Il fumo e i tassi di mortalità

Scritto da: Andrea Sperelli
Fonte: http://www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_id=12037

Dipendenze_10288C.jpg

Keywords

Due morti su tre fra i fumatori sono legate proprio alle sigarette. Lo dice una ricerca dell’Australian National University pubblicata su BMC Medicine, secondo cui il rischio di morte prematura è molto più alto di quanto si pensasse per ogni categoria di fumatori.
La ricerca ha seguito per 4 anni 200mila persone oltre i 45 anni, concludendo che due terzi delle morti di fumatori attivi sono associabili al consumo di sigarette, mentre secondo la letteratura scientifica sin qui prodotta il legame era quantificabile in un 50 per cento.
La docente di Epidemiologia Emily Banks che ha coordinato lo studio spiega: “abbiamo osservato che nell’arco di quattro anni i fumatori correnti avevano una probabilità tripla di morire rispetto a chi non aveva mai fumato”. Per calcolare le morti legate al fumo i ricercatori hanno associato i dati del registro nascite e decessi ai nomi dei partecipanti, escludendo quei soggetti colpiti da patologie cardiache, ictus o tumori.
“Il rischio di morte associato al fumo di 10 sigarette al giorno è simile a quello di chi soffre di obesità morbosa, cioè con un indice di massa corporea di 35 o più”, ha spiegato Banks.
“Tutti sappiamo che il fumo fa male ma adesso abbiamo delle prove indipendenti che confermano la percezione generale a livello internazionale. Persino con i bassi tassi di abitudine tabagica che abbiamo in Australia (i fumatori da queste parti sono appena il 13% – un risultato incredibile se si considera che negli anni ’30 a fumare era il 70% dei maschi e che fino agli anni ’90 fumava ancora il 30% dei maschi e delle femmine ), abbiamo rilevato che i fumatori hanno un rischio di morte prematura triplicato rispetto a chi non ha mai fumato; attraverso questo studio abbiamo potuto stimare anche che i fumatori muoiono in media una decina di anni prima dei non fumatori. Smettere a qualsiasi età riduce i rischi e più giovani si è quando si rinuncia al fumo, maggiore è il beneficio”.
Fumare 10 sigarette al giorno significa raddoppiare le probabilità di morire, mentre consumarne un pacchetto equivale a un aumento di 4-5 volte.
L’Australia è uno dei pochi paesi ad aver introdotto stringenti politiche anti-fumo, fra cui anche una tassazione pesante e l’adozione del ‘plain packaging’, cioè del pacchetto solo in minima parte occupato dal brand e con in primo piano dei messaggi dissuasivi.
“L’aumento dei prezzi del tabacco – afferma Kerry Doyle, amministratore delegato della NSW Heart Foundation – si è rivelato il mezzo di intervento più efficace per ridurre la domanda di tabacco. Visto che il fumo è una delle cause principali di malattie cardiovascolari (infarti, ictus e arteriopatie periferiche), più deterrenti si mettono in campo tra la gente e il fumo, meglio è”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *