MONIMENTUM LA TOMBA REGOLINI-GALASSI A CERVETERI

Scritto da: Grazia Presti
Fonte: Gruppo archeologico C.R.T.  

Nel 1836 due appassionati di etruscologia, dilettanti, l’arciprete di Cerveteri Alessandro Regolini ed il generale Galassi, ottenuta la concessione di scavo dal Camerlengato dello Stato Pontificio, rinvennero un tumulo con cinque tombe a camera del VI secolo a.C., purtroppo già saccheggiate. Tuttavia un sondaggio eseguito al centro del monumento rivelò una tomba molto più antica (metà VII sec. a.C.) ed ancora inviolata. Infatti il tumulo che la conteneva era stato racchiuso, nel corso del VI sec.a.C., dal tamburo di un secondo tumulo più grande (48 metri di diametro) intorno al quale erano state ricavate delle tombe che erano state inevitabilmente saccheggiate, ma avevano preservato, in tal modo, quella più interna di cui non si supponeva l’esistenza.
Questa era stata per la metà inferiore scavata nel tufo e per la metà superiore costruita con blocchi squadrati disposti in aggetto, in modo da formare una falsa volta di forma ogivale (c. d. “Tomba a volta costruita”). Il sepolcro, dopo un breve “dromos”, è formato da due ambienti lunghi e stretti, il primo denominato “anticamera”, dotato di due cellette quasi circolari ai suoi lati ricavate nella roccia, ed il secondo “cella”. Vi rinvennero tre deposizioni: due ad inumazione nell’anticamera e nella cella ed una ad incinerazione nella nicchia di destra. Al corredo del defunto sepolto nell’anticamera appartenevano un letto bronzeo posto sopra un carrello a quattro ruote in legno e bronzo, un brucia profumi bronzeo su ruote, lebeti in bronzo e scudi in lamina bronzea lavorati a sbalzo, mentre nella celletta di sinistra vi erano una biga smontata, vasellame in oro ed argento ed un calamaio-alfabetario in bucchero, tutti oggetti di grande prestigio sociale. Nella “cella” doveva essere deposta un’aristocratica di alto lignaggio a giudicare dai moltissimi gioielli in oro di superba fattura del suo corredo che comprendevano collane, anelli, catenelle, fibule, pendagli ed autentici capolavori come la fibula aurea ad arco di 30 cm. di altezza con leoni raffigurati sul disco, staffe decorate a granulazione ed anatrelle lavorate a sbalzo sul corpo ed un grande pettorale in lamina con figure reali e fantastiche. Era presente anche un trono bronzeo con poggiapiedi. Tutti questi materiali restaurati e ricostruiti, purtroppo in modo un po’ arbitrario, formarono il nucleo del Museo Gregoriano Etrusco, inaugurato nel 1837, dove si possono tuttora ammirare.