1921 Il Dirigibile ZEPPELIN “AUSONIA”

Scritto da: Gianluigi Zarantonello
Fonte: http://www.ausoniaschio.it/zeppelin_ausonia.asp

zeppelin_ausonia

Questa è l’affascinante storia del dirigibile Zeppelin dal nome “Ausonia” , il più grande dirigibile che l’aeronautica italiana abbia avuto.

Una storia poco conosciuta che merita un giusto risalto visti i collegamenti diretti con il pioniere dell’aeronautica Nico Piccoli e la sua città; Schio.

Dirigibile tedesco Zeppelin LZ 90 “LZ 120”

In origine lo Zeppelin “Ausonia” era un dirigibile tedesco di tipo militare, costruito nelle officine della Luftschiffbau Zeppelin di Friedrichshafen sul lago di Costanza.

Il primo volo di questo dirigibile fu effettuato il 31 gennaio del 1917.

Era il 90° Zeppelin costruito dalla famosissima casa tedesca (numerazione LZ 90); in seguito assegnato all’esercito germanico assunse la numerazione tattica “ LZ 120”.

Era un dirigibile di tipo “rigido” ,aveva una lunghezza di 196 metri e nella sezione mediana raggiungeva un diametro di 23,7 metri.

Riempito con gas idrogeno raggiungeva una capacità complessiva di 55206 metri cubi.

Il gruppo motopropulsore era costituito da sei motori HSLu da 240 cv ciascuno, alimentati a benzina. Aveva una capacità di trasporto di 32447 Kg. Il suo equipaggio tra ufficiali, motoristi, specialisti, radiotelegrafisti, ecc… era di 23 persone.

Questo dirigibile poteva raggiungere i 5000 metri di quota ad una velocità massima di circa 100 kmh.

Durante la Prima Guerra Mondiale l’esercito tedesco lo impegnò in operazioni sul Mar Baltico, compì, fino alla fine del conflitto, 17 missioni da ricognizione, 3 missioni da bombardamento scaricando sul suolo nemico un totale di 11250 Kg di esplosivo.

Fu uno dei pochi dirigibili Zeppelin a restare integro fino alla fine della guerra.

Lo Zeppelin in Italia ribattezzato “Ausonia”

Dopo la Prima Guerra Mondiale la Germania fu costretta a cedere alle nazioni alleate, come conto risarcimento danni, ciò che rimaneva della flotta di dirigibili Zeppelin.

Lo Zeppelin LZ 90 “LZ120” fu assegnato all’Italia; il volo di trasferimento dalla Germania all’aeroporto di Ciampino, a Roma, avvenne il 24 dicembre 1920. Il 18 gennaio 1921 in un hangar di Ciampino fu svolta una solenne cerimonia durante la quale il dirigibile Zeppelin fu ribattezzato “Ausonia” in ricordo del piccolo dirigibile floscio costruito da Nico Piccoli a Schio nel 1910, le cui prove furono effettuate, con ampio successo, nel gennaio del 1911. Ma non solo, gli alti comandi dell’aeronautica dell’epoca erano molto grati per quanto Nico Piccoli aveva fatto nella Prima Guerra Mondiale, dalle missioni come comandante di dirigibile militare alle intuizioni sull’utilizzo tattico dei dirigibili, incarichi svolti sempre in modo esemplare meritando una decorazione.

Fu principalmente per questi motivi che il grande dirigibile fu ribattezzato “Ausonia”.

In seguito lo Zeppelin “Ausonia” effettuò diverse ascensioni , degna di nota fu un’ascensione fatta nella notte tra il 25 e 26 aprile 1921, in cui fu svolto un volo no-stop andata e ritorno tra Roma e Firenze.

Nelle intenzioni dei comandi aeronautici di allora si pensava di utilizzare lo Zeppelin “Ausonia” per trasporto passeggeri. Sulla base di questa decisione fu scelta come volo inaugurale la rotta Roma – Ciampino – Cagliari.

La partenza da Ciampino avvenne a mezzanotte tra il 10 e l’11 maggio del 1921. Sorvolando Civitavecchia e il mar Tirreno ad un’altezza di 700 metri il dirigibile giunse sopra Cagliari alle 7,25 del mattino seguente.

L’intera città andò in delirio per lo spettacolo aereo visto in quei momenti. Una grande folla raggiunse il campo di atterraggio per vedere da vicino il grandissimo dirigibile nel quale a prua spiccava a caratteri giganteschi il nome “Ausonia”.

Dopo una breve sosta lo Zeppelin “Ausonia” riprese il volo di ritorno giungendo nella capitale e nel suo hangar di Ciampino nel tardo pomeriggio.

Sia il volo di andata che il volo di ritorno furono compiuti in poco più di sette ore.

Il primo volo civile fu un successo. Ma non tutto era favorevole alle rosee intenzioni dei comandi aeronautici, in effetti il dirigibile aveva urgente bisogno di una revisione generale.

Lo Zeppelin “Ausonia” reduce dalla Prima Guerra mondiale aveva i motori usurati che non riuscivano ad arrivare a più di 180cv di potenza ciascuno, i pallonetti interni che racchiudevano il pericoloso gas idrogeno erano logori causando quotidiane fuoriuscite di gas al punto tale da rischiare l’incendio.

In vista di un possibile servizio per trasporto passeggeri si decise allora di provvedere alla revisione generale; il dirigibile fu ricoverato in un hangar di Ciampino dove iniziarono dei lavori di sistemazione.

Il 19 giugno 1921 iniziarono le operazioni di sgonfiamento del dirigibile, ad operazione ultimata la struttura metallica del dirigibile cadde rovinosamente a terra rendendosi inutilizzabile.

Un incidente tecnico che fortunatamente non causò vittime. A quel punto, lo Zeppelin “Ausonia” non più utilizzabile, fu definitivamente smantellato.

Si concluse così, amaramente, dopo sole 12 ascensioni in sei mesi di permanenza in Italia, l’avventura del più grande dirigibile che l’Italia abbia mai posseduto.

Un dirigibile grandissimo, affascinante e maestoso; a prua spiccava il nome “Ausonia”, inciso sul tessuto a caratteri molto grandi.

Oggi, nel ricordare la storia dello Zeppelin “Ausonia”, resta il vanto che il più grande dirigibile che l’aeronautica italiana abbia avuto, portava un nome reso famoso dal grande pioniere italiano Nico Piccoli.

Schio, sua città natale, a lui ne è molto grata.

Fonti Bibliografiche:
– Dirigibili tragici, D.Pariset, Vito Bianco editore, 1961
– Dirigibili italiani , G.Pesce, Mucchi editore, 1982
– Dirigibili, G.Zanrosso, editrice Veneta, 2004

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