Autostima è non dover sempre vincere

Fonte: http://www.riza.it/psicologia/tu/3281/autostima-e-non-dover-sempre-vincere.html

L’approvazione degli altri come misura del proprio valore è una trappola, non basta mai e ci condanna all’infelicità: occorre trovare l’autostima dentro di Sè.

L’autostima non dipende mai dagli altri

“Ce la devo fare a tutti i costi, perché così finalmente dimostrerò a tutti il mio valore”. È questa la frase che forse meglio riassume uno degli schemi più rovinosi che possiamo attuare con noi stessi: raggiungere un risultato, così da poter far vedere a tutti il proprio valore e, di conseguenza, sentirsi finalmente a posto o in pace. Una spinta che non concede tregua: dimostrare è una necessità che non si può non mettere in atto. Per servire questa tirannica richiesta interiore l’interessato può anche trascurare la propria autenticità, la salute, i valori e le persone care. Oppure, pur facendo ciò che gli piace, è costretto a farlo come una prestazione e non come un piacere.

Un bisogno di trofei che nutre senza saziare

In psicoterapia giungono tanti uomini e donne che, al di là delle problematiche specifiche, sono logorate dal dover dimostrare il proprio valore. Per capire perché occorre focalizzarci sulla parola trofeo, quella che esprime al meglio il senso profondo della conquista di un risultato e del suo riconoscimento dagli altri. Trofeo deriva dal greco e significa nutrimento. Ciò suggerisce che, a un livello profondo della psiche, l’ottenimento di un risultato costituisce un prezioso nutrimento per chi lo ottiene. Chi vive per dimostrare dunque sta, senza saperlo, cercando di nutrirsi, di darsi vita. Poiché un “pasto” solo non basta che per poco tempo, saranno necessari continui trofei da raggiungere per placare la fame e mantenersi interiormente vivi in qualsiasi ambito: sociale, professionale, economico, estetico, culturale, creativo…

Un’ansia primordiale che danneggia l’autostima

Che cosa offre questo tipo di nutrimento? È semplice: si tratta di una sostanza che placa l’ansia del non essere amati e accettati e quindi, per certi aspetti, del non esistere abbastanza, del non bastare. Un’ansia primordiale, di cui spesso non si è consapevoli: l’ottenimento del risultato fa credere di aver raggiunto forza e autonomia – e che, per tale motivo, viene “risolta” in questo modo che, a tutti gli effetti, è una nevrosi.

Capire non è la strada

Uscirne però è possibile, anche quando è molto radicata in noi. Il primo passo è quello di accorgersi che, continuando così, la nostra vita sarà spesa a dimostrare qualcosa di cui, tutto sommato, non importa niente a nessuno e forse nemmeno a noi stessi. Chi ci vuole veramente bene non ha bisogno delle medaglie che tanto ci affanniamo a ottenere: ci prende così come siamo.

Attenzione però: capire razionalmente che vivere per dimostrare non ha senso è facile, ma prenderne veramente atto in profondità richiede una costante osservazione di sé, perché la tentazione narcisistica di “esibirsi” e di trovare qualcuno che ci approvi è spesso dietro l’angolo, così come anche la paura indefinita ma potente, di essere inadeguati. Per aiutarci, è fondamentale andare alla ricerca, nei modi che ognuno sente più congeniali, di un modo diverso di vivere se stessi, meno giudicante e più amorevole. Solo così le felicità potranno essere frequenti e piene, e non piccole tregue tra una faticaccia e l’altra.

Così fai crescere la fiducia in te stesso

Accogli il senso di vuoto

Se vivi per l’applauso, se il riconoscimento è il solo nutrimento, ti può sembrare che evitarlo coincida con una sorta di digiuno. Ma è proprio per riempire quel vuoto che continui a darti da fare inutilmente. Prova allora, invece di fuggirlo, ad accoglierlo. Cosa senti? Quali sensazioni si affacciano in te? Ansia, paura…? Lascia che arrivino: possono sembrare brutte, ma se fai loro posto in te scoprirai che proprio il “digiuno” può trasformarti. Perché da lì nascerà la capacità di nutrirti anche altri “cibi”, di nuovi modi di essere.

Gli obiettivi non sono totem

Staccarsi dal bisogno di dimostrare non significa rinunciare a perseguire risultati, se questi coincidono con ciò che veramente vuoi o senti, ma modificare il modo di vivere tale raggiungimento. Quel semplice obiettivo non deve diventare il totem che opprime la tua vita.

Trova stimoli nelle nuove amicizie

Fondamentale, per chi è abituato a misurarsi in base al giudizio altrui, è lo sviluppo di nuove amicizie e di contesti che “parlino” un linguaggio diverso da quello delle persone di cui si è circondati. Un linguaggio fatto di assenza di competizione, di maggiore schiettezza e di una umanità più comprensiva. Cambiare l’esterno aiuta il cambiamento interiore.

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