Petrolio: il boom dello shale low cost

Scritto da: Matteo Cavallito
Fonte:http://www.valori.it/energia/petrolio-boom-dello-shale-low-cost-20725.html

La produzione di shale oil statunitense cresce a ritmi ancor più sostenuti di quelli rilevati all’inizio del decennio quando il prezzo del barile viaggiava stabilmente attorno a quota 100 dollari. Lo segnala l’ultimo studio dell’International Energy Agency (IEA), ripreso dal Wall Street Journal. La crescita della disponibilità di petrolio americano, rileva in particolare il quotidiano, rischia di creare un eccesso di offerta capace di invertire il trend di crescita di prezzo faticosamente alimentato dall’OPEC, l’organizzazione dei Paesi esportatori impegnata da tempo, insieme alla Russia, a contrarre la produzione di greggio. Mosca e gli alleati del cartello, rileva il WSJ, hanno tagliato complessivamente l’output giornaliero di quasi 2 milioni di barili, contribuendo alla risalita del prezzo unitario fino ai 60 dollari odierni.

L’espansione del comparto Usa si era manifestata in particolare negli anni del boom del prezzo quando il barile a tripla cifra rendeva economicamente conveniente il processo di estrazione del petrolio shale. Come si spiega dunque il revival di settore sperimentato oggi? La risposta è strettamente tecnica. A differenza di ciò che accade con il greggio tradizionale, il processo estrattivo del petrolio shale può essere diviso in due operazioni distinte e complementari tra le quali può intercorrere un periodo di pausa. Le aziende, in altre parole, possono procedere al processo di fracking – la frantumazione delle rocce – scegliendo, di lasciare momentaneamente fermo il petrolio nei periodi ribassisti per poi completarne l’estrazione quando il rialzo dei prezzi garantisce nuovamente un certo livello di reddività.

Attualmente, ricorda il WSJ, le compagnie americane hanno a disposizione ben 7.000 pozzi già “pronti” dai quali estrarre il petrolio senza dover sostenere i costi di fracking. La produzione petrolifera degli Stati Uniti, nota il WSJ, viaggia oggi sui 10 milioni di barili al giorno, il livello più alto dal 1970.