Cina “fuzao”, l’instabilità della crescita

Scritto da: Gabriele Battaglia
Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/30886/Cina+%93fuzao%94%2C+l%27instabilit%E0+della+crescita

Cronaca dal Dragone fluttuante dove il benessere non è ancora per tutti e al tempo stesso non basta più.

“La parola che meglio descrive la Cina attuale è fuzao – dice Xiao X – . C’è un aspetto fluttuante, chi è fuzao non è stabile, si agita ma è insicuro. Le ventenni che vanno con i 45-50enni come novelle concubine per soldi sono fuzao. D’accordo, è sempre successo, ma ora è senza vergogna: c’è una componente di shurun – vanità – che va perfettamente d’accordo con fuzao. Fuzao sono quelli di Shanghai che parlano solo di soldi. Per questo c’è bisogno ancora del Partito unico, per questo non siamo pronti.”
Fuzao
(浮躁) è tradotto dal dizionario come “impulsivo”, “impetuoso”, “non affidabile”. Il primo carattere, fu, significa appunto fluttuante, ma anche superficiale, vuoto.
In definitiva, chi è fuzao non è gioiosamente ruspante, bensì sempre sul punto di crollare, dare di matto o rifilarti una fregatura. Xiao X, una donna istruita, cosmopolita, giramondo, è nata nel 1977, un anno dopo la morte del Grande Timoniere. È la biografia vivente della Cina post-maoista. Ha visto la luce nel porto di Qingdao, ricorda l’ingresso in casa del primo frigorifero ed è oggi profondamente convinta che possedere un’automobile sia un diritto individuale. Figlia di un agente di import-export con il Giappone (la fortuna di vivere in un porto) accusa Mao di avere “chiuso” la Cina, dopo le buone premesse della rivoluzione del 1911, quella di Sun Yat-sen.
Non solo: “È colpa sua se sono figlia unica, perché ha spinto le donne a fare tanti figli dopo il 1949, così i suoi eredi sono stati costretti ad applicare la politica di contenimento delle nascite”. Potrebbe essere definita “ceto medio“, secondo i nostri canoni, e rappresenta quella componente di società a cui la politica delle riforme di mercato – con cui il Partito ha evitato che la Cina finisse come l’Urss e al contempo si è mantenuto saldamente in sella – non basta più.

Per lei, gli alti burocrati sono sinonimo di corruzione: “È giusto arricchirsi, l’ambizione è una cosa buona, ma non rubando”.
Tuttavia non crede alla democrazia occidentale o all’American way: “Come cinese mi sento ferita dall’Occidente, forse ci vedete ancora come gli immigrati che sono sbarcati negli Stati Uniti all’inizio del Novecento. Pensate che siamo ignoranti, ma abbiamo cinquemila anni di storia.”
Per lei, prima o poi si troverà una soluzione alla cinese per cambiare questo Paese. Non sa quale, ma ci sarà. Vorrebbe votare, ma trema al solo pensiero che i siano libere elezioni tra più contendenti: “Sarebbe il caos, e gli americani non aspettano altro.”

Single a 34 anni, è un’anomalia per la Cina. Un’anomalia che rivendica: “Esco con i colleghi e mi chiedono come stanno i miei figli. Quando scoprono che non ne ho, guardano altrove imbarazzati. Per loro sono una shengnu, una donna abbandonata, di scarto. Io vorrei avere figli, ma non rinuncio ai miei progetti. Quando scopro che un uomo mi vuole chiusa in casa, lo mollo”.
Se fosse in Europa, valuterebbe l’ipotesi di fare un figlio da sola: “Ma qui non è possibile, ci sarebbero troppe pressioni sul bambino. Meglio sposarsi, fare un figlio e poi divorziare, questo succede sempre più spesso. Le donne abbandonate e i loro figli sono socialmente accettabili, quelle sole per scelta, no”.

“Vorrei andare in Canada o in Australia, poi tornare a Qingdao da vecchia ed essere sepolta lì. Vorrei i cieli azzurri e l’aria pulita, però vorrei anche fare qualcosa per la Cina, non vedi come sono brutte le case e tutto è grigio?” Fuori dalla sala da tè scorre la Anli lu, arteria che fa parte della “spina dorsale del drago“, la direttrice che dal centro di Pechino va su dritta a nord verso il nuovo quartiere olimpico. Da qualche parte dovrebbe esserci un enorme parco, ma nella notte fuligginosa non si vede dove. “Questa è una zona dove tutti vorrebbero abitare, la case costano più che in centro”.

A settembre, per la prima volta da anni, i prezzi degli alloggi sono calati di uno zero virgola qualcosa. Potere del partito unico e delle sue prerogative di controllare l’economia: di evitare il caos che vorrebbero “gli americani”. Tuttavia, l’ottimismo diffuso degli anni scorsi non si respira più. Si percepisce invece molto fuzao, gente che corre senza sapere bene perché. Colpa dei contrasti sempre più stridenti. A differenza dell’Occidente, dove c’è chi sale e chi decisamente scende, qui salgono tutti, ma c’è chi lo fa troppo in fretta e sbatte in faccia la propria ricchezza esagerata a chi ancora vende frutta su un carretto trainato da un mulo, all’angolo di un vialone sporco, grigio e intasato. E allora è colpa della “corruzione“, parola passe-partout che rivela i sentimenti diffusi verso chi si è arricchito gestendo la cosa pubblica.
Nello showroom Porsche al centro di Sanlitun – il ghetto per stranieri dove spacciatori africani fanno inspiegabilmente i loro traffici sotto gli occhi di tutti – il suv Cayenne è in bella mostra. C’è la lista d’attesa per acquistarlo. Sulla Jianguomen, Ferrari e Lamborghini sono parcheggiate di fronte a un palazzo uffici, quasi in esposizione.

Sono i soldi, i soldi che muovono questa Cina fuzao, dove la stratificazione sociale ha raggiunto livelli record e dove la promessa di crescita quantitativa deve essere accompagnata da nuove promesse, più qualitative. Dare risposte a Xiao X continuando a darne a chi siede sul carretto e si aspetta la sua fetta di torta. Come dire, a due specie diverse.

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