Jade Helm 15, prove tecniche di legge marziale negli Usa. Texas, Utah e California del sud “potenzialmente ostili”.

Scritto da: Cesare Sacchetti
Fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=11317
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Non sembra che ci siano precedenti di alcun tipo, e forse l’esercitazione militare Jade Helm 15 potrebbe essere la prima nel suo genere nella quale membri del corpo militare degli Stati Uniti si mischieranno alla popolazione civile. A coordinare l’operazione sarà lo United States Special Operations Command, ovvero il commando delle operazioni speciali degli Stati Uniti che ha stabilito che questa esercitazione si terrà in sette stati americani: Texas, New Mexico, Arizona, California, Nevada, Utah and Colorado. Le manovre inizieranno la prossima estate dal 15 luglio  e termineranno il 15 settembre.
Che tipo di operazione è Jade Helm? Secondo il documento declassificato pubblicato dal Commando delle operazioni militari, è un “allenamento militare realistico che si interessa di operazioni di guerra non convenzionali”. In questo tipo di esercitazione è previsto che i militari si infiltrino tra i civili che dovranno segnalare alle forze militari che partecipano all’operazione ( Berretti Verdi, Navy Seals, Marines, 82ª Divisione aviotrasportata)  qualsiasi attività sospetta che abbia luogo sul territorio federale degli stati. Secondo la mappa pubblicata dal Commando, gli Stati interessati sono contrassegnati con dei colori ( blu, marrone, rosso, celeste) per connotarne l’ostilità, la neutralità, o l’amicizia nei confronti di questo tipo di operazione.
Il Texas, lo Utah e il sud della California sono considerati ostili. La California,il Nevada e il Colorado sono considerati tolleranti mentre il New Mexico e l’Arizona non hanno una connotazione precisa. Ufficialmente il documento del commando giustifica la necessità dell’esercitazione per “ migliorare la capacità di adattamento a territori sconosciuti, a condizioni economiche e sociali differenti”, e operare “all’interno della comunità dove tutto quello che è al di fuori dell’ordinario sarà segnalato alle autorità (i civili del posto saranno i primi in questo compito).” E’ proprio quest’ultimo punto a sollevare interrogativi su questo tipo di esercitazione, dove non solo la popolazione di alcuni stati viene classificata come ostile, come se i civili potessero rappresentare una minaccia per il governo federale. Il governo degli Stati Uniti considera nemici alcuni dei suoi cittadini in dissenso con le politiche di Washington?
Se questa esercitazione è uno dei modi per provare la fedeltà dei cittadini americani, tramite l’infiltrazione delle forze armate tra i civili, si è piuttosto vicini all’anticamera della legge marziale negli Stati Uniti. Tantomeno non sono specificate quali siano le attività fuori dall’ordinario che vadano segnalate alle autorità e questo sembra evocare il clima delle grandi purghe staliniane, nella quali il cittadino era spinto ad indossare i panni del delatore per denunciare presunte attività sospette del vicino di casa, per non essere perseguito anch’egli in un clima di isteria generale e di diffidenza reciproco. Con la differenza che l’URSS dell’epoca era considerata un apparato totalitario fondato sulla polizia politica e le repressioni di massa, mentre gli USA sono ancora oggi considerati la culla delle libertà democratiche.
Si teme dunque che gli stessi cittadini americani rifiutino o disapprovino le politiche del governo federale, che in tal senso agisce con uno schema di repressione dei possibili focolai intestini che potrebbero in qualche modo ribellarsi agli ordini dell’esecutivo. Secondo Roy Boyd, vice-sceriffo della Contea di Vittoria “verranno costruiti nuclei di militari per provare la loro abilità di movimento sul posto senza farsi troppo notare nella comunità”.  L’obbiettivo dei militari è dunque quello di “testare la loro capacità di fondersi sostanzialmente con l’ambiente locale , mischiarsi con esso e non far saltare la loro copertura.”
 Se dunque i militari hanno l’obbiettivo di mescolarsi alla popolazione civile  senza farsi identificare, si corre il pericolo di mettere a rischio l’incolumità dei civili che verrebbero loro malgrado coinvolti in un’operazione militare. Il potenziale beneficiario di Jade Helm potrebbe essere il governo che tramite questo tipo di esercitazioni potrebbe identificare eventuali “sacche ostili”. L’esercito degli Stati Uniti non è stato in grado di spiegare perché il sud della California, lo Utah e il Texas siano considerati ostili e ha giustificato l’esercitazione per contrastare eventuali minacce straniere. Secondo  il portavoce del Commando Operazioni Speciali, Mark Lastoria, Jade Helm consentirà ai soldati di praticare”nuove tecniche in operazioni speciali di guerra”, e  “serve ad affinare le competenze necessarie a fronte di un continuo cambiamento della minaccia straniera”.
Nonostante le smentite ufficiali dell’Esercito che esclude l’introduzione della legge marziale negli USA, esistono dei manuali operativi in proposito ed uno è stato pubblicato nel 2006, utilizzato per un corso presso la Scuola di Polizia Militare a Fort McClellan che fornisce le direttive per contrastare eventuali insurrezioni civili. Secondo il manuale la funzione della polizia militare è quella di “ interrompere riunioni non autorizzate e pattugliare la zona di disturbo per prevenire l’esercizio di atti illegali”, aggiungendo che, “durante le operazioni per ristabilire l’ordine, le forze militari possono ricorrere all’uso della forza,  alzare dei blocchi stradali, disperdere le folle, e impiegare agenti di controllo della folla”. Cosa succede alle persone che vengono fermate dalle autorità militari? 
Secondo un documento rilasciato dal Dipartimento della Difesa, gli attivisti politici verranno portati in “campi di concentramento temporanei ”per essere pacificati da “ufficiali esperti in operazioni psicologiche ” e per far sviluppare un “apprezzamento delle politiche degli Stati Uniti”. Chi non è d’accordo con quello che sta facendo il governo va dunque rieducato.

Assurdo? Joseph Conrad scrisse che “quanto più una persona è intelligente, tanto meno diffida dell’assurdo.” Il mondo che si credeva  di aver dimenticato potrebbe tornare proprio perché ci si rifiuta di accettare una verità così intollerabile. Non si tratta di veline farneticanti o di sciocche paranoie. Il potere non si cura nemmeno più di nascondere ciò che sta facendo. 

 

Perchè la Svizzera è uno stato neutrale

Fonte: http://www.paginainizio.com/genio/perch%C3%A9-la-svizzera-%C3%A8-uno-stato-neutrale.html

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Alla Svizzera è riconosciuta la connotazione di stato neutrale in quanto si impegna a non schierarsi in caso di guerra tra altri Stati. Questa è una condizione scelta dal Paese stesso, per questo si parla di una scelta libera, permanente ed armata.

La neutralità le è stata riconosciuta con il trattato di Parigi il 20 novembre 1815, dopo la sconfitta di Napoleone. La Svizzera aveva già richiesto di essere neutrale, ma la Francia rifiutò; infatti, a partire dal 1798, la Francia occupò il territorio svizzero ed impose altresì un’alleanza militare.

La Svizzera confina con l’Italia, la Francia, l’Austria, la Germania e il Liechtenstein.

Prima di allora, precisamente all’indomani della fine della battaglia di Marigliano, la Repubblica Elvetica mantenne un profilo molto basso per quanto riguarda la politica estera. Nel 1515 la Svizzera stipulò infatti un trattato di pace con Francesco I° re di Francia e gli storici considerano questo atto come l’elemento cardine che ha dato vita alla neutralità del Paese.

Nel 1907, con la conferenza di pace dell’Aja, la Svizzera ha aderito ufficialmente alla neutralità in quanto ha firmato tutte le carte concernenti le convenzioni sui diritti ed obblighi della neutralità. Il diritto più importante che ne scaturisce è quello dell’inviolabilità del proprio territorio, a cui segue quello di non partecipare attivamente ad ogni forma di guerra e provvedere alla propria difesa. Questo tuttavia non impedisce alla Svizzera di fornire aiuti umanitari in situazioni di guerra.

Asparagi: Proprietà e Benefici

Fonte: http://www.mr-loto.it/asparagi.html

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Gli asparagi sono piante erbacee perenni originarie dell’Asia, ormai diffusi in tutta Europa, e sono caratterizzati da radici che producono germogli “squamosi”, le caratteristiche punte  commestibili dell’asparago, il cui nome scientifico è turioni.
 
La raccolta degli asparagi avviene non appena i germogli spuntano dalla terra, nel momento in cui sono più teneri; se si ritarda la raccolta perdono sapore e tenerezza. Il periodo di raccolta comincia a gennaio.
Gli asparagi appartengono alla stessa famiglia dell’aglio con la differenza che i primi sono ricchi di clorofilla che dona loro il tipico colore verde e proprietà interessanti per il nostro organismo.
Gli asparagi selvatici, appartenenti alla famiglia delle Liliacee, crescono prevalentemente nei pascoli incolti e nei boschi di quercia; di aspetto sottile e di colore verde, di questi asparagi si raccolgono i giovani turioni che crescono in primavera. Gli asparagi selvatici sono molto ricercati per il loro gusto particolarmente delicato, deliziosi lessati e conditi con olio, limone e sale. Vengono utilizzati anche come ingredienti di frittate, risotti,  e zuppe.
Gli asparagi contengono le seguenti sostanze: glucidi, protidi, fibre composte da cellulosa, pectine e lignina, vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B ed elementi minerali quali sodio, potassio, fosforo, magnesio, ferro, zinco, rame e iodio.
 
 
Proprietà Curative e Benefici
 
Dato il loro alto contenuto di potassio, gli asparagi rappresentano un alimento molto utile al cuore e ai muscoli in generale; degno di considerazione il loro effetto diuretico a causa del rapporto potassio/azoto molto elevato e dell’asparagina, che oltretutto è responsabile del forte odore penetrante. Gli asparagi sono inoltre ipocalorici e apportano una quantità equilibrata di vitamine e sali minerali all’organismo che sono pressochè indispensabili per il buon funzionamento del sistema nervoso e del cuore.
 
Come quasi tutte le piante esistenti in natura, gli asparagi hanno proprietà curative; infatti vengono consigliati per la cura di patologie reumatiche e problemi urinari.
 
Le radici degli asparagi vengono utilizzate per dare giovamento ai sofferenti di cuore, eliminando l’acqua che ristagna nei vari tessuti a causa della debolezza dell’attività cardiaca. Il metodo migliore per l’assunzione degli asparagi al fine di esaltarne le proprietà diuretiche è rappresentato dal decotto.
Gli asparagi selvatici, appartenenti alla famiglia delle Liliacee, crescono prevalentemente nei pascoli incolti e nei boschi di quercia; di aspetto sottile e di colore verde, di questi asparagi si raccolgono i giovani turioni che crescono in primavera. Gli asparagi selvatici sono molto ricercati per il loro gusto particolarmente delicato, deliziosi lessati e conditi con olio, limone e sale. Vengono utilizzati anche come ingredienti di frittate, risotti,  e zuppe.
Gli asparagi contengono le seguenti sostanze: glucidi, protidi, fibre composte da cellulosa, pectine e lignina, vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B ed elementi minerali quali sodio, potassio, fosforo, magnesio, ferro, zinco, rame e iodio.
 

 

Museo degli Asparagi
In Germania, nei pressi di Monaco di Baviera, vi è una città di nome Schrobenhausen, ove esiste il Museo europeo degli asparagi; qui si può trovare tutto ciò che riguarda gli asparagi: dagli strumenti e gli utensili per la coltivazione agli oggetti per la cucina e la tavola, libri, quadri e molto altro ancora.
 
Gli asparagi che si coltivano in questa zona sono di qualità bianca e dolce; ogni primavera si celebra la sagra dell’asparago, durante la quale è possibile acquistare il virtuoso ortaggio coltivato dai contadini del luogo.
 
Curiosità Asparagi
Esistono molte varietà di asparagi e si distinguono in base al colore delle loro cime: bianco, verde e violaceo; una volta che vengono colti si possono conservare un giorno fuori dal frigorifero e dai 4 ai 7 giorni in frigo, l’ideale sarebbe avvolgerli in un canovaccio umido per prolungare ancora di qualche giorno la conservazione. Se volete essere sicuri di acquistare asparagi che siano freschi osservate sempre le loro cime: se sono perfettamente chiuse e compatte gli asparagi sono freschi.
 
Gli asparagi sono più ricchi di fibra rispetto agli altri ortaggi e possono quindi essere un alimento che può venirci in aiuto in caso di diete dimagranti, in quanto la sua assunzione aumenta in breve tempo il senso di sazietà.
 
L’assunzione alimentare ideale dell’asparago consiste nel grattugiare le punte dei germogli crude e consumarle con insalate varie; ottime anche le proprietà del suo succo estratto tramite centrifuga elettrica.
Da qualche anno l’asparago ha ottenuto il marchio Igp.

Manipolata la ricerca sulla carie: le multinazionali giocano sporco con la nostra salute

Fonte: http://www.primapaginadiyvs.it/manipolata-la-ricerca-sulla-carie-le-multinazionali-giocano-sporco-con-la-nostra-salute/

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Lo zucchero fa insorgere la carie. La scienza lo ha scoperto circa 60 anni fa, eppure soltanto nel 2003 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dato delle disposizioni concrete per ridurne il consumo fissandolo al 10% delle calorie ingerite. Si può fare di più, ma almeno è un punto di partenza. Fino a quella data l’ OMS  aveva scelto una linea blanda dando delle indicazioni vaghe e poco incisive, si era limitato a consigliare  di diminuire il consumo di zucchero.

Nonostante  in campo medico venisse indicato di limitare l’assunzione di zucchero per prevenire la formazione della carie, la ricerca scientifica fu manipolata per individuare fantomatiche terapie  che  deviassero l’attenzione  dai danni provocati dallo zucchero. Comunque non bisogna essere dei cervelloni per capire che lo zucchero essendo un prodotto pressoché chimico non è salutare per l’organismo.

La pressione delle multinazionali alimentari fece si che la ricerca scientifica, invece di evidenziare la causa del problema,  perdesse  soldi e tempo prezioso nello sviluppo di improbabili vaccini e nell’individuare sostanze “amiche” per i denti come il fluoro e lo xilitolo. Tra l’altro recenti ricerche ne hanno messo in dubbio l’efficacia.

Udite, udite quanto affermato sopra non proviene da una discussione intavolata in qualche blog dal complottista di turno,  ma è il risultato di uno studio scientifico pubblicato su Plos Medicine che ha evidenziato come le industrie di dolcificazione manipolarono la scienza.

Allora cari sostenitori  “a prescindere” dell’idea che gli scienziati sono i depositari della verità assoluta, come la mettiamo? Comunque il problema non è la scienza in quanto tale, ma gli enormi interessi che riescono a direzionare le linee scientifiche. Casomai vi sono alcuni scienziati che vogliono giocare a fare Dio ma questo è un altro problema che abbiamo già trattato su questo blog scrivendo degli Ogm umani non così umani. La scienza, per essere utile, dovrebbe essere al servizio dell’uomo e non dipendere da potentati economici e finanziari.

Le leve del potere sono in mano a Corporation senza scrupoli e i politici di turno invece di denunciare il problema si preoccupano di attirare capitali stranieri. Il pinocchio che presiede il Governo ha dichiarato che considera una risorsa il fatto che multinazionali del calibro di Coca Cola e Mc Donald’s tra i principali colpevoli della deforestazione del pianeta costituiscano i principali sponsor di un Expo che ha come slogan nutrire il mondo.

Le Corporation conoscono bene come deviare le coscienze. Ultimamente diverse testate giornalistiche hanno chiamato alle armi i debunker per difendere il mondo dai complottisti. I media stanno scatenando una guerra di religione verso gli “infedeli”  che denunciano come pericoli per l’umanità la geoingegneria, gli Ogm e la vaccinazione di massa.

Chissa come mai il problema del mondo sono gli attivisti che denunciano i complotti ai danni dell’umanità e non i disinformatori nel libro paga delle multinazionali. Certo bisogna stare all’occhio, nelle proteste vengono infiltrati oscuri personaggi con lo scopo di screditare il movimento. Ad esempio spesso le organizzazioni non governative che si battono contro la globalizzazione sono finanziate dagli stessi fautori della globalizzazione, ma di questo ne parleremo in un altro articolo. Rimane comunque incontrovertibile la correlazione di malattie importanti come il diabete, il cancro e l’ipertensione con prodotti alimentari industriali imposti dalle multinazionali. Tutto ciò è una certezza che soltanto qualcuno in malafede può smentire.

Svegliamoci ora, diamo un segnale ben preciso, boicottiamo i prodotti di questi vampiri,  altrimenti rischiamo di dover  passare altri 60 anni tra malattie e farmaci dispendiosi e dannosi prima di farci dire dallo scienziato di turno: “ ops, le multinazionali sono cattive in quanto hanno manipolato la ricerca scientifica.” Ditemi voi cosa se ne faranno di certe affermazioni coloro che avranno sofferto per colpa di ricerche fasulle e tendenziose.

Magari è venuto il momento di rimettere le cose a posto, non crediamo agli incantatori di regime, informiamoci seriamente. Forse è l’ora di liberarci dei parassiti che lucrano sulla nostra salute e magari se la comunità scientifica  perdesse un pò della sua proverbiale autoreferenzialità iniziando a chiedere scusa,  potrebbe porsi nella giusta condizione per divenire un riferimento sicuro per l’evoluzione umana. Così potremo tornare a sorridere.

Charlie Chaplin

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=497&biografia=Charlie+Chaplin

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Charles Spencer Chaplin nasce il 16 aprile 1889, a Londra, nella tipica periferia suburbana. Il padre era guitto del musuc-hall detito al bere mentre la madre, mediocre cantante, in perenne difficoltà nel trovare lavoro, affida Charles e Sidney (fratello di quattro anni più vecchio) ad un orfanotrofio dove restano due anni.

Infanzia difficile dunque, la sua. A cui si aggiungono a spirale, in un rincorrersi tragico, altri problemi derivati da quella condizione di miseria umana e materiale. Non solo i genitori ad un certo punto si separeranno, ma la madre svilupperà anche una brutta malattia mentale della madre che la costringerà ad un penoso via vai di ricoveri ospedalieri e faticosi ritorni sulle scene. In mezzo a tutto questo, però, Chaplin coltiva forte il sentimento di una necessità di miglioramento, un’ambizione per una vita più dignitosa a cui si vanno ad aggiungere la sua innata intelligenza e la capacità di saper cogliere aspetti del reali oscuri agli altri.

Il talento del giovane Charles, d’altronde, fa presto a manifestarsi. A soli sette anni già affronta il palcoscenico come cantante mentre a quattordici ottiene le sue prime parti teatrali (la seconda è in uno Sherlock Holmes che lo vedrà a lungo in tournée). Non si può dire insomma che non abbia fatto la classica gavetta, che la sua conoscenza del mondo dello spettacolo non sia approfondita. Una scuola di vita che lo porta a diciannove anni ad essere accettato dalla celebre compagnia di pantomime di Fred Karno, con cui collabora per un paio di anni prima della grande tournè americana, l’occasione che gli farà scoprire un mondo diverso, più libero e ricco di possibilità.

Ed è proprio durante un giro di spettacoli ad Hollywood nel 1913, che il produttore Mack Sennett lo scopre, inducendolo poi a firmare il primo contratto cinematografico con la Keystone. Nel 1914 fa la sua prima apparizione sullo schermo (titolo: “Per guadagnarsi la vita”). Per le brevi comiche pensate per Sennett, Charlie Chaplin trasformò la macchietta che si era costuito nel tempo, “Chas” (una sorta di nullafacente dedito solo al corteggiamento), in quel campione di umanità che è il vagabondo “Charlot” (chiamato inizialmente “Charlie” ma poi ribattezzato Charlot nel 1915 da un distributore francese), confezionato da Chaplin nell’indimenticabile “divisa” fatta di baffetti neri, bombetta, giacchetta stretta e corta, pantaloni larghi e sformati e bastoncino di bambù-.

L’attività, come l’epoca vuole, è frenetica: 35 comiche realizzate per la Keystone nel solo 1914 (ben presto anche come regista), 14 per la Essanay nel 1915-16, 12 per la Mutual nel 1917. Un’immensa mole di lavoro che però contribuisce a lanciare definitivamente Charlot, ormai entrato nel cuore di milioni di persone in mezzo mondo. Nel 1918, infatti, Chapli si potrebbe anche considerare “arrivato”: è ricco, famoso e conteso. Una prova? In quell’anno firma un contratto da un milione di dollari con la First National per la quale realizza, sino al 1922, nove mediometraggi (fra cui classici assoluti come “Vita da cani”, “Charlot soldato”, “Il monello”, “Giorno di paga” e “Il pellegrino”).

Seguono i grandi film prodotti dalla United Artists (la casa fondata da Chaplin nel 1919 con Douglas Fairbanks sr., D. W. Griffith e Mary Pickford): “La donna di Parigi” (di cui è solo regista), “La febbre dell’oro” e “Il circo negli anni ’20”; “Le luci della città” e “Tempi moderni” negli anni ’30; “Il grande dittatore” (travolgente satira del nazismo e del fascismo) e “Monsieur Verdoux” negli anni ’40; “Luci della ribalta” nel 1952.

Personaggio pubblico, universalmente acclamato, Charlie Chaplin ha avuto anche un’intensa vita privata, sulla quale sono fiorite leggende di tutti i tipi, poco chiarite ancora oggi. Ad ogni buon conto, a testimonianza della voracità sentimentale del personaggio, stanno a testimonianza quattro matrimoni, qualcosa come dieci figli “ufficiali e numerose relazioni spesso burrascose e dai complessi scioglimenti.

Numerosi anche gli avvenimenti di carattere politico che hanno segnato la vita del grande comico (ammesso che questa parola non sia troppo riduttiva). La presunta origine ebraica e le simpatie per idee e movimenti di sinistra gli causarono numerose grane, fra cui quella di essere sottoposto al controllo dell’FBI sin dal 1922. Nel ’47, invece, viene addirittura trascinato di fronte alla Commissione per le attività antiamericane, sospettato in pratica di comunismo: un’accusa che gli costa l’annullamento nel ’52 (mentre Chaplin era in viaggio per Londra ), il permesso di rientro negli USA.

Nel 1953 i Chaplin si stabiliscono in Svizzera, presso Vevey, dove Charles si spegnerà il 25 dicembre 1977. Charlie Chaplin nella sua carriera non ha mai vinto un oscar come migliore attore o miglior regista. Per lui oltre al tardivo oscar alla carriera nel 1972, un oscar come migliore compositore musicale sempre nel 1972 per il film “Luci della ribalta” (pellicola realizzata ben vent’anni prima).

I suoi ultimi film (“Un re a New York”, 1957, e “La contessa di Hong Kong”, 1967), la sua “Autobiografia” (1964), le riedizioni sonorizzate delle sue vecchie opere e molti progetti rimasti incompiuti hanno confermato sino all’ultimo la vitalità di un artista che va annoverato fra i pochi grandi in assoluto del nostro secolo (il grande poeta russo V. Maiakovski gli ha addirittura dedicato una poesia).

Indonesia, avanza la sharia: vietata la vendita alcolici in tutto il territorio nazionale

Scritto da: Mathias Hariyadi
Fonte: http://www.asianews.it/

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Negozi, centri commerciali e bancarelle non potranno vendere bevande alcoliche. Per il ministro del Commercio il provvedimento serve a tutelare i giovani, maggiori consumatori di alcol. Il buco nelle casse dello Stato (oltre 460 milioni di dollari) coperto da un aumento della tassazione sugli alcolici serviti in bar e ristoranti. Partiti islamisti e moderati uniti nella lotta contro l’alcol.

Jakarta (AsiaNews) – Da domani, 16 aprile, in tutto l’arcipelago indonesiano sarà vietata l’esposizione e la vendita al pubblico di birra; un divieto che vale per tutte le attività commerciali volte alla vendita, compresi i negozi, i centri commerciali e le bancarelle lungo le strade. La conferma arriva dal ministro per il Commercio (e magnate nell’industria elettronica) Rachmat Gobel, il quale spiega che il bando è stato votato il 16 gennaio scorso e che questi quattro mesi sono serviti per la graduale applicazione della nuova norma. Ora, aggiunge il titolare del dicastero, non saranno ammessi “cambiamenti” né deroghe: i trasgressori saranno puniti a norma di legge.

Da decenni gli indonesiani sono soliti consumare discreti quantitativi di alcol, sia della tradizione locale che importati dall’estero, bevande “occidentali” come birra, champagne, vodka e vino. E se per qualcuno bere alcolici è solo uno svago nel tempo libero, in certe aree (Kalimantan e altre regioni) il consumo di alcolici fatti in casa è legato a motivi di carattere culturale e della tradizione. Altri, infine, come in altre parti del mondo bevono “per divertimento” con il solo scopo di “ubriacarsi”.

In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo dove in alcune aree come la provincia di Aceh è in vigore la sharia (la legge islamica), da oltre tre decenni è consentita al pubblico la vendita di birra e bevande con meno del 5% di contenuto alcolico. I giovani sono il target di riferimento di questi prodotti e i più grandi consumatori di birra e soft-drinks, al contrario della popolazione anziana e dei più stretti osservatori della morale islamica che consumano solo tè e acqua naturale.

Secondo alcuni osservatori l’entrata in vigore della norma che proibisce la vendita al pubblico di alcolici assesterà un duro colpo alle casse dello Stato, visto che solo in tasse la rendita nel settore per il Paese è di oltre 6 trilioni di rupie indonesiane all’anno (oltre 460 milioni di dollari). Il ministro risponde però che preferisce “salvare il futuro delle nostre giovani generazioni”. Rachmat Gobel aggiunge inoltre che la perdita causata dai mancati introiti può essere compensata da un aumento della tassazione dal 10 all’11% nel consumo di bevande alcoliche nei caffè, nei ristoranti e negli hotel.

La vicenda riguardante il bando alla vendita di alcolici non riveste solo un’importanza economica o sociale, ma vi sono anche elementi di natura religiosa perché è una battaglia di lungo corso cavalcata da partiti più o meno filo-islamisti. Del resto la scorsa settimana due partiti di ispirazione musulmana – lo United Development Party (Ppp), moderato, e il Justice and Prosperous Party (Pks), più radicale – hanno sottoscritto una proposta di legge finalizzata alla proibizione della vendita di alcolici. Per i trasgressori è prevista una pena fra i tre mesi e i due anni di prigione e il messaggio dei legislatori è chiaro: vietata la vendita di alcol su tutto il territorio nazionale, anche perché “il 58% dei crimini commessi si verificano a causa del consumo di alcol e droga”.

 

FALSE CONTRAPPOSIZIONI INSANGUINANO IL MEDITERRANEO. IL PETROLIO NON BASTA A SPIEGARLO. CERCANO ANCHE DI MANTENERE AL NORD EUROPA LE ROTTE DEL COMMERCIO MONDIALE?

Scritto da: Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com

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Credo sia ormai di pubblico dominio il fatto che è in corso un tentativo – riuscito ma non completamente –  di creare  e alimentare contrapposizioni nel mondo mediterraneo facendo leva su qualsiasi differenza etnica, religiosa, culturale, territoriale o di censo che sia possibile attivare.

Per Mondo Mediterraneo intendo il mondo che potremmo chiamare ” quello della storia antica”, ossia la somma dei mari Mediterraneo, del mar nero e del mar rosso e dei paesi da questi bagnati. Si tratta , con la sua ricchezza e varietà di culture, del maggior giacimento di ricchezze, religioni, e etnie mai esistito, il cui solo fatto di perpetuarsi condiziona il globo.

Gli Agenti di influenza che operano in questo senso distruttivo sono numerosi, ma il metodo è certamente di matrice britannica e tutto è iniziato, e si è incattivito, con l’arrivo della Cina sugli scenari commerciali mondiali.

Un flusso enorme di merci a prezzi di produzione irrisori si sono riversati sul mondo via Mediterraneo restituendo a questa via d’acqua il ruolo centrale che aveva avuto fino al XVI secolo.

UN PO DI STORIA ANTICA.

A partire da quel periodo definito delle “Grandi Scoperte” il mondo baltico assunse una importanza crescente  e i porti Inglesi, Olandesi e Tedeschi ( lega anseatica, ricordate?)  iniziarono la loro ascesa economica, politica, culturale e persino religiosa al punto da sentire il bisogno di crearsi un pensiero religioso autonomo rispetto alla “devianza latina”..

Residui  culturali di questa rivalità sono rintracciabili anche nelle recenti polemiche contro i paesi PIGS della eurozona, nella contrapposizione Germania-Grecia in seno alla UE che a tratti  ha avuto i toni di un regolamento di vecchi conti e nei tentativi di svuotamento delle politiche mediterranee attuate con l’appoggio di Sarlozy con la creazione della inutile Unione del Mediterraneo  che – come l’ufficio dell’Olio d’Oliva di Madrid – serve più a frenare che a stimolare questo prodotto salvifico a favore dell’uso per alimentazione umana dei nocivi grassi animali ( balene ecc) che sono il core business della poco controllata multinazionale anglolandese Unilever.

Il ritorno, dopo tre secoli, della Cina sulla scena mondiale dei commerci e del conseguente ritorno alle rotte mediterranee del commercio mondiale  ha prodotto un terremoto coperto dalla rumorosità americana, ma grandi realtà economiche mondiali come Londra, Rotterdam, Amburgo, hanno iniziato a temere per la loro prosperità e per la loro stessa esistenza.

L’arrivo dell’altra entità “rumorosa” e inesperta,  la Russia col suo piano di creazione di una Nuova Transiberiana di grande trasporti logistici a basso prezzo  tra Cina e Europa e con il grande progetto dei pipelinesouthstream” hanno completato il quadro del pericolo di decadenza presentatosi agli occhi dei signori del mondo con l’arrivo del nuovo secolo.

Un solo esempio: esiste nel mondo petrolifero una società con base in Olanda – mi spiace non ricordarne il nome –  unica proprietaria al mondo dei fusti contenitori di petrolio o oli minerali che circolano ovunque ed è invalso l’uso di affittarli a questa società piuttosto che comprarseli. La gestione logistica mondiale ne è certamente semplificata, ma provate a immaginare cosa accadrebbe a questa compagnia se il baricentro del mondo si spostasse.

Tutti i principali ostacoli alla navigazione mondiale sono sorti nell’ultimo decennio sulla rotta commerciale Cina-Europa.

Tutte le guerre e le crisi sono sorte nei paesi di produzione o di futuro transito dei gasdotti e del  petrolio.

Mi spiace non disporre delle capacità grafiche necessarie per mostrare una carta geografica, ma confido nel livello di cultura geografica  del  lettore.

La maggior parte dei problemi sono sorti per l’improvvisa esaltazione di differenze culturali, regionali o religiose tollerate benissimo per secoli e vissute più come arricchimenti che come ostacoli.

Dal separatismo catalano a quello lumbard ; dalle differenze religiose balcaniche sopite dai tempi dell’assedio di Vienna; dalle “differenze” tra sciiti e sunniti ( finite con la battaglia di Kerbala nel 680 d.c.), impalpabili al punto di non essere mai citate in ormai anni di pubblicistica.

Nella impossibilità fisica  di elencare tutto limiterò il campo alla indicazione dei creatori del metodo del divide et impera che sono gli inglesi  e nella falsità dei pretesti addotti nella penisola araba e nella indicazione dei complici in quella zona.

Come è noto l’intelligence britannico nacque con sir Francis Walshingam ai tempi di Elisabetta I, liquidò Maria Stuart e il suo amante cattolico ( Davide Rizzio che alcuni ritengono un Agente del Papato) dalla Scozia e dal trono inglese; contribui a creare il fenomeno della pirateria sulle rotte commerciali  atlantiche per emarginare la Spagna, deviò la scelta dei dirigenti della rivoluzione francese verso gli elementi meno capaci e creò sopratutto il concetto di equilibrio europeo mentre l’Europa si era sempre pensata come un unicum. Riuscendo a creare il concetto di equilibrio delle forze ( e in conseguenza  della Inghilterra come ago della bilancia) venne introdotto il primo germe della rivalità Franco-tedesca che tanto ha influito nella storia d’Europa.

E DI GEOGRAFIA

Uno zibaldone delle attività e delle conoscenze dell’intelligence raccolto agli inizi ( la tentazione di perpetuarsi…..) fu raccolto in un milione e mezzo di parole da Richard Hakluyt che dedicò il suo lavoro al genero di Walshingam.

Il titolo è indicativo degli interessi reali di un servizio segreto: ” The principals Navigations, Voyages, Trafiques and discoveries of the English Nation”.

Hakluyt, che era un Agente segreto, venne ricompensato per i suoi servigi con benefici ecclesiastici e terminò la sua vita come rettore di una parrochia nel Suffolk.a riprova che la corona inglese ha sempre subordinato gli interessi della chiesa a quelli dello stato. Il lavoro fu riordinato dal reverendo Parson Samuel Purkas ( cappellano dell’Arcivescovo di Canterbury) che porto l’opera a livelli letterari giungendo a quattro milioni di parole. Nel 1928 venne edito a New York in una versione abbreviata dal titolo ” Richard Hakluyt and the english voyages” ( G. B. Parks)

Nei quasi quattro secoli di vita ininterrotta ed efficace, l’intelligence britannica è stata il guardiano silenzioso delle fortune inglesi ed ha guidato la geopolitica di questa piccola isola creando una propria classe dirigente  che si autocoopta, specializzandosi nel mai apparire, attribuire a terzi le proprie malefatte e sempre giungendo al nocciolo delle situazioni.

L’alleanza con l’America ( e gli altri paesi anglofoni) istituzionalizzata da Churchill nel dopoguerra,  ha dotato l’intelligence inglese di mezzi  molto maggiori e del capro espiatorio ideale dotato di quel tanto di  narcisismo infantile che accetta anche ruoli di protagonista negativo tanto utili a chi preferisce la discrezione alle effimere luci della notorietà che crea nemici.

Non a caso Stalin e l’URSS considerarono ” Nemico principale” l’intelligence britannico fino agli anni ottanta e – quando decisero di arrendersi – inviarono Gorbatchev dalla Tatcher a Londra, non a Washington dall’  “attore di film di serie B”..

LA DISINFORMAZIONE COME ARMA PRINCIPALE

La base di tutte le questioni è l’affermazione che tutto il mondo arabo attribuisce importanza primaria alla religione. E’ verissimo, ma è un fatto personale e non politico.

La disinformazione consiste nell’aver divulgato questa “constatazione” sostenendo che la religione condiziona l’accesso al potere e le differenze religiose sono quindi fondamentali e base realistica di divisioni.  In realtà, nel mondo arabo si stanno distruggendo in nuce i tentativi di unificazione nazionale che sono in corso da un secolo e che l’impero britannico sta soffocando da cento anni con inimmaginabile brutalità e che poiché negli ultimi lustri quel che succede lo si viene a sapere in tutto il mondo, il compito del cattivo è toccato agli USA.

STORIA MODERNA

A) Cominciando dalla Somalia, Sayid Muhammed ben Abdallah Hasan che condusse 20 anni di resistenza contro gli inglesi nel Somaliland  e da questi chiamato  il Mad Mullah, non era pazzo e non era nemmeno mullah ( equivale all’odierno Imam). Bene , il grido di Sayid Muhammed è stato ” Somali destatevi dal sonno” , non mussulmani. Il titolo di mullah è disinformazione : come se dessero a me del Monsignore. servirebbe solo a tingere di religioso quel che religioso non è.

B) Il partito Baath: fu creato da un cristiano ( ortodosso) di Siria : Michel Aflak. nulla dunque a che fare con la religione, anzi il laicismo dei baathisti è una sorta di dogma in tutto il mondo arabo. Esso ha istanze di tipo risorgimentale e negli auspici del fondatore doveva basarsi su un sistema di libertà di tipo occidentale. Aflak su costretto per le sue idee liberali a lasciare la Siria e rifugiarsi in Irak dove era al potere un altro governo baathista che di li a poco doveva  anch’esso scivolare verso il potere personale. Aflak restò in disparte fino alla morte rifiutandosi di avvallare queste deviazioni autoritarie.

Ciononostante, giunti gli USA a Bagdad ci fu una iniziativa angloamericana di distruggere la sua tomba  e disperderne il cadavere.  Persino gli arabi antibaathisti che avevano seguito gli americani in guerra si opposero a questa profanazione e il tentativo fallì.

Per evitare di pensare che si sia trattato di un gesto isolato di follia, e se non bastasse la replica fatta  col cadavere di Ben Laden, va ricordato che analogo trattamento fu riservato al Mahdi del Sudan. Il Mahdi ( vero nome Muhammad Ahmad) era morto di tifo tempo prima della battaglia di Omdurmann ( battesimo del fuoco di Churchill).

Quando gli inglesi ripresero il controllo della situazione, facero disseppellire il cadavere e lo bruciarono nella caldaia di una delle navi fluviali, distaccandone la testa che trasportarono in una tanaca di benzina. Churchill  stesso defini “barbaro” questo modo di procedere.

Anche in questo caso il tema lanciato era l’indipendenza dalla Gran Bretagna in Sudan e dai franco inglesi in Siria e in Irak. Saranno state dittature , ma certo erano laiche e non confessionali.

C) la rivoluzione di Mossadeq in Iran ( 1953) nacque a seguito della nazionalizzazione dei giacimenti petroliferi in Iran e la religione fu un fattore introdotto dagli inglesi che a lungo hanno finanziato e sostenuto il “partito dei mullah” da sempre inviso al potere politico. Un esponente americano definì il partito dei mullah come ” a british hobby“. non aveva capito che si trattava di un investimento a lungo termine.

D) La rivoluzione degli “ufficiali liberi” in Egitto ( 1952) fu fatta in nome dell’indipendenza dalla tutela inglese. Come risposta gli inglesi cercarono di potenziare la confraternita del “Fratelli Mussulmani” ormai nota a tutti ed è ai Fratelli Mussulmani che si è appoggiata la rivolta della cosiddetta primavera araba. Oggi sappiamo che non era primavera e non era araba.

E) Anche la rivoluzione di Gheddafi  in Libia ( 1969) ( inizialmente vista con simpatia dagli USA) è sempre stata una reazione alla bigotteria della confraternita dei Senussi e aveva come scopo il liberarsi della tutela inglese che ora si cerca di ripristinare restaurando persino la Monarchia senussita….

F) Yemen: quando elementi nasseriani nel 1962 rovesciarono l’Iam ( Yahia?) che governava appoggiandosi all’ennesima confraternita e instaurarono la Repubblica, intervenne l’Arabia Saudita a difendere l’ancien regime, fino a giungere a una spartizione del paese ( come sta per succedere nuovamente in questi giorni). Si divisero per ragioni religiose e si riunirono per ragioni nazionali.

G) GLI ARABI CRISTIANI: in tutti i documenti britannici dello scorso secolo sulla questione araba, i cristiani sono nominati solo di incidentalmente. Nella gestione della questione ebraica, addirittura,  non se ne parla affatto benchè agli inizi del secolo fossero più numerosi degli ebrei in Palestina. Negando financo l’esistenza dei cristiani arabi si nega l’esistenza della nazionalità araba che preesiste all’islam.

E questo è un pactum sceleris che unisce ebrei, inglesi e l’islam più clericale nel senso deteriore del termine che periodicamente , sia pure per ragioni differenti, cercano di eliminare i cristiani dopo aver cercato di metterli contro l’Islam.

Paradossalmente l’unica città in cui gli ebrei erano maggioranza relativa nel 1919 era Bagdad dove erano il 39% del totale abitanti.

Come si vede, la differenziazione religiosa non è mai stata un problema per gli arabi, ma è stata introdotta dagli inglesi e perpetuata dagli USA ai soli fini di introdurre i germi di una guerra incivile in tutta la penisola. Nel prossimo post elencheremo anche i motivi di infondatezza della distinzione tra sunniti e sciiti e i casi in cui la religione è stata subordinata alla politica mediorientale e il fil rouge di una periodica  rivalità  ( di cui siamo spesso  inconsapevoli) tra Italia e UK su alcuni mercati come la Libia, L’Irak e il Libano.

Cervello in forma con la verdura

Fonte:http://www.informasalus.it/it/articoli/cervello-forma-verdura.php

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Due porzioni di verdura a foglia al giorno proteggono in manierasignificativa il cervello e riducono il rischio di demenza

Due porzioni di verdura a foglia al giorno proteggono in maniera significativa il cervello e riducono il rischio di demenza. È quanto emerso da uno studio realizzato dai ricercatori della Rush University di Chicago, presentato al meeting annuale dell’American Society for Nutrition (ASN).

I ricercatori hanno analizzato la dieta e le capacità cognitive di oltre 950 anziani con un’età media di 81 anni arruolati nel Memory and Aging Project per un periodo da 2 a 1° anni. Dall’analisi è emerso che coloro che avevano mangiato una-due porzioni di frutta al giorno non solo manifestavano una forte riduzione del declino cognitivo ma avevano anche l’abilità cognitiva di una persona di undici anni più giovane rispetto a chi non aveva mangiato verdura.

Il merito sarebbe della vitamina K contenuta nella verdura. “Nessun altro studio ha esaminato la vitamina K in relazione al mutamento delle capacità cognitive nel corso del tempo, e solo un numero limitato di studi ha trovato qualche associazione con la luteina – ha spiegato Martha Clare Morris, Sc.D., assistente di ricerca della Rush University Medical Center e leader del team dello studio – Dal momento che il declino della capacità cognitiva è un argomento centrale per le malattie come l’Alzheimer e la demenza senile, l’aumento del consumo di verdure a foglia verde potrebbe offrire un modo molto semplice, conveniente e non invasivo per proteggere il cervello” .

Quando il corpo si ammala

Scritto da: Naturopata Elena Congo
Fonte: http://www.naturopataonline.org/sport-e-benessere/pensiero-positivo/9443-quando-il-corpo-si-ammala.html

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Quando il corpo si ammala: come capire il messaggio che il nostro corpo sta cercando di trasmetterci

Quando il corpo si ammala solitamente ci arrabbiamo e ci sentiamo al centro di una sventura. Riuscire a comprendere che la malattia è un messaggio dell’anima è un percorso che ci rende liberi. Vedere la malattia come l’allontanamento dallo stato di equilibrio (salute) non significa cancellare il dolore o far scomparire immediatamente i sintomi ma vuol dire capire il messaggio che il nostro corpo sta cercando di trasmetterci, e cioè che ci siamo allontanati dalla strada del nostro stare bene, del nostro benessere emozionale, psicologico e fisico! Comprendere la ragione per la quale ci si è allontanati dall’equilibrio è sicuramente un passo importante verso il suo ripristino, ossia  verso ciò che tutti chiamiamo guarigione.
Il cancro è oggi la malattia che probabilmente l’essere umano teme maggiormente. Ma come tutte le malattie può e deve essere visto come l’allontanamento dallo stato di equilibrio. Quando viene comunicata la diagnosi si pensa che il corpo abbia tradito! subentra la paura della morte e soprattutto la paura della sofferenza a cui ,insieme ai propri cari, si sta per andare incontro.
Quando nel cruscotto della nostra auto si accende la spia dell’olio siamo pronti a fermarci alla prima autofficina per fare il pieno d’olio..anzi i più bravi sono attenti affinché il livello dell’olio non scenda mai sotto il minimo : nessuno penserebbe mai di ignorare la spia mettendoci sopra un cerotto. E se la spia si accende in maniera insolita siamo pronti a far controllare subito tutto il motore per capire cosa sta andando storto!
Ecco..per il nostro corpo molto spesso non siamo così attenti ! quando il corpo si ammala dovremmo prenderci il tempo e dedicare la giusta attenzione per ascoltare il messaggio che sta cercando di mandarci senza aver paura di quello che potremmo scoprire e capire.
La scorsa settimana sono andata a fare l’ecografia mammaria presso LILT . Il medico che ha eseguito l’esame mi ha detto che il cancro al seno è in aumento, sopratutto nella fascia d’età tra i 40 e 50 anni. Questo mi ha fatto riflettere….
Il seno per una donna è una parte molto importante del proprio corpo.
Il seno rappresenta la maternità, il “nido” materno e l’affettività (Ogni sintomo è un messaggio di Claudia Ranville). Il seno sinistro riguarda l’aspetto materno ossia le relazioni con le persone nei confronti delle quali si hanno atteggiamenti materni e riguarda la casa, il nucleo familiare, il “nido”. Il seno destro riguarda l’affettività, le persone che abbracciamo (per la donna mancina s’invertono).
Quando la malattia coinvolge il seno la domanda da porci è che cosa o chi ci ha creato un dolore in questi ambiti. Potrebbe essere una gravidanza mancata oppure la perdita di un figlio. Potrebbe essere l’abbandono da parte della mamma oppure del marito/compagno. Potrebbe essere una difficoltà a vivere in modo pieno le proprie emozioni oppure potrebbe essere una ferita d’amore importante.
E’ importante la prevenzione nel senso di fare periodicamente dei controlli ma è fondamentale imparare a conoscersi ! Avere la consapevolezza di avere o meno dei blocchi a livello energetico e/o emotivo è la migliore prevenzione alla malattia. Questo significa riflettere su come si vive la propria femminilità e  su come si vivono i propri rapporti affettivi con i genitori, con i figli e con i partner (e non solo), su come si sono elaborati eventuali lutti e/o perdite.. Sono semplici domande che spesso riservano anche  piacevoli sorprese perchè ci si rende conto di vivere una vita piena d’amore. Quando le risposte sono invece poco confortanti (forti mancanze affettive) il mio consiglio è di vederle come opportunità per mettere a posto emozioni in disordine..lavorare sull’accettazione, sull’elaborazione di emozioni rimaste immature, imparare ad amare incondizionatamente,….
Quando purtroppo c’è la diagnosi di cancro è opportuno seguire l’iter consigliato dalla medicina tradizionale ma è altresì importante lavorare sul piano emotivo e comprendere cosa ha portato a quella diagnosi. Affrontare la malattia con una maggiore e profonda consapevolezza aiuta a non sentirsi in balia degli eventi. Iniziare il cammino significa essere più vicini alla meta.
Vorrei precisare ancora che ciascuno di noi vive ed elabora le emozioni in maniera totalmente personale: le stesse situazioni nella vita possono anzi portano a conseguenze totalmente differenti per ciascun individuo… porsi domande e cercare le risposte sono percorsi assolutamente  e completamente personali.

Qual è la portaerei più grande del mondo?

Fonte: http://www.paginainizio.com/genio/qual-%C3%A8-la-portaerei-pi%C3%B9-grande-del-mondo.html

La portaerei più grande del mondo è la USS George H. W. Bush (CVN-77)

La portaerei più grande del mondo è la USS George H. W. Bush (CVN-77)

Come dice il nome stesso, una portaerei è una nave molto grossa il cui compito specifico consiste nel portare gli aerei. Si tratta di una nave militare, da guerra, che consente di spostare la potenza aerea di un paese senza dover ricorrere alle basi terrestri. E’ quindi una base aerea che si muove nel mare ed è per questo davvero molto grande.

Si pensi infatti che la portaerei più grande del mondo ha una pista di atterraggio e decollo lunga poco meno di 333 metri e pesa 102.000 tonnellate. Essa è l’ultimo modello di portaerei a propulsione nucleare della classe Nimitz ed è nota come USS George H. W. Bush (CVN-77) in quanto è dedicata al 41° presidente degli Stati Uniti.
La stima del suo costo iniziale raggiunge i 6,2 miliardi di dollari, la Northrop Grumman Shipbuilding Newport News venne incaricata agli inizi del 2001 per la sua realizzazione e il 6 settembre 2003 venne fatta una cerimonia per inaugurare l’inizio dei lavori sullo scafo. In tale occasione George H. W. Bush appose le sue iniziali su una lastra di metallo che, in seguito, venne saldata all’interno della nave.

E’ entrata in servizio il 10 gennaio 2009 nella base di Norfolk, in Virginia (Stati Uniti) ed è ora impiegata dall’United States Navy.
La USS George H. W. Bush (CVN-77) ha una struttura tale da ospitare fino a 80 mezzi aerei, 3.200 marinai e 2.480 aviatori.