Il cambio del clima contribuì alla caduta dell’Impero Romano

scritto da :Lino Bottaro
Fonte: Stampa Libera 

 Studio su Science:C’è una relazione tra gli schemi climatici e gli eventi storici
All’aumento della variabilità corrispondono le turbolenze che portarono alla fine di Roma

MILANO – Il cambiamento climatico potrebbe essere stato fra le cause della caduta dell’Impero Romano. Queste le conclusioni di uno studio, condotto dai ricercatori dello “Swiss Federal Research Institute for Forest, Snow e Landscape”, che hanno ricostruito la storia dei cambiamenti climatici nelle estati europee degli ultimi 2.500 anni. Analizzando gli anelli di crescita di 9mila manufatti e campioni d’albero semi-fossilizzati, viventi in Germania, Francia, Italia ed Austria, gli scienziati hanno così scoperto che gli schemi climatici potevano essere collegati ad eventi storici dalle conseguenze devastanti. Si è visto, infatti, che i periodi caldi e umidi (indicati dagli anelli di crescita più ampi) erano coincisi con un’epoca di prosperità, mentre, per contro, un clima secco o comunque mutevole (cerchi più stretti) si era accompagnato a sconvolgimenti politici, come la caduta dell’Impero Romano e la Guerra dei Trent’Anni.

«Guardando agli ultimi 2.500 anni, ci sono svariati esempi di come il cambiamento climatico abbia influenzato la storia dell’umanità – ha spiegato Ulf Buntgen, co-autore della ricerca, al sito della rivista “Science”, ripreso dal “Daily Telegraph” –. Non a caso, i periodi caldi e umidi hanno caratterizzato la prosperità dell’epoca romana e medievale, mentre un aumento della variabilità climatica dall’AD 250 al 600 ha coinciso con la fine dell’Impero Romano d’occidente e con le turbolenze dell’epoca delle migrazioni. Basti pensare alla siccità del terzo secolo che si accompagnò, in parallelo, alla crisi dell’Impero Romano d’occidente, segnato dalle invasioni barbariche, dai disordini politici e dalle ripercussioni economiche in diverse province della Gallia». Secondo l’esperto, i risultati raggiunti dallo studio potrebbero aiutare a costruire futuri modelli climatici e servire da monito sull’incidenza che possono avere le variazioni del clima nella società. «Siamo molto interessati a capire le civiltà del passato e a rendere le nostre ricerche più corpose – ha concluso Buntgen – e c’è anche un ampio spazio di miglioramento, per ottenere dati qualitativamente superiori e su una scala temporale più ampia».