Che vergogna essere italiani!

Scritto da: Angelo Paratico
Fonte: http://beyondthirtynine.com/che-vergogna-essere-italiani/

Le scuderie di Augusto verranno ricoperte.

Voglio scrivere questo articolo in italiano, non in inglese, perché i panni sporchi li dobbiamo lavare in casa.

Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto spirò duemila anni fa – il 19 agosto del 14 dopo Cristo – a Nola, in Campania, nelle braccia di sua moglie, Livia Drusilla e del suo figlio adottivo ed erede, Tiberio. Aveva 75 anni. Augusto volle morire nella stessa camera dove era morto suo padre, Gaio Ottaviano, quando lui era un bambino di 4 anni. Evidentemente il suo genitore non lo aveva più scordato. A partire dalla sua vittoria contro Antonio e Cleopatra ad Anzio del 31 a.C. non aveva più fronteggiato seri contendenti al potere supremo. Era stato molto prudente, attento, fortunato e il potere lo aveva mantenuto con discrezione, non con la sprezzante ostentazione tipiche del suo padre adottivo e prozio, Giulio Cesare.

I 2000 anni della sua scomparsa verranno celebrati in tutto il mondo, anche in Italia. Ma l’Italia perderà una grossa occasione per accendere i riflettori sui propri favolosi tesori culturali che tutti ci invidiano. L’attenzione verrà piuttosto focalizzata sulle nostre pecche, sulla nostra disorganizzazione e sulla nostra litigiosità. Mentre il sindaco Marino polemizza con il Foreign Office britannico perché questo ha messo in guardia i turisti in vista alla Città Eterna di fare attenzione al portafogli – quasi che questi avvertimenti siano dovuti a sentimenti anti-italiani invece che a segnalazioni di scippi e di borseggi – assisteremo allo spettacolo indegno di chiusure, di mancanze e di ritardi.

Solo l’Ara Pacis – rimessa insieme 75 anni fa per celebrare la nascita di Augusto – sarà visitabile. Anche una parte della Domus Augustea sul Palatino sarà accessibile ai visitatori – una delle sue sale ha degli splendidi affreschi originali – questa fu la modesta abitazione che Augusto acquistò dagli eredi di Quinto Ortensio e nella quale poi abitò.

Bene fin qui. Ma passiamo ora ai punti dolenti. Il Mausoleo d’Augusto – la sua tomba – resterà chiusa perché  non si è riusciti a racimolare i 4 milioni di euro necessari per restaurarla in tempo. 4 miseri milioni di euro! Sarebbe bastato organizzare un accorto sistema di emissioni dei biglietti d’entrata e si sarebbero potuto agevolmente raccogliere i fondi necessari, bastava andare da una banca forniti dei necessari nulla-osta e questa avrebbe visto l’affare e tirato fuori i soldi necessari. Sarebbe bastato un po’ d’impegno e di fantasia, tagliando le pastoie burocratiche. Questo imponente mausoleo, ormai un rudere, si trova in Piazza Augusto Imperatore, nel mezzo di quello che fu il Campo Marzio. Ha le dimoensioni di un campo di calcio, e proprio lì furono deposte le ceneri di molti dei parenti di Augusto, sia di quelli che lo precedettero che di quelli che lo seguirono: Marcello, Marco Agrippa, Druso, Ottavia Minore, Gaio e Lucio, Poppea, moglie di Nerone e tanti altri. Era sormontato da una statua bronzea di Augusto che venne fusa nel medievo e, all’entrata, stavano due obelischi egizi. Oggi uno si trova in Piazza dell’Esquilino e uno di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore. La sua struttura fu diroccata al tempo della invasione dei Visigoti e poi usata come fortezza dei Colonna. Un parziale recupero fu tentato nel 1930 – vi si tenevano dei concerti – ma oggi è ridotto a una latrina a cielo aperto, usata da barboni e da immigrati clandestini.

Altra notizia triste di questi giorni: le scuderie fatte costruite da Augusto per alloggiare i cavalli che garaggiavano al Circo Massimo – scoperte sotto a Via Giulia nel 2009 – e descritte dalla stampa come una scoperta straordinaria – verranno nuovamente sepolte poiché mancano, anche in questo caso, i soldi necessari per restaurarle. Si era pensato all’inizio di sistemarle giusto per il 19 agosto 2014, ma avendo miseramente fallito, l’unica alternativa è di ricoprirle di tessuti impermeabili e poi ri-seppellirle, sperando che in futuro, disponendo di fondi, si decida di riscavarle. Lo stesso triste fato attende la tomba di Marco Nonio Macrino, un generale di Marco Aurelio nativo di Brescia, scoperta pochi anni fa a Saxa Rubra. E’ una tomba di grande ricchezza che viene da molti considerata come la sepoltura del vero Gladiatore, interpretato da Russell Crowe nell’omonimo film. Anche questa sta per essere ricoperta di terra, nonostante la grande disperazione degli archeologi che ci lavorano, solo perché mancano i 2 milioni di euro necessari per la sua sistemazione.
In quanti avrebbero pagato per visitare la tomba del Gladiatore? Io credo centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo, e a 20 euro a testa ne bastavano 100.000!

Mi chiedo cosa il Ministro per i Beni Culturali e il Turismo, Dario Franceschini, abbia da dire in proposito. Franceschini fa parte di un partito che chiese le dimissioni di un suo predecessore per via del crollo d’un muro a Pompei e, nonostante il fatto che siede da poco su quella poltrona, non puo’ chiamarsene fuori. Avrebbe dovuto muoversi prima, urlare, lamentarsi, intenarsi ai ruderi o meglio ancora avrebbe dovuto studiare delle alternative per trovare i fondi. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha la sue responsabilità ma la gran parte della colpe ricadono proprio sul Ministro Franceschini e sui suoi immediati predecessori, Massimo Bray e Lorenzo Omaghi, e stendiamo un velo pietoso su Giancarlo Galan e Sandro Bondi, pure loro incompenti e disinteressati al proprio lavoro. La scusa della mancanza di fondi è, appunto, solo una scusa. Bastava muoversi per tempo, bastava prepararsi. Che vergogna, e che fatica essere italiani.

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