Gheddafi vuole l’acqua dei Reatini: no ai progetti libici su Antrodoco

Scritto da: Paolo Brogi

Legambiente denuncia: nel borgo il colonnello investirebbe milioni di euro, ma mira al suo oro blu
Nel paese adottato da Gheddafi: hotel, calcio e beauty farm (19 giu ’10)

I salti del Velino ad Antrodoco (dal sito Picchioverdeviaggi)
ROMA – Giù le mani dei libici da Antrodoco. Proprio mentre nella capitale italiana si diffonde la notizia che ci sarebbe anche un fondo libico fra i possibili acquirenti della A.s. Roma, Legambiente lancia l’allarme su un affare che di sportivo ha ben poco.
Secondo l’associazione il colonnello Gheddafi avrebe progetti nascosti – e non confessabili – per il piccolo borgo laziale di Antrodoco, che nell’estate del G8 aquilano aveva fatto notizia per una improvvisa visita del colonnello.

La scritta DUX tagliata nei boschi sopra Antrodoco (foto Reuters)
L’ORO BLU – Gheddafi – che in seguito aveva spedito nel borgo Reatino ai piedi del Monte Giano l’ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur, accompagnato da Muri El Mishari, generale dell’esercito a capo del cerimoniale – sotiene di aver adottato il paesino per simpatia, ma in realtà sarebbe interessato a divenire comproprietario dell’acqua che scaturisce dalle fonti della zona.
I progetti sull’oro blu del leader libico, ben visti dagli amministratori locali, starebbero per concretizzarsi. All’orizzonte del piccolo comune, 2800 abitanti, un albergo di lusso con beauty farm e uno stabilimento per imbottigliare l’acqua minerale.

Gheddafi con gli abitanti di Antrodoco
LE FONTI DELLA CAPITALE – Il retroscena era stato già raccontato dal Corriere della Sera nel giugno scorso: Gheddafi ha scoperto il piccolo centro, sovrastato peraltro dalla scritta Dux (realizzata con gli alberi piantati nel ’39 dagli allievi del corpo forestale), mentre si recava al G8 dell’Aquila seguendo un percorso alternativo all’autostrada. Ma qualcuno sospetta la «scoperta» non sia stata casuale.
«A poca distanza da Antrodoco – ricorda Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – ci sono le sorgenti del Peschiera, che forniscono acqua potabile di altissima qualità alla stragrande maggioranza dei romani. Non vorremmo che l’operazione del colonnello Gheddafi ad Antrodoco prefigurasse un primo passo per una più ampia “conquista” delle riserve idriche appenniniche».

PROGETTI E DUBBI – Sul progetto di sfruttamento delle acque di Antrodoco, nel quale il leader libico investirebbe 15 o 16 milioni di euro, Legambiente chiede sia fatta chiarezza: «L’acqua è un bene comune, pubblico e universale, come hanno appena ribadito quei milioni di cittadini italiani che hanno firmato per il referendum contro ogni ipotesi di sua privatizzazione – scrive Parlati -. Per questo siamo molto preoccupati dalle oscure operazioni che sembrano ruotare attorno alle preziose riserve idriche sotterranee dei Monti Reatini e in particolare dalle voci di ingenti investimenti del “regime autoritario” libico nel Comune di Antrodoco».
Legambiente si domanda poi «quale possa essere l’interesse pubblico tale da giustificare un’operazione del genere senza alcuna gara per la scelta del partner, con l’ipotesi di cessioni di importanti beni in comodato gratuito o attraverso la costituzione di un’apposita società mista».

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_settembre_11/gheddafi-vuole-acqua-antrodoco-1703743477672.shtml