Cina: diplomati, laureati, e disoccupati

Scritto da: debora Billi
Fonte: http://crisis.blogosfere.it/2013/01/cina-diplomati-laureati-e-disoccupati.html

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I laureati cinesi schifano il lavoro in fabbrica. Che, nel frattempo, è diventato quasi appetibile per i laureati italiani…

Curioso il fenomeno che si va verificando in Cina. Ricorda un po’ quello che accadde in Italia intorno agli anni ’70, seppur con l’accelerazione tipica dei nostri tempi.

I giovani cinesi, a milioni, si stanno diplomando e laureando nelle Università. E’ finita l’epoca del contadino cinese che zappa in qualche sperduta campagna… ma sembra anche finita l’epoca del contadino che corre in città pensando di trovare il paradiso in qualche fabbrica del mercato globale. I ragazzi cinesi, in fabbrica, non vogliono andarci più.

Non considero e non considererò mai l’ipotesi di andare a fare l’operaio, perché dovrei star lì seduto ore ed ore a compiere un lavoro ripetitivo? Così afferma uno dei tanti diplomati, al New York Times. Il risultato è che le industrie non riescono più a trovare lavoratori da impiegare alla catena di montaggio dei gadget, del tessile, della meccanica malgrado l’aumento dei salari e appetibili benefit, e i milioni di diplomati e laureati si ritrovano a spasso, senza lavoro perché i posti da “colletti bianchi” in Cina si contano ancora sulla punta delle dita.

Ingegneri, scienziati, le università ne sfornano a pacchi. Tutti si aspettano un lavoro e soprattutto uno stipendio adeguato ai loro studi, e non lo trovano. Un cul de sac.

Comunque, qualora qualche laureato qui stia meditando di andarsene in Cina ad accettare il lavoro in fabbrica che i cinesi schifano, sappiate che non è più così male: gli stipendi sono arrivati a 400 dollari al mese (più di uno stage in Italia), niente più dormitori ma appartamentini da due persone gratuiti (risolto il problema della convivenza con la fidanzata), e c’è anche un bonus in più per ogni mese che rimanete al lavoro.

Insomma: mentre i giovani cinesi si illudono di poter fare tutti in massa gli ingegneri, forse è il caso di andare a lavorare in Cina prima che l’Europa ci cinesizzi definitivamente. Anche perché qui, sicuramente, faranno di peggio.

Foto – Flickr

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