AMERICA E ITALIA: DISOCCUPAZIONE INVISIBILE!

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2017/07/10/america-e-italia-disoccupazione-invisibile/

La notizia del fine settimana è che in Italia abbiamo dovuto scomodare dotti, medici e sapienti per capire che c’è qualche milione di disoccupati invisibile…

Lavoro, in Italia 2 milioni di disoccupati “invisibili” alle statistiche

Lo studio della Fondazione di Vittorio, che ha preso in considerazione anche quanti tra gli inattivi si percepiscono in cerca di una occupazione. E conteggiando le forze di lavoro potenziali aggiuntive e i sottoccupati part-time il tasso schizza al 23,8%, dieci punti sopra la stima ufficiale

Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole un fesso si sveglia, sà che dovrà correre più del furbo o verrà ucciso. Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole un altro fesso si sveglia, sà che dovrà correre più del furbo o morirà di fame. Ogni mattina in Italia, non importa che tu sia un fesso o un altro fesso , l’importante per loro è che tu ti bevi tutte le panzane che l’Istat ti rifila.

Più o meno le stesse panzane che da circa otto anni rifilano regolarmente agli americani, la piena occupazione, la ripresa, lavoro per tutti.

Difficile prendere seriamente un Paese nel quale i suoi governanti fanno approvare dal parlamento il “bailin” e poi fanno di tutto per aggirarlo, che di nascosto firmano l’esclusiva Triton, eludendo Dublino, per avere tutti gli emigranti in Italia in cambio di un pò di flessibilità.

Ma lasciamo perdere occupiamoci di cose serie, davvero belli i dati di venerdì, un mese vanno giù e l’altro tornano su, prima revisioni negative e poi il mese dopo quelle positive, ovviamente si festeggia in ogni caso, prima perchè la Fed non aumenterà i tassi e poi perchè allora vuol dire che l’economia va bene.

Il miglior messaggio per il dato di venerdì è venuto dal dollaro e dai treasuries che non hanno preso sul serio i dati del BLS, solo gli psicopatici di Wall Street hanno continuato a festeggiare.

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Dunque 222.000 posti di lavoro e 47.000 posti di lavoro in più nelle revisione degli ultimi due mesi, eppure secondo il BLS oltre 221.000 lavoratori avrebbero dovuto lasciare il tempo pieno per un’occupazione a part-Time a causa del maltempo, l’avevano preparata ma li è andata male. L’aumento della partecipazione al lavoro ha fatto aumentare il tasso di disoccupazione.

Peccato che come sempre nonostante la crescita del lavoro che vi raccontano, i salari medi sono cresciuti solo del 1,5 % contro aspettative per il 3 %, il dato del mese precedente è stato ridotto dal 0.2% al 0,1 % con tanti saluti all’inflazione.

Interessante notare lo sforzo da parte del Governo che per compensare la debolezza del settore privato si è messo ad assumere e il proliferare dei soliti barman e camerieri.

Chiedo scusa se l’analisi è ironica, ma ormai non c’è più nulla da commentare o analizzare nel paese delle meraviglie.

Nel frattempo, per chi vuole perdere tempo con l’analisi macro, mentre fallisce l’ennesimo summit in casa di Angela, due importanti indicatori segnalano che il volo dell’araba fenice è ormai giunto a termine, il petrolio e le vendite al dettaglio, i consumi.

Venti miliardi di euro o poco più  è il nuovo surplus della Germania, continua a fare quello che vuole alla faccia dei fessi italici e francesi e il problema non è l’euro ma il fiscal compact vista l’inversione a U di Gentiloni e quella di Renzi che chiede ora di finanziare un massiccio taglio di tasse a deficit. Sai bellezza il problema non è l’euro mettitelo bene in testa è tuttaltro, dicono loro e intanto il Paese collassa.

I mercati ormai da sei mesi scontano utili nel settore energetico con i prezzi del petrolio intorno a 53 dollari di media, mentre si viaggia regolarmente a 45 da inizio anno, un problemino non da poco quando qualcuno incomincerà a svegliarsi. Non solo ci sono molti segnali che suggeriscono una pessima stagione nelle vendite anche e soprattutto nel secondo trimestre, conun vero e proprio crollo anche nel settore del lusso.

Niente inflazione e crescita reale decisamente sotto il 2 %, solo nel paese delle meraviglie si puà osare sperando in una nuova strepitosa stagione degli utili che sta nuovamente per iniziare con i fuochi artificiali venerdì, con JPMorgan Citigroup, Wells Fargo e PNC con le solite spettacolari aspettative, trainate dal settore energetico.

Un aiuto potrebbe arrivare dal dollaro debole ma forse è troppo presto per osservarne gli effetti già in questo secondo trimestre.  

In molti dimenticano che la crescita nominale del 2016 del PIL è stata sotto il 3 % il peggior risultato dal 1959, la domanda di credito è in calo, il credito al consumo anche se cercano di nascondervelo è in netta contrazione

Fonte: Haver Analytics, Gluskin Sheff

Come scrive Stephen McBride, un altro indicatore segnala che l’economia statunitense è su un pendio scivoloso è quello del calo delle entrate corporative, un calo che non si osservava dal lontano 2009, quando l’economia era in mezzo alla Grande Recessione.

Si tratta di un indicatore che ben difficilmente sbaglia, ha segnalato in anticipo ogni recessione degli ultimi 30 anni, tutte nessuna esclusa, come dice il nostro Lacy, non sbaglia un colpo dalla seconda guerra mondiale questo indicatore, suggerisce un netto deterioramento degli utili delle imprese, ma si sa, chi guarda più a queste cosuccie.

Mi fermo qui, abbiamo tante altre belle cosuccie da raccontarvi nel prossimo Machiavelli, un manoscritto tecnico, veloce, sintetico, ma una cosa sembra quasi certa, il volo dell’araba fenice si è definitivamente concluso.

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