Il cranio fossile di Apidima: l’Homo Sapiens in Europa già 210.000 anni fa?

Fonte: https://ilfattostorico.com/2019/07/11/il-cranio-fossile-di-apidima-lhomo-sapiens-in-europa-gia-210-000-anni-fa/

Nature
The Guardian
Science

Il cranio fossile di Apidima: l’Homo Sapiens in Europa già 210.000 anni fa?

luglio 11, 2019 tags: apidima, evoluzione, grecia

Il cranio Apidima 1 (Katerina Harvati, Eberhard Karls, Università di Tubinga)

Un cranio scoperto in una grotta in Grecia potrebbe essere il più antico fossile umano moderno mai trovato al di fuori dell’Africa. Era stato rinvenuto negli anni ’70 nella grotta di Apidima, sulla penisola di Mani, e in uno studio pubblicato su Nature è stato datato ad almeno 210.000 anni. Se la datazione venisse confermata – e molti scienziati vogliono ulteriori prove – la scoperta riscriverà un capitolo chiave della storia umana, e il cranio diventerà il più antico fossile di Homo sapiens in Europa di oltre 160.000 anni.

(The Guardian)

La teoria di Harvati

La ricerca è stata diretta dalla paleoantropologa Katerina Harvati, dell’Università di Tubinga in Germania. Secondo la sua teoria, l’Homo Sapiens si evolvette in Africa e popolò il mondo con le migrazioni circa 50.000 anni fa. Molto tempo prima però, ci furono quelle che i paleontologi chiamano “dispersioni fallite”: gli uomini moderni giunsero nel Levante e poi in Europa (già abitata dai Neanderthal) ma senza lasciare eredità genetiche nella popolazione di oggi, in altre parole si estinsero. Già l’anno scorso era stato trovato un fossile umano di 194.000 anni nella grotta di Misliya nel nord di Israele. «I nostri risultati indicano che una prima dispersione di Homo sapiens dall’Africa si è verificata prima di quanto si credesse, 200.000 anni fa», ha detto Karvati. «Stiamo trovando prove di dispersioni umane che non si limitano a un solo grande esodo dall’Africa».

La storia dei due teschi

Per alcuni ricercatori, tuttavia, le conclusioni sono troppo azzardate. Gli esperti contattati dal Guardian e da Science dubitano che il cranio appartenesse davvero a un uomo moderno, e nutrono preoccupazioni per la procedura di datazione. La storia del cranio è insolita dall’inizio. Fu scoperto durante gli scavi della grotta di Apidima, in una scogliera calcarea che ora sovrasta il mare, verso la fine degli anni ’70. Il fossile era racchiuso in una roccia, a pochi centimetri da un altro cranio e diversi frammenti di ossa. La roccia stessa era incastrata in alto tra due pareti della grotta. Una volta rimossi, i teschi sono stati conservati in un museo ad Atene ma fino a poco tempo fa avevano ricevuto scarsa attenzione, in parte perché sono troppo danneggiati e incompleti.

Apidima 2, il cranio di Neanderthal (Katerina Harvati, Eberhard Karls, Università di Tubinga)

Il cranio di Neanderthal

Un cranio, che conserva un volto, è stato studiato di più e identificato come Neanderthal (‘Apidima 2‘). Il primo cranio, costituito solo dalla parte posteriore, era stato ampiamente ignorato. Harvati e i suoi collaboratori hanno deciso di esaminare entrambi. Hanno preso le scansioni TC dei fossili, creato delle ricostruzioni virtuali in 3D, e li hanno confrontati coi teschi di Neanderthal e Homo sapiens antichi e moderni. Sulla rivista Nature gli scienziati spiegano come la loro analisi abbia confermato il secondo cranio, che ha una arcata sopraccigliare spessa e arrotondata, come Neanderthal. Ma con loro sorpresa, l’altro cranio (‘Apidima 1’) corrispondeva più strettamente a quello di un uomo moderno.

Il cranio di Sapiens

La prova principale era la parte posteriore arrotondata e la mancanza di un classico rigonfiamento Neanderthal, simile ai capelli raccolti in un nodo chignon. «La parte conservata, quella posteriore, è molto indicativa nel differenziare gli uomini moderni dai Neanderthal e dai precedenti umani arcaici», ha detto Harvati. Gli scienziati della squadra hanno poi datato i fossili con un metodo che si basa sul decadimento radioattivo dell’uranio naturale. I test hanno scoperto che il cranio di Neanderthal aveva almeno 170.000 anni, il cranio di Homo sapiens almeno 210.000 anni fa, e la roccia che li racchiudeva oltre 150.000 anni fa. La differenza di età potrebbe essere spiegata dai teschi che si mescolano nel fango che in seguito si solidifica nella grotta.

I dubbi sulla teoria

Warren Sharp presso il Centro di Geocronologia di Berkeley in California ha evidenziato che le analisi sul presunto cranio umano hanno prodotto date molto diverse (dai 300 ai 40 mila anni), segno che l’uranio potrebbe essere stato perso dalle ossa nel tempo. «Se è così – dice – l’età calcolata del fossile è troppo vecchia e la sua vera età è sconosciuta, mettendo in discussione la premessa dello studio. Non è un buon campione, le datazioni minime e massime sono enormemente lontane, non sappiamo se siano valide». Juan Luis Arsuaga, un paleoantropologo spagnolo, non è convinto che il cranio provenga da un uomo moderno: «Il fossile è troppo frammentario e incompleto per una conclusione così importante», ha detto. «Nella scienza, affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Una scatola cranica parziale, priva della base cranica e della totalità del viso, per me non è una prova straordinaria». John Hawks, paleontologo dell’Università del Wisconsin-Madison, ha espresso dubbi simili: «Possiamo veramente usare una piccola parte del cranio come questa per riconoscere la nostra specie? La trama di questa ricerca è che il cranio è più arrotondato nella parte posteriore, con più lati verticali, e questo lo rende simile agli uomini moderni. Penso davanti a questioni complesse, non dovremmo presumere che una singola piccola parte dello scheletro possa raccontare tutta la storia». Negli umani antichi, la forma del dorso del cranio non sempre predice la forma del viso, aggiunge Susan Antón, paleoantropologa all’Università di New York. La parte posteriore del teschio di Jebel Irhoud, per esempio, è allungata e arcaica, ma il volto è decisamente moderno. Secondo il paleoantropologo Christoph Zollikofer (Università di Zurigo), il lignaggio di Neanderthal può comprendere varianti anatomiche ancora sconosciute, forse crani corti e rotondi. «Evidenzia la scarsità delle nostre conoscenze», dice. Di fatto, Marie-Antoinette de Lumley, paleoantropologa del CNRS, ha recentemente sostenuto che entrambi i teschi siano in realtà antenati dei Neanderthal. Israel Hershkovitz, il paleoantropologo che ha trovato i fossili di Misliya, pensa che poiché l’Homo Sapiens era già in Medio Oriente 200.000 anni fa, avrebbe potuto arrivare anche nell’Europa meridionale. Harvati sottolinea che alcuni genomi di Neanderthal conservano tracce di ibridazione con l’Homo Sapiens oltre 200.000 anni fa, segno che i nostri antenati entrarono presto nel territorio dei Neanderthal, prima di scomparire di nuovo.

(Nature)

La grotta di Apidima (Università di Tubinga

Dolce casa Sicilia per Carlos Luis Malatto accusato di gravi crimini durante il regime militare golpista in Argentina

Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2019/06/dolce-casa-sicilia-per-carlos-luis.html

Portorosa si conferma il rifugio dorato di criminali e latitanti di mezzo mondo. E’ di oggi lo scoop dei giornalisti di Repubblica.it Emanuele Lauria e Giorgio Ruta che hanno filmato in un villino della rinomata località turistica l’ex tenente colonnello dell’esercito argentino Carlos Luis Malatto, fuggito dal paese di origine a seguito di diversi ordini di cattura per l’omicidio e la sparizione forzata nei terribili anni della dittatura militare di tre attivisti politici, nonché per i reati di associazione per delinquere, lesioni aggravate, violazione di domicilio e sequestro di persona. Malatto dopo essersi rifugiato in Cile, nel 2011 ha raggiunto l’Italia, ospite prima a L’Aquila della Confraternita della Misericordia e successivamente a Genova della Parrocchia di San Giacomo Apostolo. Dopo essere stato individuato dai corrispondenti liguri del Corriere della Sera, l’ex militare della Junta golpista argentina ha fatto perdere le proprie tracce per ricomparire nell’estate 2017 in Sicilia: aveva trovato domicilio in un appartamento di via santa Chiara a Calascibetta (Enna). A seguito della rivelazione da parte di un periodico spagnolo del suo trasferimento in Sicilia, Carlos Luis Malatto ha lasciato in fretta e furia il piccolo comune per trascorrere la propria latitanza in un residence di Portorosa, proprio come avevano fatto negli anni passati alcuni dei maggiori boss dell’ala stragista di Cosa nostra, grazie anche alla protezione dei referenti mafiosi locali in odor di servizi segreti, massoneria deviata e neofascismo. Dopo che nel luglio del 2014 la Corte di Cassazione aveva annullato l’autorizzazione  dei giudici del Tribunale de L’Aquila all’estradizione delle’ex militare in Argentina, nel novembre 2016 l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando, in base all’articolo 8 del codice penale, ha firmato l’autorizzazione a processarlo in Italia. A difendere Carlos Luis Maletto sono i legali Augusto Sinatra e Franco Sabatini, soci senior del noto studio Sinatra di Roma, fondato nel 1963 dall’avv. Mario Sinagra. Augusto Sinatra, originario di Catania ed ex ufficiale dell’Aeronautica militare, dopo aver ricoperto il ruolo di magistrato è stato nominato nel 1980 Consigliere giuridico presso il Ministero degli Affari Esteri. Successivamente è diventato docente di materie giuridiche nelle Università di Roma, Trieste, Genova, Chieti e Palermo. Il suo nome è finito nelle liste della loggia massonica P2 del maestro venerabile Licio Gelli (tessera n. 946); dello stesso Gelli, Augusto Sinatra è stato pure l’avvocato difensore. Più recentemente il legale di origini etnee ha ricoperto l’incarico di “rappresentante permanente in Italia della Repubblica Turca di Cipro del Nord” (il territorio cipriota illegalmente occupato dalla Turchia), ed ha rappresentato il governo di Ankara nella richiesta di estradizione dall’Italia dello storico leader del Pkk Abdullah Ocalan. Alle scorse elezioni politiche, l’avv. Augusto Sinatra è stato pure candidato per l’organizzazione neofascista Casa Pound nel collegio Roma Tuscolano, caratterizzando il suo impegno cerca-voti principalmente in opposizione alle politiche di accoglienza di rifugiati e migranti in Italia. Dello studio legale Sinatra di Roma risultano “soci associati” pure due docenti dell’Università Kore di Enna, gli avvocati Paolo Bargiacchi e Anna Lucia Valvo. Quest’ultima, in particolare, rappresenta insieme ad Augusto Sinatra la Fondazione-Fondo Proserpina (amministratore il noto politico Pd Vladimiro Crisafulli) nel procedimento contro il MIUR sul mancato riconoscimento legale della sedicente “Facoltà di medicina di Enna” istituita dalla Fondazione insieme all’Università Dunarea de Jos di Galati (Romania). Già Preside della Facoltà di Scienze economiche e giuridiche ed odierna titolare della cattedra di Diritto dell’Unione europea dell’Università Kore, l’avv. Anna Lucia Valvo è pure “docente aggiunto” nei corsi di aggiornamento della Scuola Interforze della Polizia di Stato, nonché “consulente” dell’Ambasciata della Repubblica di Turchia in Italia. Nel suo curriculum accademico compare pure la pubblicazione di una “nota giuridica” a favore delle motivazioni della sentenza della Cassazione del 17 luglio 2014 ha nei fatti ha impedito l’estradizione in Argentina di Carlos Luis Malatto. Tra i “collaboratori esterni” dello Studio legale che difende il transfuga (ex) golpista argentino c’è pure un altro noto professionista siciliano, l’avv. prof. Salvatore Lombardo, già deputato del Psi all’Assemblea regionale siciliana.

DEUTSCHE BANK E EARNINGS… COUNTDOWN RECESSION!

Fonte: https://icebergfinanza.finanza.com/2019/07/17/deutsche-bank-e-earnings-countdown-recession/

Rieccoci qui dopo una piccola pausa per commentare le meraviglie dell’economia americana, soprattutto la stagione delle trimestrali americane appena incominciata dove come al solito le banche raccontano come quotidianamente fanno fessi milioni di risparmiatori che a loro si affidano…

Goldman Sachs vede gli utili scivolare, JP Morgan li aumenta. Entrambe le grandi banche americane danno segni di tenuta delle performance, che risultano migliori delle attese, anche se ridimensionate. Ma anche del nuovo clima di nervosismo attorno alle trimestrali americane – non soltanto bancarie – che potrebbero mostrare un declino complessivo nei profitti in una fase di rallentamento dell’economia.

Il giochino è il più semplice del mondo, fai collassare le aspettative e poi ogni dato che esce è migliore delle attese…

Goldman ha intascato profitti per 2,42 miliardi di dollari nel secondo trimestre dell’anno, subendo una flessione del 6% sull’anno scorso. Le entrate sono scivolate a loro volta a 9,46 miliardi. Le cifre hanno tuttavia battuto anticipazioni ferme rispettivamente a 1,9 miliardi e 8,8 miliardi.

La sintesi ve la faccio io, i profitti netti sono in declino, altri 1300 posti di lavoro andati in fumo, il resto è puro contorno!

Non so se è vera la notizia che circola in rete, secondo la quale Bloomberg ha informazioni che alcune controparti di Deutsche Bank, stanno ritirando liquidità al ritmo di 1 miliardo al giorno, ma non manca poi molto al momento della verità per la fragile banca tedesca.

Brutte notizie in arrivo dal commercio globale, il Cass Freight Index Report suggerisce che nel secondo trimestre l’economia globale e USA si stanno notevolmente raffreddando…

  • Con una flessione del -5,3% a giugno dopo il calo del -6,0% di maggio, ripetiamo il nostro messaggio del mese scorso: l’indice delle spedizioni è passato da “avviso di un potenziale rallentamento” a “segnalazione di una contrazione economica”.
  • Le cadute di maggio e giugno sono abbastanza significative da porre la domanda: “Il PIL della Q2 ’19 sarà negativo?”

Come potete osservare qui sotto questo indice segnala spesso la contrazione dell’economia USA…

” Sempre più dati indicano che questo è l’inizio di una contrazione economica : se si verifica una contrazione, l’indice delle spedizioni Cass sarà ancora una volta uno dei primi indicatori”.

In Cina nel frattempo peggiore crescita economica nel secondo trimestre da 27 anni, tutto bene, il riacquisto di azioni, il buy back sostiene da solo il mercato azionario ovunque.

Ci sono cose che loro non hanno il coraggio di dirvi, non possono dirvele, c’è una tempesta deflattiva la fuori, si chiama deflazione da debiti, in realtà non è una tempesta, è un uragano.

Osservate come stanno crollando i prezzi all’import e export, stanno continuando a cadere, senza sosta, ecco perchè le banche centrali abbassano i tassi, non hanno scelta, sono in trappola, in una trappola della liquidità…

Vorrei inoltre ricordare a chi suggerisce che i dazi, la guerra commerciale farà decollare l’inflazione in America, che i dati, quella cosucci  asettica, suggeriscono il contrario, la Cina è una bomba deflattiva…

Dopo un rimbalzo anche i rendimenti sono tornati a scendere e scenderanno, scenderanno, vedrete cose che Voi umani non avete mai visto nella Vostra vita.

Ieri c’è stato un balzo iniziale nel pomeriggio, qualcuno si è bevuto i dati sui consumi ma ha dovuto ricredersi poco dopo con la produzione industriale…

In Germania le cose non vanno male, vanno malissimo…

Tra tante brutte notizie, ce ne sono alcune che faranno andare in bestia la stampa nazionale mainstream, che da oltre un anno si prodiga a denigrare il proprio Paese, seminando panico e terrore, quotidianamente…

Calano debito pubblico e spread, speriamo che calino anche i neuroni marci di chi quotidianamente professa sventure.

Tornando ai nostri tesorucci, sembra che mentra la Cina continua con dolcezza a ridurre gli acquisti i giapponesi si sono dati alla pazza gioia, tornando a comprare in maniera massiccia titoli di Stato americani, come suggeriscono i dati dei TIC USA…

Nel frattempo a maggio il Giappone ha acquistatoben 37 miliardi di dollari di titoli di Stato americani, il suo più grande acquisto mensile dall’agosto del 2013, portando il suo totale a 1,101 trilioni di dollari appena 9 miliardi in meno della Cina, mica fessi i giapponesi con i renidmenti che regalano in Giappone non c’è nulla di meglio in circolazione.

Nel frattempo, in uno sviluppo sorprendente, il Regno Unito – che ha acquistato aggressivamente titoli negli Stati Uniti per conto proprio o in delega per altri acquirenti – ha visto le sue partecipazioni aumentare ancora una volta, di oltre 22 miliardi nel mese di maggio…

Analogamente a quanto è successo in passato spiega Tyler, in Belgio con Euroclear, è molto probabile che questa ondata di acquisti sia semplicemente il risultato di qualche fondo offshore che lavora per qualche Paese sovrano che non vuole apparire direttamente, ma con sede nel Regno Unito, sta facendo gli acquisti. Che si tratti della Cina o di qualcun altro, verrà rivelato a tempo debito.

Da tempo vi stiamo spiegando che la Cina non può fare diversamente, mentre quotidianamente vi raccontano che i cinesi si stanno disfando dei tesoruccio, non suggeriamo che la Cina con il suo surplus ha disperatamente bisogno di dollari per reinvestire quello che gli americani con il dollaro forte comprano da loro, non possono investire in altri asset, se non dollari o oro, chiaro il messaggio?

Nono mese consecutivo in calo per gli acquirenti stranieri, che sono scesi di altri 22 miliardi, ma le vendite stanno registrando cali sempre più modesti e a breve ci sarà la corsa ad acquistare titoli di Stato americani, l’ingenuità ha un suo limite.

Negli ultimi 12 mesi le istituzioni straniere hanno venduto titoli di Stato americani per 33,8 miliardi, e 1,4 miliardi in azioni per acquistare 15,1 miliardi di titoli emessi da Agenzie e addirittura 14,9 miliardi di dollari di titoli corporate, un’idiozia che la dice lunga sulla lungimiranza dei gestori, che si muovono ormai tutti in gregge, vendono la merce più sicura al mondo per portarsi a casa nitroglicerina corporate, ma la verità è figlia del tempo e a breve presenterà il conto.

Un consiglio, date un’occhiata ai Vostri portafogli corporate, HY e immondizia varia, in una recessione è un rischio non indifferente.

La Profezia di Ratzinger sulla Chiesa! Egli sapeva…

Relazione, traduzione e cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonti: 
papst.pro/it  
benedettoxviblog.wordpress.com      
pierre-et-les-loups.net

Sebirblu, 25 giugno 2019
Riporto questo articolo affinché si sappia che la storica “Rinuncia” di Benedetto XVI non era giustificata da “forze fisiche e spirituali venute meno”, come dallo stesso diplomaticamente sostenuto, ma da una profonda consapevolezza sul destino futuro della Chiesa e il suo ineluttabile tracollo che DOVEVA compiersi secondo le Scritture.
Lui sapeva che era venuto il tempo di mettersi in disparte ‒ sebbene non abbia mai smesso di essere papa, indossando la talare bianca e non solo, o firmando, come ultimamente ha fatto, i suoi “Appunti” con le iniziali P.P. (Pontifex Pontificum, sigla che solo il Pontefice massimo può usare) ‒ proprio per dar modo agli eventi ultimi di realizzarsi in base al Disegno divino descritto da Giovanni nell’Apocalisse.
Lui sapeva… tanto è vero che in una trasmissione del 1969, presso una radio tedesca, profetizzò come si sarebbe trasformata la Chiesa istituita più di due millenni fa da Nostro Signore.

La profezia dimenticata di Ratzinger sul futuro della Chiesa di Marco Bardazzi
Dopo una settimana dal clamoroso annuncio di Benedetto XVI è affiorato un suo significativo pronunciamento.
Una Chiesa ridimensionata, con molti meno seguaci, costretta ad abbandonare anche buona parte dei luoghi di culto costruiti nei secoli. Una Chiesa cattolica di minoranza, poco influente nella scelte politiche, socialmente irrilevante, umiliata e costretta a “ripartire dalle origini”. (Cfr. QUI, l’ultimo mio post).
Ma anche una Chiesa che, attraverso questo “enorme sconvolgimento”, ritroverà se stessa e rinascerà “semplificata e più spirituale”.
È la profezia sul futuro del cristianesimo pronunciata oltre 40 anni fa da un giovane teologo bavarese, Joseph Ratzinger. Riscoprirla oggi aiuta forse a offrire un’ulteriore chiave di lettura per decifrare la rinuncia di Benedetto XVI, perché riconduce il gesto sorprendente di Ratzinger nell’alveo della sua lettura della storia.
La profezia concluse un ciclo di lezioni radiofoniche che l’allora professore di teologia svolse nel 1969, in un momento decisivo della sua vita e della vita della Chiesa. Sono gli anni burrascosi della contestazione studentesca, dello sbarco sulla Luna, ma anche delle dispute sul Concilio Vaticano II da poco concluso.
Ratzinger, uno dei protagonisti del Concilio, aveva lasciato la turbolenta università di Tubinga e si era rifugiato nella più serena Ratisbona. Come teologo si era trovato isolato, dopo aver rotto con i suoi amici “progressisti” Küng, Schillebeeckx e Rahner sull’interpretazione del Concilio. (Cfr. QUI e QUI; ndr).
È in quel periodo che si consolidano per lui nuove amicizie con i teologi Hans Urs von Balthasar e Henri de Lubac, con i quali darà vita a una rivista, “Communio”, che diventa presto la palestra per alcuni giovani sacerdoti “ratzingeriani” oggi cardinali, tutti indicati come possibili successori di Benedetto XVI: Angelo Scola, Christoph Schönborn e Marc Ouellet.
In cinque discorsi radiofonici poco conosciuti – ripubblicati tempo fa dalla Ignatius Press nel volume “Faith and the Future” – il futuro Papa in quel complesso 1969 tracciava la propria visione sull’avvenire dell’uomo e della Chiesa.
È soprattutto l’ultima lezione, letta il giorno di Natale ai microfoni della “Hessian Rundfunk”, ad assumere i toni della profezia.

Ratzinger si diceva convinto che la Chiesa stesse vivendo un’epoca analoga a quella successiva all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese. “Siamo a un enorme punto di svolta – spiegava – nell’evoluzione del genere umano. Un momento rispetto al quale il passaggio dal Medioevo ai tempi moderni sembra quasi insignificante”.
Il professor Ratzinger paragonava l’era attuale con quella di Papa Pio VI, rapito dalle truppe della Repubblica francese e morto in prigionia nel 1799. La Chiesa si era trovata allora alle prese con una forza che intendeva estinguerla per sempre, aveva visto i propri beni confiscati e gli ordini religiosi dissolti.
Una condizione non molto diversa, spiegava, potrebbe attendere la Chiesa attuale, minata secondo Ratzinger dalla tentazione di ridurre i preti ad “assistenti sociali” e la propria opera a mera presenza politica.
“Dalla crisi odierna – affermava – emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di frequentare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali”.
Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede al centro dell’esperienza. “Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti”.
Quello che Ratzinger delineava era “un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata”. A quel punto molti uomini scopriranno di abitare un mondo di “indescrivibile solitudine” e avendo perso di vista Dio, “avvertiranno l’orrore della loro povertà”.
Allora, e solo allora, concludeva il futuro papa, vedranno “quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.

Ecco alcuni passi conclusivi delle dichiarazioni emesse dall’allora prof. Ratzinger:
“Io penso, anzi sono certo, che il futuro della Chiesa verrà da persone profondamente radicate nella pienezza pura della fede.
Non verrà da coloro che si “siedono” senza pensare al tempo che passa, o da quelli che criticano di continuo supponendo di essere pietre miliari infallibili, né da coloro che imboccano la strada più facile, che eludono l’impeto della fede, dichiarandola falsa e obsoleta, tirannica e legalistica, o evitando tutto ciò che esige, che ferisce e richiede sacrificio.
Per esporre in modo più positivo: il futuro della Chiesa, ancora una volta come sempre, verrà rimodellato dai santi, ovvero dagli uomini i cui Spiriti vanno al di là dei semplici slogan di rito, che hanno una visione più ampia degli altri, perché la loro vita incorpora una realtà più profonda.
C’è soltanto un modo per raggiungere il vero altruismo, quello che rende l’uomo libero: per mezzo della pazienza acquisita compiendo tutti i giorni dei piccoli gesti disinteressati. Con questa attitudine quotidiana di abnegazione e solo con essa ‒ che è necessaria all’uomo per rivelargli quanto è schiavo del suo piccolo ego ‒ gli occhi si aprono lentamente.
L’umano vede solo in funzione di ciò che ha vissuto e sofferto. Se ai nostri giorni non siamo ancora molto capaci di prendere coscienza di Dio, è perché troviamo più semplice evadere da noi stessi, sfuggire alle profondità del nostro essere attraverso il senso narcotico di questo o quel piacere.
Così le nostre profondità interiori ci rimangono precluse. Se è vero che un uomo può vedere solo col cuore, allora quanto siamo ciechi!

Che  rapporto  ha  tutto  questo  col  nostro  problema?  Ebbene,  ciò  significa  che  i grandi discorsi di coloro che avallano una Chiesa senza Dio e senza fede sono solo chiacchiere vuote.
Non sappiamo che farcene di una Chiesa che celebra il culto dell’azione nelle preghiere politiche. È del tutto superfluo. E quindi si distruggerà. Ciò che rimarrà sarà la Chiesa del Cristo, la Chiesa che crede in un Dio che si è fatto uomo e che ci promette la vita oltre la morte.
Un sacerdote che è soltanto un operatore sociale può essere sostituito dallo psicologo o da un altro specialista, ma il pastore che non lo è, che non sta in disparte a guardare il gioco e a distribuire consigli, ma si mette in nome di Dio a disposizione degli uomini accompagnandoli nei loro dolori, nelle gioie, nelle speranze e nelle paure, un prete di questo tipo sarà sicuramente necessario in futuro.
Al contrario del tempo precedente, la Chiesa sarà percepita come una comunità di persone volontarie, dove ci si integra solo per libera scelta. In quanto esigua società, sarà portata molto più spesso a far appello all’iniziativa dei suoi membri.
Scoprirà senza alcun dubbio nuove forme di ministero e ordinerà al sacerdozio cristiani adatti che eserciteranno anche qualche professione. In numerose piccole congregazioni o in gruppi autonomi, l’appoggio pastorale sarà gestito in tale maniera.
Parallelamente, il ministero sacerdotale a tempo pieno rimarrà indispensabile come prima. Tuttavia, nonostante i cambiamenti che si possono desumere, l’essenza della Chiesa, pur rinnovata, avrà ancora il suo perno imperituro, ciò che è sempre stato il suo punto d’ancoraggio: la fede in un Dio Uno e Trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, e nello Spirito Santo presente sino alla fine dei tempi. (Cfr. QUI).
Nella devozione e nella preghiera essa considererà di nuovo i Sacramenti come una lode a Dio e non come un campo di cavilli liturgici.
Avrà un cammino difficile, perché il periodo di aggiustamenti e di chiarificazione la renderà povera. La farà diventare una Chiesa dei piccoli; il processo sarà lungo e faticoso, perché dovranno essere eliminate la ristrettezza di vedute settaria e la caparbietà pomposa.
L’iter sarà particolarmente pesante, come lo è stata la via che ha condotto il falso progressismo all’alba della Rivoluzione francese, quando un vescovo poteva essere ben visto solo se metteva in discussione i dogmi o se insinuava che l’esistenza di Dio non era assolutamente certa. Si potrebbe predire che tutto questo richiederà tempo.
Ma  quando  le  prove  di  tale  periodo  risanatore  saranno  state  superate,  la nuova Chiesa più semplice e ricca spiritualmente ne uscirà grande e affermata. Gli uomini, evolvendosi in un mondo completamente pianificato, si ritroveranno estremamente soli.

Se perdono del tutto di vista Dio, percepiranno davvero l’orrore della propria povertà. Allora guarderanno il piccolo gregge di credenti con uno sguardo nuovo. Li vedranno come una speranza di qualcosa che è stata destinata anche a loro, una risposta che avevano sempre segretamente cercata.
Per me è certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Dovremo attenderci grandi sconvolgimenti. Ma sono anche certo di ciò che rimarrà alla fine: una Chiesa, non del culto politico perché questa è già morta, ma una Chiesa della fede. (Cfr. QUI, QUI).
È possibile che essa non abbia più il potere dominante avuto fino ad ora, ma vivrà un rinnovo e ridiventerà la dimora degli uomini, dove troveranno la vita e la speranza nella vita eterna.”

http://www.misteridelmondo.it/