GERMANY’S ZOMBIE SAVINGS BANKS!

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2017/11/28/germanys-zombie-savings-banks/

 

 

Le ultime notizie in arrivo dalla Germania ci dicono che in nome della stabilità e dell’Europa anche i politici tedeschi si adeguano al monito del capo dello Stato e si rimangiano tutte le loro dichiarazioni in nome della nuova Grande coalizione…

BERLINO – Ieri sera, mentre i vertici della Spd dibattevano animatamente se accettare una nuova Grande coalizione con Angela Merkel, il ministro della Giustizia uscente, Heiko Maas, è andato in tv e ha anticipato l’esito delle otto ore di autocoscienza del suo partito. “Non possiamo comportarci come bambini capricciosi”. E nella notte, al termine della riunione-fiume, il segretario Spd, Hubertus Heil, ha confermato: “La Spd è fermamente convinta che il dialogo sia importante. La Spd non chiude al negoziato”.(…)

Dopo il naufragio dell’ipotesi Giamaica, domenica scorsa, quando i colloqui tra la cancelliera, i liberali e i verdi sono falliti, Schulz si è affrettato a sottolineare che la Spd non avrebbe più accettato di aprire un negoziato per una Grande coalizione, sostenendo che gli elettori avessero già espresso con  il 14% di voti in meno alla Cdu/Csu e alla Spd, il desiderio di un cambiamento. E ha ripetuto a ogni piè sospinto di “preferire nuove elezioni”. Un errore. Tanto che da ieri si sono anche rafforzate le voci su un possibile passo indietro dell’ex presidente del Parlamento europeo.

(…)  Suona anche debole l’argomento che si coglie in molti ragionamenti della Spd , cioè che l’Afd rischia di restare il partito più forte all’opposizione, con la Grande coalizione.

Ma se si rivotasse, la destra populista rischierebbe solo di crescere ancora, secondo molti sondaggisti.

Qui alcune dinamiche possibili nei prossimi mesi…

Problemi chiave 1) Merkel non è in una posizione di forza. SPD richiederà concessioni che la Merkel difficilmente accetta. La sua festa sorella, CSU, potrebbe uscire se lo fa. 2) AfD sarà il più grande partito di opposizione, con diritti parlamentari. Nessuno vuole quel risultato diverso da AfD. Ci saranno discorsi. Non aspettarti nulla da questo. Eurointelligence vede queste possibilità: 1) SPD e CDU / CSU non riescono a concordare un ordine del giorno comune. Nessun governo di minoranza, nessuna grande coalizione. Nuove elezioni. 2) La leadership SPD e CDU / CSU fanno progressi nei colloqui, ma la leadership SPD rifiuta la grande coalizione, accettando solo un sostegno limitato per un governo di minoranza limitato nel tempo. Merkel vede la trappola (che viene spinta nelle mani dell’AFD), rifiuta e dice al presidente che non è in grado di formare un governo. Nuove elezioni. 3) SPD e CDU / CSU progrediscono, la dirigenza SPD decide di entrare in colloqui di coalizione formale, ma scende a compromessi su questioni chiave. I membri SPD votano contro la grande coalizione in un referendum dei membri del partito. 4) Merkel è così disperata da mantenere il potere che dà a SPD tutto ciò che desidera. La grande coalizione procede. Schulz è ministro delle finanze, gestisce in modo efficace l’agenda della zona euro. AfD e FDP salgono alle stelle nei sondaggi. La CSU perde le elezioni bavaresi nel 2018. I conservatori nel CDU, guidati da Jens Spahn, si ribellano. La Merkel lascia, la coalizione si rompe. Governo delle minoranze ( tratto dal Corriere della Sera)

Ma ora diamo un’occhiata a quello che in silenzio, senza fare tanto rumore si dice in Germania…

L’atmosfera assonnata è sintomatica della crisi che sta affrontando la rete delle casse di risparmio, che costituisce il terzo pilastro del complesso sistema bancario tedesco , insieme alle banche private e ad una vasta rete di banche cooperative. Bassi tassi di interesse e costosi requisiti normativi stanno colpendo duramente i ricavi delle Sparkassen in un momento in cui la crescita del settore banking online sta minando il pane e il burro della rete: le filiali bancarie.

Le piccole banche che compongono la rete hanno risposto a tempi molto difficili  come le altre istituzioni finanziarie: chiudendo le filiali, tagliando i posti di lavoro e fondendosi con altre banche. Ma tali misure colpiscono il cuore delle Sparkassen, che vedono il loro ruolo come univocamente locale, servendo la comunità locali che le possiedono. Se lo perdono, allora a cosa servono in realtà le casse di risparmio locali?

Il resto dell’articolo pubblicato da Handelblatt è a pagamento, ma il titolo è eloquente!

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Alcuni mesi fa è apparso un bel articolo sempre sul sistema bancario tedesco, che descrive la situazione drammatica nella quale si trovano le banche pubbliche e locali tedesche che non dimentichiamocelo hanno partecipato a pieno titolo all’orgia di debito privato europeo, finanziando mezza Europa, speculando inoltre sull’immondizia subprime americana.

A capo di una rete di 400 casse di risparmio tedesche, Georg Fahrenschon si lamenta spesso che i burocrati di Bruxelles non capiscono il modello bancario tedesco

(…)  Per una volta, tuttavia, questo è ingiusto per gli eurocrati. Questo perché quasi nessuno al di fuori della Germania comprende il suo sistema bancario che è unico.

Il sistema è composto da quasi 1.800 banche in totale – circa 1.000 in più rispetto a qualsiasi altro paese in Europa. Ma quelle banche sono divise in tre livelli distinti. Il primo consiste in circa 200 banche private, guidate dalla famosa e spesso infame Deutsche Bank.

Il secondo livello contiene circa 400 casse di risparmio di proprietà pubblica.

E il terzo è composto da 1.100 cooperative di credito di proprietà degli Stati membri, che sono fieramente indipendenti, orgogliose e radicate nelle comunità locali.

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Insieme questi tre “pilastri”, come vengono chiamati, sostengono il sistema bancario tedesco.

Di questi tempi, sfortunatamente, sembrano fragili.

(…) il secondo e il terzo livello – le casse di risparmio pubbliche e le cooperative di credito – sono in realtà invenzioni tedesche, anche se sono state copiate in altri paesi. Inizia con le unioni di credito.

Qui l’articolo fa una lunga analisi che esalta il ruolo originario della banche di credito cooperativo, come spesso abbiamo cercato di fare noi in questi anni cercando di spiegare le radici della cooperazione oggi completamente stravolte ovunque.

Ma mi fermo qui perché potrei proseguire per una giornata intera!

L’articolo evidenzia quello che stiamo raccontando da anni, primi ed unici in Italia ancora dal 2011, mentre gli altri dormivano dipingendo il sistema tedesco come un modello perfetto, ovvero come in Germania in particolare …

. La creazione di un sistema finanziario altruistico faceva infatti parte della motivazione dei fondatori. Ma non si è sempre verificato nella pratica. Prendi la crisi finanziaria del 2008. Alcuni dei colpevoli erano banche private come Commerzbank e Deutsche Bank. Ma le Landesbanken, sostenute dallo stato, si erano anche allontanate dai loro presunti incarichi , investendo in ombrosi titoli garantiti da ipoteche americane e versando denaro in Grecia, Spagna e Portogallo durante il boom immobiliare. Tali esposizioni erano considerate a rischio per l’intero sistema bancario e pertanto richiedevano miliardi in salvataggi da parte dei contribuenti. Quindi essere pubbliche anziché private non le ha rese migliori .

Obesità e sindrome metabolica: mangiare velocemente aumenta il rischio

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/obesita-sindrome-metabolica-mangiare.php

Mangiare lentamente riduce le probabilità di diventare obesi o di sviluppare la sindrome metabolica: mangiare velocemente, infatti, può provocare fluttuazioni nel livello di zucchero nel sangue, che possono portare all’insulino-resistenza, nota anche come sindrome metabolica, ovvero ad una combinazione di disturbi che moltiplicano il rischio di malattie cardiache, diabete e ictus.

È quanto emerge da uno studio giapponese, condotto da ricercatori dell’Università di Hiroshima. La ricerca ha coinvolto 642 uomini e 441 donne, con un’età media di 51 anni e nessuno dei quali aveva la sindrome metabolica al momento dell’arruolamento nella ricerca nel 2008. I partecipanti sono stati seguiti per cinque anni e suddivisi in tre categorie, in base alle loro abitudini nel mangiare: veloce, normale, lento.

Dopo cinque anni, la percentuale di sindrome metabolica tra coloro che mangiano velocemente è stata dell’11,6%, contro il 6,5% di coloro che mangiano a velocità normale e il 2,3% di quelli che lo fanno lentamente.

Pubblicata dalla rivista Circulation dell’American Heart Association, la ricerca suggerisce inoltre che mangiare velocemente è legato ad aumento di peso, allargamento del girovita e aumento della glicemia. Ciò avviene perché mangiando lentamente e masticando di più, il cervello riceve segnali di sazietà e pertanto è più probabile che si smetta prima di mangiare, rispetto a chi lo fa velocemente.

 

Parigi, radical chic contro la derattizzazione: “Topi sono senzienti, è genocidio”

Scritto da: Giulianio Lebelli
Fonte: http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/parigi-radical-chic-la-derattizzazione-topi-senzienti-genocidio-76186/

Roma, 28 nov – Parigi è invasa dai topi. E non sono animaletti simpatici alla Ratatouille, ma vere pantegane di fogna. Come riportava recentemente Il Giornale, si calcola che ce ne siano tra i quattro e i sei milioni di ratti in una città che ha 2,3 milioni di abitanti. Il comune è presto corso ai ripari e l’assessore alla Salute pubblica, Georges Salines, ha lanciato una vasta operazione di derattizzazione dal costo di 14 milioni. “Da una coppia si generano 950 esemplari in due anni, se non interveniamo drasticamente sarà una catastrofe”, ha detto. Gli interventi sono stati quasi duemila, anche se con scarsi risultati: le nuove norme europee impediscono l’uso dell’arsenico e i topi hanno facilità ad adattarsi ai nuovi veleni meno potenti.

Non è l’unico problema della difficile operazione di ripulitura della città: una petizione lanciata da una psicologa infantile, Josette Benchetrit, ha infatti raccolto oltre 25 mila firme per porre fine al “genocidio” dei poveri roditori. I topi, infatti, sarebbero “esseri senzienti che per legge vanno trattati come gli esseri umani”. Anziché prendersela con i ratti e “condannarli a morte, bisognerebbe trovare un contraccettivo politico contro le fobie”. Secondo la psicologa “la fobia dei ratti è una fobia sociale ingiustificata, come la fobia dei ragni: date a un topo una bella coda cespugliosa e sarà come uno scoiattolo, un animale che invece amiamo. Questi poveri sfortunati vengono uccisi senza pietà perché designati da la società come capri espiatori da sradicare”. Il fatto che i topi portino le malattie, cosa risaputa sin dalle epidemie di peste dell’antichità, sarebbe quindi degradato a mera “fake news” specista. Anzi, le pantegane sarebbero addirittura utili: “Consumano ogni giorno 9 tonnellate d’immondizia”, secondo Pierre Falgayrac. Insomma, alla fine stai a vedere che sono una risorsa. Dove l’avevamo già sentita questa?

Lo zafferano può aiutare in caso di Alzheimer

Scritto da: Andrea Piccoli
Fonte: http://www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_ID=14179

Le sostanze naturali spesso riservano sorprese e proprietà benefiche inaspettate. È il caso anche dello zafferano, una spezia che secondo uno studio dell’Irccs Santa Lucia di Roma avrebbe un effetto positivo in caso di morbo di Alzheimer.
L’estratto della spezia “favorisce la degradazione della proteina beta-amiloide, la proteina tossica principale indiziata di causare la malattia di Alzheimer, almeno nel nostro studio condotto su cellule di pazienti in provetta”, spiega Antonio Orlacchio, direttore del Laboratorio di Neurogenetica del Centro europeo di ricerca sul cervello (Cerc) del Santa Lucia e professore di Genetica medica all’Università di Perugia.
Orlacchio, prima firma dello studio apparso sul Journal of the Neurological Sciences, precisa: “Questo tipo di studio, effettuato per ora a livello cellulare, potrebbe essere alla base di nuovi farmaci mirati contro questa malattia che colpisce nel mondo una persona ogni tre secondi. L’estratto è risultato in grado di attivare uno specifico enzima degradativo, catepsina B, rendendolo più efficiente”.
Studi precedenti avevano segnalato il potenziale neuroprotettivo della spezia, che contiene antiossidanti e molecole bioattive come le crocine e le crocetine. Lo studio ha coinvolto 22 pazienti, uomini e donne, affetti da Alzheimer, ai quali è stata somministrata trans-crocetina.
La sostanza si è rivelata in grado di potenziare l’attività fisiologica di degradazione della proteina beta-amiloide grazie all’attività di un enzima di degradazione cellulare chiamato catepsina B.
“Il tutto – continua Orlacchio – senza che a livello cellulare sia emersa alcuna forma di tossicità. I nostri dati suggeriscono che dallo zafferano si potrebbe dunque ricavare un farmaco anti-Alzheimer. Il prossimo step sarà quello di allargare lo studio a livello cellulare prima di passare, spero a breve, a un trial clinico sull’uomo. Un lavoro sui pazienti, per verificare l’effetto di questo approccio. Naturalmente occorrerà evitare anche i possibili effetti collaterali, ma i risultati visti a livello laboratoristico ci fanno ben sperare. Si tratta di un filone che viene esplorato anche negli Usa”, conclude il ricercatore.

THE WALL: KOTAKU WAMURA!

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2017/11/23/the-wall-kotaku-wamura/

Come già detto negli ultimi giorni continuiamo ad ignorare i dati provenienti dall’economia americana, distorti dagli effetti dei recenti uragani anche quando sono pessimi come ieri dove gli ordini durevoli sono crollati del 1,2% contro aspettative di crescita del 0,4% e continuiamo ad occuparci di politica monetaria e curve dei rendimenti.

Ieri nonna Yellen ha detto che la debolezza dei prezzi rischia di limitare i rialzi dei tassi ben sotto i livelli storici passati ammettendo candidamente che i suoi colleghi e soprattutto lei hanno iniziato a rendersi conto di quanto sia diverso il “new normal” rivedendo al ribasso le loro stime di tasso neutrale e quindi tirandosi dietro tutto il mercato. Loro pensano di poter arrivare ad alzare i fed fund sino al 2,75% ma si fermeranno prima, molto prima a meno che non vogliano far collassare l’economia.

Con questa notizia nonna Yellen ci saluta e lascia la Federal Reserve, banca centrale americana, dichiarando pubblicamente che noi ancora una volta abbiamo avuto ragione, la “nostra” DEFLAZIONE DA DEBITIha sconfitto le aspettative di inflazione e noi siamo stati gli unici in Italia a vedere lontano sino dal 2009.

Potrebbe esserci qualcosa di più endemico e di lunga durata e potrebbe valere la pena di prestarci attenzione”.

Ieri nelle minute dell’ultimo incontro la Fed ha pubblicamente dichiarato la propria preoccupazione per la bassa inflazione e soprattutto qualcuno di loro ha fatto finta di iniziare a preoccuparsi per la formazione di potenziali “squilibri” finanziari.

Qualche governatore pensa che il trend al ribasso dell’inflazione proseguirà anche nel 2018…

“Ciò potrebbe essere il riflesso non solo di fattori transitori ma anche dell’influenza di sviluppi che potrebbero risultare più persistenti” del previsto.

Per alcuni governatori il rischio che l’attuale trend “possa portare a un declino delle aspettativa di lungo termine, se non lo ha già fatto”…

Ci sono voluti sei anni per comprendere, meglio tardi che mai!

Eppure era tutto semplice bastava osservare attentamente la velocità di circolazione della moneta, questo è il grafico che abbiamo proposto per la prima volta nel 2009 quando tutti anelavano alla grande ripresa…

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Qualcuno ha parlato pure di valutazioni elevate degli asset e di volatilità bassa”. Pensate hanno paura che un “repentino cambio di rotta dei prezzi degli asset possa avere effetti dannosi per l’economia” ma sostengono che questi continui rialzi siano dovuti alle aspettative per la riforma fiscale, meglio che al circo, un clown dietro l’altro.

Quello che è ormai certo, è che la Federal Reserve cambierà presto indirizzo e prenderà dimora presso la Trump Tower, dopo la nomina da parte di Donald Trump dei nuovi governatori, l’uomo che sino a un anno fa parlava di bolle azionarie e rischi enormi da parte della politica monetaria contribuirà a far esplodere la prossima grande crisi, già avviata con la nuova deregulation.

In un’intervista al Washington Post aveva detto che si sta preparando il terreno per un’altra grande crisi.

«Credo che siamo seduti su una bolla economica. Una bolla finanziaria»

Noi invece stiamo quotidianamente costruendo il muro, KOTAKU WAMURA un muro di consapevolezza e di pazienza, lo stesso muro costruito anni fa nella terra della grande bolla, alle prese con il terzo decennio perduto…

Il muro della discordia ha protetto Fudai 

MILANO – Fudai è una piccola località di 3000 abitanti sulla costa nord-orientale del Giappone. L’11 marzo scorso è uscita quasi indenne dal disastro dello tsunami provocato dal terremoto. Come per miracolo non ci sono stati morti o danni. Grazie soprattutto all’ex sindaco Kotaku Wamura che, negli anni Settanta, fece costruire un gigantesco muro a protezione della cittadina. In un primo momento deriso e insultato per quella barriera anti-tsunami alta quasi 16 metri, oggi il politico oramai defunto viene celebrato come un eroe.

OPERA SPROPORZIONATA – Le critiche sono continuate per diverso tempo. «Spreco di denaro pubblico»; «una bruttura»; «un’opera insensata e sproporzionata», gli rinfacciavano i cittadini. Il pomo della discordia era il progetto di costruzione di una parete di 16 metri in periferia che doveva difendere la località dalle onde di uno tsunami. Anche perché i villaggi e le città vicine facevano affidamento su strutture di protezione più piccole. La domanda che tutti si ponevano con insistenza era: «Perché Fudai ha bisogno di una simile costruzione?». Il sindaco, però, non si piegò e non si fece persuadere. La costruzione anti-tsunami da 25 milioni di euro doveva assolutamente essere eretta.

BARRIERA DI SALVEZZA – Oggi quell’interrogativo ha trovato una risposta chiara: quella parete ha salvato la vita ai 3000 abitanti di Fudai. Tutto intorno l’apocalisse, con villaggi e città rase al suolo.

Noi ci fermiamo qui, un muro lo abbiamo già costruito nel 2007, derisi e insultati per mesi e mesi. Insieme a Machiavelli e ai suoi manoscritti, in questi mesi abbiamo più volte suggerito come costruire questo muro. Ora non resta che attendere, non importa dove o quando, l’unica certezza che abbiamo, visto che nulla è cambiato in questi dieci anni nella finanza, è che ci sarà un nuovo tsunami.

Sam Osmanagich: la storia umana va riscritta

Fonte: https://www.nibiru2012.it/osmanagich-piramidi-bosnia-mondo/

La storia dell’uomo è da riscrivere, sempre più ricercatori indipendenti stanno gettando nuova luce sulle origini di quelle che, in tutto il mondo, non sono mere costruzioni religiose o sepolcrali.

Uno di questi è Sam Osmanagich che con il suo nuovo libro (edito in Italia da Uno Edizioni) Piramidi Bosniache e Piramidi nel Mondo ci svela non solo lo stato delle ricerche della Valle dei Templi Bosniaca ma offre un tour dettagliato di tutte le strutture piramidali sul nostro pianeta.

Se pensate che le piramidi siano solo delle tombe per faraoni egiziani avrete materiale in abbondanza per ricredervi. I professori di storia e la cosidetta elite archeologica ci hanno sempre mostrato le piramidi come elementi religiosi o sepolcrali, gli stessi monumenti megalitici del Messico venivano dipinti come edifici cerimoniali e sacrificali.

Tale insegnamento è errato.

Non ci sono abbastanza prove per dire che le più grandi piramidi egiziane siano mai state utilizzate come tombe, inoltre lungo il Nilo ne sorgono altre centotrenta. Un numero impressionante.

In Messico ve ne sono migliaia e solo le meno antiche venivano effettivamente usate dagli Aztechi (popolo che ha ereditato le strutture stesse) come arene sacrificali. Tutte le altre, soprattutto quelle Maya, non ci hanno ancora svelato il loro ruolo.

Scrive Osmanagich: “Il fatto impressionante è che le piramidi furono costruite in Guatemala, Honduras, Salvador e Belize in America centrale; centinaia di piramidi sono state costruite in Perù e Bolivia in Sud America; decine di piramidi si trovano nelle isole Canarie e nell’isola di Mauritius; duecentoventiquattro piramidi nella Nubia (quello che ora è il nord del Sudan); e centinaia di piramidi si trovano in tutta la Cina e la Cambogia”.

“Ulteriori ricerche dovrebbero confermare l’esistenza di piramidi in Amazzonia (Brasile), Brisbane (Australia), Ecuador, Indonesia, sui fondali del mar dei Caraibi e sulla costa dell’isola di Cuba”.

“Il concetto di piramide è presente in tutto il mondo ed esiste da millenni. Ci è stato insegnato che fino all’arrivo dell’uomo bianco, europeo e superiore, non vi fu alcuna comunicazione tra i vari continenti. Errato”.

“Gli archeologi e gli storici hanno cercato di collocare la costruzione delle piramidi in un lasso di tempo per loro soddisfacente, ma è chiaro che le piramidi in Perù, Messico, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Cina e isola di Mauritius sono molto più antiche di quanto l’archeologia ufficiale sia disposta ad ammettere”.

“L’azione di filtro delle informazioni da parte dell’élite dell’archeologia sta venendo meno. Ci sono troppi esploratori indipendenti, di mente aperta, in grado di utilizzare varie tecnologie, dai satelliti al georadar termico, alla geofisica e a nuovi metodi di datazione. L’inganno non può continuare”.

“È stata aperta una porta su un nuovo mondo”.

Piramidi Bosnia
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L’autore

Sam Semir Osmanagich, nato a Zenica (Bosnia- Erzegovina) il 1° giugno 1960, ha conseguito presso l’Università di Sarajevo la laurea in Scienze Politiche, in Economia, il master in Scienze Economiche Internazionali e un dottorato di ricerca in studi Maya. Ha lasciato la Bosnia nel 1993 per trasferirsi negli Stati Uniti dove, oltre ad avviare una fiorente attività nel settore metallurgico, ha iniziato a interessarsi delle antiche civiltà del Centro e Sud America.

Nel 2005 ha scoperto le prime piramidi europee nei pressi della cittadina di Visoko, Bosnia-Erzegovina, e ha dato inizio agli scavi archeologici, poi condotti dalla Archaeological park: Bosnian Pyramid of the Sun Foundation da lui istituita. Tra il 2008 e il 2014 ha organizzato le Conferenze Scientifiche Internazionali di Sarajevo sulla ricerca svolta alle piramidi bosniache, eventi che hanno alimentato le controversie sulla sua scoperta, dividendo la comunità archeologica internazionale.

Semir Osmanagich è autore di quindici libri sulle antiche civiltà e di un documentario in dodici episodi dal titolo Search for Lost Civilization per la televisione Bosniaca FTVBiH basato sul suo libro Civilizations Before the Official History.Docente universitario presso le più prestigiose università europee e americane, continua la sua importante opera di divulgazione sulle sue strabilianti scoperte.

The Broken Key:il futuro secondo il film di Louis Nero

Scritto da: Roberta De Carolis
Fonte: http://www.nextme.it/intrattenimento/video/film-e-serie-tv/9572-the-broken-key-futuro-16-novembre

La carta non esiste più, è un bene prezioso in nome della sostenibilità, stampare è reato. E la libertà dell’essere umano è in serio rischio. Futuro non troppo lontano, almeno secondo Louis Nero, regista del film ‘The Broken Key’, nella sale cinematografiche italiane dal 16 novembre.

Film di fantascienza? Certo, ma tutto sommato ambientato in una realtà che non sembra così assurda. Proprio su questo mondo si intreccia la storia (questa sì, di pura fantascienza) di Arthur J. Adamsalla ricerca del frammento mancante di un antico papiro, protetto dalla misteriosa confraternita dei seguaci di Horus, ricerca che viene ostacolata da indecifrabili omicidi legati ai sette peccati capitali.

Il protagonista dovrà addentrarsi in tutti gli angoli di una città del futuro, misteriosa quanto “spaventosa”, specchio della sua anima, per ritrovare il pezzo mancante e salvare l’umanità intera dalla “gabbia eterna”.

La pellicola affonda le sue radici nella storia, che parte dal Rinascimento. Si narra infatti che Hieronymus Bosch, pittore rinascimentale realmente esistito, facesse parte di un ordine noto come ‘La Confraternita del Libero Spirito’, gruppo filosofico riconducibile ai leggendari ‘Seguaci di Horus’, custodi di un segreto che avrebbe potuto cambiare le sorti del mondo intero.

Tra di loro sembra ci fosse la regina egizia Ankhsen-pa-aton, la cui tomba fu ritrovata nel Rinascimento insieme al grande tesoro: la chiave d’oro di Ankh, il nuovo Graal, che apre quel mistero in grado di salvare l’umanità.

Una trama simile, per certi versi, a molte altre storie scritte e portate nelle sale cinematografiche, che ricorda ‘Il Codice Da Vinci’, solo per citare un famoso esempio. Ma che si distingue proprio per lo scenario, disegnato su un futuro che ai nostri occhi non sembra veramente così “futuribile”.

“Un film concepito sulla linea orizzontale delle Sette Arti Liberali, la cui pratica ascetica, secondo la fulgida interpretazione Dantesca, può portare alla trasmutazione dei Sette Peccati Capitali nelle corrispondenti Virtù Cardinali – spiega il regista – L’intento è quello di far vivere al pubblico, come al protagonista, un percorso di purificazione spirituale dai peccati, ambientato in una visionaria Torino del futuro, dove la cultura popolare è intrisa di palpabile mistero”.

Ma chissà se l’opera sarà in grado di rispondere alla domanda chiave: “Quale futuro?”.

Il film è prodotto da ‘L’Altrofilm’, TFP, Film Commission Torino Piemonte, in collaborazione con Red Rocks Entertainment.

UK, guerra alla plastica monouso. Tassa in vista

Scritto da: Corrado Fontana
Fonte:http://www.valori.it/ambiente/uk-guerra-alla-plastica-monouso-tassa-in-vista-19889.html

Piccoli scandali al Parlamento di Sua Maesta britannica dopo che è stato reso noto un consumo di 1400 bicchieri di plastica usa e getta al giorno nelle stanze del dipartimento per l’Ambiente (Environment Department  o Defra). Da qui alla spinta per il varo di una tassa su certi consumi è stato breve.

A lasciare impressionata l’opinione pubblica, del resto, sarebbero stati sia gli oltre 2,5 i milioni di bicchieri usa e getta acquistati per l’uso nel dipartimento negli ultimi cinque anni (quasi 1400 al giorno, appunto) che i quasi 3,9 milioni di tazze monouso del catering della Camera dei Comuni dal 2013. Un andazzo che al Defra prosegue, peraltro, visti i  516 mila bicchierini comprati solo nell’ultimo anno dagli addetti alla ristorazione e ai suoi servizi, mentre ai Comuni si è tentato di porre qualche argine introducendo tazze riutilizzabili: 500 quelle acquista nel 2013, di cui 440 vendute al personale e ai parlamentari, ma solo quattro dal 2015.

Questi dati hanno guadagnato l’interesse generale grazie alla crescente pressione degli ambientalisti britannici ad affrontare il tema dei rifiuti “usa e getta” per un ritorno a sistemi di recupero e riutilizzo dei vuoti, che contribuirebbe a ridurre il quantitativo di plastica disperso negli oceani. Gli stessi dati, precisa «The Telegraph» online, hanno offerto la sponda ad una richiesta dei liberaldemocratici di includere nella prossima legge di bilancio una tassa sulle tazzine monouso per il caffè, che non sarebbero facilmente riciclate.

Una richiesta che si fa forte del successo recente dell’introduzione di 5 pences di tassa sui sacchetti di  plastica, che ha determinato una caduta del loro impiego dell’85% .

Stop al diesel, arrivano i treni a idrogeno: un futuro migliore parte dalla Germania

Scritto da: Andrea Centini
Fonte: https://scienze.fanpage.it/stop-al-diesel-arrivano-i-treni-a-idrogeno-un-futuro-migliore-parte-dalla-germania/

A partire dal 2021 il trasporto pubblico della Bassa Sassonia, in Germania, sarà impreziosito da 14 treni alimentati a idrogeno. I Coradia iLint emettono solo vapore e acqua di condensa: sostituiranno i vecchi, rumorosi e inquinanti convogli diesel.
In Germania i pendolari viaggeranno su futuristici treni a idrogeno, che sostituiranno gli inquinanti e rumorosi convogli diesel. Per il trasporto pubblico tedesco si tratta di una vera e propria rivoluzione verde, considerando che questi treni emettono soltanto vapore e acqua di condensa. A suggellare questo cambio di rotta radicale un accordo firmato da vari enti e società per la consegna e la messa in funzione di 14 treni a idrogeno, gli azzurri Coradia iLint, che opereranno tra varie città della Bassa Sassonia a partire dal 2021. Tra i firmatari dell’accordo, oltre alle autorità competenti dello stato federato (Bundeslander) teutonico, il Gruppo Linde e la Alstom, un colosso industriale francese che opera nella costruzione di treni e infrastrutture ferroviarie.

Il primo treno a idrogeno effettuerà i viaggi sperimentali di test e collaudo a partire dalla primavera del 2018, e sarà affiancato da un secondo convoglio nel giro di pochi mesi. Per l’operatività definitiva sarà invece necessario attendere la fine del 2021, quando tutti i mezzi saranno assorbiti nei flussi quotidiani delle tratte regionali. I Coradia iLint rappresentano una sorta di evoluzione ecologica dei tradizionali Coradia Lint, in particolar modo del modello 54, uno dei convogli più venduti. La “i” posta innanzi al nome sta proprio a indicare l’idrogeno, o meglio, la cella a combustione che permetterà la futuristica trazione del treno.

Oltre a essere a impatto zero dal punto di vista delle emissioni e sensibilmente meno rumorosi dei treni con motore diesel, i Coradia iLint offrono prestazioni di tutto rispetto: la velocità massima di 140 chilometri orari, posti per 300 passeggeri e un’autonomia stimata attorno ai mille chilometri permetterà infatti di sostituire i vecchi mezzi senza alcun effetto negativo su orari o lunghezza delle tratte regionali. Tra le città servite vi saranno Buxtehude, Bremerhaven, Bremervörde e altre. Ma quello della Bassa Sassonia è soltanto l’esordio, dato che altri Land (Renania Settentrionale-Vestfalia, Assia e Baden-Württemberg) sono interessati all’acquisto dei mezzi.

Alstom fornirà i convogli, mentre l’infrastruttura necessaria per la ricarica sarà realizzata dal Gruppo Linde. L’accordo siglato dalla società francese con le autorità del trasporto locale tedesco, l’Ingv, prevede anche una manutenzione trentennale dei treni. Secondo gli esperti i Coradia iLint sono anche più sicuri dei mezzi con motori pieni di diesel, a parità di condizioni di pericolo. Insomma, i vantaggi sono molteplici e la speranza è che presto potremo vedere correre questi affascinanti mezzi anche sulle rotaie italiane.

 

Carlo Dossi

Fonte: http://biografieonline.it/biografia-carlo-dossi

Carlo Dossi

Carlo Alberto Pisani Dossi nasce a Zenevredo, in provincia di Pavia, il 27 marzo 1849. Erede di una famiglia di proprietari terrieri, si trasferisce a Milano nel 1861. Carlo Dossi è molto giovane quando partecipa al movimento della Scapigliatura milanese: scrive articoli sui periodici locali e realizza varie opere.

Collabora per le testate Cronaca bizantina, il Capitan Fracassa, il Guerrin Meschino, La Riforma e La Riforma illustrata. Ma tanto il suo talento è precoce, quanto la sua carriera di scrittore breve: La Riforma presta molta attenzione all’azione politica dello statista Francesco Crispi, grazie al quale Dossi intraprende la carriera diplomatica accantonando l’attività letteraria.

Legato quindi politicamante a Francesco Crispi (presidente del Consiglio dei ministri nei periodi 1887-1891 e 1893-1896) Dossi diviene presto, nel 1870, Console a Bogotá. Sarà poi segretario particolare di Crispi nel 1887, ministro plenipotenziario ad Atene, dove si innamora dell’archeologia, e negli ultimi anni di vita Governatore dell’Eritrea (a cui sembra lo stesso Dossi abbia dato il nome).

Dopo la caduta del governo Crispi (1896) abbandona nel 1901 la carriera diplomatica per ritirarsi con la moglie e i tre figli nella sua villa di Corbetta, ereditata dal commendatore Francesco Mussi, zio della moglie. Qui Carlo Dossi può coltivare la propria passione per l’archeologia, passione che in seguito il figlio Franco Dossi continuerà in forma di collezionismo. Carlo Dossi mette insieme numerosi reperti recuperati ad Atene e Roma, vario materiale risalente ad epoca precolombiana, e numerosi oggetti trovati in scavi eseguiti in Lombardia nelle zone di Corbetta, Albairate, Santo Stefano Ticino, Sedriano e lungo le sponde del Ticino. Progetta quindi il Museo Pisani Dossi che situa nella sua casa di Corbetta e dispone che una serie di reperti vengano inviati dopo la sua morte al museo archeologico del Castello Sforzesco di Milano.

Dal 1902 al 1910 Dossi entra a far parte del Consiglio Comunale di Corbetta.

Profonda e significativa è la sua amicizia con Tranquillo Cremona, artista che per lui dipingerà un ritratto conservato oggi nella villa di Corbetta; lo stesso Dossi avrà modo di affermare che da Cremona avrebbe imparato l’arte dello scrivere.

Anomalo ed estraneo ad ogni corrente, del Dossi scrittore è da ricordare la sua predisposizione per i giochi sintattici e lessicali, sottolineati da bruschi cambiamenti di genere che vanno dall’aulico al popolaresco, mediante l’utilizzo di rimescolamenti di vocaboli latini e lombardi, tecnici e gergali.

Carlo Dossi muore a Cardina, vicino Como, il 19 novembre 1910.

Opere:

– L’altrieri (1868)

– Vita di Alberto Pisani (1870)

– Ona famiglia de cialapponi (1873, con Gigi Pirelli)

– La colonia felice (1878)

– Gocce d’inchiostro (1880)

– Ritratti umani, dal calamajo di un medico (1874)

– Ritratti umani – Campionario (1885)

– Desinenza in A (1878 e 1884)

– Amori (1887)

– Fricassea critica di arte, storia e letteratura, 1906)

– Rovaniana (1944, postumo e incompiuto)

– Note azzurre (1964, postumo, pubblicato solo parzialmente nel 1912)