L’America prima di Colombo ed i suoi segreti

Fonte: https://www.nibiru2012.it/lamerica-colombo-ed-suoi-segreti/

L’America precolombiana è ricca di segreti e misteri di ogni genere

Quando gli Europei giunsero in America, dalla fine del XV° secolo in poi, molte grandi civiltà di quel continente erano gia scomparse.

Come era accaduto in Mesopotamia, in Egitto e nel subcontinente indiano, anche nell’America centro-meridionale era infatti già nata la civiltà, nella stessa epoca, circa 5.000 anni fa.

Le civiltà sopravvissute all’epoca dei conquistadores spagnoli conservavano però i ricordi di antichi avvenimenti, sopratutto oralmente, ma nel caso dei Maya, ed in parte anche degli Aztechi, anche in forma scritta.

Man mano che i conquistadores procedevano nella conquista, venivano scoperti siti monumentali, spesso caratterizzati dalla presenza di piramidi, simili a quelle dell’antico Egitto.

Il reale significato simbolico della piramide tuttora ci sfugge, ma la presenza di tali costruzioni in parti così diverse del mondo già ci lascia riflettere.

Considerando solo le monumentali piramidi di Teotihuacan, in Messico, non è ancora chiaro chi le abbia costruite.

 

Teotihuacan , le piramidi del centro america

 

Di certo, quando gli Aztechi si impadronirono del sito, le piramidi già erano lì ed i nuovi occupanti chiamarono quel luogo appunto Teotihuacan, che, nella loro lingua, significa “luogo di coloro che hanno conosciuto gli dei”.

Prima degli Aztechi il luogo era abitato dai Toltechi, ma anche essi si interrogavano su chi avesse costruito le piramidi.

Da rilevare che i Maya, la cui civiltà si sviluppò molto più a sud, erano sicuramente a conoscenza dell’esistenza di quel luogo.

Tra le raffigurazioni presenti nel sito di Teotihuacan, la più diffusa è quella di Quetzalcoatl, il Serpente piumato, al quale è dedicato anche un tempio.

Questa divinità veniva adorata in quasi tutte le civiltà precolombiane e la sua origine è molto antica.

Il Serpente piumato, il Signore del Sapere, era la divinità che aveva portato la conoscenza agli uomini e dato l’avvio alla civiltà.

Quetzalcoatl  insegnò agli uomini a misurare il tempo ed a conoscere il corso delle stelle e stabilì il corso dell’anno e delle stagioni; insegnò anche agli uomini l’agricoltura.

Secondo la leggenda, Quetzalcoatl scomparve in cielo, ma un giorno sarebbe tornato. Questa divinità era adorata con nomi diversi da Olmechi, Mixtechi, Toltechi, Aztechi, Maya e Quichè.

In particolare i Maya lo chiamavano Kukulkan, i Quichè Gukumatz, i Toltechi e, successivamente gli Aztechi, Quetzalcoatl, come già detto.

Questa idea che esseri sovrannaturali abbiano dato l’avvio alla civiltà umana, dopo milioni di anni di preistroria, è analoga a quella narrata nella Bibbia e, più dettagliatamente, nel libro di Enoch, nei quali leggiamo che esseri celesti si accoppiarono con le “figlie degli uomini” ed insegnarono agli uomini tutto il necessario per dare l’avvio alla civiltà, ma il mito secondo il quale esseri superiori dettero l’avvio alla civiltà umana è presente in moltissime altre antiche tradizioni.

Una divinità per molti versi simile a Quetzalcoatl, la troviamo nella civiltà Inca, in Perù, a migliaia di chilometri di distanza dalle civiltà finora menzionate.

Si tratta di Viracocha, il Maestro del Mondo, che analogamente al Serpente piumato, aveva avviato gli uomini alla civiltà.

 

Viracocha il bianco che insegnò agli Inca del Perù

 

I resoconti dei conquistadores spagnoli ci dicono che, a differenza di Quetzalcoatl, questa divinità aveva aspetto umano, la pelle bianca e gli occhi azzurri.

Anche Viracocha andò via, ma promettendo che sarebbe tornato.

Gli inca ereditarono questa divinità da un’antichissima civiltà precedente che era stanziata sulle rive del lago Titicaca, a 3.800 metri di altezza, al confine tra Perù e Bolivia.

Abbiamo riportato l’altitudine di questo luogo perchè, come il Tibet, sarebbe scampato a quell’immane disastro che in tutte le più antiche tradizioni dell’Umanità viene chiamato “Diluvio Universale” ed avrebbe quindi conservato i più antichi ricordi della storia del nostro pianeta.

Quando i conquistadores di Pizarro giunsero in contatto con la civiltà Inca, furono accolti come amici perchè, dato il colore bianco della loro pelle, furono ritenuti inviati di Viracocha il cui ritorno sarebbe quindi stato imminente.

Questo tragico equivoco costò caro a quella popolazione che avrebbe potuto facilmente annientare gli invasori spagnoli, dato il loro esiguo numero.

Il principale centro della civiltà del lago Titicaca, da cui gli Inca ereditarono il mito di Viracocha, era la monumentale città di Tiahuanaco, le cui rovine si estendono per quattro chilomertri quadrati e mostrano i resti di edifici monumentali, ma, secondo i pescatori del lago, esistono anche molti altri edifici sommersi nel lago. In particolare, sulla porta del sole, sono raffigurati animali vissuti 11.000 anni fa!

 

Tiahuanaco

 

Pare che gli Inca abbiano ereditato da questa civiltà anche delle misteriose tecniche di architettura, come si può osservare nelle mura ciclopiche del loro sito di Machu Picchu, dove blocchi pesanti anche decine e decine di tonnellate sono incastrati alla perfezione proprio come i blocchi di rivestimento delle Piramidi di Giza.

Tornando alle origini delle civiltà precolombiane, non possiamo sottacere che queste sono strettamente legate ai miti di Atlantide e del Diluvio Universale, che riteniamo strettamente collegati.

Sia i Toltechi che gli Aztechi sostenevano di venire da un luogo chiamato Aztlan (Aztatl, nella lingua nahuatl classica), sprofondato nelle acque. Il termine “atl” significa proprio “acqua”.

I primi conquistadores al seguito di Hernan Cortes, riportano una delle poche leggende di quei popoli che sia stata trascritta (codice Aubin, trascritto nella “Historia de las Indias de Nueva-España” nel 1581) e che inizia con queste parole:

“Gli Uexotzincas, i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i Matlatzincas, i Malincalas abbandonarono Aztlan e vagarono senza meta”.

Il Codice Boturini riporta un documento azteco che descrive Aztlan come un’isola in mezzo alle acque.

Indirettamente anche i Maya ci parlano della loro origine: il nome Chichen Itza, il famoso sito nello Yucatan, significa “salvati dalle acque”.

Impressionante quanto riportato in questo scritto Maya conservato al British Museum:

“Nell’anno 6 del Kan, il II muluc, nel mese di zac, si fecero dei terribili terremoti e continuarono senza interruzione sino al 13 chuen. La contrada delle colline di Argilla, il paese di Mu, fu sacrificato. Dopo essere stato scosso due volte, scomparve ad un tratto durante la notte. Il suolo era continuamente sollevato da forze vulcaniche, che lo facevano alzare ed abbassare in mille località. Infine cadette. Ciò avvenne 8.060 anni prima della composizione di questo libro”.

E’ interessante notare come questa data dell’inabissamento di questa terra coincida esattamente con quella di Atlantide che i sacerdoti egiziani stabiliscono nell’anno 9564 a.C (Platone – Timeo, Crizia).

Infatti aggiungendo a quest’epoca gli anni dell’era volgare si arriva a 11580 anni circa, e aggiungendo agli anni 8060 del Maya i quelli di antichità del Libro, si ottiene in totale 11560 anni.

Tra i misteri dell’America precolombiana, non possiamo sottacere sulle cosidette “linee di Nazca”: nel Perù meridionale esistono dei “disegni” enormi sul terreno visibili soltanto dall’alto.

Si tratta di più di 13.000 linee che vanno a formare più di 800 disegni, che includono i profili stilizzati di animali comuni nell’area: la balena, il pappagallo, la lucertola lunga più di 180 metri, il lama, il colibrì, il condor, il serpente, la scimmia e l’enorme ragno lungo circa 45 metri.

Questi disegni furono scoperti per caso nel 1927 da un pilota dell’aviazione peruviana che sorvolava la zona.

 

Le Immense linee di Nazca

 

La datazione di queste linee, ottenute asportando pietre e terreno, ci dice che risalgono ad un periodo che va dal 300 a 500 d.C. e sono attribuite alla cosiddetta “cultura di Nazca”.

Pensiamo che vadano attribuite al mito, che, come abbiamo visto, era diffuso in tutta l’America precolombiana, del ritorno degli dei.

Probabilmente il loro scopo era di facilitare l’individuazione del sito da parte di questi esseri soprannaturali.

Resta il mistero di come possano essere state realizzate, senza poterle vedere dall’alto.

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