Nicolas le balloté, ovvero l’intelligenza della storia. La umiliazione di Sarkozy riapre tutti i giochi .

Scritto da : Antonio De Martini
Fonte : http://corrieredellacollera.com/

La partita non è ancora chiusa, ma la lezione inflitta dai francesi al presidente uscente, produrrà ugualmente i suoi effetti chiunque sia il vincitore. Un popolo appartenente all’unione europea è finalmente stato interpellato direttamente – non con sondaggi – ed ha bocciato le scelte politiche che hanno caratterizzato l’ultimo tormentato periodo del vecchio continente: le scelte bellicose e gli impegni militari a rimorchio degli Stati Uniti nel mondo, il ruolo di ” brillante secondo” a rimorchio della Germania in Europa e la politica di colonialismo finanziario nei confronti dei partners europei meno avvertiti.
Gli Europei vogliono quel che questo blog predica da due anni: concentrarsi sul benessere dei cittadini e sulla la lotta alla disoccupazione all’interno, evitare l’uso delle armi verso i paesi mediterranei che sono ormai parte di noi.

Mario Monti, consulente ufficiale della prima ora di Sarkozy, non può non rendersi conto che la campana sta suonando anche per lui, come per la badessa dell’UE Angela Merkel.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte a casi patologici di insicurezza personale che hanno preteso – come Berlusconi – di occupare entrambe le cariche apicali di governo e di partito, nella convinzione che , l’intera Europa avrebbe creduto al loro stesso autoinganno.

Altri europei vorranno certamente far sentire la loro voce – speriamo anche l’Italia- e far conoscere la loro volontà di non continuare a subire passivamente delle politiche monetarie deflazionistiche vantaggiose unicamente per un pugno di cinici speculatori incapaci di cogliere la realtà e preoccupati solo della propria immagine.
Anche in Italia, il direttore generale della Banca d’Italia Saccomanni, ha dato segni di squilibrio mentale affermando che le banche italiane sono disponibili a finanziare la crescita, ma non le ristrutturazioni che invece le imprese chiedono, giungendo a dire che ” non è vero che i banchieri sono malvagi” .
Le imprese devono ristrutturarsi perché sono loro che hanno assorbito il costo sociale che il governo ha saputo interpretare solo in termini di elemosine agli amici.
Vero non sono persone malvagie, sono avulsi dalla realtà e in pieno delirio .
Anche Hitler era un ecologo vegetariano e trattava amorevolmente il suo cane.
Le conseguenze?

Assistiamo a tre paradossi: la Francia assumerà il ruolo guida in Europa cui Sarkozy confusamente aspirava, ma per la politica economica e militare opposte a quella che voleva il presidente uscente.
Il secondo paradosso sarà che riducendo la stretta collaborazione militare NATO con l’America, ed acquisendo una politica economica e monetaria più simile a quella degli USA, i legami transatlantici diverranno più stretti, capillari e sinceri.
In tutta Europa, le ” direttive dell’ Unione Europea ” diventeranno meno cogenti e si terranno più in conto gli interessi nazionali, invece che quelli di alcuni burocrati senza patria, come li definì De Gaulle. La sconfitta del candidato dell’ UMP “gollista” , produrrà il trionfo delle idee di De Gaulle.

Da noi, Pier Ferdinando Casini ha deciso di cavalcare la tigre con un tempismo che ricorda quello di Occhetto alla caduta del muro di Berlino e Passera annunzia che ha trovato, nelle nostre tasche cento miliardi per la crescita.
Non è detto , per entrambi, che saranno loro a sfruttare la situazione, così come non fu Occhetto a mantenere la leadership.

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