L’Italia dei fantasmi: otto spiriti che infestano le nostre città

Fonte: http://www.deejay.it/news/litalia-dei-fantasmi-otto-spiriti-che-infestano-le-nostre-citta/428267/

Ogni città ha le sue leggende, i suoi misteri, le sue credenze e i suoi fantasmi. Case infestate, personaggi realmente esistiti, figure spettrali e leggendarie. Ecco i più noti fantasmi che si aggirano per le principali città italiane.

napoli

Il “piccolo monaco” che si aggira per i vicoli stretti di Napoli è uno degli spiriti più famosi delle nostre città. La storia di questo spirito risalirebbe ad un amore impossibile del ‘500. Secondo la tradizione, un giovane, Stefano Mariconda, era innamorato di una ragazza di buona famiglia, Caterinella Frezza. Ma proprio la famiglia di lei, avversa a questo amore, fece gettare il giovane nel vuoto, mentre questi raggiungeva l’amata passando per i tetti di Napoli. Caterinella, si narra, diede alla luce un figlio deforme che già dalla giovane età fu vestito da monaco per cercare grazia e per nascondere le deformità. Il personaggio fu oggetto di grande superstizione in vita, e ancora oggi la sua figura è considerata portatrice di eventi benevoli e nefasti in tutta la città.

bimba ghost

A Bologna, in Via Zanardi 449, c’è una residenza storica chiamata Villa Clara. L’edificio ha avuto in passato altri nomi, come Casino Del Trebbo, Villa Malvasia, Villa Alessandri. Proprio alla storica famiglia Alessandri si narra che appartenga la bimba il cui fantasma dimora ancora le stanze dell’edificio, tra le cui mura avrebbe perso la vita. La gente del posto non passa volentieri di fronte alla villa, che si dice spesso avvolta dalla nebbia, e dal cui giardino a volte si può distinguere un pianto.

suora

Nel famosissimo teatro lirico nel cuore di Palermo, si racconta che si aggiri lo spirito di una suora. Le voci narrano di una donna, di bassa statura, avvistata più volte sul palco, tra le quinte, nei sotterranei. Secondo la leggenda, si tratterebbe di una suora perché l’edificio odierno si trova in un luogo dove un tempo sorgevano la chiesa e il monastero delle Stimmate. E si dice che, quando furono abbattuti, fu erroneamente profanata la tomba di una suora.

ghost nera

Anche nel parco più famoso di Milano (a pochi passi dalla sede di Radio Deejay) esiste la leggenda di una dama fantasma. Una dama vestita di nero, con il volto anch’esso coperto da un velo, che si aggirerebbe nei pressi del Palazzo Sforzesco, il cui nucleo originale sorge nell’area sin dal 1368. La leggenda, già diffusa nell’Ottocento, narra che questo spirito sia solito attraversare i viali alberati nelle notti di nebbia, per abbordare un passante solitario e accompagnarlo nella sua dimora, una grande villa parata a lutto. Qui, dopo una notte d’amore, chiunque abbia alzato il velo racconta di essersi trovato faccia a faccia con delle orbite vuote, mentre nessuno ha mai saputo ritrovare la villa il giorno dopo.

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Villa Foscari è una nota dimora storica che sorge tra Padova e Venezia. L’edificio, noto come “La Malcontenta”, ospita invece una “Dama Bianca”, che sarebbe stata avvistata mentre passeggia tra gli ampi giardini e le lussuose stanze. Si narra che questo spirito appartenga ad una donna altolocata chiamata Elisabetta, vissuta nel ‘700. La donna, secondo la leggenda, fu rinchiusa nella residenza per i suoi modi di fare “libertini”, e per questo ne continua ad infestare gli ambienti, avvolta in un candido vestito bianco.

olimpia

Si narra che a piazza Navona vaghi ancora in alcune notti invernali lo spettro di Olimpia Pamphili, a bordo della sua carrozza trainata da maestosi cavalli neri. La leggenda vuole che la nobildonna romana infesti questa piazza ridendo e incutendo timore nei malcapitati passanti solitari, per vendetta nei confronti di una città che in vita -nonostante la ricchezza e il potere- non la amò.

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La storia medievale è ricca di efferati delitti. Tra questi Mantova ne ricorda uno in particolare, quello in cui il ricco Francesco Gonzaga fece decapitare la moglie Agnese Visconti, per via di un tradimento. Proprio la sventurata, si narra, continua a infestare il castello della città, con apparizioni in particolare nel giorno di Natale, chiedendo perdono per il proprio tradimento.

fantasma

La famiglia Loredan è una famosa famiglia nobile della Repubblica di Venezia, città ancora oggi tra le più ricche di spettri e fantasmi che infestano calli e campi. Tra questi uno dei più noti è Fosco Lorean, anch’egli protagonista di una storia di passione, violenza e morte. Anch’egli, si narra, scoprì il tradimento della moglie. Deciso ad ucciderla, la inseguì fino al Canal Grande, nei pressi del Ponte di Rialto, dove sotto gli occhi del Doge, la decapitò. Accecato da follia e disperazione, l’uomo raccolse il capo della moglie e si gettò nel canale, affogando. Da allora, si dice che ad ogni anniversario dall’evento ci si possa imbattere nell’apparizione del terribile fantasma, ancora con il capo mozzato della donna stretto in pugno.

Dobbiamo il DNA al Sole?

Scritto da: Eleonora Ferroni
Fonte: http://www.media.inaf.it/2015/05/07/dobbiamo-il-dna-al-sole/

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Un gruppo di ricercatori di Berkeley e dell’Univeristà delle Hawaii ha dimostrato per la prima volta che attorno alle stelle potrebbero esserci eccellenti condizioni per la formazione dei precursori molecolari del DNA

Una delle domande che i ricercatori si pongono più di frequente è: come ha avuto origine la vita? Alla base della nostra ci sono sicuramente i mattoncini del DNA, la cui formazione primordiale, però, è ancora un mistero. Per questo un gruppo di ricercatori, del Lawrence Berkeley National Lab (Dipartimento dell’Energia USA) e dell’Università delle Hawaii, ha deciso di ricreare le condizioni che potrebbero aver contribuito alla formazione dei precursori molecolari del DNA. Si tratta di strutture di carbonio e atomi di azoto, componenti chiave delle basi azotate (sono 5 e compongono sia DNA che RNA).

I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta che oggetti caldi nell’Universo, come le stelle (magari anche il Sole), possono essere ambienti perfetti per la formazione di questi anelli molecolari contenenti azoto. Nello studio “Gas phase synthesis of (iso)quinoline and its role in the formation of nucleobases in the interstellar medium”, pubblicato su Astrophysical Journal, gli esperti descrivono l’esperimento con il quale hanno ricreato in laboratorio le condizioni che troveremmo attorno a una stella morente ricca di carbonio. «Questa è la prima volta che osserviamo una reazione calda come questa», ha affermato Ahmed Musahid, scienziato della Divisione Scienze Chimiche nel Berkeley Lab. Non è facile per gli atomi di carbonio formare gli anelli che contengono azoto, ha spiegato. Ma questo nuovo lavoro dimostra la possibilità di una reazione nella fase in cui il gas è più caldo, quello che Ahmed chiama «barbecue cosmico».

Per decenni, gli astronomi hanno puntato i loro telescopi verso il cielo alla ricerca di anelli doppi di contenenti azoto chiamati – in gergo tecnico – chinolina. Finora gli esperti hanno focalizzato la loro attenzione principalmente sul mezzo interstellare, proprio perché l’ambiente stellare è sempre stato ritenuto un candidato ideale per la formazione di strutture di carbonio ad anello, ma mai nessuno aveva dedicato abbastanza tempo cercando di capire come nascessero strutture di carbonio contenenti azoto. Per ricreare le condizioni adatte in laboratorio, Ahmed e i suoi colleghi hanno utilizzato l’Advanced Light Source (ALS), una delle fonti di luce a raggi X e ultravioletti più brillanti al mondo nonché la prima sorgente di luce di sincrotrone “di terza generazione”. Gli esperti hanno sfruttato un dispositivo chiamato “hot nozzle” (in italiano “bocchetta calda”) per simulare la pressione e le temperature che si raggiungono in ambienti stellari, soprattutto di stelle ricche di carbonio. In questa bocchetta calda i ricercatori hanno iniettato un gas composto da una molecola di carbonio contenente azoto e due molecole di acetilene. Usando al radiazione di sincrotrone dell’ASL, il team di esperti ha esaminato il gas caldo osservando quali molecole si fossero formate. Cosa hanno scoperto? Questo hot noozle da 700 gradi Kelvin trasforma il gas iniziale in uno fatto di molecole ad anello contenti azoto chiamate chinolone e isochinolina.

Esperimenti di questo genere servono a spiegare come le molecole chiave di chinoloni e isochinolina possono essere sintetizzate in questi ambienti caldi e quindi essere espulse con il vento stellare nel mezzo interstellare. E – come ha spiegato Ahmed – c’è un limite oltre il quale può verificarsi questa reazione, limite che si può superare solo attorno alle stelle. «Una volta espulse nelle nubi molecolari fredde – ha detto Ralf Kaiser, professore di chimica presso l’Università delle Hawaii – queste molecole possono condensarsi su nanoparticelle interstellari fredde, dove poi vengono elaborate. Questi processi quindi potrebbero portare a molecole biorilevanti più evolute e complesse, come le basi azotate di così cruciale importanza nella formazione del DNA e dell’RNA».

Per saperne di più:

Clicca QUI per leggere lo studio: “Gas phase synthesis of (iso)quinoline and its role in the formation of nucleobases in the interstellar medium”, di Dorian S. N. Parker et al.

S.O.S. Ritenzione idrica

Fonte: http://www.riza.it/dieta-e-salute/dimagrire/3298/s-o-s-ritenzione-idrica.html

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Se il ventre si dilata all’altezza dei fianchi, c’è ritenzione idrica: per eliminarla, dobbiamo stimolare il fegato, eliminare i liquidi e risolvere la stipsi…

Il fegato è l’organo maggiormente implicato nella variante “bassa” di gonfiore addominale. La pancia si gonfia nella parte inferiore e subito dopo il pasto, anche se si è mangiato poco, al punto che gli indumenti iniziano a stringere in vita e si è costretti a sbottonarli. Chi ha la “pancetta” ha in genere una particolare attrazione per i dolciumi, che però possono aggravare il gonfiore. Spesso c’è intolleranza alimentare per cipolle, aglio e farinacei (pane, pasta, crackers). L’intestino è pigro. A livello psicologico, vi è spesso un conflitto tra un’emotività molto intensa, con un enorme bisogno di attenzione e di affetto, e un atteggiamento all’opposto orgoglioso, suscettibile, irritabile e di grande controllo. Questi soggetti, che si fanno carico di molti problemi, non detestano essere contraddetti e possono esplodere con episodi di rabbia intensa. Ecco come aiutarli.

Frutta e yogurt tonificano il fegato

Per stimolare una regolare attività epatica, vanno consumati ogni giorno frutta (soprattutto banane, ananas, anguria, fichi d’india), verdure (ravanelli, rape, patate, fave, melanzane), yogurt. Curano anche la stipsi.

No a fritti e caffè: causano ritenzione

Tra gli alimenti che affaticano il fegato e nel contempo intasano l’intestino ci sono dolci, burro, fritture, caffè e bevande calde, cibi caldi in generale, aglio, cipolle, spezie. Vanno ridotti o eliminati.

Ventre piatto con Lycopodium

Le spore del fungo Lycopodium o “erba sulfurea” sono ricche di zolfo, l’elemento che in natura si trova allo stato puro nei vulcani. A questo aspetto si può fare risalire l’indicazione per le intense attività addominali viscerali che provocano ulteriore dilatazione in chi ha la pancetta “bassa”.

Di Lycopodium omeopatico si assumono 5 granuli alla 15 CH ogni quindici giorni come cura-base e 5 granuli alla 5 CH per 1-2 volte al giorno  nelle crisi acute di gonfiore.

Olio e tisana di rosmarino ti asciugano

L’olio essenziale di rosmarino è un eccellente stimolatore epatico e riduce il gonfiore che si manifesta nella zona bassa dell’addome. Ne bastano 3-4 gocce sciolte in un cucchiaio di olio di mandorle dolci da massaggiare mattina e sera sulla pancia. È utile anche bere ogni sera dopo cena una tazza di tisana al rosmarino, preparata mettendo in infusione per 10 minuti un rametto fresco della pianta.

I risultati

– Migliori la funzionalità epatica e digerisci meglio, riducendo anche la fame di dolciumi

– Vinci la stitichezza, elimini più in fretta la scorie e automaticamente ti sgonfi

– Assottigli il girovita e riduci gradualmente i “rotolini”

E se ti viene la pancia “ogni tanto”, ti aiuta China rubra

In molti casi il gonfiore addominale non è localizzato in una zona particolare, si manifesta occasionalmente e coinvolge un po’ tutta la pancia, con dolori addominali e spasmi. Esso peggiora dopo i pasti e con l’assunzione di latte, tè, cibi acidi, vino o alcol, che andranno evitati. In questi casi il rimedio omeopatico può essere China rubra, ricavato dalla Cinchona succirubra, l’albero della china che cresce nell’America del Sud. Scegliere il rimedio alla 5 CH o 7 CH e assumerne 5 granuli ogni tre ore circa per 1-2 mesi.

In ogni caso è buona norma consultare sempre un medico omeopata prima di cominciare il trattamento.

I colpi di stato in Italia e la strategia delle élite internazionali

Scritto da:Matteo Volpe
Fonte: http://www.sapereeundovere.it/i-colpi-di-stato-in-italia-e-la-strategia-delle-elite-internazionali/

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Il biennio ’78-’79 inaugurò una strategia golpistica perseguita dalle élite internazionali in Italia che avrebbe portato il paese al declino politico ed economico

Spesso, quando si parla di “colpo di stato”, si intende il rovesciamento di un governomanu militari, ovvero avvalendosi dell’uso della forza e della minaccia delle armi. Ma quello militare non è l’unica forma di colpo di stato possibile. Qualsiasi azione che abbia come fine la sostituzione delle cariche pubbliche o la caduta di un governo, può essere considerata golpista, anche se non si avvale della forza bellica.

In Italia ne esistono alcuni esempi, seppure inscritti dalle cronache nel normale corso storico “legittimo” delle istituzioni. Nella storia repubblicana, dalla Costituzione del ’48 ad oggi, si possono enumerare tre colpi di stato, differenti nella forma, ma tutti uniti da un identico filo rosso.

–        Il golpe del biennio ’78-’79

–        quello giudiziario del ’92

–        infine, quello economico-finanziario del novembre 2011

Il primo colpo di stato della storia Repubblica italiana (riuscito) è cominciato con un omicidio politico, quello di Aldo Moro. I fatti sono più o meno noti. Il rapimento dell’allora Presidente della Democrazia Cristiana da parte delle Brigate Rosse fino al suo assassinio e la conseguente chiusura del dialogo con i comunisti e della possibilità di un governo con il PCI voluto da Moro. La seconda fase del “biennio golpista” avvenne con l’incriminazione del Governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi nel marzo del ’79. Sebbene sarebbe stato presto prosciolto da tutte le accuse dovette dimettersi e, ad ottobre, il Presidente del Consiglio Cossiga suggerì come successore Carlo Azeglio Ciampi.

Che cosa hanno in comune questi due eventi? Nel 1979 l’Italia sarebbe entrata a far parte del Sistema Monetario Europeo, che avrebbe fissato il cambio valutario in una forbice di oscillazione. Moro era contrario a un’entrata nello SME immediata e sine conditio. Successivamente al suo omicidio, dopo un colloquio col cancelliere tedesco Helmut Schmidt, nel marzo del 1979, il Capo del Governo Giulio Andreotti ufficializzerà l’entrata dell’Italia nello SME. Paolo Baffi aveva una posizione moderata sul sistema di cambi ed era favorevole ad una banda di oscillazione molto ampia. Proprio nel marzo di quell’anno egli venne incriminato e costretto a dimettersi sei mesi dopo, durante il governo Cossiga, il quale nominò ai vertici della Banca Centrale Carlo Azeglio Ciampi, europeista convinto e monetarista. La linea Baffi, che assicurava la competitività dell’industria italiana e un cambio favorevole a quest’ultima, venne sconvolta. Ciampi inaugurò una nuova linea di direzione anti-inflazionistica e monetarista. Nel 1981, in accordo col Ministro Andreatta, verrà sancito il cosiddetto “divorzio” della Banca d’Italia col Tesoro in nome del principio neoliberale dell’indipendenza delle banche centrali. Nel 1987 verrà stabilito un cambio più rigido, riducendo la banda di oscillazione. Ciò provocherà la crisi speculativa del ’92 e il crollo dello SME.

Questa successione di eventi, abbastanza serrata (’78, ’79, ’81, ’87) testimonia di un cambiamento ai vertici delle istituzioni italiane. La linea Moro-Baffi, pro-industria, anti-deflazionistica, con una saggia politica monetaria, aveva accompagnato la crescita dell’Italia come potenza economica, la quale surclassò l’Inghilterra, preparandosi ad affiancare Francia e Germania. L’omicidio Moro e l’incriminazione di Baffi capitarono al culmine della crescita di competitività dell’industria italiana. Baffi aveva bene affrontato e risolto la crisi del ’76 in un paio d’anni, con il deprezzamento della lira rispetto al marco e l’apprezzamento sul dollaro. La nuova linea Ciampi fu segnata invece da un irrigidimento del cambio che avrebbe poi portato nel ’92 a bruciare le riserve valutarie italiane nel vano tentativo di salvare il sistema monetario. Dopo il biennio ’78-’79 comincerà un lento declino dell’economia italiana. I salari smisero di crescere (in nome della lotta anti-inflazionistica) e le potenzialità del sistema economico nazionale vennero imbrigliate dal tasso di cambio fisso.

The Monsanto Years, il nuovo disco di Neil Young contro la multinazionale americana

Scritto da: Massimo Nardi
Fonte: http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/the_monsanto_years.html

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In uscita il 16 giugno, l’album del cantautore canadese è dedicato alla multinazionale di biotecnologie agrarie, da anni al centro di critiche e cause legali per l’uso indiscriminato di pesticidi e sementi ogm. «I pesticidi della Monsanto avvelenano i nostri cibi, uccidono le api e tutte le altre forme di vita fondamentali per l’ecosistema», scrive Young dalla sua pagina facebook. E la protesta si allarga anche alla Starbucks, grande catena internazionale di caffetterie.

La data di uscita è fissata per il 16 giugno, su etichetta Reprise Records, e il titolo dell’album è molto esplicito: The Monsanto Years, un disco contro la multinazionale di biotecnologie agrarie e sementi transgeniche, ad alto contenuto politico ed ecologista. L’ufficializzazione è arrivata direttamente dalla pagina Facebook di Neil Young: «Gli anni della Monsanto sono qui e noi li stiamo vivendoscrive il cantautore canadeseMonsanto è l’emblema assoluto di ciò che di sbagliato c’è nel governo mondiale delle multinazionali. Il nostro prossimo disco, “The Monsanto Years”, racchiude numerosi temi caldi di cui milioni di persone in tutto il mondo si preoccupano e per i quali sono attivi».
La Monsanto è la multinazionale produttrice di biotecnologie agrarie al centro di molte critiche e cause legali per l’uso indiscriminato di sementi ogm e di pesticidi. A tal proposito, lo Iarc dell’OMS, Agenzia Internazionale sul Cancro, a marzo aveva pubblicato un dossier, nel quale inseriva il glifosato tra le sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo e sicuramente cancerogene per gli animali. Il glifosato è il principio attivo dell’erbicida RoundUp (venduto in 180 paesi), prodotto dalla Monsanto, e di centinaia di altri prodotti per l’agricoltura. La risposta della multinazionale americana non si era fatta attendere, mettendo in discussione l’autorevolezza dell’agenzia dell’OMS, accusandola addirittura di “lesa maestà”. Un’altra crepa in questa “maestà” la darà sicuramente Neil Young con il nuovo album. Nella sua pagina facebook il cantautore canadese elenca quei temi caldi di cui scrive all’inizio, suddividendoli in sette argomenti, con tanto di titolo, come fossero canzoni di uno stesso album. Il primo tema è dedicato proprio alla Monsanto, la cui «funzione precipua è quella di creare piante sempre più resistenti ai pesticidi», i quali «avvelenano i nostri cibi, uccidono le api e tutte le altre forme di vita fondamentali per l’ecosistema», e sottolineando la «stretta relazione tra pesticidi, autismo, cancro e molte altre patologie». La multinazionale viene accusata del «reato di brevettare geni e di controllare la fornitura globale di sementi, farfalle, uccelli, animali e molto altro ancora». Il tutto all’interno di un’agricoltura non più sostenibile e che provoca soltanto «un immenso spreco d’acqua». E’ invece «l’applicazione di un’agricoltura sostenibile», ecco il secondo tema, ad essere avanzata da Neil Young come una delle soluzioni possibili per non uccidere il pianeta. Un’agricoltura che si basi su alcuni fattori come la «protezione dei semi tradizionali, il trasporto verde, l’uso del potere eolico e solare, la riduzione delle emissioni di Co2, i mercati contadini», e che sostituisca quindi «un’agricoltura basata su sostanze chimiche o ogm usate dalle multinazionali con conseguente spreco e contaminazione di miliardi di litri di acqua preziosa per il pianeta». Un pianeta che sta attraversando dei «livelli di estinzione sempre più estremi», i cui unici freni sono «la protezione della biodiversità degli oceani e delle foreste, la tutela delle aree selvagge nazionali e delle sacre terre indigene». E poi altri due temi, contro cui Neil Young si scaglia ferocemente, con lo stesso approccio volutamente grezzo, rock, quasi punk, che caratterizzava il suono della sua chitarra negli anni giovanili: il comportamento errato degli Stati, che «sovvenzionano le corporazioni petrolifere e chimiche», trascurando «le leggi per i diritti civili e per i salari dignitosi», e la disinformazione dei grandi media, come «Fox News e molti altri giornali nazionali, che negano e ignorano notizie riguardanti queste tematiche».
La posizione di Neil Young contro la Monsanto si allarga anche ad un’altra multinazionale americana, la Starbucks, leader nella catena delle caffetterie, in passato apprezzata dallo stesso cantante. Sul suo sito internet, Young invita i suoi fan a boicottarla, scrivendo «niente più latte per me. Non ho intenzione di sostenere una compagnia che cerca attivamente di sconfiggere la volontà del popolo, combattendo il suo diritto di sapere cosa c’è nel cibo che mangia». Il riferimento è alla causa indetta dalla GMA, la “Grocery Manufacturers Association” contro lo Stato del Vermont, che l’anno scorso ha approvato una legge che prevede la pubblicazione degli ingredienti ogm sulle etichette dei prodotti. Dietro la GMA, secondo il cantante, si cela la stessa Monsanto, alleata della Starbucks. «La GMA – scrive Neil Young sul sito – è semplicemente un escamotage a cui Starbucks e Monsanto sono ricorsi per deviare le critiche e non assumersi la responsabilità delle proprie azioni. […] La GMA è in causa per ribaltare una recente legge, approvata dai cittadini del Vermont, che consentirebbe loro di sapere cosa stanno mangiando, fornendo loro l’etichettatura dei prodotti alimentari. […] Nelle comunicazioni con Starbucksconclude Youngla compagnia non ha mai risposto alla domanda diretta se il suo caffè contenga o meno ogm».

Traduzione dall’inglese a cura di Rosalba Dell’Università.

Supernotes Agente Kasper; Carletti Luigi

Fonte: http://www.ibs.it/code/9788804639831/agente-kasper/supernotes.html

Titolo: Supernotes
Autore: Agente Kasper; Luigi Carletti
Editore: Mondadori

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Descrizione

“L’inferno esiste e io ci sono stato.” Sono queste le parole con cui l’Agente Kasper, un ex carabiniere divenuto agente dei sevizi segreti e poi del ROS, comincia a raccontare la sua vicenda a Luigi Carletti. La vicenda sembra incredibile: l’ex carabiniere italiano ha trascorso tredici mesi in un campo di concentramento cambogiano. Con lui dovevano sparire i risultati del suo lavoro, un’indagine lunga e difficile, con un nome che forse, prima di questa storia, non diceva molto ma ora significa tantissimo: supernotes. L’inferno dell’Agente Kasper comincia in Italia ma si consuma in Cambogia, dove nel marzo del 2008 viene sequestrato per essere eliminato. È sbattuto in prigioni improvvisate e in una caserma, poi in un ospedale-lager. Infine, a Prey Sar: un autentico campo di concentramento. Nessuno fa niente, qualcuno ha posto un veto. Troppo grande e troppo grave quel che l’Agente Kasper ha scoperto con la sua meticolosa indagine: banconote da cento dollari per milioni e milioni, stampate fuori dal territorio americano. Queste sono le supernotes. Ma chi le stampa? Quella che Kasper scopre è una verità quasi incredibile. Documenti, testimonianze, riscontri e reperti: il materiale che Luigi Carletti e l’Agente Kasper riescono a mettere insieme nella loro attenta ricostruzione è impressionante. Ma sopra ogni cosa c’è l’esperienza diretta del protagonista, narrata con il ritmo e la forza di una spy story che intreccia e svela anche pagine inedite della recente storia italiana.

La recensione di IBS

La copertina di questo libro non lascia alcun dubbio: nel gagliardetto in tinta fluo, un teschiaccio parà a campeggiare sopra il simbolo del dollaro americano, e due ali a incorniciare il vessillo con il motto “E pluribus unum”. Nell’unione, la forza. Più o meno.
Peccato che l’agente Kasper, protagonista delle vicende narrate in questo marzialissimo memorandum, sia abituato a cavarsela da solo; un tipaccio più coriaceo del carapace di una testuggine, volitivo come un rinoceronte e fumantino come un toro davanti a un drappo rosso.
Kasper, però, non è una chimera da strapazzo: è un agente segreto, da oggi un po’ meno segreto poiché la sua ultima prodezza è messa nero su bianco con il prezioso ausilio del giornalista Luigi Carletti, stampata su carta e diffusa in tiratura da centinaia di migliaia di copie.
Rotto a ogni esperienza, il nostro ha sgominato cartelli di narcos e mandato a gambe all’aria intere filiere del crimine organizzato, nel corso di decenni di onorata carriera. È dagli anni ottanta, infatti, che Kasper riaffiora qua e là nel bel mezzo delle operazioni più segrete cui i Servizi Segreti italiani abbiano preso parte; ma forse nemmeno lui era preparato a scoprire quello in cui si è imbattuto durante una sua indagine dall’altra parte del mondo.
Una zecca gigantesca ma invisibile, comodamente appollaiata sulla schiena dello Stato più canaglia fra tutti; una zecca che non ciuccia sangue al suo ospite, ma pompa ininterrottamente miliardi di dollari in banconote da cinquanta e cento dollari su commissione statunitense, con la complicità del governo nordcoreano, al quale vengono corrisposte copiosissime provvigioni.
Banconote fantasma, ma reali; supernotes che non appaiono nelle mappe dell’economia, indistinguibili dai dollari ufficiali; una riserva parallela e copiosissima, indispensabile per finanziare tutte le attività dei servizi segreti USA che la disastrata economia americana non potrebbe più permettersi di foraggiare. Così, mentre gli States e Pyongyang si guardano in cagnesco e fanno la voce grossa, usando come cassa di risonanza i media di tutto il mondo, sarebbero intenti a passarsi brevi manu e sottobanco la più sporca delle mazzette. Un simile patto col diavolo è troppo anche per Kasper.
Persino un elemento come lui, che certo non può essere tacciato di simpatie sinistrorse e che gode di ottime entrature presso i servizi segreti americani, rappresenta un pericolo troppo grande, se a conoscenza di questo segreto indicibile. Così, complice un’accusa di evasione fiscale, montata a bella posta dai servizi cambogiani, Kasper finisce nel campo di Prey Sar, autentico gulag in salsa indocinese. Temperature da tropico, e umidità proporzionata. Ma se il clima è infernale, non si può dire che la compagnia sia paradisiaca.
Ogni parola va soppesata. Ogni incertezza bandita. Si eseguono gli ordini dei kapò, sperando che la solerzia nel rispondere a quei comandi perentori e sibilati fra i denti stretti possa regalare un giorno in più: la morte è presenza palpabile, e può essere evocata da un semplice battito di ciglia. Sembra che in quella plaga dimenticata dal mondo non sia passato più che un battito di ciglia, dai tempi di Pol Pot e dei khmer rossi. Su tutto, domina un’incertezza sovrana, che deriva all’agente Kasper dalla consapevolezza di aver ficcato il naso in un affare troppo grande, e quella sensazione di essere una pedina che nessuno ha più veramente interesse a muovere. È il capolinea?
Supernotes è il resoconto del personalissimo killing field di Kasper, e un atto d’accusa nei confronti di una realtà che, se mai fosse confermata, potrebbe avere conseguenze simili a quelle che ebbe l’affare Watergate, quarant’anni fa.
Il libro, complice il lavoro di un giornalista esperto come Carletti e delle testimonianze di prima mano, vive di un registro a metà fra la fiction e il réportage, confondendo le acque ad arte, così che stabilire dove passa il confine fra narrazione e verità riesce davvero difficile.

A cura di Wuz.it

Mario Monicelli

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=889&biografia=Mario+Monicelli

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Quando si dice ‘mostro sacro’. Mai appellativo è stato così indovinato come nel caso di Mario Monicelli, figura storica del cinema italiano, creatore di titoli straordinari in quel vasto catalogo che va sotto il nome di commedia all’italiana.

Nato il 15 maggio 1915 da una famiglia di origine mantovana, Mario Monicelli è cresciuto nella Viareggio degli anni ’30, respirando l’aria delle spiagge alla moda, allora al centro di vivaci attività letterarie e artistiche.

Frequenta il liceo classico Giosuè Carducci e si accosta al cinema a Tirrenia, attraverso l’amicizia con Giacomo Forzano, figlio del fondatore degli studi di Pisorno. E’ in questo contesto che si forma il particolare spirito toscano, caustico e irriverente che tanta parte ha avuto nella poetica cinematografica di Monicelli (molti degli scherzi narrati nel celebre film “Amici miei“, diventato un cult del genere, sono ispirati ad episodi reali della sua giovinezza).

Dopo gli esperimenti a passo ridotto e il pionieristico “Pioggia d’estate” girato nel 1937 insieme a un gruppo d’amici, l’esordio nella regia professionale avviene nel 1949, in coppia con Steno con il film “Totò cerca casa”. Abile narratore, estraneo ad ogni fumoso intellettualismo registico, Mario Monicelli ha uno stile efficace e funzionale, i suoi film scorrono perfetti senza far percepire la presenza della macchina da presa.

Alcuni titoli lo hanno consegnato per sempre alla storia del cinema: “I soliti ignoti” del 1958 (con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, Claudia Cardinale), considerato da molti la prima vera pietra miliare della commedia all’italiana; “La grande guerra” del 1959, affresco comico e antiretorico insieme, sul primo conflitto mondiale; “L’armata Brancaleone” del 1966, dove inventa uno spassoso medioevo che ci parla dell’oggi in una inverosimile lingua maccheronica che ha fatto epoca.

E ancora “La ragazza con la pistola” (1968), il già ricordato “Amici miei“, (1975), “Un borghese piccolo piccolo” (1978) e “Il marchese del Grillo” (1981) con un grande Alberto Sordi, fino alle prove più recenti come il delizioso “Speriamo che sia femmina” (1985), il corrosivo “Parenti serpenti” (1992) o l’irriverente “Cari fottutissimi amici” (1994, con Paolo Hendel).

Nel 1995, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il Comune di Viareggio lo ha festeggiato conferendogli la cittadinanza onoraria.

Muore suicida il 29 novembre 2010, gettandosi da una finestra dell’ospedale San Giovanni di Roma dove era ricoverato per un tumore alla prostata

“Salvarsi dalle banche” al salone del libro di Torino

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/moneta/salvarsi_dalle_banche_torino.html

salvarsi_dalle_banche

«Tre leasing, quattro mutui, dodici rapporti tra conti correnti, anticipi fatture e ricevute bancarie: non ne ho trovato uno che non avesse qualche inghippo. Quindi bisogna liberarsi da questa schiavitù, altrimenti per l’azienda non esiste salvezza». È partito da qui, dalla sua storia personale, l’imprenditore ternano Giuseppe Alunni che il 15 maggio presenta il suo libro al salone del libro di Torino: “Salvarsi dalle banche”.

di Redazione – 11 Maggio 2015

Giuseppe Alunni approda con il suo libro “Salvarsi dalle banche” al salone del libro di Torino: il suo intervento si terrà al padiglione 2 il 15 maggio alle ore 12, al padiglione Umbria. Presenterà Alberto Pileri , che ha scritto la prefazione del libro .

«Si parlerà di usura bancaria, dell’anatocismo e delle nuove sentenze contro le banche, anche in vista dell’uscita di una edizione aggiornata del volume, dato che la materia è in continua evoluzione» spiega Giuseppe Alunni.

Intanto il libro sta riscuotendo un grande interesse. «La mia maggiore soddisfazione è rappresentata dagli attestati di stima da parte di maestranze bancarie, spesso sottoposte esse stesse a pressioni perché facciano, a loro volta, pressioni sui clienti perché rientrino del denaro prestato. Mi chiedono di andare avanti anche per loro, per contrastare questo sistema finanziario che non serve più nemmeno a chi ci lavora».

Ma cos’è l’anatocismo bancario?

Per anatocismo si intende la prassi bancaria di aggiungere anche gli interessi ad una somma per la quale il cliente è a debito, per poi ricalcolare i nuovi interessi sul capitale + gli interessi precedenti, aumentando di fatto l’ammontare del debito che il cliente ha con la banca.

Leggi qui la storia di Giuseppe Alunni

Leggi l’inizio del primo capitolo del libro:

Interessi passivi: una voce importante, da decenni una parte onerosa nei miei bilanci ed in quelli della mia famiglia. Collegati ad un terrore atavico, ad una figura tra l’ammiccante e l’implacabile, sempre pronto a non farti adoperare i tuoi soldi. (…)

Il direttore ti offre credito, ti allarga il fido e poi un giorno ti presenta il nuovo direttore. (…)

Saluti, stretta di mano, il nuovo è quello che si dice una pasta di uomo. Poi un mattino una telefonata: “Signor Alunni, come sta?”. “Bene direttore, mi dica…”. “Potrebbe passare a prendere un caffè?”. “Volentieri, arrivo”.

E l’ansia già ti ha preso. (…)

“Vede, il fido è un po’ alto, troppo utilizzato, i crediti rientrano poco velocemente e poi quell’affidamento in valuta estera… forse l’abbiamo aiutata troppo…”.

Ascolta l’intervista a Giuseppe Alunni andata in onda su TeleTerni

https://youtu.be/JP3HOuK_lLQ

Carote: Proprietà e Benefici

Fonte: http://www.mr-loto.it/carota.html

carrots over white
Pianta appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, la carota viene coltivata soprattutto per le proprietà della sua radice che ha un alto potere nutritivo e curativo. Dalla carota selvatica, pianta originaria del nostro continente, e comunissima nei prati e nei luoghi incolti, ne sono state ricavate numerose varietà, al fine di modificarne le dimensioni, forma e colore della radice, chiamata anche fittone, che è la parte utilizzata a scopi alimentari.
 
Altro carattere su cui si è intervenuti è il tempo della maturazione, in base al quale si distinguono oggi varietà di carote precoci, medie e tardive. Oggi le carote sono disponibili tutto l’anno e ciò le rende ancora di più un ortaggio prezioso.
Per individuare i suoi pregi è sufficiente una riflessione sulla sua composizione: enorme abbondanza di provitamina A, il carotene appunto, e di vitamine B1 B2 e C; zuccheri direttamente assimilabili, sali minerali in grande varietà, asparagina e daucina (proprietà diuretiche), pecrina (proprietà astringenti).
 
 
Proprietà Curative e Benefici delle Carote
 
Da questo abbondare di sostanze ed elementi possiamo già intuire le benefiche proprietà delle carote.
Utilissime nella prevenzione del cancro, grazie alle loro proprietà antiossidanti, svolgono azione protettiva nei confronti delle arterie e fortificano il sistema immunitario.
 
Uno studio anglo-danese pubblicato sul Journal of Agricoltural and Food Chemistry consiglia “Una carota al giorno per difendersi dai tumori”. Le carote, infatti, risultano contenere un composto avente azione anticancerogena, il ” falcarinolo“.
 
La carota è indicata per problemi agli occhi come la cataratta e altre malattie dell’occhio, previene inoltre l’invecchiamento e favorisce la visione crepuscolare.
Ma qual’è il modo ideale per consumare le carote? Siamo soliti pensare che le verdure vanno consumate crude, pena la perdita dell’efficacia di molte sostanze e dei loro benefici, tra cui le vitamine. Tutto questo è esatto, soprattutto per quanto riguarda la vitamina C che con il calore si distrugge facilmente. Ma è qua che le carote riservano qualche sorpresa. Infatti il betacarotene sopporta il calore e una breve cottura non è in grado di distruggerlo, anzi ne favorisce  l’assimilazione, in quanto , divenendo i tessuti vegetali più morbidi, vengono trattati più facilmente dal nostro apparato digerente. Quindi possiamo sostenere che, tramite una breve cottura delle carote, senza esagerare, otteniamo una più facile assimilazione del betacarotene e dei suoi benefici.
 
L’assunzione alimentare ideale è rappresentata dal succo di carote fresche, anche mescolato al latte per potenziarne le proprietà depurative.
 
Vanno anche bene le carote crude come spuntino o aggiunto ad un piatto di altri alimenti crudi; le carote lessate in pochissima acqua e condite con olio d’oliva extravergine ed erbe aromatiche.
Assimilare il Betacarotene
Un metodo per assimilare ancora meglio il betacarotene e i suoi benefici, consiste nel condire le carote con qualcosa di grasso, tipo olio o burro; il grasso aumenta la disponibilità del carotene e può far aumentare fino  a tre volte la capacità del nostro organismo ad assimilarlo.
Da evitare assolutamente dopo la cottura, di lasciare le carote a temperatura ambiente: potrebbero formarsi sostanze con proprietà nocive per il nostro organismo.

Russia: Europa volta le spalle ai distruttori dell’80% dell’armata hitlerita

Scritto da: Tito Pulsinelli
Fonte: http://selvasorg.blogspot.it/

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Preludio di un nuovo negazionismo storico “made in USA
Tito Pulsinelli Gli USA non hanno concesso alla “dirigenza UE” il permesso di andare a Mosca  a rendere onore alle vittime, mostrare gratitudine o -semplicemente- non comportarsi come dei cialtroni arroganti. Piaccia o no, convenga o no, i popoli della Russia hanno
distrutto l’80% della struttura bellica hitlerita, sbaragliando e perseguendoli fino a Berlino. La Russia ha apportato il contributo maggiore per la ri-progettazione del continente.Post festum, a babbo morto e freddo, apparve in scena l’aviazione nordamericana, colpendo una sessantina delle più grandi e fiorenti metropoli d’Europa occidentale. Lasciarono sul terreno macerie, lutti civili e nutriti drappelli di cine-operatori. Chiunque può osservare una mappa e confrontare la distanza esistente tra la Normandia e Mosca da Berlino.

NATO-Europa piu´che miopia geopolitica ha esibito una statura morali da nani, una etica arlecchinesca e truffaldina, ignara dei rudimenti elementari della politica. Sono dei campioni insuperabili di autogol! A Washington hanno in cantiere la riscrittura della storia, in cui loro sarebbero gli unici e disinteressati cavalieri senza macchia che portarono in dono la liberta’ agli  europei. Abbruttiti dall’incancellabile totalitarismo bifronte del nazi-comunismo. Per ora minimizzano, falsificano e occultano, come preludio a un revisionismo storico basato sul negazionismo del ruolo svolto dalla Russia.

Chi isola chi? La presenza a Mosca dei leaders della Cina e dell’India, e di tutto l’entourage non USA-UE, dimostra che non è certo Mosca ad essere isolata. Ormai è chiaro che gli USA giocano a carte scperte, e tentano la fuga in avanti. Sono guidati dall’unica regola di moltiplicare e aggravare ogni tipo di conflitto, -crearli laddove non esistono- per  diffondere caos. divisione e barbarie nelle fila dei “renitenti alla leva” nella crociata globalista e unipolare. Induriscono la mascella, e vogliono che la guerra economica-commerciale-finanziaria-mediatica-climatica e monetaria includa anche il ricorso anche alle armi tout court. A Bruxelles e Strasburgo si saranno accorti che bruciano le tappe per arrivare a un’altra guerra da combattere in trasferta? Lontana dal loro territorio? Oppure condividono anche questo programma?

L’elite finanziaria del vecchio continente opta per la subordinazione acritica e la via della guerra come mezzo per approvigionarsi di quel che le manca. Volta le spalle alla complementarietà economica e all’alternativa pluridimensionale dispiegata dal BRICS, all’insegna della convivenza e della coperazione pacifica. Sono mesi decisi. La dirigenza della “entità UE” è purtroppo solo una protesi dell’espansionismo liberista d’oltre-Atlantico, pervenuto alla fase terminale del nichilismo militarista. E’ tempo di antidoti e di secernere le forze iniziali per il contrasto e il disfunzionamento degli operatori del caos. L’Europa ha gia’ dato molto agli USA. I russi, oltretutto, non hanno nessuna base militare  sul suolo europeo.