Grazia Deledda a Hong Kong

Scritto da: Ciriaco Offeddu
Fonte: http://piras-sassari.blogautore.repubblica.it/2013/12/07/grazia-deledda-a-hong-kong/

 

grazia-deledda«La City University di Hong Kong ha messo in calendario una settimana di visite e studi in Sardegna per approfondire le opere di Grazia Deledda e conoscere una terra, la Barbagia, così antica e segreta». A dare la notizia ci ha pensato Angelo Paratico, scrittore italiano dal 1983 nella città della Repubblica popolare cinese. Paratico ha mandato un post al blog La nostra storia di Dino Messina (sul sito del Corriere della Sera) e Messina ha giustamente pubblicato. Scrive Paratico:

 

Tutto nasce dal Master in Creative Writing, Department of English. Uno dei laureati del 2013 è Ciriaco Offeddu, ingegnere, manager e consulente con esperienza ventennale in Asia, nato a Nuoro. Offeddu, durante i suoi studi, presenta la sua illustre concittadina Grazia Deledda. Il premio Nobel riveste in ambito accademico un’importanza straordinaria: da ciò un grande interesse presso la facoltà di Hong Kong, anche perché la scrittrice sarda non è molto conosciuta e promossa.

 

Ebbene: ho rintracciato Offeddu nell’ex colonia inglese (via mail, naturalmente!). E Offeddu (figlio di Nannino), gentilissimo, ha accettato di rispondere a una domanda:

Perché Hong Kong guarda con attenzione a Grazia Deledda?

La cultura a Hong Kong è una cosa molto seria e il riferimento culturale e artistico italiano sempre forte anche se non così presente. In letteratura i giovani cinesi imparano a discutere Seneca e adorano Calvino. Sono affamati di letture, novità e manifestazioni che riguardino l’Italia. E’ sorprendente osservare il pubblico che assiste alle opere di Verdi, ai vecchi film in bianco e nero di De Sica (il neorealismo è studiato e venerato, le pellicole sono seguite in lingua italiana, con sottotitoli in Inglese e Cinese), sino alle presentazioni letterarie sui missionari italiani in Cina dal 1500 in poi. La maggior parte dei presenti è inevitabilmente composta da cinesi, attenti, rapiti, poi da appassionati di ogni parte del mondo. Gli italiani sono stretta minoranza.

Il Dipartimento di Inglese della City University di Hong Kong è una delle facoltà migliori al mondo per la letteratura e quanto qui è chiamato “Creative Writing,” ovvero l’arte di scrivere. I professori sono internazionali, ovviamente scrittori titolati e anche famosi – io stesso ho avuto lezioni e i miei scritti sono stati commentati da uno dei vincitori del premio Pulitzer. Pur rispettando una predominanza cinese, anche gli studenti provengono ormai da ventun paesi diversi, creando un ambiente culturale variegato e veramente aperto e prolifico. Bisognerebbe andare in facoltà il sabato o la domenica per scoprire quante aule e librerie siano occupate da gruppi di studio, lezioni aggiuntive, proiezioni. Come dicevo, la cultura è una cosa seria – e, se seguita seriamente, diventa anche una fonte di ricchezza e di business.

In questo mondo, il premio Nobel per la letteratura riveste un’importanza a dir poco straordinaria. Si è molto attenti alle varie correnti letterarie, al declino di alcune scuole e all’emergere di nuovi paesi e voci, agli scrittori ‘etnici’, a tutto quanto rappresenti vera letteratura e non opera di consumo. Su tutto, il Nobel incombe come sommo risultato e riconoscimento. Penso che Hong Kong sarebbe disposta a pagare miliardi per avere un proprio scrittore insignito di tale premio, o almeno nella “short list” dei candidati. Con la capacità di valorizzazione che contraddistingue questa regione, l’investimento si ripagherebbe in pochissimo tempo.

Bene, scoprire che Nuoro, dove sono nato, è la patria di un Nobel è stata intanto una grandissima sorpresa per l’università di Hong Kong. L’Italia non valorizza i propri patrimoni culturali, questa è la verità che si coglie soprattutto all’esterno come impietoso confronto. Grazia Deledda è purtroppo una sconosciuta (ma anche Pirandello, Quasimodo, Montale, ecc.) mentre persino scrittori inglesi o americani di seconda levatura sono lanciati, letti e commentati. Per inciso, ma è importante, i programmi scolastici che ho seguito a Nuoro sino alla Maturità non hanno mai contemplato lo studio di Grazia Deledda! Grazia Deledda appartiene alla mia personale cultura. Averla portata in Asia, aver convinto professori e studenti a leggere e interessarsi a questa sconosciuta scrittrice è stata la mia piccola-grande vittoria.

Scoprire che esiste una Sardegna e una Barbagia è stata la seconda, folgorante sorpresa a Hong Kong. Il discorso si fa difficile e non vorrei approfittare dello spazio così gentilmente concessomi da Luciano Piras. Invece è facile commentare che ancora non abbiamo interiorizzato che la vera chiave d’ingresso e di successo nel mondo è proprio la cultura. La cultura della Sardegna non è mai stata presentata; la Barbagia, patria di un Nobel e di altri grandi e grandissimi scrittori, semplicemente non esiste.

Per arrivare dunque a rispondere alla domanda iniziale: l’attenzione deriva da tre precisi fattori. E’ necessario innanzitutto un substrato altamente preparato e ricettivo (il mondo accademico internazionale di Hong Kong); ci vuole un’occasione (la mia appartenenza al Master e la mia testardaggine anche, la voglia di non scomparire come sardo, come nuorese); e un pizzico di fortuna, ovvio. Il Dipartimento di Inglese stava accarezzando l’idea di una maggiore localizzazione, ovvero di settimane di studio portate nei luoghi storici di alcuni significativi scrittori. Mi è stato chiesto se era possibile scoprire Grazia Deledda in Barbagia, portandovi professori e studenti, tenendo in loco lezioni e anche esami.

A fronte dell’entusiasmo dimostrato (con i miei partner culturali di Hong Kong stiamo organizzando non solo la settimana in Sardegna, ma anche tre bellissimi eventi ‘di avvicinamento’ da tenersi a Hong Kong e Macao – vi prego di tenervi aggiornati in proposito leggendo il sito beyondthirtynine.com), mi è stato poi chiesto di far diventare questa occasione un appuntamento fisso annuale.

Nel nome di Grazia Deledda l’università di Hong Kong è pronta a stabilire un ponte culturale stabile con la Sardegna. Il resto dipende da noi.

 

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