Wikileaks, Vicenza e l’Africom. Quel “sì” di Letta e La Russa

Fonte: Il Giornale di Vicenza

Repubblica e l’Espresso pubblicano 4 mila rapporti segreti della diplomazia
Usa sull’Italia. E compaiono giudizi e trattative sulla questione della
Ederle e del passaggio dalla Setaf alla nuova struttura. Le rassicurazioni
di Roma sui ricorsi dei No Dal Molin

Roma. C’è il Dal Molin, la Setaf, l’Africom e i problemi per superare gli ostacoli burocratici per impiantare una nuova base militare a Vicenza.
Sono tutti nelle E la totale disponibilità dell’Italia ad accettare i desideri degli Usa. Sono fra i quattromila cables riservati filtrati dall’ambasciata Usa a Roma, oltre 30 mila pagine di documenti finora segreti che Repubblica e l’Espresso hanno ottenuto e pubblicheranno a puntate. E nella prima uscita oggi ecco che salta fuori la questione Dal Molin.

«Dal 2002 al 2010 parlano ambasciatori, segretari di Stato, diplomatici di
alto livello, politici di primo piano – scrive Fabio bogo su Repubblica -.
Tutte comunicazioni rigorosamente classificate. Tutte rigorosamente
destinate a restare riservate. Tutte, adesso, contenute nei cables che
WikiLeaks ha ottenuto e che l’Espresso, in collaborazione con Repubblica,
comincia da oggi a pubblicare».

«Più militari italiani in Afghanistan, pronti a combattere al fianco dei
marines, senza i tanti vincoli imposti dai “caveat” che impediscono ai
nostri soldati di intervenire in tutto il territorio afgano e soprattutto di
partecipare a operazioni d’attacco – scrive invece Luca Fraioli -. E poi il
via libera all’ampliamento delle basi Usa nella Penisola, alla loro completa
autonomia dalle autorità italiane, allo stoccaggio sul suolo nazionale di
armi che, almeno in teoria, il nostro Paese ha messo al bando. Dai nuovi
cablo sull’Italia venuti in possesso di WikiLeaks emerge che Washington, in
cambio del sostegno al governo Berlusconi, chiede la massima collaborazione
in campo militare. E la ottiene, sempre».

Sotto il titolo “La base di Vicenza” si legge che «nei rapporti dei
diplomatici americani l’Italia è “una piattaforma strategica unica per le
truppe Usa, permettendoci di raggiungere facilmente le aree turbolente del
Medio Oriente, dell’Europa orientale e dell’Africa. E con Africom sarà
partner ancora più significativo della nostra proiezione di forza”.
L’Africom e quello che è diventata dal 2009 la ex Setaf, con sede alla
Caserma Ederle di Vicenza. Perché il pericolo non viene più dall’est, ma le
priorità sono altre. Come Africa e Medio Oriente.

«Africom sta per Africa Command, è il comando responsabile delle operazioni
militari americane in Africa che a fine 2009 si insedia a Vicenza – dice
Fraioli -. I diplomatici Usa confessano di essere molto soddisfatti per la
riuscita dell’operazione e per il contributo di Paolo Costa, commissario
straordinario del governo italiano. Le proteste dei pacifisti e dei
vicentini, del movimento “No Dal Molin”, sono solo un ricordo. Anche grazie
alle rassicurazioni di La Russa: abbiamo fiducia nel Consiglio di Stato,
dice il ministro ai suoi referenti dell’ambasciata Usa, ma se vinceranno i
ricorsi presentati contro l’ampliamento della base, vi garantiamo comunque
una soluzione. Non sarà necessario: il massimo organo di consulenza
giuridico-amministrativa emetterà tra il luglio e l’ottobre del 2008 una
raffica di pareri favorevoli all’ampliamento della base di Vicenza, che
potrà così ospitare la 173esima brigata aviotrasportata delle forze armate
Usa».

Infine «resta il problema della extraterritorialità: gli statunitensi
esigono che quello all’interno del muro di cinta venga considerato suolo
americano, con leggi americane e militari americani a farle rispettare. Gli
italiani replicano che l’extraterritorialità vale solo per le basi costruite
nell’immediato Dopoguerra, ora la Costituzione lo vieta».

Così salta fuori l’escamotage: «A Vicenza, fa notare Washington, c’era il
comando Setaf per l’Europa meridionale. Basta estendere all’Africom la
continuità giuridica della vecchia base. E con Gianni Letta si arriva
all’aut aut: se non volete l’Africa Command ci sono altri Paesi pronti a
ospitarlo. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio accetta. Ancora
una volta – scrive Repubblica – senza contropartita».

Qui però si parla di Africom, roba recente. La storia del Dal Molin in
realtà parte da molto lontano e passa da tre governi:
Berlusconi-Prodi-Berlusconi. Fra i 4 mila lanci di Wikileaks, che partono
dal 2002, ci sarà ancora molto da scoprire.

Manoscritto di Voynich: confermata la datazione

Fonte: http://www.ditadifulmine.com

Il manoscritto di Voynich è uno dei documenti più misteriosi in assoluto, se non il più misterioso della storia. Nessuno sa chi fu a scriverlo, quale linguaggio sia stato utilizzato nel documento, e nemmeno quando fu scritto. O meglio, il “quando” potrebbe essere l’unica risposta che abbiamo sul manoscritto di Voynich, grazie ad una ricerca di Greg Hodgins dell’Università dell’Arizona.

Il manoscritto di Voynich, ad una prima e superficiale occhiata, sembra uno dei tanti manoscritti risalenti al Medioevo che trattano di piante, cosmologia e medicamenti. Ma una volta che si inizia ad analizzare a fondo le sue pagine, ecco che iniziano i misteri.

Altro che Bibbia del Diavolo. Il manoscritto di Voynich si è meritato il titolo di “libro più misterioso del mondo” per un motivo facile da comprendere: le sue 240 pagine in vello (che probabilmente, in origine, erano almeno 272) mostrano un testo rimasto finora incompreso, e illustrazioni di natura astronomica, botanica, biologica e farmaceutica.

Il manoscritto di Voynich utilizza un linguaggio sconosciuto. Non solo: utilizza un alfabeto che, per alcuni caratteri, sembra essere di derivazione latina, ma per altri non ha la minima somiglianza con qualsiasi altro linguaggio (presente o passato) noto.

Hodgins ha utilizzato sul campioni del manoscritto la tecnica di datazione al radiocarbonio, scoprendo che le pagine risalgono all’inizio del XV° secolo, più in particolare tra il 1404 e il 1438. Buono a sapersi, ma sarebbe bello scoprire anche il contenuto di questo misterioso libro.

“E’ un codice, un cifrario di qualche tipo?” si domanda Hodgins, ben lontano dal sapere la risposta, come dopotutto lo è il resto del mondo. “Si stanno facendo analisi statistiche delle lettere e delle parole, gli strumenti utilizzati per spezzare i codici cifrati. Ma nessuno ci capisce ancora nulla”.

Ci si sono cimentati crittografi di tutto il mondo, inclusi alcuni ex crittografi della NSA che, negli anni ’50, hanno dedicato il loro tempo a tentare di decifrare il manoscritto. Ci sono stati diversi proclami sulla decodifica completa del codice, ma sono risultati tutti inconcludenti. Il manoscritto di Voynich rimane ancora incomprensibile.

Si può però cercare di capire quando il manoscritto di Voynich fu realizzato. E’ stato scoperto a Villa Mondragone nel 1912 dal venditore di libri antichi Wilfrid Voynich, che ha dedicato il resto della sua vita alla risoluzione dei misteri del manoscritto. Inutile dire quali siano stati i risultati finora ottenuti.
Attualmente, è in possesso della Beinecke Rare Book and Manuscript Library alla Yale University.

Hodgins ha eseguito la datazione del documento al carbonio-14 tramite le apparecchiature del NSF-Arizona AMS Laboratory. Le pagine del manoscritto di Voynich sono realizzate in pelle animale, per cui databili tramite questa tecnica.

“Mi sono seduto con il manoscritto di Voynich sul tavolo di fronte a me, e ho delicatamente dissezionato un pezzo di pergamena dai margini della pagina attraverso un bisturi” spiega Hodgins.
I campioni prelevati misurano 1 millimetri di larghezza per 6 di lunghezza. “Dato che abbiamo prelevato campioni dai margini della pagine, ci aspettavamo che ci fosse molto grasso delle dita assorbito nel corso del tempo”.

“Sarebbe grandioso se riuscissimo a datare direttamente gli inchiostri” continua Hodgins, “ma ora come ora è molto difficile. Per prima cosa, si trovano sulla superficie delle pagine solo in tracce. Il contenuto di carbonio è di solito estremamente basso. In più, prelevare inchiostro privo di carbonio dalla pergamena su cui è depositato va oltre le nostre capacità. Per finire, alcuni inchiostri non sono a base di carbonio, ma derivati da minerali. Sono inorganici, per cui non contengono carbonio”.

“Il testo mostra strane caratteristiche, come parole ripetute o scambio di una lettera in una sequenza. Stranezze come quelle rendono davvero difficile comprenderne il significato. Ci sono alcuni tipi di cifrario che racchiudono parole con significato e alcune parole senza senso. Per cui è possibile che buona parte del documento non abbia significato”.

“Nessuno sa cosa sia scritto nel libro, ma sembra essere qualcosa che appartiene alle materie collegate all’alchimia. La segretezza è qualche volta associata all’alchimia, per cui se la conoscenza contenuta nel libro è stata codificata potrebbe essere consistente con la tradizione di segretezza. Quello che ci rimane sono i disegni. Date un’occhiata a quei disegni: sono di natura botanica? Sono organismi marini? Sono di natura astrologica? Nessuno lo sa”.

Una cosa è certa: il manoscritto di Voynich rimane ancora impermeabile ad ogni tentativo di comprensione, ed è probabile che rimanga tale per molto, molto tempo.

L’Olocausto di Eisenhower che non hanno mai voluto farci conoscere

Scritto da: Archimede
Fonte: Stampa  Libera

In questi giorni si celebra la ricorrenza dell’Olocausto tanto discusso nella quale secondo la storia e quello che abbiamo imparato a scuola, si consumò a danno della Popolazione Ebraica in Europa, è chiaro che i Lager sono esistiti , in quei Lager furono mandati non solo i cittadini di religione Ebraica, ma anche di molte altre Nazioni e di diverse Religioni, la cifra dei morti ammazzati o morti di stenti viene ancora oggi cambiata a secondo le opportunità Politiche che i Governi Anglosassoni hanno di bisogno,  ma credo che sarebbe meglio citare che l’Olocausto ci fu e cercare di capire chi volle veramente quella strage di essere umani ed il perché non si parla dell’Olocausto che gli Americani e Inglesi commisero a danno della popolazione civile militare Tedesca, senza citare al momento l’Olocausto di Stalin che superò di gran lunga sia come cifra e crudeltà l’Olocausto che noi conosciamo-

Dopo la fine della seconda guerra Mondiale, più di 5 Milioni di tedeschi furono fatti prigionieri dalle truppe Usa e UK , civili e militari, Bambini e neonati, donne e anziani, la maggior parte di loro fu per prima internati nei Campi di “Ike” , chi era Ike? Questo era il soprannome di Dwight David Eisenhower, il generale tutto panna e zucchero esternamente, ma malefico Satanista all’interno, nei campi di concentramento sotto il suo comando si trovavano 3,3 Milioni di prigionieri, i campi erano

recintati con del filo spinato a doppia copertura, all’aperto e senza alcun tetto sopra la testa dei prigionieri, erano alla mercè di pioggia, vento, neve, sole e soprattutto alla malizia che serpeggiava negli animi dei soldati che erano di guardia, naturalmente con tanto di baracche e tutti i confort. Dal loro arrivo nei campi, per 6 giorni non ricevettero alcuna assistenza, ne acqua e cibo , solo colpi di fucile per chi non riusciva a tenere la calma, ogni tanto per spassarsela sparavano nel mucchio al fine di tenere l’ordine, solo dopo alcune proteste inoltrate da altri ufficiali USA ormai sdegnati dagli ordini impartiti da Eisenhower, all’ottavo giorno furono infilati degli idranti d’acqua nel recinto, per beffa e malizia le guardie aumentarono la pressione degli idranti, cosi facendo era impossibile avvicinarsi agli idranti per bere , alcuni cercarono di fermare gli idranti che svolazzavano a destra e sinistra, quando riuscivano a fermarli e poter bere un po’ di acqua, le guardie aprivano il fuoco con i fucili, non furono pochi quelli rimasti uccisi, i loro cadaveri rimasero per giorni nel fango provocato dall’acqua che fuori usciva dagli idranti, i prigionieri dormivano affiancandosi l’un con l’atro per non morire assiderati durante la notte, avevano scavato delle fosse con le mani per togliere di mezzo i cadaveri dei loro commilitoni e cittadini che erano morti, li avevano spogliati per recuperare del vestiario che serviva loro per coprirsi alla meglio, ormai i campi erano diventati troppi piccoli a causa dei buchi che erano stati scavati usati come latrine, si arrivo al punto che molti la notte dormivano sopra gli escrementi congelati, durante la notte venivano abbagliati dalle luci dei riflettori che le guardie dirigevano verso il recinto,cosi facendo ottenevano che i prigionieri non dormissero, di giorno era impossibile sedersi per terra a causa del terreno umido e freddo, rimanevano all’impiedi per tenersi i movimento e non congelare,- Nonostante fosse arrivato dallo Stato Maggiore USA già da parecchio tempo l’ordine di distribuire vivere e vestiario, Eisenhower ignorò l’ordine e fece bruciare viveri, vestiario e medicine,  solo grazie ad alcuni ufficiali si cominciò dopo alcune settimane a spartire una volta al giorno una scodella di zuppa e 100 grammi di pane, molti non ricevevano nulla e i giovani davano la loro razione agli anziani, loro si accontentavano di mangiare la corteggia degli alberi che si trovavano dentro il recinto. Sfacciatamente Eisenhower negava allo stato maggiore che nei suoi campi (quasi 200 sparsi in tutta la Germania per lo più a Sud) ci fossero donne e bambini, contadini anziani e malati, solo il Generale Patton ebbe la furbizia di mandare alcuni uomini sotto il suo comando a vedere cosa succedeva in quei campi, essendo venuto a conoscenza delle barbarie che Il Sionista Eisenhower commetteva a danno dei Prigionieri e contro ogni convenzione Internazionale,fece rapporto allo Stato maggiore , questo rapporto fini nelle mani di un giovane Ufficiale e appartenente ai Servizi Segreti Militari,il suo nome: Henry Kissinger, che invece di inoltrarlo fece passare alcune settimane, il Generale Patton andò su tutte le furie e andò lui personalmente dai suoi superiori denunciando quello che Eisenhower stava commettendo, si attirò l’ira di molti di loro, poco tempo dopo “Casualmente il Generale Patton mori in un banale incidente “ – Nei campi di prigionia USA e Inglesi morirono secondo fonti registrate ,1,7 milioni di Tedeschi, nessuna documentazione sui restanti quasi 3 Milioni di prigionieri “scomparsi” alla quale il Governo Americano incolpa il Governo Russo, la controparte ribadisce che tanti prigionieri l’esercito Russo non li ha mai avuti, i prigionieri Tedeschi che si trovavano in mano ai Russi ebbero la possibilità di lavorare nel ricostruire le linee ferroviarie e strade distrutte durante la guerra, arrivarono a guadagnare anche 1000 Rubli al mese, la metà di questi soldi venivano loro versati in Banca, alla fine della loro prigionia molti di loro sopravvissuti hanno usufruito di quelle somme di denaro, al contrario dei Tedeschi finiti in prigionia sotto l’esercito USA e Inglese alla quale furono tolti pure le fedi e gli orologi,   alcuni di loro furono costretti ad aver rapporti sessuali tra maschi sotto gli occhi delle guardie e delle prigioniere donne che si trovavano a pochi metri di distanza dietro un altro campo recintato, dalle memorie di alcune guardie che si rifiutavano di eseguire gli ordini rischiando la loro vita,..” la notte alcuni nostri ufficiali prelevavano le ragazze più carine e le portavano nelle baracche offrendo loro cibo e alcool in abbondanza, dopo averle ubriacate le violentavano, finito il loro fabbisogno le portavano in riva la fiume con la scusa di farle lavare e di lasciarle libere, quando cominciavano a correre facevano a gara con le Pistole che ne colpiva di più “ ,,, TUTTO AL CONTRARIO DI QUELLO CHE CI HANNO RACCONTATO NEI BANCHI DI SCUOLA-

Secondo le stime della Croce Rossa che si basava sulla documentazione degli stessi Ufficiali USA e UK , ben 11 Milioni di Tedeschi non fecero più ritorno alle loro case, in contrario alle cifra di 3,3 Milioni che ufficialmente ancora oggi viene spacciata per veritiera-

Un articolo scritto dal Giornalista Canadese Peter Worthington nel 1989, per conto del giornale il Sole di Ottawa, che ha fatto ricerche in tutto il mondo e tramite i suoi contatti in Canada :
“ è difficile sfuggire alla conclusione che Eisenhower era un Criminale di Guerra di proporzioni Epiche, la sua Politica nei “DEF “ campi di concentramento, ha ucciso più Tedeschi in tempo di pace che durante la Guerra in tutto il territorio Europeo, per anni ci hanno accusato di aver lasciato quei prigionieri nelle mani dei Russi, ma nessuno ha voluto scavare in fondo per scoprire la verità, quello che state leggendo sono le testimonianze dei sopravissuti che sono stati intervistati dall’Autore, un Ufficiale alleato contro i Lager Americani a Buchenwald”
“,,è noto che gli Americani avevano scorte sufficienti di cibo e medicinali per la cura dei prigionieri Tedeschi,  tutto questo è stato deliberamente e intenzionalmente negato a loro, molti morirono di cancrena e assideramento al quale furono posti. Alla popolazione locale fu negato di portare cibo e medicinale, pena la morte, solo i Generale Patton era favorevole al rilascio dei prigionieri in tutta la Germania,  dai campi di concentramento. Sotto il suo comando, molti furono mandati a casa, altri come Omar Bradley e il Generale JCH Lee comandante del COM Z, ordinarono la liberazione dei prigionieri entro una settimana dopo la fine della Guerra, tuttavia su l’ordine SHAEF firmato da Eisenhower fu revocato il 15 Maggio

Il ‘Nome della Rosa’ versione tibetana

Scritto da: Gabriele Battaglia
Fonte: http://it.peacereporter.net

Intrigo in India: tanti soldi e molti yuan cinesi trovati in casa del Karmapa, terza personalità del lamaismo
Dharamsala. Il venticinquenne tibetano Ogyen Trinley Dorje è stato trovato in possesso dell’equivalente di un milione e 350mila dollari in valuta straniera, di cui almeno 130mila yuan cinesi. La polizia indiana ha trovato il denaro negli appartamenti occupati dal ragazzo all’interno del monastero Gyuto.
La notizia, cifre a parte, passerebbe inosservata se il giovanotto in questione non fosse il diciassettesimo Karmapa, cioè la guida della setta lamaista Karma Kagyu e terza figura spirituale in ordine gerarchico dopo il Dalai Lama e il Panchen Lama.
L’irruzione è stata ordinata dopo l’arresto di due cittadini indiani che stavano acquistando illegalmente terreni nei pressi della città dove si raccolgono i fuoriusciti tibetani. Hanno dichiarato che stavano facendolo per conto del Karmapa.
La polizia sta ora interrogando Ogyen Trinley Dorje e la sua cerchia ristretta per appurare se il Lama sia colpevole di acquisto illegale di terreni e di possesso di valuta straniera oltre i limiti consentiti dalla legge. Fonti vicine al religioso dichiarano che i soldi arrivano da offerte dei fedeli. Per ora, secondo le voci, l’unico incriminato sarebbe il suo assistente e contabile.
Al di là dell’eventuale illecito finanziario, la domanda che si pongono autorità indiane, comunità tibetana e osservatori stranieri è: perché tutti quegli yuan?
La risposta più semplice, quella che va per la maggiore sulla stampa indiana, è: il Karmapa è un agente cinese. Nei giorni a cavallo tra 1999 e 2000, l’allora quindicenne Ogyen Trinley si calò da una finestra del suo palazzo tibetano e su una jeep passò prima in Nepal e poi in India, ufficialmente per completare la propria formazione spirituale presso i monaci all’estero. Le autorità cinesi non presero mai posizione contro di lui, come avevano fatto invece quando nel 1959 il Dalai Lama fuggì dal Tibet in seguito alla fallita insurrezione targata Cia. Anzi, Pechino lo riconobbe come leader dei “Cappelli Neri” – la scuola Karma Kagyu – contro l’altro pretendente, Trinley Thaye Dorje. La frattura tra le due anime della setta non è mai stata ricomposta, anche se Ogyen Trinley ha un seguito maggiore sia in Cina sia fuori.
Già ai tempi della fuga, molti avanzarono sospetti sulle sue strane circostanze, tant’è che il Karmapa si affrettò a fornire spiegazioni in merito.
Il suo ruolo per gli interessi cinesi sarebbe quello di destabilizzare gli ambienti tibetani all’estero in vista della successione all’attuale Dalai Lama, ormai settantacinquenne. Pechino già controlla il Panchen Lama, secondo in gerarchia, ma questi non gode di alcun credito presso i lamaisti fuoriusciti ed è di fatto escluso dai giochi per la nomina del successore di Tenzin Gyatso, almeno quanto a legittimazione presso la diaspora tibetana.
La seconda ipotesi è che il giovane Ogyen Trinley sia lui stesso vittima di una manovra cinese. Lasciato fuggire ad arte, svolgerebbe di fatto la propria funzione destabilizzatrice per il semplice fatto di esistere.
I “Cappelli Neri” sono infatti una setta più antica rispetto ai “Cappelli Gialli” (Gelugpa) dell’attuale Dalai Lama, da cui si distinguono in sintesi perché rappresentano un potere solo spirituale e non temporale.
L’instaurazione della teocrazia lamaista risale al diciassettesimo secolo, quando i “Gialli”, appoggiati dai mongoli, estromisero i “Neri” dal potere e poi convertirono a forza gran parte dei monasteri con l’appoggio dei successivi imperatori cinesi.
Oggi si parla di un gran ritorno del Karma Kagyu (non solo in Cina ma anche, per esempio, in Mongolia) che potrebbe di fatto limitare l’ascendente degli antichi rivali e fare così gli interessi del soft power di Pechino.
Non si può infine escludere una spiegazione di segno totalmente contrario: il Karmapa preso con le mani nel sacco è una mossa indiana e occidentale per escludere la Cina da ogni ingerenza sulla nomina del prossimo Dalai Lama.
Tenzin Gyatso potrebbe decisamente essere coinvolto in questa strategia. Il Dalai Lama ha prima riconosciuto Ogyen Trinley come legittimo Karmapa e poi l’ha “ospitato” a Gyuto limitandone di fatto i movimenti, del tutto in linea con il governo indiano che, nel 2010, ha cancellato un tour europeo di Ogyen Trinley perché “troppo esteso e troppo lungo”.
Pechino si è affrettata a negare ogni legame con Ogyen Trinley e sul Quotidiano del Popolo è comparso un commento che si chiede come sia possibile accusare il giovane di essere un agente cinese quando è sorvegliato dal primo momento in cui ha messo piede in India, con una libertà di movimento ridotta a quindici chilometri dalla sua residenza.
Intrighi da monastero con ricaduta geopolitica: di sicuro, il Nome della Rosa in versione tibetana non è solo un noir prodotto dalla fantasia di uno scrittore di successo.

Italia: le banche internazionali dichiarano guerra agli enti locali

Fonte: http://www.movisol.org/11news022.htm

6 febbraio 2011 (MoviSol) – Lo scontro tra gli enti locali italiani e le banche internazionali sui contratti derivati sarà il banco di prova per vedere se il diritto costituzionale sarà in grado di tener testa al “post-Westfalico” diritto europeo, basato sul furto. Dopo che numerosi enti locali hanno fatto ricorso ai tribunali per ripudiare i fraudolenti contratti derivati, le banche si sono rivolte a Londra per proteggere i loro cosiddetti diritti.

J.P. Morgan Chase & Co., UBS e Bank of America sono tra le banche che hanno denunciato diverse amministrazioni comunali e le regioni Lazio, Toscana e Piemonte, al tribunale di Londra. I precedenti indicano che il giudice darà l’autorizzazione a procedere. Lo scorso maggio, Dexia Crediop e Depfa hanno ottenuto che si tenesse il processo contro la città di Pisa e lo scorso ottobre un giudice di Londra ha accettato la denuncia presentata da UBS contro un comune tedesco.

Da un punto di vista strettamente legale, le banche sono protette da clausole nei contratti stipulati, che indicano Londra come sede di giurisdizione esclusiva. Inoltre, la legge europea non permette ai tribunali di uno stato membro di intervenire nelle controversie aperte in un altro stato membro. Però esiste una legge superiore, che è quella costituzionale, che protegge il Bene Comune basandosi sul diritto naturale. Questa legge superiore condanna le pratiche basate sull’usura e sul gioco d’azzardo, che costituiscono la vera natura dei derivati. Perciò, sui derivati italiani si gioca una partita legale cruciale per il futuro dell’Europa.

L’intelligence italiana ha già suonato il campanello d’allarme sui 32 miliardi di derivati degli enti locali, classificando il problema come una minaccia alla sicurezza nazionale. (cfr. “Germania, Italia: i derivati minacciano la democrazia”).

Benché il caso italiano sia quello più rilevante in Europa, altri casi legali stanno emergendo nelle altre nazioni. In Germania, in un caso che potrebbe aprire la strada a numerosi altri ricorsi, la Caritas ha sporto denuncia contro Kommerzbank per frode. La banca aveva consigliato alla sede di Francoforte dell’ente umanitario di investire mezzo milione di euro in cartolarizzazioni ad alto rischio che contenevano mutui subprime americani, sostenendo che si trattasse di un investimento sicuro come un titolo di stato. La Caritas ha perso la metà dei soldi investiti.

SERVIRE IL POPOLO: I FONDI USA E L’UTILIZZO DEI SOCIAL NETWORK PER FOMENTARE LA RIVOLUZIONE IN EGITTO

dal sito Penny for Your Thoughts
Traduzione di Gianluca Freda per Stampa Libera

I cosiddetti “dissidenti egiziani” si sono incontrati con Hillary Clinton nel 2009

In precedenza, gli stessi “dissidenti” si erano incontrati con Condoleeza Rice nel 2008

Guardate le foto. In entrambe compaiono sempre le stesse facce.

L’articolo di Global Research parla anche della National Endowment for Democracy e del suo coinvolgimento in quanto sta accadendo in Egitto.

Sì, proprio la NED che “Sostiene la libertà in ogni parte del mondo”.

Bwa ha ha ha.

Ho trovato un elenco dei fondi da essa destinati nel 2009 agli interessi egiziani.

E si tratta solo dei fondi del 2009. Pubblico qui di seguito una piccola parte di questa lista, che è piuttosto lunga. Controllate il link che ho messo qua sopra per visionare tutte le elargizioni.

American Center for International Labor Solidarity

$318,757 – Essenzialmente allo scopo di infiltrare l movimenti sindacali.

Andalus Institute for Tolerance and Anti-Violence Studies (AITAS)

$48,900 – “Per rafforzare nei giovani la conoscenza del parlamento egiziano e per potenziare l’uso delle nuove tecnologie come strumenti di responsabilità da parte degli attivisti locali”

Interessati? Imparerete a “conoscere” meglio il vostro governo e poi a utilizzare Twitter, Facebook e i blog per dar vita a una rivoluzione fomentata dagli interessi occidentali.

Arab Foundation for Supporting Civil Society (AFSCS)

$25,000 – “Per promuovere l’indipendenza delle istituzioni della società civile e accrescere la pubblica consapevolezza della loro rilevanza e delle sfide che esse si trovano di fronte, attraverso la cooperazione e il sostegno dei media”.

Come entrare nel grande gioco dei media. Mi fa riflettere sul recente utilizzo da parte dell’Occidente dei cosiddetti “giornalisti indipendenti”. Ho notato che molti di questi cosiddetti indipendenti hanno descritto le rivolte egiziane per i grandi network.

Arab Society for Human Rights (ASHR)

$22,600 – “Per promuovere fra I giornalisti consapevolezza legislativa in materia di libertà d’espressione nel contesto delle leggi egiziane e incoraggiare una più ampia e migliore copertura da parte dei media delle questioni riguardanti i diritti umani”.

Per promuovere l’idea che il governo stia violando i diritti umani. Il che fa sempre effetto sul pomposo pubblico occidentale, che è stupidamente convinto di possederne.

Bridge Center for Dialogue and Development (BTRD)

$25,000 – “Per promuovere nei giovani la capacità di esprimersi e di intervenire, attraverso i nuovi media, su problemi riguardanti la loro comunità. Il BTRD fornirà un addestramento a giovani di età compresa tra i 16 e i 26 anni sull’utilizzo dei media nuovi e tradizionali”

Fateli cominciare da piccoli. Mandateli online a diffondere retorica antigovernativa per tutelare gli interessi occidentali.

Per non parlare degli anni: 2010, 2008,2007,2006,2005…..

Nel solo 2009, la NED ha erogato fondi per un totale di quasi un milione e quattrocentomila dollari a una quantità di gruppi diversi. Moltiplicati per quanti anni?

Chi può dire quanto denaro sia stato pompato in Egitto per trasformarlo in una “democrazia”?

In più, quanto altro denaro statunitense è stato erogato ai dissidenti tramite la Hope House?

Viene da chiedersi chi ci sia realmente su Facebook, Twitter, ecc…

Egiziani comprati e pagati con dollari dei contribuenti americani?

Oppure egiziani che vorrebbero davvero la libertà e che, grazie ai dissidenti comprati e pagati, non la vedranno mai? Vedranno invece delle belle elezioni di stampo haitiano. Vergogna a voi, lacché, traditori del vostro popolo!

Longevità: il segreto nel benessere psico-fisico

Scritto da Martina Fragale
Fonte: http://www.buonenotizie.it

Uno studio americano sulla longevità, attesta l’importanza fondamentale di un atteggiamento di vita “positivo”. Potrebbe sembrare un luogo comune: in realtà si tratta di una scoperta recente, attestata dalle ricerche di un gruppo di studiosi dell’Università della Georgia guidati dal professor Leonard Poon. Lo studio, pubblicato sulla rivista Current Gerontology and Geriatrics Research, si basa su ricerche condotte su un campione di 244 centenari (peraltro, particolarmente numerosi in Georgia) e valuta attentamente i fattori che hanno influito su un così ampio prolungamento delle aspettative di vita.

Accanto ai fattori biologici e fisiologici, sono emerse dalla ricerca degli studiosi americani alcune costanti emotive che confluiscono nella delineazione di un “tipo psicologico” comune. L’elemento comune consiste sostanzialmente in una costante caratteriale, che si riassume nelle capacità reattive. «Grande importanza nella storia di questi anziani – sostiene Leonard Poon – ha avuto anche la capacità di fronteggiare gli eventi negativi della vita, grazie a una pronta capacità di adattamento insita nella loro personalità».  

Ottimismo, reattività e apertura mentale : il “centenario tipo”  studiato dall’equipe georgiana è un inesauribile serbatoio di energia positiva e a cent’anni suonati, si definisce ancora felice e soddisfatto come quando era giovane. I fattori psicologici, quindi, sembrano pesare sulla bilancia tanto quanto i fattori fisiologici: in particolare due elementi, la capacità di adattamento e la cura delle proprie condizioni psicofisiche, coadiuvano in modo incisivo i benefici derivati da uno stile di vita sano.

I risultati ottenuti dall’equipe del dottor Poon non costituiscono uno studio isolato, ma risultano perfettamente in linea con le ricerche condotte in parallelo da altri studiosi: in ottobre, un gruppo di studiosi della Stanford University aveva pubblicato i risultati di uno studio che attestava gli effetti antidolorifici della passione amorosa, effetti paragonabili non solo a quelli ottenuti attraverso i più comuni analgesici, ma anche a quelli prodotti da sostanze stupefacenti.

Star bene con se stessi, essere felici, rende quindi forti contro il dolore e potenzialmente longevi. I risultati conseguiti dagli studiosi americani, hanno trovato eco anche in Europa e nel nostro Paese: il dottor Claudio Franceschi, docente di immunologia all’Università di Bologna, concorda con i colleghi d’oltreoceano e sottolinea l’impatto dello stress psicologico sul sistema immunitario e sulla genesi dei processi infiammatori e di diverse patologie.

Lo studioso italiano, peraltro, a partire dal prossimo mese parteciperà a una ricerca europea in qualità di responsabile della parte immunologica; lo studio, che costituirà un’ideale prosecuzione e approfondimento dei risultati conseguiti dai medici georgiani, valuterà gli effetti sulla longevità delle condizioni di vita dell’individuo non solo durante l’infanzia, ma anche nel corso della fase prenatale.

Uccelli di Chernobyl hanno il cervello più piccolo

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/

Gli uccelli che vivono nei pressi dell’area interessata dall’incidente di Chernobyl del 1986 hanno un cervello più piccolo rispetto ad esemplari della stessa specie cresciuti in ambienti privi di radiazioni.

Lo studio, eseguito da un team internazionale di studiosi norvegesi, francesi e americani, ha messo in risalto come il cervello di 550 uccelli appartenenti a 48 specie diverse sia del 5% più piccolo rispetto ad uccelli che non sono stati sottoposti alle dosi di radiazioni che permeano l’area attorno a Chernobyl.

Dopo l’incidente del 1986, attorno a Chernobyl è stata delimitata un’area del raggio di 30 chilometri considerata off-limits (zona di alienazione), entro la quale non è possibile accedere a meno che non si possieda un permesso speciale o l’autorizzazione ad eseguire studi scientifici nell’area.

Entro quest’area (e molto oltre) permangono infatti elevati livelli di sostanze radioattive come isotopi di iodio, tellurio, rubidio e cesio. Parte della foresta entro la zona di alienazione divenne rossa (e ribattezzata Foresta Rossa), per poi morire completamente ed essere abbattuta a colpi di bulldozer.

Lo scorso anno il professor Thimothy Mousseau (University of South Carolina) e Anders Moller (University of Paris-Sud) pubblicarono i risultati del censimento delle specie animali attorno a Chernobyl, mostrando che mammiferi come lupi e cinghiali siano in declino nella zona di alienazione attorno alla centrale nucleare.

Allo stesso modo stanno sparendo gli insetti, ma pare che una sorte diversa spetti a parte degli uccelli. Nella loro ultima ricerca, gli scienziati hanno valutato i danni causati al DNA degli uccelli dalla contaminazione radioattiva raccogliendo volatili da otto zone boschive attorno a Chernobyl che, nel corso degli ultimi 25 anni, hanno registrato un drastico declino nella popolazione di animali.

Dopo aver controllato la differenza della massa cerebrale tra le 48 specie di uccelli analizzate, si è scoperto che il cervello risultava del 5% più piccolo rispetto a quello di uccelli non esposti alle radiazioni (esclusa ovviamente la radiazione di fondo naturale).

L’effetto di riduzione della massa cerebrale pare essere ancora più pronunciato in uccelli con meno di un anno d’età, dato che suggerisce che probabilmente alcuni embrioni non sopravvivono nemmeno fino alla nascita, per via di uno scarso sviluppo cerebrale.

Alcune specie di uccelli sono in grado di ridurre le dimensioni degli organi interni. E’ il caso, ad esempio, di alcuni uccelli migratori, che per risparmiare energie riducono le dimensioni di organi non fondamentali. Ma il cervello è di certo l’ultimo organo che un uccello (e qualunque altro animale dotato di questa capacità) vorrebbe sacrificare, anche perchè pare non ci sia un relativo vantaggio da una riduzione della massa cerebrale.

Attualmente non è chiaro cosa provochi la riduzione della massa cerebrale degli uccelli di Chernobyl. L’ipotesi più considerata è quella che una dose elevata di radiazioni possa causare un pesante stress ossidativo che lascia gli uccelli esposti privi dela quantità adeguata di antiossidanti.

Cinistan

Scritto da: Enrico Piovesana 
Fonte: http://it.peacereporter.net

Il Tagikistan, la più povera tra le cinque repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale, si sta trasformando in una colonia cinese

Nei giorni scorsi il regime di Emomalii Rahmon, oltre a cedere alla Cina più di mille chilometri quadrati di territorio frontaliero che Pechino rivendicava dal 1884 (un area montuosa del Pamir ricca di miniere d’oro, uranio e altre ‘terre rare’, oltre che di abbondanti sorgenti), ha anche dato in affitto a Pechino duemila ettari di terre arabili nella provincia sud-occidentale di Khatlon, che nelle prossime settimane verranno seminate a riso e cotone da almeno 1.500 ‘coloni’ cinesi.

In un paese prevalentemente agricolo ma quasi completamente montuoso, dove meno del 6 per cento del territorio è arabile, dare terre buone a contadini stranieri viene visto come un affronto da parte della popolazione. ”Perché devono dare terre alla Cina? Perché non le danno a noi che viviamo in condizioni disperate? Questa cosa avrà brutte conseguenze! ”, ha detto un contadino tagico a un reporter di Radio Free Europe/Radio Liberty.

”Il paese trarrà vantaggio da questo accordo, perché i cinesi porteranno qui le loro moderne tecniche di coltivazione e di irrigazione”, rassicura il ministro tagico dell’Agricoltura, Tilomurod Daniyarov, ricordando che inoltre la terra non viene sottratta ai suoi connazionali, perché i contadini cinesi verranno a coltivare terre che negli ultimi anni hanno visto una forte emorragia di contadini locali emigrati in Russia in cerca di fortuna.

Già da alcuni anni, Pechino è diventato il primo investitore nel paese. Dal 2007 la Cina ha costruito in Tagikistan, con manodopera cinese, infrastrutture stradali ed energetiche per 4 miliardi di dollari.
La gran parte degli operai cinesi inviati nel paese centroasiatico per realizzare questi progetti, al termine dei lavori sono rimasti lì.

Così, negli ultimi tre anni, la comunità degli immigrati cinesi in Tajiskitan è triplicata, arrivando a contare almeno 82 mila membri.
Il bazaar principale della capitale Dushanbe, dove fino a qualche anno fa era raro vedere mercanti cinesi, oggi conta oltre cento banchi gestiti da cinesi.

Per Rustam Haidarov, sociologo, ”tutto questo è il primo passo di qualcosa di molto più grande”, in cui è possibile riconoscere la tipica strategia soft-colonialista cinese. ”La politica cinese mira a occupare paesi stranieri in maniera graduale e silenziosa. Dislocando la sua popolazione in Tagikistan la Cina persegue i suoi interessi economici, anche a danno dei nostri, e col tempo guadagnerà anche influenza politica”.

MONIMENTUM LA TOMBA REGOLINI-GALASSI A CERVETERI

Scritto da: Grazia Presti
Fonte: Gruppo archeologico C.R.T.  

Nel 1836 due appassionati di etruscologia, dilettanti, l’arciprete di Cerveteri Alessandro Regolini ed il generale Galassi, ottenuta la concessione di scavo dal Camerlengato dello Stato Pontificio, rinvennero un tumulo con cinque tombe a camera del VI secolo a.C., purtroppo già saccheggiate. Tuttavia un sondaggio eseguito al centro del monumento rivelò una tomba molto più antica (metà VII sec. a.C.) ed ancora inviolata. Infatti il tumulo che la conteneva era stato racchiuso, nel corso del VI sec.a.C., dal tamburo di un secondo tumulo più grande (48 metri di diametro) intorno al quale erano state ricavate delle tombe che erano state inevitabilmente saccheggiate, ma avevano preservato, in tal modo, quella più interna di cui non si supponeva l’esistenza.
Questa era stata per la metà inferiore scavata nel tufo e per la metà superiore costruita con blocchi squadrati disposti in aggetto, in modo da formare una falsa volta di forma ogivale (c. d. “Tomba a volta costruita”). Il sepolcro, dopo un breve “dromos”, è formato da due ambienti lunghi e stretti, il primo denominato “anticamera”, dotato di due cellette quasi circolari ai suoi lati ricavate nella roccia, ed il secondo “cella”. Vi rinvennero tre deposizioni: due ad inumazione nell’anticamera e nella cella ed una ad incinerazione nella nicchia di destra. Al corredo del defunto sepolto nell’anticamera appartenevano un letto bronzeo posto sopra un carrello a quattro ruote in legno e bronzo, un brucia profumi bronzeo su ruote, lebeti in bronzo e scudi in lamina bronzea lavorati a sbalzo, mentre nella celletta di sinistra vi erano una biga smontata, vasellame in oro ed argento ed un calamaio-alfabetario in bucchero, tutti oggetti di grande prestigio sociale. Nella “cella” doveva essere deposta un’aristocratica di alto lignaggio a giudicare dai moltissimi gioielli in oro di superba fattura del suo corredo che comprendevano collane, anelli, catenelle, fibule, pendagli ed autentici capolavori come la fibula aurea ad arco di 30 cm. di altezza con leoni raffigurati sul disco, staffe decorate a granulazione ed anatrelle lavorate a sbalzo sul corpo ed un grande pettorale in lamina con figure reali e fantastiche. Era presente anche un trono bronzeo con poggiapiedi. Tutti questi materiali restaurati e ricostruiti, purtroppo in modo un po’ arbitrario, formarono il nucleo del Museo Gregoriano Etrusco, inaugurato nel 1837, dove si possono tuttora ammirare.