Giappone: i giovani chiedono di non dimenticare

Fonte: http://www.buonenotizie.it/misc/2011/09/24/giappone-i-giovani-chiedono-di-non-dimenticare/

Yuya Numata, studente universitario giapponese del quarto anno di Giurisprudenza a Keio, è fortemente impegnato nella ricostruzione di Iwaki, sua città natale – parzialmente distrutta dal terremoto e dal conseguente tsunami dell’11 marzo scorso. Iwaki, con i suoi 330.000 abitanti, è la più grande città della prefettura di Fukushima ed è famosa per le acque termali, per lo stabilimento termale outdoor più grande del mondo e per i rinomati prodotti ortofrutticoli. Già dal mese di aprile, Yuya Numata e l’amico Toshiyasu Watanabe – anche lui studente universitario, al quarto anno di Scienze economiche all’Università di Hitotsubashi – hanno iniziato a cercare altri studenti originari di Iwaki disposti a formare un gruppo che promuovesse attivamente la ricostruzione della città.

Mossi dal desiderio di fare qualcosa di concreto e positivo, hanno quindi fondato il gruppo studentesco “Little Iwaki” (il cui nome formale completo è in realtà “Little Iwaki, movimento nato dai festival universitari, progetto studentesco che ha lo scopo di promuovere la ricostruzione di Iwaki”). Oggi, però, il movimento è conosciuto semplicemente come “Little Iwaki”, molto più facile da memorizzare.

Partendo dal presupposto che la città non è famosa solo per le terme, ma anche per i prodotti ortofrutticoli da sempre molto apprezzati dai Giapponesi, già in primavera i ragazzi di “Little Iwaki” hanno sperimentato l’apertura di punti vendita di prodotti freschi provenienti da Iwaki, ubicati in zone molto frequentate di Tokyo. L’esperimento è riuscito e la vendita di fragole, pomodori, patate e carote “made in Iwaki” è stata un successo.

Il progetto ha due obiettivi principali: uno a breve e uno a lungo termine. L’obiettivo a breve termine è quello di convincere i giapponesi a continuare ad acquistare e consumare i prodotti dell’area di Iwaki, per contribuire alla ripresa dell’economia della città (che dopo la catastrofe umanitaria si era fermata) e perché sicuri dal punto di vista alimentare. Il livello di radiazioni, infatti, che nel primo mese dopo la tragedia aveva raggiunto cifre record, già da metà aprile è rientrato – ed è tutt’ora – nella normalità, con valori intorno a 0,11 microsievert all’ora secondo i dati ufficiali (in ogni caso, al di sotto di 0,22 microsievert all’ora secondo quelle ufficiose).

Poiché in Giappone è tradizione che in autunno si svolgano numerosi festival universitari, “Little Iwaki” sta organizzando l’apertura di punti vendita presso i vari festival che si terranno a Tokyo, dove saranno venduti sia gli stessi prodotti agricoli, sia piatti pronti a base di frutta e verdura. Stavolta il progetto avrà il sostegno della Città di Iwaki, dell’Assessorato all’agricoltura e dell’Associazione giapponese delle cooperative agricole: quest’ultima si occuperà della spedizione di prodotti freschi da Iwaki a Tokyo.

Ma l’idea di mettere in vendita i questi prodotti ha un secondo obiettivo a lungo termine, decisamente più importante: per questi ragazzi è fondamentale che il mondo non dimentichi la catastrofe umanitaria e l’emergenza nucleare ancora in atto e che la tragedia di Iwaki e dell’intero Giappone non cada nell’oblio col passare del tempo. “Little Iwaki”, attraverso le sue iniziative, chiede a gran voce che la catastrofe non venga dimenticata, né dalla gente, né dai mass media locali e internazionali. Yuya, Toshiyasu e i loro amici chiedono che l’attenzione continui a restare alta, “affinché ciò che è successo e sta succedendo a Iwaki – e in tutto il Giappone – non cada nell’oblio col passare del tempo e rimanga indelebile nella memoria collettiva non solo del Giappone, ma del mondo intero”.

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