Siria: fanatici islamici o squadre della morte?

Scritto da:  Noemi Deledda
Fonte: http://it.peacereporter.net

In questi giorni la televisione siriana va avanti trasmettendo immagini da Lattakia, Homs e Damasco della serie : Suriyya al-iawm (Siria oggi). Immagini attraverso le quali il telespettatore può ammirare le bellezze, la gastronomia e gli antichi mercati di queste città.

Le stesse citta’ dove in questi giorni le forze di sicurezza – una delle quattro agenzie di controllo e repressione del regime siriano – hanno provocato bagni di sangue nella dura repressione contro i manifestanti che a gran voce scandiscono l’ormai celebre slogan: “Il popolo vuole la caduta del regime”.

Mentre WikiLeaks, il regime e alcuni media puntano il dito contro alcuni gruppi salafiti, finanziati dall’Arabia Saudita, responsabili di terrorizzare i cittadini, in realta’ nessuna accusa diretta da parte di Bashar al Assad è stata fatta contro il re saudita. Anzi questo ultimo ha anche telefonato il presidente siriano per ricordargli tutto il suo sostegno.

L’analista siriano Bassem Haddad aveva ricordato ieri in un’intervista sul sito al-Jadaliyya che “in realtà affermare che gli Stati Uniti finanziano l’opposizione non è scoprire niente di nuovo, in quanto aiuti finanziari all’opposizione stanno arrivando dal 2005 in Siria e che peraltro, cospirazione o meno, le richieste del popolo siriano sono sempre piu legittime in quanto stanco del regime Baath”.

Il discorso settario, invocato in prima linea da Bashar al Assad, sembra dare i suoi frutti. A Homs, teatro di scontro tra bande armate e forze di sicurezza siriana, sono stati tre i poliziotti uccisi e altri feriti.

Se per molti qui queste “bande armate di fanatici islamici” che hanno cominciato a invocare il jihad (la guerra santa) e uno Stato islamico (che poi nemmeno nel Corano esiste proprio perchè la nozione di Stato è moderna ndr) sono prodotti da un “nemico esterno”, (vedi Stati Uniti e Israele) per altri si tratta solo di propaganda da regime.

Si fanno sempre piu numerose le voci, anche se restano minoritarie, che vedono proprio nel regime di Assad il “regista” di queste “squadre delle morte” a tutti gli effetti. Queste ultime che avrebbero almeno due obiettivi principali: creare una tensione settaria soprattutto tra cristiani (12 percento della popolazione) e alawiti (10 percento della popolazione) contro il pericolo dell’integrismo “sunnita”, e mascherare il vero senso di queste rivolte che e’ quello di richiedere ancora una volta: Pane, libertà e lavoro.

Se cosi fosse gli obiettivi di questa propaganda stanno andando a gonfie vele: i cristiani si dicono terrorizzati e mostrano ad oltranza il loro sostegno a Bashar mentre sulla scena internazionale le voci di una cospirazione si fanno sempre piu’ numerose anche perche’ a nessun attore internazionale e arabo giovirebbe una caduta del regime degli Assad.

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