L’affresco dei gladiatori combattenti a Pompei

Fonte: https://ilfattostorico.com/2019/10/11/laffresco-dei-gladiatori-combattenti-a-pompei/
Fonte: http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero

(MiBACT)

Un nuovo eccezionale affresco è stato portato alla luce nell’antico sito di Pompei. La scena mostra un combattimento tra un mirmillone e un trace, due tipologie di gladiatori distinti da armature differenti e classici avversari nelle lotte gladiatorie. L’affresco si trovava nel sottoscala di una taverna, probabilmente frequentata dai gladiatori, che forniva alloggi al piano superiore.

L’affresco misura 1,12 x 1,5 mt (MiBACT)

La scoperta è stata effettuata nella Regio V, un sito di 21,8 ettari a nord del parco archeologico e non ancora aperto al pubblico. Il gladiatore a sinistra è un mirmillone della categoria degli “scutati”: impugna il gladium (una spada corta romana) e lo scutum (un grande scudo rettangolare) e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi, il cimiero. L’altro, in posizione soccombente, è un trace, gladiatore della categoria dei “parmularii”, con lo scudo a terra. È rappresentato con elmo (galea), a tesa larga ed ampia visiera a protezione del volto, sormontato da un alto cimiero.

L’affresco è stato rinvenuto in un ambiente alle spalle dell’incrocio tra il vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d’Argento. Ha forma trapeizodaile, in quanto era collocato nel sottoscala, forse di una bottega. Al di sopra della pittura si intravede l’impronta della scala lignea. Molto probabilmente decorava un ambiente frequentato da gladiatori, forse una bettola dotata di un piano superiore, destinato ad alloggio dei proprietari dell’esercizio commerciale o come di frequente – soprattutto vista la presenza di gladiatori – destinato alle prostitute.

(MiBACT)

Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha dichiarato: «Il sito archeologico di Pompei, fino a qualche anno fa, era conosciuto nel mondo per la sua immagine negativa: i crolli, gli scioperi e le file dei turisti sotto il sole. Oggi è una storia di riscatto e di milioni di turisti in più. Oggi è un sito accogliente, ma soprattutto è un luogo in cui si è tornati a far ricerca, attraverso nuovi scavi. La scoperta di questo affresco dimostra che davvero Pompei è una miniera inesauribile di ricerca e di conoscenza per gli archeologi di oggi e del futuro».

«È molto probabile che questo luogo fosse frequentato da gladiatori», dice il direttore generale Massimo Osanna. «Siamo nella Regio V, non lontani dalla caserma dei gladiatori da dove, tra l’altro, proviene il numero più alto di iscrizioni graffite riferite a questo mondo. In questo affresco, di particolare interesse è la rappresentazione estremamente realistica delle ferite, come quella al polso e al petto del gladiatore soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali. Non sappiamo quale fosse l’esito finale di questo combattimento. Si poteva morire o avere la grazia. In questo caso c’è un gesto singolare che il trace ferito fa con la mano, forse, per implorare salvezza; è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall’imperatore o dal generale per concedere la grazia. L’ambiente di rinvenimento è solo parzialmente portato in luce – su un lato emerge un’altra piccola porzione di affresco che rivela la presenza di un’altra figura – in quanto lo scavo dello stesso è stato possibile a seguito dell’intervento di rimodulazione dei pendii dei fronti e alla loro messa in sicurezza, che costituisce l’esigenza prioritaria di tutto il cantiere della Regio V».

(MiBACT)

(MiBACT)

(MiBACT)