Alimenti vegani: sono sempre la scelta più compatibile con l’ambiente?

Scritto da: Nicoletta
Fonte: https://www.soloecologia.it/10112019/alimenti-vegani-sono-sempre-la-scelta-piu-compatibile-con-lambiente/12934

La richiesta di prodotti vegani è in continuo aumento, perché una dieta priva di carne, pesce uova, latte e miele è considerata più sana e sopratutto più ecologica. Ma “vegano” è sempre sinonimo di “ecofriendly”?

Formaggio vegan, cotoletta vegetariana, hamburger senza carne: sugli scaffali dei supermercati le alternative alla carne e ad altri prodotti di origine animale vanno a ruba. Il numero dei nostri connazionali esclusivamente vegani non ancora è altissimo in rapporto alla popolazione, ma è in costante crescita e a essi si affiancano i clienti che non fanno completamente a meno della carne e non vogliono demonizzare altri alimenti di origine animale, ma semplicemente vogliono consumarne una minore quantità. Dei benefici della dieta vegana abbiamo parlato in questo articolo e ribadiamo che sicuramente dal punto di vista ecologico, tutto ciò che tra i nostri alimenti non proviene dalla zootecnica è sicuramente più rispettoso dell’ambiente. Uno studio dell’Università di Oxford ha dimostrato che la produzione di cibo nel mondo causa l’emissione di un quarto di tutti i gas serra, ma l’80% di questi hanno origine nei processi di allevamento. Adottare una dieta vegana è probabilmente la leva in assoluto più potente per ridurre la propria impronta ecologica, ben più che comprare un’auto elettrica o usare meno l’aereo.

Tuttavia, permetteteci di dire che l’etichetta “vegan” che ora si trova su molti alimenti (inclusi insospettabili prodotti come succo di mela, vino o cioccolato fondente) non è automaticamente garanzia di una dieta rispettosa dell’ambiente. Occorre porsi delle domande importanti, prima tra tutte: Da dove proviene la derrata e come viene realizzata? Occorre sempre verificare l’origine e gli ingredienti. C’è una bella differenza nel bilancio di produzione CO2 tra una fetta di carne biologica prodotta nella propria regione e in quello di una cotoletta vegan prodotta all’estero (se non addirittura) oltreoceano, magari con soia proveniente da una monocoltura OGM, tenuta insieme da sofisticati additivi chimici, e trasportata su gomma o in aereo in Italia, oppure infarcita di conservanti e trasportata via mare! Certo, stiamo esagerando poiché esistono molte ottime vie di mezzo – ma lo facciamo esclusivamente per chiarire il punto che ci interessa sottolineare… A ben guardare, se mangiamo la carne di un’azienda agricola ubicata non lontano dal luogo di acquisto, che alleva le mucche al pascolo, nutrendole di erba proveniente da aree inutilizzabili per l’agricoltura e contribuendo così alla conservazione dell’ecosistema dei pascoli – allora anche i gas dannosi per il clima prodotti da questi animali durante la digestione rimangono in equilibrio in un ciclo naturale.

Le raccomandazioni del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) sono di consumare molta meno carne, ma anche di non rinunciare completamente ai prodotti animali, bensì di tornare al principio della carne di ottima qualità (magari venduta a un giusto prezzo) e mangiata non tutti i giorni, ma solo in giorni “speciali”, ad esempio la domenica o due volte la settimana. A questa raccomandazione va aggiunta quella di prediligere le derrate conservate nella minore quantità di imballaggi possibile (specie se si tratta di plastica). E poi la regola sempre valida di evitare in ogni modo lo spreco del cibo, visto che secondo le stime il 30% di quello prodotto nel mondo finisce tra i rifiuti.

FIGLI E FIGLIASTRI: PER LA UE GLI AIUTI DI STATO SONO AMMESSI … SE TEDESCHI!

Fonte: https://scenarieconomici.it/figli-e-figliastri-per-la-ue-gli-aiuti-di-stato-sono-ammessi-se-tedeschi/

Che bella l’Unione Europea, dove tutti i paesi sono uguali e con gli stessi diritti… oppure no? Secondo quanto riportato dal FAZ la Commissione Europea si appresta ad approvare la ricapitalizzazione delle banca tedesca Nord LB effettuata con fondi pubblici per 3,6 miliardi. L’analisi di questa decisione ha impiegato ben 9 mesi dato che l’operazione è stata svolta quasi un anno fa, ma alla fine l’esamina termina con un ok su tutta la linea.

La crisi inizia della Nord LB diventa non più affrontabile con mezzi ordinari a fine 2018 quando il peso degli NPL, dei crediti inesigibili, diventa tale da portare a 2 miliardi di perdite, dando un potente colpo alla capitalizzazione della banca. A giugno 2019 siamo in una situazion in cui,  potenzialmente, la banca dovrebbe essere chiusa perchè non rispetta i coefficienti minimi di capitalizzazione CET1, del 10,57%. La  Banca però non chiude perchè i land della Bassa Sassonia e della Sassonia-Anhalt , insieme ad altre casse di risparmio della Germania del Nord, avevano già concordato un’operazione di rifinanziamento per 3,6 miliardi. Ora questa operazione viene approvata dalla Commissione e può passare alla fase finale, cioè l’approvazione dei parlamenti dei land e l’esecuzione dell’iniezione di capitali.

La Commissione della concorrenza di Bruxelles può approvare i contributi in conto capitale di enti del settore pubblico solo se si giunge alla conclusione che un investitore privato avrebbe fornito tale capitale alle condizioni concordate. Questa affermazione è risibile, francamente, per la Nord LB sia perchè la banca era già decotta da tempo,  sia perchè due investitori privati Centerbridge e Cerberus avevano presentato due offerte per Nord LB, ma a condizioni ben diverse e che erano stati respinti dagli attuali proprietari pubblici. Proprio perchè la condizioni attuali sono diverse da quelle offerte dal mercato, in teoria, non sarebbe stata autorizzabile, ma.. è la Germania, volete che la Commissione dica di no? Non scherziamo. 

Di questa decisione saranno molto soddisfatti sia gli ex Azionisti e creditori  delle Banche dell’Italia centrale  (Etruria, Marche, Carife etc) e delle due venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che videro invece i propri istituti ammazzati per rispettare le regole della concorrenza. Potrebbe rendere più contenti invece i lavoratori dell’ILVA perchè, ora, ci sono più possibilità di autorizzazione per un diretto intervento statale.