fermare la costruzione della miniera di carbone Carmichael che in Australia minaccia la Grande barriera corallina. Lo scorso agosto il Governo australiano ha preferito il carbone alla barriera corallina, approvando la realizzazione della più grande miniera della nazione.

Sono iniziate immediatamente le mobilitazioni e le proteste per salvare la barriera corallina, con il motto #savethereef. Gli aborigeni vogliono difendere le proprie terre ancestrali dalla deturpazione e dalla distruzione ambientale.

Il progetto per la costruzione della miniera vale 16 miliardi di dollari e permetterà di estrarre circa 60 milioni di tonnellate di carbone all’anno. La miniera di carbone Carmichael sorgerà nel Queensland. Sarà composta da miniere sotterranee e a cielo aperto. E’ prevista la distruzione di circa 28 mila ettari di foreste.

I rappresentanti delle tribù aborigene Wangan e Jagalingou hanno formalmente rifiutato l’accordo sull’uso del suolo indigeno che vedrebbe lo sviluppo del progetto per la costruzione della miniera da parte della società indiana Adani.

Adani allora si è rivolta al giudice nazionale per ignorare l’obiezione presentata dagli aborigeni. Ciò consentirebbe al Governo del Queensland di emettere un contratto di locazione per la realizzazione della miniera.

I rappresentanti degli aborigeni hanno scritto direttamente al premier del Queensland, Annastacia Palszczuk, per sostenere il proprio diritto alla difesa dei terreni nativi. Secondo gli aborigeni australiani, costruire la miniera sarebbe come strappare il cuore al Paese.

La miniera rischia di distruggere l’ambiente naturale e di cancellare le tradizioni, le leggi e la cultura degli aborigeni. Il timore è che il Governo del Queensland ceda alle pressioni di Adani. A quel punto non ci sarà speranza per il popolo aborigeno. Tutti i loro diritti sulla terra saranno cancellati.

Carmichael si preannuncia come una delle miniere più grandi del mondo, con un’estensione di oltre 200 chilometri quadrati. Comporterà l’estrazione e lo sfruttamento di 297 miliardi di litri di risorse idriche dalle falde acquifere locali.

La zona proposta per la costruzione della miniera comprende gli habitat di alcune specie animali locali, come l’emù e l’echidna, oltre che alcuni alberi totemici, sacri per il popolo Wangan e Jagalingou. Inoltre la sua realizzazione minaccia l’ecosistema della Grande barriera corallina.

miniera carbone australia

greenpeace save the reef

fonte foto: greenpeace.org

L’opposizione degli aborigeni riuscirà a fermare la costruzione della miniera e a salvare l’ambiente in Australia? E’ il momento di rinunciare al carbone e di passare alle energie pulite per il bene del Pianeta. Del resto l’Australia dovrebbe soltanto credere di più ai propri progetti di decabronizzazione incentrati sulle rinnovabili, a partire dal fotovoltaico sul tetto

CAPI DI STATO IN CERCA DI AUTORE IN UN’EUROPA SENZA TIMONE CHE MARCIA VERSO LA GUERRA. A LUGLIO?

Scritto da: Antonio De Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com/2015/03/25/capi-di-stato-in-cerca-di-autore-in-uneuropa-senza-timone-che-marcia-verso-la-guerra-a-luglio-di-antonio-de-martini/

index

INTRODUZIONE

Hollande, Merkel, Rajoy si sono precipitati – assieme ad alcune centinaia di soccorritori – sul luogo di una sciagura aerea di cui l’unico fatto accertato è che non vi sono superstiti da assistere o confortare. Forse stanno prendendo troppo sul serio la loro funzione di becchini del continente.

L’affanno con cui questi dirigenti europei inseguono avvenimenti scelti dai media invece di affrontare le situazioni che da anni promettono di risolvere  mi sembra indicativo della inadeguatezza morale, decisionale e amministrativa della intera classe dirigente di questa Europa priva di bussola, guidata da cinque Agenzie di rating,  cinque Agenzie di stampa “globali” che impongono al mondo i loro menù e sei catene – sempre “global” – televisive che ispirano reti locali nazionali.

Questo imponente arsenale di comunicazione e prestiti condizionati viene usato dagli USA e tre alleati con crescente disinvoltura e risultati deludenti che lanciano questa alleanza in guerre impossibili da vincere che distruggono la maggior parte delle ricchezze dell’Occidente.

Sembra proprio che i nostri governanti si lascino trascinare verso la prossima crisi  incapaci di agire in nome dei valori fondanti dell’ Europa. Inseguono momenti di visibilità media che vengono decisi dagli avvenimenti su cui nessuno sa imporsi. Accettano supinamente gli ordini del giorno veicolati dai media e li impongono a popolazioni istupidite dalla paura della povertà che litigano tra loro come i polli che Renzo Tramaglino portava alla pentola di Azzeccagarbugli, inconsapevoli del comune destino.

GLI STATI UNITI

Tendiamo a non voler ammettere che dopo aver sconfitto la Germania nel secondo conflitto mondiale e l’URSS nella guerra fredda, gli USA siano diventati la potenza egemone del globo. La vecchia Europa – noi – non accetta di non essere più al centro del mondo e dopo aver capito – dopo la guerra – che per contare dovevamo unirci, abbiamo lacoiato passare tre quarti di secolo senza fare nulla. Peggio, abbiamo lasciato che l’Inghilterra sabotasse la nascente comunità, che la NATO soffocasse la creazione di una comunità di Difesa e accettato di svuotare la Democrazia di ogni contenuto, accettando una caricatura di legalità offerta dall’ipocrisia pacifista

la Camera dei rappresentanti americana lunedì scorso ha deliberato di armare l’Ucraina per metterla in grado di confrontarsi militarmente con la Russia, ma tutti ci ostiniamo a parlare di altro, come se  non si trattasse del ritorno della guerra in Europa dopo 70 anni di pace, se il Congresso dovesse confermare la decisione e il Presidente non dovesse porre il suo veto. Vista la sostanziale affinità tra russi e Ucraini ( tranne le frange di frontiera a occidente ceche, Ungheresi, Polacche , romene) questo scontro mi ricorda l’artificiosa guerra tra sunniti e sciiti che sono riusciti a far scoppiare nella penisola araba. I cento consiglieri militari USA presenti in Yemen, ora che il fuoco è ben acceso, sono stati ritirati dal paese. Strana assistenza militare. In Afganistan si annunzia che la guerra è finita, ma che diecimila uomini dell’esercito USA rimarranno sul posto. Strana assistenza post bellica.

Nel mondo i focolai di guerra si moltiplicano, i bilanci militari sono in crescita dappertutto specie in Asia e tra i tradizionali alleati degli USA : GIappone, Australia, Filippine,

In risposta la Cina sta aumentando gli stanziamenti militari al ritmo del 50% all’anno…. L’India, per la quale organizzavamo collette, spende 5,4 miliardi di dollari all’anno per armarsi e poichè non è chiaro da che parte si schiererà, nessuno osa importunarla su vicende minori come quella dei due marò.

l’Arabia Saudita sta chiamando a raccolta tutti gli Emirati del golfo persico attorno a una vera e propria mobilitazione militare in funzione anti yemenita. La NATO ha fissato il target minimo di investimenti militari al 2% del PIL dei paesi contraenti il patto, quando in piena guerra fredda noi stanziavamo meno dell’1,5% e la nostra politica era giudicata guerrafondaia dagli odiernoi reggitori dei nostri destini.

Nell’area MENA ( Middle East and North Africa) coesistono tre distinte guerre ( Siria contro i “ribelli” , Irak e Siria contro ISIS, Coalizione occidentale contro ISIS, ) cinque  guerriglie ( Turchia contro i Kurdi, Egitto contro i fratelli mussulmani e Israele contro i palestinesi, Francia contro guerriglieri in Africa Occidentale operanti sul territorio di quattro stati formalmente indipendenti, Nigeria contro Boko Haram), Libia che è un riepilogo di un po di tutto.

In Afganistan la guerra si trascina da ormai più di un decennio e L’Iran è minacciato in permanenza di un coinvolgimento, persino nucleare ad onta del fatto che non muove guerra a nessuno dai tempi della battaglia di Salamina.

Il Presidente USA Obama è ormai in minoranza in entrambe le camere del Congresso e viene svillaneggiato di fronte al mondo da deputatini con due mesi di anzianità politica a dimostrazione che chi decide sono altri.  E questi altri non vogliono il welfare negli USA, vogliono investire nelle guerre stellari.

E’ in corso una “guerra tra le monete” che sta facendo vittime in tutto il mondo e il cui esito è incerto. L’unica certezza è che mentre in caso di guerra nucleare possono esserci sopravvissuti, nella guerra monetaria saranno colpiti tutti. Mi correggo: saremo colpiti tutti.

L’Africa occidentale del nord è in preda a fremiti di guerra ( Tchad, Niger, Rep centroafricana, Mali, zona sahraoui, Libia, Nigeria,)  che stanno contagiando Algeria e Marocco che hanno iniziato la corsa agli armamenti per contendersi le terre rare del Sahara. In Africa orientale , a parte il regime armistiziale tra Eritrea e Etiopia, , la Somalia e il Kenia sono di fatto in guerra e in Uganda un “esercito del signore” gira in cerca di avventure e bambini soldato, mentre il sud Sudan non smette di combattere guerre intestine perché npon sa far altro. L’Egitto sta soffocando la setta dei fratelli mussulmani e dando vita a un neo-nasserismo ad alleanze variabili integrate:  non poggia più la sua base di legittimità sulla lotta a Israele, ma sulla creazione di una lega sunnita di cui aspira ad essere il braccio armato. Ha  appena ottenuto 36 miliardi di dollari di “investimenti” e continuerà così.

In tutte queste aree geografiche la presenza militare statunitense è pressante e vigile al punto di spedire drone a uccidere singoli individui ed eventuali figli in grado di vendicarsi. Manca di capitale umano e quello che ha non è di prim’ordine, ma disponendo ormai di egiziani e israeliani per i vari impieghi, non dispera di mantenere il controllo. magari facendo atto di presenza su tuitti gli  schieramenti, anche avversi. Come i cappellani militari che sono presenti in tutti gli eserciti e assicurano la benevolenza divina.

La sanzioni economiche vengono usate per anemizzare le prede prima di ucciderle. Ogni tanto si grazia qualche malcapitato ( Cuba)  per mostrare capacità di clemenza e incoraggiare defezioni, si tratta con l’Iran ( serve sopratutto per attrarre l’India nella propria orbita) e dissangua la Russia che ha perso in meno di un anno oltre 135 miliardi di dollari e si sono create spaccature interne che presto affioreranno.

L’EUROPA

L’Europa del dopoguerra decise di unificare i popoli del Continente nei tre cardini classici della Politica Economica, Estera e di Difesa  che costituiscono il treppiede su cui poggia ogni stato, lasciando tutto il resto al principio di sussidiarietà che avrebbe tutelato le diversità culturali che hanno costituito la ricchezza principale d’Europa.

Dopo sessanta anni di costruzione europea ( dal 1956, il 25 marzo), ci troviamo a vivere in un Continente omogeneizzato in tutto, ma privo di una politica estera comune, senza nemmeno una prospettiva di forze armate unificate e con rivalità interne  di politica economica tali che in altri tempi avrebbero giustificato più di un conflitto.. I nemici dell’Europa sono    a) L’Inghilterra che medita sempre meno nascostamente formule di integrazione con gli USA portando in dote il Canada ( essenziale per l’intelligence illegale) , l’Australia sull’emisfero opposto e l’Islanda che ha deciso ufficialmente di non presentare più la propria candidatura all’ingresso nella UE.. E’ il sogno del reich del millennio che abbiamo conosciuto bene.

b)La Germania che non è più quella di Adenauer e del patto di consultazione franco-tedesco ( o del corpo d’armata misto, embrione della comunità di difesa). E’ il paese che deve la propria prosperità ai lavoratori turchi (4 milioni) che non vuole la Turchia in seno alla UE. Se non ci fossero i paesi PIGS a tener basso il tasso di cambio dell’Euro, non venderebbero una pentola, ma perseguitano la Grecia, fanno la voce grossa per offrirsi agli USA in veste di kapò in sostituzione degli inglesi.

A giugno-luglio la Turchia avrà fatto le elezioni che decideranno del suo destino , l’Iran avrà concluso il negoziato con i cinque più uno, L’Ucraina avrà ricevuto armi e istruttori, Israele avrà la nuova governance.

La moneta a Venezia

Scritto da: Walter Fano
Fonte: http://laltravenezia.blogspot.it/2010/11/la-moneta-venezia.html

ducato veneziano

Fin dai primi secoli della Repubblica, quando ancora sussisteva il sistema del baratto, era certamente in uso anche la moneta.
Si ha notizia che nel secolo IX circolavano a Venezia denari d’argento recanti sul verso la scritta “Venecie”, ma la prima, sicura testimonianza di una zecca locale si ha soltanto agli inizi del secolo XI.
Nel 1112 il doge Ordelafo Falier vende un suo terreno in contrada S. Bartolomeo, a Rialto, e nel documento di vendita si parla di luogo ove “laburatur moneta”. Secondo il Tassini l’edificio dell’antica Zecca sorgeva sulla fondamenta detta appunto Fondamenta della Moneta, oggi Riva del Ferro.
Nel 1224 viene creata la prima Magistratura con il compito di gestire la Zecca di Stato.
Il sistema monetario veneziano si fondava su due diversi tipi di lira: la lira di piccoli, usata nel commercio al minuto e per i salari, e la lira di grossi, usata nella contabilità di Stato e nei commerci all’ingrosso.
La lira era divisa in 20 soldi, e ogni soldo si divideva in 12 denari. Il termine “lira” deriva da “libbra” che era l’unità di misura francese sulla quale Carlo Magno nel 779 fece regolare il taglio della moneta del nuovo sistema monetario dei Franchi.
Nel 1284, sotto il doge Giovanni Dandolo, fu istituito il primo ducato d’oro o zecchino veneziano, del peso di 3,56 gr, il cui valore rimase pressoché inalterato fino al cadere della Repubblica (1797) e che godette d’enorme favore sul mercato internazionale.
Nel 1472 si deliberò la coniazione d’una nuova moneta: la lira Tron, o lira trona, dal nome del doge in carica, Andrea Tron.
Sotto il dogato di Nicolò Da Ponte si diede inizio alla coniazione dello scudo veneto (1578), del valore di 7 lire, il cui peso era di 4,31 gr di argento.
Sul finire del Cinquecento, dopo il fallimento di alcuni banchieri, il governo istituì un Pubblico Banco Mercantile, detto banco-giro, composto da un cospicuo deposito, sotto la garanzia dello Stato. Il Banco aveva sede presso la Chiesa di San Giacometto di Rialto, e lì si sviluppò la tecnica contabile che oggi chiamiamo del “giroconto”.

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Carciofo: Proprietà e Benefici

Fonte: http://www.mr-loto.it/carciofo.html

Artichokes
Il carciofo è una pianta di origine mediterranea, con un fusto robusto e ramificato; la sua altezza può raggiungere un metro e venti centimetri. Il carciofo è un ortaggio ben conosciuto e consumato fin dai tempi antichi. Era utilizzato come alimento fin dal popolo egiziano ed in seguito dai greci e dai romani. Il carciofo viene raccolto da ottobre a giugno e molte specie fioriscono più volte durante l’anno. In Italia è molto diffuso, soprattutto nell’area mediterranea, le coltivazioni più estese si trovano in Liguria, Toscana, Sardegna, Lazio e Puglia ed il nostro paese, attualmente, è il maggior produttore a livello mondiale di carciofi. Sul mercato esistono diverse qualità di carciofo, tondeggianti o allungati, con spine o senza, in diverse tonalità di verde e con sfumature violacee. Le varietà di carciofo coltivate nel mondo sono circa 90.
Il segreto delle sue virtù risiede nella cinarina, la sostanza aromatica che gli conferisce il caratteristico sapore amaro e molte delle sue proprietà benefiche e terapeutiche. Il carciofo è ricco di potassio e sali di ferro, mentre ha una scarso contenuto a livello di vitamine. Troviamo poi alcuni zuccheri consentiti ai diabetici, come mannite e inulina e altri minerali come rame, zinco, sodio, fosforo e manganese.
 
Proprietà Curative e Benefici del Carciofo
 
L’organo che trae maggior beneficio dalle proprietà del carciofo è il fegato; la cinarina, i cui benefici vengono disattivati dalla cottura (per questo motivo è meglio consumare il carciofo crudo), favorisce la diuresi e la secrezione biliare. Secondo recenti ricerche scientifiche è stato dimostrato che mangiare carciofi contribuisce al benessere del nostro organismo e soprattutto a prevenire diverse malattie. Il carciofo ha proprietà digestive e diuretiche e, grazie alla presenza di inulina permette di abbassare i livelli di colesterolo; inoltre, nel cuore del carciofo è presente un acido clorogenico, antiossidante, che è in grado di prevenire malattie arteriosclerotiche e cardiovascolari. Le sostanze con proprietà antiossidanti contenute nel carciofo hanno una potenziale attività antitumorale che è tutt’ ora oggetto di ricerche onde poterne confermare la veridicità.
La grande richiesta di carciofi sul mercato induce i grandi produttori all’impiego di sostanze non propriamente benefiche, per non dire tossiche; è necessario quindi, anche a scapito di un costo maggiore, l’acquisto di prodotti di sicura provenienza biologica. Infine, una raccomandazione alle mamme che allattano o che sono in procinto di farlo: meglio astenersi dal consumare carciofi in tale periodo, in quanto riducono la produzione di latte.
Carciofo: Proprietà e Benefici
Curiosità Carciofi
Conservazione
Composizione per 100 gr.
100 grammi di parte edule comprendono:
– 22 Kcal
– 2,7 gr. di proteine
– 0,2 gr. di grassi
– 2,5 gr. di carboidrati
– 1,1 gr. di fibre
– 84 gr. di acqua
 
Freschezza
Volete sapere come fare per riconoscere la freschezza di un carciofo? Semplice. Afferrateli con indice e pollice e premete; se il carciofo è duro e compatto è fresco se tende ad appiattirsi invece non lo è. Un carciofo fresco deve avere le punte ancora ben chiuse e se il gambo ha ancore delle foglie attaccate, queste non devono essere appassite, ma al contrario ben fresche.

Come fare il bucato senza danneggiare l’ambiente

Scritto da: Elena
Fonte: http://www.soloecologia.it/19032015/fare-il-bucato-senza-danneggiare-lambiente/7822

 

bucato ecocompatibile lavatriceSpesso per effettuare il lavaggio dei nostri capi d’abbigliamento sprechiamo energia elettrica e acqua, danneggiando anche l’ambiente. Tuttavia, seguendo alcune semplici linee guida possiamo fare il bucato in maniera “ecofriendly”.

Il primo elemento da considerare è il detergente, che dovrà essere funzionale ma anche smaltirsi senza inquinare. In questo senso i migliori sono i detersivi vegetali e privi di fosfati, reperibili in molti negozi “bio” oppure acquistabili online. Un’alternativa più tradizionale è l’uso di un mix di bicarbonato e sapone di Marsiglia, utilizzando un misurino pieno di scaglie di sapone e due cucchiaini di bicarbonato. E’ possibile anche sostituire il sapone di Marsiglia per oli essenziali alla menta, alla lavanda o agli agrumi.

Lavando a mano o con delle lavatrici da campeggio a pedali, sicuramente il risparmio sarà notevole per quanto riguarda la bolletta della luce e l’acqua. Tuttavia, spesso non si ha tempo e quindi bisogna imparare a utilizzare bene la lavatrice tradizionale per tagliare i consumi.

Se dovete comprarne una nuova, è importante scegliere una lavatrice con l’apertura frontale, che diminuisce di molto il consumo di acqua e luce relativo a ogni lavaggio. Ma soprattutto è fondamentale che l’apparecchio appartenga alla classe energetica A o superiore, che presentano una miglior efficienza energetica e minori consumi.

Inoltre, se a casa siete in pochi è inutile comprare una lavatrice con molta capacità, che sarà difficile da riempire e quindi sprecherà energia ad ogni lavaggio.

A meno che ci si trovi in zone molto umide o fredde, poi, è possibile rinunciare all’asciugatrice, stendendo i panni nel giardino o vicino ai termosifoni.

Una volta scelta la lavatrice più adeguata alle proprie necessità, bisognerà impegnarsi nel lavare solo i capi davvero sporchi, utilizzando l’apparecchio a piena capacità e non superando i 30-40°C di temperatura: un solo lavaggio a 30°C anziché a 60°C, consente di risparmiare oltre il 60% di energia elettrica. Per capi non troppo sporchi o comunque delicati, lavare a freddo è quasi sempre sufficiente.

Se a casa avete attiva una tariffa energia elettrica bioraria (come queste), dovete cercare sempre di fare il bucato di sera, dopo le 19.00 ore e comunque prima delle 08.00 del giorno dopo, oppure durante il weekend o festivi, per approfittare dei prezzi più agevolati. Per maggiori informazioni sulle offerte biorarie della luce rimandiamo al comparatore di SosTariffe.it.

In conclusione, scegliendo i detersivi giusti, lavando solo i vestiti sporchi e utilizzando la lavatrice in maniera consapevole sarà possibile tutelare l’ambiente e tagliare le spese della luce e l’acqua.

 

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Energie rinnovabili in crescita del 15% in Europa

Scritto da: Elena
Fonte: http://www.soloecologia.it/16032015/energie-rinnovabili-crescita-del-15-europa/7803

Energie-rinnovabili-industria

Secondi i dati diffusi dall’Eurostat, in Paesi dell’EU sarebbero ad un passo dal raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2020

L’impiego delle energie rinnovabili continua a crescere in Europa. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Eurostat, nel corso del 2013 ci sarebbe stata una progressiva e significativa crescita del loro impiego. Da sempre protagoniste delle politiche a tutela dell’ambiente, le energie rinnovabili cominciano ad essere apprezzate anche dai cittadini che integrano i loro impianti con queste nuove fonti energetiche. Molti consumatori, prima di sottoscrivere un contratto per una fornitura energetica, tendono a mettere le tariffe dell’energia elettrica e le fonti adottate dai vari operatori a confronto, per scegliere la proposta più economica e più in linea con le nuove politiche ambientali.

Energie rinnovabili in Europa
Secondo queste ultime rilevazioni dell’Eurostat, in Europa l’impiego delle energie rinnovabili avrebbe registrato una significativa crescita nel corso dell’ultimo decennio, accorciando così la distanza dal raggiungimento degli obiettivi fissati dalle politiche ambientali per il 2020. Per definire il progressivo aumento dell’uso delle rinnovabili, l’Istituto statistico dell’Unione europea ha avviato le prime rilevazioni già dal 2004. Secondo la curva di crescita tracciata, tutti i Paesi europei, seppur in modo diverso, avrebbero incrementato nel corso di questi ultimi anni l’uso di queste particolari fonti.

I Paesi europei hanno dunque maturato una forte sensibilità verso le problematiche ambientali, dichiarandosi sempre più determinati nel raggiungere entro il 2020 l’obiettivo fissato, ovvero: il 20% delle energie rinnovabili tra le fonti energetiche adottate. Ogni Paese ha un proprio specifico obiettivo, stabilito sulla base delle condizioni di partenza, al potenziale di sviluppo e alla complessiva situazione economica. Secondo i dati raccolti, l’utilizzo delle rinnovabili non è salito solo a livello comunitario, ma molto è stato fatto in ogni singolo Stato membro.

I Paesi più virtuosi
A detenere il primato assoluto del Paese più virtuoso ritroviamo la Svezia, con il 52,1% di fonti energetiche rinnovabili impiegate. Seguono poi la Lettonia con il 37,1%, la Finlandia con il 36,8% e l’Austria con il 32,6%. Decisamente più contenuti sono invece i valori che attestano l’impegno manifestato verso le politiche ambientali del Lussemburgo con il 3,6%, di Malta con il 3.8%, dei Paesi Bassi con il 4,5% e del Regno Unito con il 5,1%.

All’interno dell’eurozona, solo tre Paesi hanno già raggiunto gli obiettivi fissati per il 2020. Oltre alla Svezia, anche la Bulgaria e l’Estonia hanno ormai raggiunto la meta finale. La Lituania e la Romania sono invece ad un passo, infatti manca solo lo 0.5% degli interventi per definirsi in linea con le direttive. Decisamente lontani dal traguardo sarebbero invece il Regno Unito, indietro del 9,9%, i Paesi Bassi con un gap del 9,5%, la Francia sotto dell’8,8% e l’Irlanda con l’8,2% di ritardo. Decisamente positivo il bilancio per l’Italia, che con il 16.7% degli interventi attuati, è ad un soffio dal traguardo fissato attorno al 17% entro il 2020.

Tra gli indicatori usati rientra anche l’impiego del carburante. In questo caso la soglia è stata definita per tutti i Paesi intorno al 10%.  Anche in questo caso la Svezia e la Finlandia sembrano essere le prime della classe, con valori davvero sbalorditivi. Per l’Italia la strada è ancora in salita, infatti con il suo 5%, sembra dover ancora intensificare gli interventi con delle politiche più restrittive.