Sodalite cristalloterapia proprietà e significato della pietra

Scritto da: Chiara Alaimo
Fonte: http://www.naturopataonline.org

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Sodalite cristalloterapia proprietà e significato della pietra

Mineralogia: la Sodalite si forma nelle rocce pegmatitiche poco silicee, o nelle vulcaniti.

Mitologia: il termine “Sodalite” significa letteralmente “Pietra di Sodio”. Essendo stata scoperta recentemente, nel 1811 ca., non vi sono informazioni circa il suo impiego terapeutico nella tradizione antica.

Sodalite proprietà e cristalloterapia

  • Fisico: la Sodalite, essendo collegata energeticamente al Chakra della Gola, è indicata nei disturbi di quest’ultima, della laringe e delle corde vocali.

La sodalite ha un’azione rilassante sull’organismo, abbassa la pressione sanguigna e regola l’equilibrio dei liquidi, aiutando nei problemi di ritenzione ed insonnia.

  • Mente: la Sodalite promuove l’auto-consapevolezza e l’ordine mentale, rafforzando la capacità dell’individuo di esternare fermamente le proprie convinzioni e di agire in base ad esse.

Aiuta, inoltre, a liberarsi di vecchi e destabilizzanti schemi mentali, stimolando il desiderio di libertà.

  • Psiche: la Sodalite aiuta l’individuo ad affermare e tutelare la propria identità personale e sciogliendo vecchi e rigidi schemi mentali, lo spinge a riconoscere la sua voce interiore e a superare i modelli inconsci di comportamento che sono di ostacolo alla sua evoluzione

Elimina i sensi di colpa e aiuta a vivere le emozioni, fino in fondo.

La sodalite è in grado di equilibrare gli aspetti Ying e Yang

Questa pietra è, inoltre, in grado di equilibrare gli aspetti Yin e Yang, bilanciando le energie femminili e maschili di ciascun individuo.

  • Spirito: la Sodalite promuove l’idealismo ed il desiderio di verità, aiutando l’individuo ad osservare ed esaminare i suoi “lati d’ombra”, consentendogli di vivere la vita secondo i propri ideali e desideri, rimanendo fedele alla sua vera natura.
  • Chakra: la Sodalite è connessa sia con il 5° Chakra (Chakra della Gola) sia con il 6° Chakra (Chakra del Terzo Occhio)
  • Impiego: la Sodalite manifesta al meglio i propri effetti benefici, se portata con sé per lunghi periodi di tempo. Può essere utilizzata grezza, levigata, montata su gioielli.

E’ consigliabile tenerla all’altezza del Chakra della Gola, come pendente, per sviluppare una buona comunicazione o in caso di disturbi alle corde vocali, alla gola alla laringe.

La sodalite è un’ottima pietra per il rilassamento: posta nell’ambiente infonde pace interiore e tranquillità, tenuta nella mano sinistra aiuta diminuire lo stress mentale e le tensioni fisiche.

  • Pulizia e Ricarica: per purificare la vostra Sodalite, basterà porla sotto un filo di acqua corrente fresca, o utilizzare il fumo di un incenso, oppure adagiarla per qualche ora su una drusa di Ametista.

Come si ricarica la sodalite?

Potete ricaricare la sodalite semplicemente esplonendola alla luce lunare.

Francesco Baracca. Un cavallino davvero rampante 9 maggio 1888Toro 19 giugno 1918

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2453&biografia=Francesco+Baracca

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Quando si sente parlare del “cavallino rampante” il pensiero vola istintivamente alla grande Ferrari ed alla sua lunga storia di successi in Formula 1. C’è stata un’altra epoca, però, in cui lo stesso cavallino, sia pure con qualche lieve differenza, ha goduto di popolarità e gloria ancora maggiori; ci riferiamo, cioè, ai tempi dell’asso dell’aviazione militare Francesco Baracca che sceglie il cavallino come proprio emblema traendo spunto da quello, colore argento su sfondo rosso, del “Piemonte Reale”, suo reggimento di cavalleria. E’ sua madre che, dopo la prematura morte di Francesco, decide di donare ad Enzo Ferrari l’ormai storico simbolo.

Francesco Baracca nasce a Lugo (Ravenna) il 9 maggio 1888 da Enrico, facoltoso proprietario terriero, e dalla contessa Paolina de Biancoli. La sua passione per la vita militare lo porta a frequentare l’Accademia di Modena e, all’età di 22 anni, col grado di sottotenente, ad entrare in aviazione, dove le sue doti di pilota cominciano a manifestarsi. Nel 1915 si cimenta nella sua prima vera missione di guerra, nel conflitto fra Italia ed Austria, ma è nell’aprile dell’anno successivo che consegue il suo primo successo con l’abbattimento di un aereo nemico e la cattura del suo equipaggio. E’ questa la prima di una lunga serie di vittorie che gli valgono, dopo appena due mesi, la promozione a capitano e la celebrità: le sue imprese vengono narrate nel mondo assurgendo ad una statura epica. Egli è ormai un “asso”: entra, cioè, a far parte della ristretta cerchia di aviatori che hanno abbattuto almeno cinque aerei nemici, e diviene il più importante pilota italiano della prima guerra mondiale.

Nel 1917 viene istituita la 91^ Squadriglia, una sorta di corpo speciale dell’aviazione, detta anche “Squadriglia degli Assi”, ed a Baracca viene concesso di sceglierne personalmente gli uomini che opereranno al suo comando: piloti come Fulco Ruffo di Calabria, il fiorentino Nardini, il campano Gaetano Aliperta, Ferruccio Ranza, Franco Lucchini, Bortolo Costantini, il siciliano D’Urso, Guido Keller, Giovanni Sabelli, il tenente Enrico Perreri, per citarne alcuni, contribuiranno a rendere leggendarie le missioni della 91^ anche a prezzo della vita, come per Sabelli e Perreri.

Ma è nella “Battaglia del Solstizio“, combattuta sul Piave nel giugno 1918, che la Squadriglia degli Assi si rivela determinante perché riesce a conquistare il dominio del cielo ed a riversare il suo micidiale potenziale di fuoco sulle prime linee nemiche fermandone l’avanzata.

Il 19 giugno del 1918, proprio nel corso di tali eventi bellici, Francesco Baracca precipita con il suo aereo in fiamme sul Montello, perdendo la vita a soli 30 anni.

Nella sua brevissima carriera, che tuttavia gli è valsa una Medaglia d’oro, tre d’argento ed una di bronzo al valor militare, oltre a vari riconoscimenti minori, ha preso parte a ben 63 combattimenti aerei, vincendo 34 duelli.

Ma l'”Asso degli Assi” viene ricordato soprattutto per il suo spirito cavalleresco: Baracca non infierisce mai sull’avversario sconfitto e disapprova la tendenza a rendere gli armamenti sempre più devastanti e spietati.

Suo sincero ammiratore è Gabriele D’Annunzio, che dell’Eroe di Lugo ha modo di esaltare le gesta, le qualità umane e militari, ricordandolo nostalgicamente anche dopo la morte.

Sul Montello, circondato da alti cipressi, una piccola cappella rimane a imperitura memoria di Francesco Baracca, un eroe dal volto umano il cui testamento morale è in un messaggio di pace.

Su Umberto Eco e il suo “Wikipedia va bene perchè lì c’è controllo…”

Scritto da: Cristina Bassi
Fonte:http://thelivingspirits.net

eco torino

Dal discorso di U.Eco in occasione della laurea  honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”  conferitagli  dall’Università di Torino il  10-6-2015…


 “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E’ l’invasione degli imbecilli”.
sic U. Eco:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2015/06/10/eco-web-da-parola-a-legioni-imbecilli_c48a9177-a427-47e5-8a03-9ef5a840af35.html

Dopo l’articolo di David Icke sulla educazione scolastica-accademica, un esempio perfetto…di eminenze della “cultura ufficiale”, del “sapere” autorizzatato dal potere…

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by Paola Botta Beltramo

Nel corso di questa intervista, rilasciata da Umberto Eco in occasione della laurea  honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”  conferitagli  dall’Università di Torino il  10-6-2015,   https://www.youtube.com/watch?v=u10XGPuO3C4&app=desktop, ad una giornalista che afferma che  gli studenti si rivolgono prevalentemente a Wikipedia per le loro informazioni Eco risponde:

“ Wikipedia va bene perchè lì c’è  controllo…” (1,50’  ca dall’inizio del video)

umberto-eco

A volte le informazioni di Wikipedia sono davvero fuorvianti come, ad esempio, quelle relative alle  scoperte del  dr. Ryke Geerd Hamer. A nulla sono valse le richieste di correzioni presentate da più persone come  risulta anche da questo  link che riporta un articolo  pubblicato dalla  rivista Scienza e Conoscenza:

http://www.macrolibrarsi.it/speciali/wikipedia.php

Qualche esempio:

–  “  ….Hamer propone trattamenti originali, come il contagio volontario con agenti microbici   … ”

Hamer ha rilevato  che i microbi, come già  Bechamp  ed altri , si trovano in un terreno biologico alterato da più fattori (shock psico-fisici, cattiva igiene, errori alimentari, inquinamento atmosferico, nucleare ecc.) e che quindi non sono, ad esempio, la causa dell’ulcera gastroduodenale come invece ritiene la scienza ufficiale.  Alcuni medici suoi seguaci hanno assunto l’helicobacter pilory per dimostrare che non hanno sviluppato l’ulcera ma solo un leggero fastidio intestinale. Allorchè è stato proposto loro di assumere il retrovirus dell’hiv risposero che   non sarebbe stato possibile perchè nessuno ha mai  isolato questo retrovirus.

– “Le sue teorie alternative, logicamente contraddittorie e scientificamente implausibili in quanto prive di qualsiasi riscontro biologico o clinico………..”

Sono state presentate  a vari ministeri della salute europei, compreso quello italiano,   richieste di  verifica di cartelle cliniche  documentate.   I cinque giudici del Tar di Stoccarda che nel 2004 dovevano verificarne  alcune sciolsero l’udienza da tempo prefissata dichiarandosi incompetenti a giudicare.  Era presente  nell’aula  anche il noto genetista-virologo Stefan Lanka che  prima d’allora aveva presentato agli stessi giudici prove documentali che confutavano le scoperte  ufficiali  sull’hiv-aids di Gallo-Montagnier. Se si leggono le recenti dichiarazioni di Luc Montagnier  riportate su internet si scopre che ha cambiato   il suo parere  circa l’evoluzione hiv-aids..

– “  …Ad oggi non si conosce nessun caso documentato di persona guarita grazie al metodo di Hamer, mentre sono noti i casi di coloro che sono morti seguendo tale metodo”

Non è un metodo. Ogni caso è un unicum comprovabile scientificamente.  Sono scoperte che consentono alle persone di avere maggior consapevolezza circa le cause, prevalentemente endogene, ovvero shock psico-fisici, e pertanto di assumersi maggior responsabilità nello scegliere eventuali cure psico-fisiche, responsabilità che ora è invece richiesta dalla medicina convenzionale nel caso di interventi o cure gravi che   per le persone non costituisce una loro responsabilità   ma una deresponsabilizzazione  deo  medici. Sono sempre più numerose le persone che hanno testimoniato pubblicamente in convegni vari  la loro esperienza di guarigione  grazie alle scoperte del dr Hamer.

Wikipedia  evidenzia i casi di   persone decedute e non offre spazio  ai casi  di  persone guarite . Se   si elencassero tutti gli insuccessi della medicina convenzionale sarebbe difficile ammettere che si tratti di una scienza esatta come sovente  viene erroneamente  percepita.

“Il caso di Olivia Pilhar”:    Il caso di Olivia è molto noto perchè i genitori  vennero arrestati perchè rifiutarono di sottoporre la loro bambina ad  ulteriori cure chemioterapiche.  Basta leggera almeno parte del sito del padre di Olivia, un ingegnere austriaco che ha molto divulgato le scoperte del dr. Hamer in Austria e in Germania

http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&hl=it&prev=search&rurl=translate.google.it&sl=de&u=http://www.olivia-tagebuch.at/medizinische-bilanz.html&usg=ALkJrhhWCBCADaa7cBlUmFUr410cVuePBg

Wikipedia dovrebbe  pubblicare  quanto Hamer scrisse a pag. 28 del suo libro “Testamento per una nuova medicina”: 

“Amici miei, vi assicuro ancora una volta che sono, Dio sa, tutt’altro che un razzista… Non faccio alcuna differenza con i miei pazienti…”

E non fece alcuna differenza nemmeno fra i suoi studenti.  E’ noto che fra questi vi è stato anche il  famoso rabbino medico francese  Claude Sabbah titolare di  alcuni siti.

Wikipedia dovrebbe  evidenziare che sostanzialmente il dr. Hamer è stato perseguito e incarcerato perchè si è dichiarato apertamente contro le cure chemioterapiche   e pubblicare però   anche le dichiarazioni che Umberto Veronesi rilasciò il 23-4-2010 al forum “Sportello cancro” del Corriere della Sera. Veronesi rispose ad un utente che la chemio deve essere via via diminuita fino ad essere abbandonata. Le stesse affermazioni furono pubblicate anche on line  dalla  nota rivista scientifica Nature  il  6 agosto 2012.

Da quanto  sopra si evince quanto sia difficile per  tutti  accedere ad informazioni veritiere. Si pensi ai giovani studenti che, come ha detto la giornalista, risultano essere i maggiori fruitori di Wikipedia.

Da “I giovani e il nuovo piano di coscienza – informazioni – era tecnotronica”  di Bernardino de Boca: http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/categorie/giovani-nuovo-piano-coscienza/:

“E’ soprattutto nocivo l’uso delle mezze verità…   la scienza trovi la sua morale”

Tra pochi anni gli oceani potranno essere ripuliti dai rifiuti

Fonte: http://www.direttanews.it/2015/06/16/tra-pochi-anni-gli-oceani-potranno-essere-ripuliti-dai-rifiuti/

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(Jay Directo/Getty Images)
Dopo alcuni anni di incubazione, il rivoluzionario progetto di Boyan Slat potrebbe venire alla luce nel 2016. Lo studente olandese, iscritto alla Facoltà di Ingegneria Aerospaziale all’Università di Delft, avrebbe ideato il primo sistema al mondo per ripulire gli oceani dai rifiuti plastici, battezzato “Ocean Cleanup Array”. Si tratta, in breve, di bracci fluttuanti (lunghi circa 2mila metri) che senza disturbare la rotta di pesci e altri organismi, riescono a convogliare la plastica verso compattatori alimentati a energia solare, filtrandoli in una piattaforma che li separa dal plancton e li conserva per il riciclo. Il primo esperimento, entro la fine del prossimo anno, si realizzerà al largo delle coste di Tsushima, isola tra Giappone e Corea del Sud: durerà due anni e proverà a dare una soluzione ai 30mila metri cubi di rifiuti che lì si accumulano ogni anno a causa dei vortici di acqua.

“Filtri e barriere – ha assicurato Slat -occuperanno un raggio di oltre un chilometro e mezzo, ma saranno innocui per la flora e la fauna dell’oceano”. Il progetto è stato finanziato da una campagna di raccolta fondi on line e vede la partecipazione di circa un centinaio di scienziati e ingegneri. Il giovane studente olandese, nel 2012, ha vinto il Best Technical Design all’Università di Delft e, nel 2014, con una raccolta fondi online ancora in corso, ha raggiunto 2,1 milioni di dollari e ha potuto dare così inizio alla sua “avventura”.

L’obiettivo futuro è quello di ripescare almeno metà della plastica che si trova nel Great Pacific Garbage Patch, la “discarica del Pacifico”, una vasta concentrazione di rifiuti tra le Hawaii e la California. Il progetto prevede di collocare, entro 5 anni, barriere lunghe circa 100 chilometri che per Slat sono in grado di catturare quasi la metà della spazzatura nella zona”.
CM

https://youtu.be/6IjaZ2g-21E

 

GUERRA DI SIRIA: IL CONGRESSO USA SI ACCORGE DELLA TRUFFA E TAGLIA I FONDI AGLI INESISTENTI “RIBELLI MODERATI”

Fonte: http://corrieredellacollera.com/2015/06/14/guerra-di-siria-il-congresso-usa-si-accorge-della-truffa-e-taglia-i-fondi-agli-inesistenti-ribelli-moderati/

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Dopo aver negato coinvolgimenti in Siria, per le solite ragioni di politica interna, grazie a una inchiesta del Washington Post,  salta fuori la verità. Quasi tutta la verità.

Il 7% di tutti i fondi  a disposizione della CIA è stato dedicato alla guerra in Siria e senza risultati misurabili o comunque apprezzabili. ( fonte Snowden e Washington.Post.).

Solo con questi fondi e senza contare gli investimenti delle altre 15 agenzie di intelligence degli USA , del MIT  turco, dell’MI 6 inglese, dei servizi di intelligence francesi, tedeschi,italiani e israeliani e non contando il fiume di denaro profuso da Arabia Saudita, Katar, e dagli Emirati, gli USA hanno speso centomila dollari per ogni uomo addestrato al combattimento da importare in Siria.

Per  cercare di giustificare questo fiume carsico di tasse del contribuente americano finito in nulla. la CIA ha dovuto ammettere l’esistenza di una rete logistica che fa affluire i combattenti dall’estero ( quindi  ammettendo implicitamente che si tratta di una guerra mercenaria e non tra siriani…).

La commissione intelligence del Congresso  che sta tagliando i fondi ha constatato che queste truppe e politici democratici:

A) non hanno conquistato e/o controllano nessuna porzione del territorio siriano.

B) non risultano aver vinto nessuna battaglia

C) in un ipotetico dopo Assad non avrebbero alcuna possibilità di incidere sugli eventi.

In Abruzzo questa continua spremuta di soldi senza risultati la definirebbero ” la vigna dei coglioni”.

Amen

Ecco il link col Washington Post con tutti i dettagli:

http://www.washingtonpost.com/world/national-security/lawmakers-move-to-curb-1-billion-cia-program-to-train-syrian-rebels/2015/06/12/b0f45a9e-1114-11e5-adec-e82f8395c032_story.html?wpisrc=nl_headlines&wpmm=1

Litigate pure, ma guai a chi tocca la scienza!

Scritto da: Giacomo Destro
Fonte: http://oggiscienza.it/2015/06/10/litigate-pure-ma-guai-a-chi-tocca-la-scienza/

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SCIENCE & DIPLOMACY – Forse è da quando è crollata l’Unione Sovietica che i rapporti tra Europa e Russia non erano così critici. Le sanzioni da parte europea hanno messo in ginocchio l’economia russa, mentre il governo dell’ex-superpotenza ha stilato una lista di proscrizione contro alcuni politici e alti funzionari europei che a Bruxelles non è piaciuta affatto. Non è un caso che nel G7 in corso in Germania Putin non c’era. Insomma, i rapporti sono sul punto di rompersi in maniera clamorosa. Due soli canali sembrano intatti: la vendita di petrolio e gas russo all’Europa, e la scienza.

Ciò che sta riuscendo a fare la cooperazione scientifica è un esempio mirabile di science diplomacy: i politici non si parlano, anzi continuano a scontrarsi, ma gli scienziati continuano a farlo, anche in maniera proficua. Il commissario europeo alla ricerca, Carlos Moedas, durante il suo tour negli Stati Uniti, ha ammonito l’alleato: da un punto di vista politico fate ciò che ritenete più giusto, ma la scienza non si tocca. “L’Unione Europea ha imposto molte sanzioni alla Russia, ma un’area dove abbiamo tentato di mantenere la nostra forte connessione è l’area della ricerca e dell’innovazione“, ha affermato Moedas a Washington.

La partecipazione russa a Horizon 2020 è di gran lunga inferiore rispetto al ciclo precedente, il Settimo Programma Quadro, ma questo è dovuto più a ragioni economiche che politiche. Non esiste infatti alcun impedimento alla partecipazione degli scienziati russi (e il fatto che Moedas lo ripeta spesso può significare che subisca pressioni in senso contrario), ma è piuttosto dato dal fatto che spesso i progetti sono in cofinanziamento e le casse della Federazione Russa sono molto in sofferenza. Anche la cooperazione spaziale, come ad esempio nel progetto ExoMars, non sembra affatto perturbata dai roboanti proclami dei rappresentanti scientifici.

Big science

HORIZON 2020 – Big Pharma contro i tagli alla ricerca. Dopo aver schivato una debacle al Parlamento Europeo sulla sperimentazione animale, un gruppo di aziende farmaceutiche (tra cui le principali) hanno ufficializzato il loro malcontento per il taglio da 2,2 miliardi di euro al budget di H2020. Questa decurtazione è stata voluta dal Presidente della Commissione per creare un “Fondo per gli Investimenti” (in sostanza per assicurarsi che andassero alla ricerca applicata e non a quella di base): Big Pharma non è contro al Fondo per gli Investimenti di per sé, quanto al fatto che per crearlo vengano sottratti soldi a Horizon 2020.

Europa

UNIONE EUROPEA – Aiutare ad uscire dal dramma dell’ebola grazie alla pesca? L’Europa sembra pensarla così. L’8 giugno l’Unione ha firmato un accordo con la Liberia che dovrebbe garantire l’accesso per le sue navi alle pescose acque liberiane, a fronte di un pagamento di un indennizzo. I circa 650.000 euro l’anno che l’Europa pagherà al paese africano andranno per metà a sostenere l’industria ittica liberiana, per alleviare parzialmente la popolazione dai danni anche economici che la recente epidemia di ebola ha comportato. Da Bruxelles assicurano che l’accordo (che riguarderà soprattutto il tonno) è stato studiato per garantire la sostenibilità delle riserve ittiche.

Dal Mondo

CINA – Grandi manovre sul fronte delle energie rinnovabili. Sabato si è concluso un vertice tra Cina e Stati Uniti in cui si sono definite alcune priorità per giungere ad una cooperazione nel settore delle energie rinnovabili tra il gigante asiatico e gli Stati Uniti. Il ministro per l’energia cinese, Wan Gang, ha così commentato l’incontro con l’omologo americano: “sviluppare maggiormente l’energia pulita e contrastare il cambiamento climatico sono al centro del lavoro congiunto tra Cina e Stati Uniti, per mobilitare l’entusiasmo dei due Paesi. La discussione di oggi è stata molto incoraggiante”.

Canada: le foreste boreali salvano gli uccelli di mezzo mondo

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/biodiversity/4039-canada-le-foreste-boreali-salvano-gli-uccelli-di-mezzo-mondo.html

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Un nuovo rapporto rivela il ruolo unico delle foreste boreali del Nord America nell’assicurare la più zona di riproduzione di avicola, offrendo a numerose specie di uccelli americani le migliori possibilità di combattere di sopravvivere alla doppia minacce della perdita di habitat e del cambiamento climatico. Questo è il motivo per cui, secondo il rapporto, almeno la metà della foresta boreale deve essere rapidamente posta sotto protezione e preservata dall’avanzata dello sviluppo industriale.
Da anni la ricerca scientifica concreta sulla necessità di aree protette più estese e più interconnesse al fine di mantenere straordinaria verità biologica del pianeta.
Il rapporto evidenzia come:
• Tra uno e tre milioni di uccelli di 300 specie diverse affollano ogni primavera la fascia boreale per la nidificazione estiva.
• Una volta che le uova si schiudono, tra i 3 e i 5 miliardi di uccelli migrano verso sud verso la loro habitat, alcuni si fermano negli Stati Uniti, altri si spingono fino alla Terra del Fuoco, nell’estremo meridione del Sud America.

Global Seed Vault? E’ la banca dei semi del pianeta – su un’isola della Norvegia

Scritto da: Nicoletta
Fonte: http://www.soloecologia.it

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Il nome esatto in inglese è Svalbard Global Seed Vault (che significa “Deposito sotterraneo globale dei semi di Svalbard”) è potrebbe essere definita scherzosamente come “l’arca di Noè delle piante”. E’ un bunker inaccessibile ai non addetti ai lavori che si trova sull’isola norvegese di Spitsbergen, nell’arcipelago artico delle Svalbard. Qui, a 1200 km dal Polo Nord, in pieno Mar Glaciale Artico, si trova la più preziosa riserva di semi della Terra: ogni varietà vegetale è rappresentata da una piccola quantità di semi conservati in condizioni stagne, ovvero protetti nella migliore maniera, in modo da poter durare per molti anni. C’è una copia di tutte piante del mondo che potrebbe servire nel caso di catastrofi naturali e non. Il caveau è una sorta di immenso frigorifero ipertecnologico lungo 27 metri, con 3 sale, porte d’acciaio, resistente a un eventuale attacco nucleare. La sua realizzazione è costata 9 milioni di dollari ed è stata voluta dal governo norvegese. Il centro ha la capacità di stoccare 4,5 milioni di varietà di colture per un totale di 2,5 miliardi di semi. Il caveau è già servito in passato per rimediare a danni molto ingenti generati da tifoni e altri eventi atmosferici (aumento della temperatura, impoverimento del suolo) oppure danni da guerra. Infatti, in realtà ogni nazione ha una sua collezione di semi, ma quando quelle di Afghanistan, Iran e Siria sono state distrutte, fortunatamente è stato possibile avvalersi di quelle già depositate in Norvegia.

Sant’ Antonio di Padova Sacerdote e dottore della Chiesa

Scritto da: Maurizio Valeriani
Fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/23400
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Fernando di Buglione nasce a Lisbona da nobile famiglia portoghese discendente dal crociato Goffredo di Buglione.
A quindici anni è novizio nel monastero di San Vincenzo a Lisbona, poi si trasferisce nel monastero di Santa Croce di Coimbra, il maggior centro culturale del Portogallo appartenente all’Ordine dei Canonici regolari di Sant’Agostino, dove studia scienze e teologia con ottimi maestri, preparandosi all’ordinazione sacerdotale che riceverà nel 1219, quando ha ventiquattro anni. Quando sembrava dover percorrere la carriera del teologo e del filosofo, decide di lasciare l’ordine dei Canonici Regolari di Sant’Agostino. Fernando, infatti, non sopporta i maneggi politici tra i canonici regolari agostiniani e re Alfonso II, in cuor suo anela ad una vita religiosamente più severa.Il suo desiderio si realizza allorché, nel 1220, giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi.
Quando i frati del convento di monte Olivares arrivano per accogliere le spoglie dei martiri, Fernando confida loro la sua aspirazione di vivere nello spirito del Vangelo. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori e fa subito professione religiosa, mutando il nome in Antonio in onore dell’abate, eremita egiziano. Anelando al martirio, subito chiede ed ottiene di partire missionario in Marocco. È verso la fine del 1220 che s’imbarca su un veliero diretto in Africa, ma durante il viaggio è colpito da febbre malarica e costretto a letto. La malattia si protrae e in primavera i compagni lo convincono a rientrare in patria per curarsi.
Secondo altre versioni, Antonio non si fermò mai in Marocco: ammalatosi appena partito da Lisbona, la nave fu spinta da una tempesta direttamente a Messina, in Sicilia. Curato dai francescani della città, in due mesi guarisce. A Pentecoste è invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Il ministro provinciale dell’ordine per l’Italia settentrionale gli propone di trasferirsi a Montepaolo, presso Forlì, dove serve un sacerdote che dica la messa per i sei frati residenti nell’eremo composto da una chiesolina, qualche cella e un orto. Per circa un anno e mezzo vive in contemplazione e penitenza, svolgendo per desiderio personale le mansioni più umili, finché deve scendere con i confratelli in città, per assistere nella chiesa di San Mercuriale all’ordinazione di nuovi sacerdoti dell’ordine e dove predica alla presenza di una vasta platea composta anche dai notabili. Ad Antonio è assegnato il ruolo di predicatore e insegnante dallo stesso Francesco, che gli scrive una lettera raccomandandogli, però, di non perdere lo spirito della santa orazione e della devozione. Comincia a predicare nella Romagna, prosegue nell’Italia settentrionale, usa la sua parola per combattere l’eresia (è chiamato anche il martello degli eretici), catara in Italia e albigese in Francia, dove arriverà nel 1225. Tra il 1223 e quest’ultima data pone le basi della scuola teologica francescana, insegnando nel convento bolognese di Santa Maria della Pugliola. Quando è in Francia, tra il 1225 e il 1227, assume un incarico di governo come custode di Limoges. Mentre si trova in visita ad Arles, si racconta gli sia apparso Francesco che aveva appena ricevuto le stigmate. Come custode partecipa nel 1227 al Capitolo generale di Assisi dove il nuovo ministro dell’Ordine, Francesco nel frattempo è morto, è Giovanni Parenti, quel provinciale di Spagna che lo accolse anni prima fra i Minori e che lo nomina provinciale dell’Italia settentrionale. Antonio apre nuove case, visita i conventi per conoscere personalmente tutti i frati, controlla le Clarisse e il Terz’ordine, va a Firenze, finché fissa la residenza a Padova e in due mesi scrive i Sermoni domenicali. A Padova ottiene la riforma del Codice statutario repubblicano grazie alla quale un debitore insolvente ma senza colpa, dopo aver ceduto tutti i beni non può essere anche incarcerato. Non solo, tiene testa ad Ezzelino da Romano, che era soprannominato il Feroce e che in un solo giorno fece massacrare undicimila padovani che gli erano ostili, perché liberi i capi guelfi incarcerati. Intanto scrive i Sermoni per le feste dei Santi, i suoi temi preferiti sono i precetti della fede, della morale e della virtù, l’amore di Dio e la pietà verso i poveri, la preghiera e l’umiltà, la mortificazione e si scaglia contro l’orgoglio e la lussuria, l’avarizia e l’usura di cui è acerrimo nemico.
E’ mariologo, convinto assertore dell’assunzione della Vergine, su richiesta di papa Gregorio IX nel 1228 tiene le prediche della settimana di Quaresima e da questo papa è definito “arca del Testamento”. Si racconta che le prediche furono tenute davanti ad una folla cosmopolita e che ognuno lo sentì parlare nella propria lingua. Per tre anni viaggia senza risparmio, è stanco, soffre d’asma ed è gonfio per l’idropisia, torna a Padova e memorabili sono le sue prediche per la quaresima del 1231. Per riposarsi si ritira a Camposampiero, vicino Padova, dove il conte Tiso, che aveva regalato un eremo ai frati, gli fa allestire una stanzetta tra i rami di un grande albero di noce. Da qui Antonio predica, ma scende anche a confessare e la sera torna alla sua cella arborea. Una notte che si era recato a controllare come stesse Antonio, il conte Tiso è attirato da una grande luce che esce dal suo rifugio e assiste alla visita che Gesù Bambino fa al Santo.
A mezzogiorno del 13 giugno, era un venerdì, Antonio si sente mancare e prega i confratelli di portarlo a Padova, dove vuole morire. Caricato su un carro trainato da buoi, alla periferia della città le sue condizioni si aggravano al punto che si decide di ricoverarlo nel vicino convento dell’Arcella dove muore in serata. Si racconta che mentre stava per spirare ebbe la visione del Signore e che al momento della sua morte, nella città di Padova frotte di bambini presero a correre e a gridare che il Santo era morto.
Nei giorni seguenti la sua morte, si scatenano “guerre intestine” tra il convento dove era morto che voleva conservarne le spoglie e quello di Santa Maria Mater Domini, il suo convento, dove avrebbe voluto morire. Durante la disputa si verificano persino disordini popolari, infine il padre provinciale decide che la salma sia portata a MaterDomini. Non appena il corpo giunge a destinazione iniziano i miracoli, alcuni documentati da testimoni. Anche in vita Antonio aveva operato miracoli quali esorcismi, profezie, guarigioni, compreso il riattaccare una gamba, o un piede, recisa, fece ritrovare il cuore di un avaro in uno scrigno, ad una donna riattaccò i capelli che il marito geloso le aveva strappato, rese innocui cibi avvelenati, predicò ai pesci, costrinse una mula ad inginocchiarsi davanti all’Ostia, fu visto in più luoghi contemporaneamente, da qualcuno anche con Gesù Bambino in braccio. Poiché un marito accusava la moglie di adulterio, fece parlare il neonato “frutto del peccato” secondo l’uomo per testimoniare l’innocenza della donna. I suoi miracoli in vita e dopo la morte hanno ispirato molti artisti fra cui Tiziano e Donatello.
Antonio fu canonizzato l’anno seguente la sua morte dal papa Gregorio IX.
La grande Basilica a lui dedicata sorge vicino al convento di Santa Maria Mater Domini.
Trentadue anni dopo la sua morte, durante la traslazione delle sue spoglie, San Bonaventura da Bagnoregio trovò la lingua di Antonio incorrotta, ed è conservata nella cappella del Tesoro presso la basilica della città patavina di cui è patrono.
Nel 1946 Pio XII lo ha proclamato Dottore della Chiesa.

Inceneritori: oltre al danno anche la beffa

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/inceneritori_danno_beffa.html

inceneritori_inquinamento

L’Italia rischia una procedura di infrazione e una multa per le autorizzazioni agli inceneritori, per non aver ottemperato all’adeguamento della propria normativa di classificazione secondo le norme europee. «Per accontentare le lobby di inceneritoristi pagheremo noi, prima in salute poi in soldoni» dice Sandra Poppi, battagliera esponente della lista civica ModenaSaluteAmbiente che a Modena si sta battendo contro un maxi-impianto sovradimensionato, ma la cui battaglia sta diventando la battaglia di tutti i comitati italiani di cittadini che chiedono a gran voce un radicale cambiamento della politica di gestione dei rifiuti.

«Nell’agosto 2013 il governo Letta vara un decreto ministeriale per determinare il calcolo dell’efficienza energetica degli impianti di incenerimento. Scrive però numeri divergenti rispetto ai parametri europei: gli inceneritori italiani guadagnano un illecito vantaggio competitivo rispetto agli altri inceneritori europei e viene autorizzata, di fatto, l’emissione nell’aria di una quantità maggiore di inquinanti» spiega Sandra Poppi, che da anni si batte contro il maxi-inceneritore di Modena gestito dalla multiutility Hera, sovradimensionato rispetto alle esigenze locali.

«Cosi, ogni inceneritore in Italia, e anche quello di Modena, che non stia lavorando a pieno regime puo’ importare rifiuti da bruciare sino al tetto massimo consentito, senza più alcun limite per quanto riguarda la provenienza. In Emilia Romagna la capacità totale degli inceneritori è di bruciare oltre 1 milione di tonnellate l’anno. Per il “fabbisogno” interno si bruciano invece “solo” circa 630.000 tonnellate di RSU. Questo significa che, potenzialmente, ci sono altre 400.000 tonnellate di rifiuti speciali da smaltire. Per l’inceneritore di Modena significa che la Società per Azioni Hera potrà bruciare 240.000 tonnellate l’anno di rifiuti e forse più, visto che andranno a saturazione del carico termico. Anche se per le nostre necessità ne basterebbero 130.000! Figurarsi se facessimo il porta a porta con tariffa puntuale, con ulteriore calo di rifiuti indifferenziati prodotti!».

«Nel caso dell’inceneritore di Modena,  Medicina Democratica, nel gennaio 2014, denunciò tutto questo e numerose male-interpretazioni delle norme. Con una determinazione provinciale del novembre 2013 la Provincia di Modena ha riconosciuto, su richiesta del gestore Herambiente, l’applicazione al calcolo dell’efficienza energetica di un fattore correttivo (KC) in relazione alle condizioni climatiche dell’area, nella misura di 1,382. Questo riconoscimento è avvenuto sulla base dei contenuti del Decreto del Ministero dell’Ambiente varato appunto durante il governo Letta. Ed è proprio su questo decreto che è intervenuta l’Europa; nel 2014 ha chiesto al governo italiano di cambiare i parametri che erano stati introdotti pe poter arrivare a classificare gli inceneritori di rifiuti come valorizzatori di energia (mossa subdola, nda); la UE ha ritenuto quei parametri non conformi a quelli della direttiva europea Rifiuti del 2008. E sapete cos’ha fatto il governo? Ha aggravato la situazione perché con il decreto Sblocca Italia ha consentito cambi di classificazione degli inceneritori ancora una volta in modo non rispettoso della direttiva europea. Dopo le denunce, la Commissione europea ha avviato una procedura d’indagine, la UE-Pilot 5714/13/ENVI, che è ancora in corso. Le autorità italiane dovranno modificare il DM 7/8/2013, in modo da renderlo compatibile con le nuove disposizioni che verranno adottate, altrimenti una procedura di infrazione può essere aperta dalla Commissione».

 

Con che serietà, dunque, i governi italiani stanno portando avanti la politica di gestione dei rifiuti? E con quale obiettivo? Che sia l’interesse dei cittadini e dell’ambiente è assai poco probabile!