Panopticlick, il tool per scoprire quante tracce lasciamo sul web

Scritto da: Francesco Polimeni
Fonte: http://www.iospio.org/component/content/article/17-notizie-flash/internet-e-sicurezza/794-panopticlick-il-tool-per-scoprire-quante-tracce-lasciamo-sul-web

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La navigazione in incognito non è sempre equivalente di anonimato. Ecco come vedere quanto si è identificabili online

La difesa della propria identità online è una delle necessità dei nostri tempi. I dati personali e quelli di navigazione interessano a moltissime persone, hacker e marketeer per primi. Ci sono diverse norme di vita e accorgimenti pratici per difendersi da cookie traccianti e da altre tecniche di spionaggio informatico che permettono di spiare i dati sui navigatori del web. Tanti, ad esempio, puntano la carta della navigazione anonima navigando attraverso una rete TOR, altri ancora applicano nei propri browser di navigazione delle estensioni (plug-in) come NoScript e AdBlock Plus per evitare di lasciare tracce rendendo la loro navigazione in internet anonima.

Molte volte, però, tutti questi accorgimenti non sono sufficienti a proteggere la propria identità online. Alcune notizie sensibili, seppur minime, possono comunque essere raggruppate e concorrono a creare il cosiddetto browser fingerprint (impronta digitale del browser). Grazie a strumenti come Panopticlick della Electronic Frontier Foundation è possibile conoscere la nostra impronta digitale sul web e quanto si sia identificabili durante la navigazione.

Come sbloccare la vostra mente creativa in 5 minuti

Scritto da: Marta Albè
Fonte: http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/20542-mente-creativa

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La creatività è il segreto per superare i momenti difficili della vita. Come possiamo fare per sbloccare la nostre mente creativa? La scienza e la psicologia stanno approfondendo questa tematica molto interessante.

In particolare lo psicologo Scott Barry Kaurman, autore del libro “Wired to Create: Unravelling the Mysteries of the Creative Mind”, spiega un trucco davvero semplice per aiutarci a liberare la mente e a stimolare la creatività.

A suo parere non c’è nulla di più semplice: la nostra mente si attiva mentre facciamo la doccia. Fare la doccia è rilassante ma ha anche molti benefici che supportano la nostra mente creativa. In questo momento di relax infatti siamo più propensi ad avere delle intuizioni.

Leggi anche: COME SUPERARE LE DIFFICOLTA’ DELLA VITA GRAZIE ALLA MENTE CREATIVA

Lo psicologo ha condotto uno studio sull’argomento e ha scoperto che il 72% delle persone tende ad avere nuove idee proprio mentre fa la doccia. Le intuizioni arriverebbero più facilmente in questo momento piuttosto che quando ci troviamo al lavoro.

Leggi anche: SCRIVERE A MANO FA BENE AL CORPO E ALLA MENTE

Insomma, le idee migliori non arrivano quando ci troviamo davanti al computer ma quando stiamo vivendo un momenti di relax. Mentre facciamo la doccia o in altre occasioni simili trovare le soluzioni per un problema da risolvere diventa più semplice.

Una pratica alternativa alla doccia è una bella passeggiata che può essere utile per svuotare la mente dai pensieri continui e per ritrovare la concentrazione più facilmente quando torneremo al lavoro.

Insomma, di tanto in tanto è necessario prendersi una pausa per fare in modo che la mente si distacchi dai problemi e liberi la propria creatività. Inoltre a parere dello psicologo mentre facciamo la doccia ci riserviamo un momento di privacy in un angolo della casa che è lontano dalle distrazioni tipiche della vita quotidiana.

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Un semplice gesto che ci allontana per qualche attimo dalle preoccupazioni di ogni giorno secondo l’autore e psicologo può essere davvero fondamentale per migliorarci. In particolare, è sempre importante prendersi delle pause, creare delle interruzioni e dei diversivi per far vagare la mente in libertà.

Ovviamente fare la doccia non è l’unico momento utile per avere delle intuizioni. C’è chi le ha mentre lava i piatti oppure mentre si rilassa ascoltando della musica, oppure al risveglio o appena prima di addormentarsi.

Molte delle idee geniali degli inventori o degli scrittori più famosi non sono nate quando si trovavano al lavoro ma quando erano distratti o stavano facendo una passeggiata. Niente di meglio di una doccia, di una passeggiata o di una pausa di relax per stimolare la nostra mente e per liberare la creatività e l’intuizione.

 

San Gottardo. Cerimonia inaugurale consacrata al diavolo

Fonte: https://oltrelamusicablog.com/2016/06/10/san-gottardo-cerimonia-inaugurale-consacrata-al-diavolo/

Il 1° giugno 2016 le massime autorità europee, come Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi, insieme al vasto pubblico hanno assistito alla cerimonia di inaugurazione del tunnel del San Gottardo in Svizzera. I festeggiamenti avrebbero però un significato nascosto, occulto e inquietante.

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Il tunnel del San Gottardo è una delle più grande opere infrastrutturali mai realizzate dall’uomo. La nuova galleria ferroviaria è lunga 57 chilometri, la più lunga al mondo, e consentirà ai treni di attraversare le Alpi svizzere, in particolare il massiccio del San Gottardo che divide la Svizzera tedesca da quella italiana. L’importanza strategica di questa infrastruttura è enorme, visto che lungo l’asse del Gottardo le merci potranno viaggiare in Europa con la massima velocità possibile tra il Nord e il Sud, in particolare tra Germania e Italia.

La cerimonia inaugurale, affidata al regista Volker Hesse, per la quale la Svizzera ha speso 9 milioni di franchi, ben 8 milioni di euro, sarebbe stata un oscuro e inquietante rituale satanico voluto dal Nuovo Ordine Mondiale e dalla Massoneria per dedicare l’opera a Lucifero. Questo è ciò che afferma il giornalista americano Rick Wilkes.
A fare eco alle sue parole anche il giornalista nostrano Maurizio Blondet che sul suo blog mostra e spiega la presenza del diavolo-caprone, di fantasmi alati e creature demoniache in una coreografia con ricorrenti allusioni rituali e sessuali. Il rito è stato così definito come il “bollino di approvazione degli Illuminati” su enormi mega-progetti come le Olimpiadi e le Grandi Opere.

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Sul web la polemica non si è fatta attendere. Decine di utenti hanno criticato il “cattivo gusto” di alcune parti dello show, dando però anche chiavi di lettura che possono aiutare gli spettatori a comprendere la performance teatrale (ammesso che vi sia qualcosa da comprendere): lo spettacolo sarebbe in parte ispirato ad antiche leggende locali, come quella che vuole che il primo ponte costruito sulle gole della Schoellenen (canton Uri) sia stato opera del diavolo, rappresentato appunto dal caprone.

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La cerimonia di apertura del San Gottardo ha trasformato, quindi, una grande opera di ingegneria in una cerimonia religiosa dedicata a Baphomet, ridicolizzando in qualche modo i lavoratori che hanno sacrificato la loro vita e le masse che viaggeranno attraverso il tunnel. Poi, le persone più potenti in Europa si sono alzati e hanno dato una standing ovation a questa cerimonia dedicata al vero dominatore delle élite occulte.

La motosega non va più di moda

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/blog/6-news-ita/good-news/4183-la-motosega-non-va-di-moda.html

Che c’entra la moda con le foreste? In realtà c’entra eccome, dato che sempre più tessuti sono a base di legno. E’ il cosiddetto sintetico, rayon e simili, che non è sintetico affatto, ma si produce a partire dalla cellulosa. E la cellulosa viene dal legno degli alberi. Per questo non irrilevante che sempre più marchi di abbigliamento adottino policy per evitare la deforestazione. Gli ultimi a sottoscrivere la proposta dell’associazione canadese Canopy, sono Esprit, l’inglese Tesco, la canadese Simons e la svedese KappAhl.

“Queste aziende leader dimostrano che l’approvvigionamento da foreste minacciate non è più di moda”, ha commentato Nicole Rycroft, fondatrice di Canopy. “Grazie all’impegno di oltre 65 marchi di abbigliamento, stiamo cambiando tutta la filiera del rayon. Ora stiamo lavorando con i produttori di viscosa in Cina, dove contiamo di ottenere un serio impegno per le foreste entro l’anno prossimo”.

Obiettivo di Canopy è eliminare la deforestazione dall’intera filiera internazionale delle cosiddette fibre sintetiche entro il 2017.

François «Papa Doc» Duvalier

Fonte: http://www.corriere.it/speciali/indifendibili/pop_papadoc.shtml

Medico condotto, da qui il soprannome Papa Doc, François Duvalier fu il signore indiscusso di Haiti dal 22 ottobre 1957 fino alla sua morte il 21 aprile 1971, quando lasciò il potere al figlio Jean-Claude «Baby Doc». Gli anni di lavoro come dottore gli permisero di conoscere il Paese e di comprendere a fondo la popolazione. Venne in contatto con il vudù, religione sincretista haitiana tra elementi africani e cristianesimo. Duvalier capì l’influenza che gli stregoni vudù esercitavano sulla popolazione, al 95% analfabeta, e la sfruttò a suo favore facendosi passare come un potentissimo sciamano che aveva potere sui vivi e soprattutto sulle anime dei morti. Oltre al vudù, il suo potere si basava sulle scorribande dei «tonton macoutes», criminali assoldati dalla polizia politica per intimorire, torturare ed eliminare fisicamente gli avversari. I tonton macoutes (dal nome di una divinità vudù che s’impadronisce dello spirito di un uomo e lo fa scomparire) potevano scorrazzare liberamente per Haiti in borghese, ma riconoscibili per gli onnipresenti occhiali neri e il cappello in testa.
Papa Doc faceva eliminare però non solo i nemici, ma anche gli amici divenuti troppo potenti, come il capo dei tonton macoutes, Clement Barbot. Duvalier decimò gli alti ranghi dell’esercito, l’unico che poteva detronizzarlo. Per tenere a bada la popolazione, bastava lasciar credere di essere la reincarnazione di Baron Samedi, il più potente spirito del vudù, padrone delle anime dei morti, sia mettendo ad arte in giro storie sulle sue capacità di stregone, sia partecipando in prima persona ai riti vudù. Ma non solo, non esitava a far stampare manifesti in cui Gesù Cristo in persona gli metteva una mano sulla spalla dicendo: «Io l’ho scelto».

Quando Fidel Castro conquistò il potere a Cuba, Papa Doc convinse Washington di essere l’unico in grado di garantire che Haiti non cadesse preda dei comunisti. All’interno giocò la carta del nazionalismo e della «negritudine» (Haiti nel 1804 fondò la prima repubblica americana guidata dagli ex schiavi neri che si erano liberati dalla colonizzazione francese). Scacciò tutti i vescovi cattolici non nati ad Haiti, finché ricevette la scomunica del Vaticano. Papa Doc trasformò Haiti da Paese povero nel regno della miseria, e ancora oggi è la nazione più povera dell’emisfero occidentale.
Lasciò il potere all’imbelle figlio 19enne Jean-Claude. Una serie di rivolte costrinsero Baby Doc a lasciare Haiti il 7 febbraio 1986 (dissipando in poco tempo in esilio in Francia i 120 milioni di dollari del tesoro di Stato trafugati all’estero durante gli anni al potere). Il mausoleo di Papa Doc venne assaltato e distrutto e le sue ossa disperse. Probabilmente usate per qualche rito magico vudù.

Jean-Claude «Baby Doc» Duvalier

DNA europeo per un fenicio di Cartagine

Fonte: https://ilfattostorico.com/2016/06/09/dna-europeo-per-un-fenicio-di-cartagine/

Ricostruzione del Giovane uomo di Byrsa (Wikimedia)

Ricostruzione del Giovane uomo di Byrsa (Wikimedia)

Gli scienziati hanno completamente mappato il genoma del “Giovane uomo di Byrsa”, un fenicio vissuto 2.500 anni fa, e i cui resti furono scoperti fuori Cartagine nel 1994. I fenici furono un importante popolo di commercianti, originario del Libano, che colonizzò diversi luoghi sul mar Mediterraneo, inclusa l’odierna Tunisia dove fondarono Cartagine.

Il team, co-diretto dalla genetista dell’Università di Otago Lisa Matisoo-Smith, ha scoperto che l’uomo aveva un raro aplogruppo mitocondriale, che si pensa essere originario non del nord dell’Africa, ma dell’Europa. Il suo DNA combacia moltissimo a quello di un moderno portoghese.

Gli scienziati ipotizzano che il Giovane uomo di Birsa (Young Man of Byrsa) avesse antenati nella penisola iberica, e non in Nordafrica o Vicino Oriente come ci si sarebbe aspettato.

Young Man of Byrsa (AFP, Getty Images)

Young Man of Byrsa (AFP, Getty Images)

«Questo è il primo esempio di antico genoma fenicio», dice a The Independent Lisa Matisoo-Smith, co-autrice dello studio insieme al dott. Pierre Zalloua. L’uomo era stato trovato a Byrsa, una cittadella vicina all’antica Cartagine, oggi vicino a Tunisi.

Sebbene i fenici furono un popolo influente, si sa relativamente poco di loro. Si crede che fossero originari dell’odierno Libano, e si espansero nel mar Mediterraneo fino alla penisola iberica. Lungo la via stabilirono insediamenti e stazioni commerciali. La città di Cartagine, nell’Africa del nord, sarebbe stata fondata come porto fenicio dai coloni provenienti dal Libano.

Tuttavia, il DNA di tipo U5b2c1 non ha corrispondenti nel moderno Libano. Solo una persona – in Portogallo – è stata trovata con esattamente lo stesso genoma.

Trovare un lignaggio europeo in Nordafrica risalente a 2.500 anni fa è stato “molto inaspettato”, dice la professoressa. Gli scienziati si aspettavano di trovare il DNA di indigeni nordafricani (poiché nello stesso luogo), o del Vicino Oriente (per via della storia di Cartagine).

Ciononostante, vista la rete commerciale che collegava Cartagine al resto del Mediterraneo, la scoperta non è inesplicabile, dicono i ricercatori. «È il lignaggio europeo più antico mai registrato nel nord dell’Africa, che dunque non solo ci aiuta a comprendere la storia fenicia, ma ci fa anche ripensare la storia delle migrazioni umane», dice Matisoo-Smith. «Prima, quando guardavano solo il moderno DNA, dovevamo indovinare come e quando apparvero i diversi lignaggi. Questo vuol dire che ci eravamo persi molto della storia della popolazione preistorica, dato che ora sappiamo che molti popoli furono rimpiazzati da nuovi agricoltori e così via. Nelle ricostruzioni della variazione genetica nel Mediterraneo, non c’era stata molta considerazione delle reti commerciali fenicie e della probabilità che le persone si muovessero su lunghe distanze, diffondendo i loro geni».

Come nell’impero romano, la ricerca mostra quanto fossero varie le città fenicie, che spesso stavano al passo delle loro reti commerciali.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Plos One. Matisoo-Smith e il suo team sperano che questa scoperta sia il primo risultato di un grande studio dei resti fenici, in collaborazione con gli archeologi di tutto il Mediterraneo.

(AFP, Getty Images)

(AFP, Getty Images)

The Independent

University of Otago

PLOS ONE

AEP: l’Unione Europea è sempre stata un progetto della CIA

Scritto da: Saint Simon
Fonte: http://vocidallestero.it/2016/06/07/aep-lunione-europea-e-sempre-stata-un-progetto-della-cia/

Ambrose Evans Pritchard, sul Telegraph, argomenta che, per quanto giuste siano le motivazioni del Brexit, i suoi sostenitori, al contrario degli altri movimenti euro-scettici, si sono illusi fino alla visita di Obama in UK di essere supportati oltre oceano; non hanno colto due aspetti fondamentali: che la UE è da sempre un progetto strategico americano finanziato dalla CIA e che l’establishment al governo nell’intero Occidente vede l’Unione Europea come il vacillante Impero Ottomano del 19° secolo e il Brexit come un atto di vandalismo strategico che rischia di favorire le potenze che sfidano l’egemonia anglosassone. La verità è che i sostenitori del Brexit non hanno ancora fornito una visione del futuro della Gran Bretagna post-Brexit che respinga per il paese le illusioni di poter non avere responsabilità globali, rischiando di trovarsi a litigare con il resto dell’Occidente.

di Ambrose Evans Pritchard, 27 aprile 2016

I sostenitori del Brexit avrebbero dovuto essere preparati all’intervento dirompente degli Stati Uniti. L’Unione Europea è sempre stata un progetto americano.

E’ stata Washington a guidare l’integrazione europea alla fine degli anni ’40, e a finanziarla di nascosto sotto le amministrazioni Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon.

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Il Presidente americano Barack Obama ha invitato la Gran Bretagna a rimanere nell’Unione Europea durante la sua visita a Londra, lo scorso 21 aprile

Anche se a volte si sono innervositi, fin da allora gli Stati Uniti hanno fatto affidamento sulla UE come l’ancora degli interessi regionali americani assieme alla NATO.

Non c’è mai stata una strategia divide et impera.

Il campo euro-scettico è stato stranamente insensibile a questo, e in qualche modo ha supposto che forze potenti di là dell’Atlantico stessero incoraggiando la secessione britannica, salutandoli come liberatori.

Il movimento anti-Bruxelles in Francia – e in misura minore in Italia e in Germania, e nella sinistra scandinava – parte dal presupposto opposto, che l’Unione Europea è essenzialmente uno strumento del potere e del ‘capitalisme sauvage’ anglo-sassone.

Marine Le Pen in Francia è causticamente anti-americana. Si scaglia contro la supremazia del dollaro. Il suo Fronte Nazionale dipende da finanziamenti di banche russe legate a Vladimir Putin.

Piaccia o no, questo almeno è strategicamente coerente.

La Dichiarazione Schuman che ha dato il tono alla riconciliazione franco-tedesca – e avrebbe portato a tappe verso la Comunità Europea – è stata cucinata dal segretario di Stato Dean Acheson in una riunione a Foggy Bottom. “Tutto è cominciato a Washington”, ha detto il capo dello staff di Robert Schuman.

E’ stata l’amministrazione Truman ad intimidire i francesi per far loro raggiungere un modus vivendi con la Germania nei primi anni del dopoguerra, anche minacciando di tagliare il piano Marshall in un furioso incontro con i recalcitranti leader francesi nel settembre 1950.

Carri armati sovietici a Praga

Carri armati sovietici a Praga

Il movente di Truman era evidente. L’accordo di Yalta con l’Unione Sovietica si stava incrinando. Voleva un fronte unito per scoraggiare il Cremlino da un’ulteriore espansione dopo che Stalin aveva inghiottito la Cecoslovacchia, a maggior ragione dopo che la Corea del Nord comunista aveva attraversato il 38 ° parallelo invadendo il Sud.

Per gli euroscettici britannici, Jean Monnet  aleggia nel pantheon federalista, eminenza grigia della malvagità sovranazionale. Pochi sono consapevoli del fatto che Monnet ha trascorso gran parte della sua vita in America, e che ha servito come gli occhi e le orecchie di Franklin Roosevelt in tempo di guerra.

Il Generale Charles de Gaulle pensava che fosse un agente americano, come del resto era, in senso lato. La biografia di Monnet a cura di Eric Roussel rivela come egli abbia lavorato a braccetto con le amministrazioni successive.

Il generale Charles De Gaulle fu sempre molto sospettoso dei moventi americani

Il generale Charles De Gaulle fu sempre molto sospettoso dei moventi americani

E’ strano che questo imperioso studio di mille pagine non sia mai stato tradotto in inglese dal momento che è il miglior lavoro mai scritto sulle origini della UE.

Né molti sono a conoscenza dei documenti declassificati degli archivi del Dipartimento di Stato che mostrano che lo spionaggio degli Stati Uniti ha finanziato di nascosto il movimento europeo per decenni, e ha lavorato in modo aggressivo dietro le quinte per spingere la Gran Bretagna nel progetto.

Come ha riportato per primo questo giornale quando il tesoro è stato reso disponibile, un memorandum del 26 luglio 1950 ha rivelato una campagna per promuovere un Parlamento europeo a tutti gli effetti. È firmato dal Generale William J. Donovan, capo dell’Office of Strategic Services (OSS) americano al tempo di guerra, precursore della Central Intelligence Agency (CIA).

La facciata chiave della CIA è stato l’American Commitee for United Europe (ACUE) [Comitato Americano per l’Europa Unita, ndT], presieduto da Donovan. Un altro documento mostra che nel 1958 questo organismo ha fornito il 53,5 per cento dei fondi del Movimento europeo. Il consiglio direttivo includeva Walter Bedell Smith e Allen Dulles, direttori della CIA negli anni Cinquanta, e una casta di funzionari ex-OSS che si si muovevano dentro e fuori dalla CIA.

Bill Donovan, leggendario direttore dell'OSS durante la guerra, successivamente ebbe la responsabilità di orchestrare il progetto europeo

Bill Donovan, leggendario direttore dell’OSS durante la guerra, successivamente ebbe la responsabilità di dirigere il progetto europeo

I documenti dimostrano che l’ACUE ha trattato alcuni dei ‘padri fondatori’ della UE come braccianti, e ha attivamente impedito loro di trovare finanziamenti alternativi che avrebbero spezzato la dipendenza da Washington.

Non c’è nulla di particolarmente malvagio in questo. Gli Stati Uniti hanno agito astutamente nel contesto della guerra fredda. La ricostruzione politica dell’Europa è stata un successo strepitoso.

Ci sono stati errori di valutazione orribili lungo la strada, naturalmente. Una nota del 11 giugno 1965 indica al vicepresidente della Comunità Europea di perseguire l’unione monetaria di nascosto, sopprimendo il dibattito fino a quando “l’adozione di tali proposte sarà diventata praticamente inevitabile”. E’ stato troppo furbesco, come oggi possiamo vedere dalle trappole del debito-deflazione e dalla disoccupazione di massa in tutta l’Europa meridionale.

In un certo senso, queste carte sono storia antica. Quello che mostrano è che lo ‘Stato profondo‘ americano c’era dentro fino al collo. Possiamo discutere se la settimana scorsa Boris Johnson ha attraversato un confine riesumando la “discendenza parzialmente Kenyana” del presidente Barack Obama, ma l’errore cardinale è stato quello di supporre che la minaccia commerciale di Obama avesse qualcosa a che fare con le traversie del nonno in un campo di prigionia Mau Mau. Aria fritta della politica estera americana.

Si dà il caso che Obama potrebbe comprensibilmente sentire rancore per gli abusi della repressione Mau Mau che sono venuti alla luce di recente. E’ stato un crollo vergognoso della disciplina della polizia coloniale, che ha disgustato i funzionari veterani che hanno servito in altre parti dell’Africa. Ma il messaggio che arriva dal suo straordinario libro – ‘I sogni di mio padre’ – è che egli si sforza di superare rancori storici.

I sostenitori del Brexit traggono conforto dal candidato repubblicano Ted Cruz che vuole che una Gran Bretagna post-Brexit salti “in prima linea per un accordo di libero scambio”, ma sta semplicemente mettendo fieno in cascina alla propria campagna. Il signor Cruz si conformerà agli imperativi di Palmerston secondo Washington – qualunque essi possano essere in quel momento – se mai entrerà alla Casa Bianca.

Il nonno del presidente Obama fu prigioniero durante la soppressione della rivolta dei Mau Mau, una pagina vergognosa della storia coloniale britannica

Il nonno del presidente Obama fu prigioniero durante la repressione della rivolta dei Mau Mau in Kenya, una pagina vergognosa della storia coloniale britannica

E’ vero che l’America ha avuto dei ripensamenti sull’UE quando ideologi fanatici salirono alla ribalta nei tardi anni ’80, rielaborando l’Unione come una superpotenza rivale con l’ambizione di sfidare e superare gli Stati Uniti.

John Kornblum,direttore degli Affari Europei del Dipartimento di Stato negli anni ’90, dice che è stato un incubo cercare accordi con Bruxelles. “Mi sono ritrovato completamente frustrato. [La UE] è totalmente disfunzionale in ambito militare, della sicurezza e della difesa”.

Il signor Kornblum sostiene che l’UE “ha psicologicamente abbandonato la NATO” quando ha cercato di costruire una propria struttura di comando militare, e lo ha fatto con la consueta ostentazione e incompetenza. “Sia la Gran Bretagna che l’Occidente starebbero di gran lunga meglio, se la Gran Bretagna fosse fuori dall’Unione Europea,” ha detto.

Questo punto è interessante, ma è una visione minoritaria nei circoli politici degli Stati Uniti. La frustrazione se ne è andata quando la Polonia e la prima ondata di stati dell’Est europeo hanno aderito all’UE nel 2004, portandovi una compagine di governi atlantisti.

Sappiamo che non è certo una storia d’amore. Un alto funzionario degli Stati Uniti è stato registrato due anni fa in una intercettazione telefonica mentre congedava Bruxelles con parole lapidarie durante la crisi ucraina, “si fotta l’Unione Europea”.

Eppure, la visione che tutto pervade è che l’ordine liberale occidentale sia sotto triplice assalto, e l’UE deve essere appoggiata, tanto quanto la Gran Bretagna e la Francia appoggiarono il vacillante Impero Ottomano nel 19° secolo – e saggiamente dato che il suo lento crollo ha portato direttamente alla prima guerra mondiale.

Le minacce combinate di oggi arrivano dal terrore jihadista e da una serie di Stati falliti in tutto il Maghreb e il Levante; da un regime paria altamente militarizzato a Mosca che sarà presto a corto di soldi, ma ha una finestra di opportunità prima che l’Europa si riarmi; e da una crisi estremamente pericolosa nel Mar Cinese Meridionale che sta aumentando di giorno in giorno, mentre Pechino mette alla prova la struttura dell’alleanza statunitense.

I pericoli provenienti dalla Russia e dalla Cina sono ovviamente interconnessi. E’ probabile – i pessimisti dicono certo – che Vladimir Putin colga l’opportunità di un grave scoppio di rabbia tra i paesi affacciati sul Pacifico per tentare la fortuna in Europa. Agli occhi di Washington, Ottawa, Canberra, e di quelle capitali in tutto il mondo che in linea di massima vedono la Pax Americana come un plus, per la Gran Bretagna questo non è il momento di lanciare un candelotto di dinamite dentro al traballante edificio europeo.

La terribile verità per la campagna a favore dell’uscita dalla UE è che l’establishment al governo nell’intero Occidente vede il Brexit come vandalismo strategico. Giusto o no, i sostenitori del Brexit devono rispondere a questo rimprovero. Pochi, come Lord Owen, capiscono la portata del problema. La maggior parte sembrava allegramente inconsapevole fino a quando Obama non è arrivato in città la scorsa settimana.

A mio avviso, il campo del Brexit dovrebbe esporre i piani per aumentare la spesa per la difesa del Regno Unito da mezzo a 3 punti percentuali del PIL, impegnandosi a spingere la Gran Bretagna al primato, come potenza militare indiscussa d’Europa. Dovrebbero mirare a legare questo paese più strettamente alla Francia in un’alleanza per la sicurezza ancora più profonda. Questo tipo di mosse almeno spunterebbe una delle armi più grandi del Progetto Paura.

I sostenitori del Brexit dovrebbero reprimere qualsiasi suggerimento che l’abbandono dell’UE significhi ritrarsi dalla responsabilità globale, o strappare la Convenzione europea (quella Magna Carta della libertà abbozzata dai britannici, non dalla UE), o girare le spalle agli accordi COP21 sul clima, o qualsiasi altro dei febbrili flirt del movimento.

È forse troppo aspettarsi un piano coerente da un gruppo disparato, tirato artificialmente insieme dagli eventi. Eppure molti di noi che sono in sintonia con il campo del Brexit, che vogliono riprendersi anche il nostro autogoverno sovrano e sfuggire alla supremazia fasulla e usurpata della Corte Europea di Giustizia, devono ancora sentire come i sostenitori del Brexit pensano che possa avvenire questo divorzio senza colossali danni collaterali e in modo coerente con l’onore di questo paese.

Si può litigare con l’Europa, oppure si può litigare con gli Stati Uniti, ma litigare con tutto il mondo democratico, allo stesso tempo, è sfidare il destino.

 

Precipitano droni di guerra nei mari siciliani

Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/

Gli attivisti no war siciliani avevano inutilmente lanciato l’allarme da tempo ma alla fine i test sperimentali dei droni militari P.1HH HammerHead di Piaggio Aerospace dall’aeroporto “Cesare Toschi” di Trapani Birgi hanno mostrato tutta la loro pericolosità per il traffico aereo e le popolazioni che vivono tra Trapani, Marsala e le isole Egadi. Nella tarda mattinata di martedì 31 maggio un prototipo del velivolo senza pilota (UAV – Unmanned aerial vehicle) è precipitato in mare a 5 miglia a nord dell’isola di Levanzo, una ventina di minuti dopo dopo essere decollato dallo scalo di Birgi. “Non si sono registrati danni a persone o cose e subito dopo l’incidente abbiamo attivato una commissione interna per accertarne le cause in collaborazione con le autorità competenti”, hanno dichiarato i manager di Piaggio Aerospace.

Sempre secondo la società produttrice, il sistema a pilotaggio remoto P.1HH HammerHead può “operare anche su aree densamente popolate in quanto derivato da un aeroplano civile certificato, il Piaggio P-180”. Peccato però che quello accaduto qualche giorno fa non è il primo “inconveniente” al nuovo drone che Piaggio, in collaborazione con Leonardo-Finmeccanica e l’Aeronautica militare italiana, testa in Sicilia occidentale dal novembre 2013. Il 19 marzo 2015, un P.1HH uscì fuori pista durante le prove di rullaggio, causando la temporanea chiusura per motivi di sicurezza dell’aeroporto di Trapani Birgi e il dirottamento dei voli sullo scalo di Palermo – Punta Raisi. Le prove sperimentali dei droni hanno causato altri gravi disagi al traffico aereo, come rilevato dal personale delle compagnie che operano da Birgi.

Il velivolo precipitato al largo di Levanzo del valore di oltre 30 milioni di euro era l’unico dimostratore abilitato al volo nell’ambito del programma di acquisizione da parte del ministero della Difesa di tre sistemi P.1HH (sei velivoli e tre stazioni controllo terrestre), la cui consegna dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno. L’HammerHead è il primo velivolo a pilotaggio remoto della tipologia MALE (Medium Altitude Long Endurance) progettato e costruito interamente in Italia. Il drone può raggiungere la quota di 13.700 metri e volare ininterrottamente per 16 ore, ad una velocità massima di 730 km/h. “Il drone è stato progettato per missioni di pattugliamento, sorveglianza, ricognizione, acquisizione e analisi dati e per rispondere alle più diverse minacce: dagli attacchi terroristici fino alla lotta all’immigrazione clandestina, alla protezione delle zone economiche esclusive, dei siti e delle infrastrutture critiche, ecc.”, spiegano i manager di Piaggio. “Le apparecchiature montate sul P.1HH lo rendono idoneo per la sorveglianza dei confini e di spazi aperti, ma anche per l’individuazione di specifici obiettivi, e per il monitoraggio ambientale di zone disastrate da catastrofi”. Il drone può tuttavia essere convertito in uno spietato sistema-killer in quanto i radar e i visori a raggi infrarossi prodotti da Selex ES (Finmeccanica) gli consentono d’individuare l’obiettivo, anche in movimento, e di fornire le coordinate per l’attacco aereo o terrestre con missili e bombe a guida di precisione (il velivolo stesso può trasportare sino a 500 kg di armamenti).

Oltre che da Trapani Birgi i velivoli prodotti da Piaggio decollano per le loro prove sperimentali anche dall’aeroporto sardo di Decimomannu. Stando al calendario delle esercitazioni a fuoco previste nell’isola per il 2016, i tecnici dell’azienda sono impegnati da un paio di mesi nei poligoni di Capo San Lorenzo e Perdasdefogu per i test di “validazione del P1.HH – Attività EWRT, Safe separation simulacri (10) tipo MK81”, verificando così le capacità di sganciamento dagli UAV di bombe da 250 libbre a guida laser ed infrarosso.

Oltre che dall’aeronautica militare italiana, i droni P.1HH Hammerhead sono stati ordinati dalle forze armate degli Emirati Arabi Uniti. Lo scorso mese di marzo, Piaggio Aerospace ha annunciato la firma di un contratto, per un valore di 316 milioni di euro, con ADASI (Abu Dhabi Autonomous Systems Investments) per otto velivoli a pilotaggio remoto, forniti di telecamere EO/IR (Electro-Optical Infra-Red), radar e sistemi di comunicazione avanzati. Il contratto comprende anche il supporto logistico integrato e l’addestramento alle operazioni di volo da parte dei tecnici dell’azienda produttrice. L’assemblaggio dei velivoli avverrà all’interno del grande stabilimento Piaggio di Villanova d’Albenga (Savona), inaugurato il 7 novembre 2014 alla presenza del Presidente del consiglio Matteo Renzi e della ministra della Difesa Roberta Pinotti.

In verità di “italiano” la Piaggio Aerospace ha ormai ben poco, essendo stata interamente acquisita da Mubadala Development Company, la società di investimenti del governo di Abu Dhabi che è oggi una dei partner strategici del colosso statunitense Lockheed Martin (noto in Italia per essere il produttore dei cacciabombardieri di ultima generazione F-35 e del sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS). Fondata nel 2002 per diversificare le attività economiche, finanziarie e industriali dell’Emirato, la Mubadala Development Company è presieduta dallo sceicco Mohamed Bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e vicecomandante supremo delle forze armate.

L’incidente del drone in Sicilia è avvenuto nelle stesse ore in cui si teneva a Roma un incontro tra le organizzazioni sindacali, il ministero dello Sviluppo economico e i manager di Piaggio Aerospace con oggetto la grave crisi industriale e occupazionale che ha investito l’azienda (oltre 345 i cassaintegrati nei due siti liguri di Villanova d’Albenga e Sestri Ponente). “La caduta in mare del P.1HH non può mettere in discussione i risultati dell’evoluzione svolta fino ad oggi sul drone dalla Piaggio”, ha dichiarato il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa. “Ovviamente Uilm è in attesa di verifiche sulle cause che hanno determinato tale incidente ma in ogni caso riteniamo che vadano salvaguardati gli assetti industriali e tutelata l’occupazione dei lavoratori”. Più pessimistiche le considerazioni della segreteria generale Fiom. “Piaggio non vuole chiedere la proroga della cassa integrazione e siamo vicini ad una crisi irreversibile e al fallimento, mentre la prospettiva di salvataggio dell’azienda da parte di Finmeccanica, che sembrava interessata ad investire sui velivoli senza pilota ma non sulla società, è distante e utopica”, spiega l’organizzazione dei metalmeccanici Cgil. Ancora una volta il complesso militare industriale si conferma un’ottima opportunità per moltiplicare gli affari e i profitti di finanzieri e speculatori di borsa, ma un modello di produzione destinato ad espellere nei prossimi anni la stramaggioranza dei suoi occupati.

 

Muammar Gheddafi

Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2358&biografia=Muammar+Gheddafi

Muammar Gheddafi

Muammar Gheddafi nasce il giorno 7 giugno 1942 a Sirte, città portuale libica, all’epoca parte della provincia italiana di Misurata. Gheddafi è un politico la cui posizione è quella di massima autorità della Libia; non ricopre nessun incarico ufficiale e tuttavia si fregia del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione.

In passato Gheddafi fu la guida ideologica del colpo di stato che il giorno 1 settembre 1969 portò alla caduta della monarchia del re Idris. Di fatto nel paese che è andato a guidare negli anni, vige un regime del tutto assimilabile a una dittatura: infatti Gheddafi gode di poteri assoluti e detiene nel mondo il record come capo di Stato in carica da più tempo.

Negli anni della sua nascita l’Africa del nord è a suo malgrado teatro degli eventi bellici mondiali. Figlio di beduini analfabeti, il piccolo Muammar cresce ai bordi del deserto dove pascola ovini e cammelli, alla bisogna raccoglie quei pochi cereali che l’arida terra del deserto riesce a dare.

Come tutti i maschi delle stesse condizioni sociali ha però il diritto di essere iniziato alla dottrina dell’Islam, impara così a leggere e a scrivere con un unico libro di testo: il Corano.

Nella Libia del 1948 il recente passato bellico è ancora vivo. Il piccolo Gheddafi e due cuginetti sono investiti dallo scoppio accidentale di una granata inesplosa mentre giocano tra le dune. L’ordigno, probabilmente un lacerto dell’esercito italiano di stanza nella zona all’epoca del conflitto, uccide i due cugini e ferisce ad un braccio Muammar provocandogli una profonda cicatrice. Fedele alla dottrina impartita, nel 1956 raggiunta l’età di otto anni, si iscrive alla scuola coranica a Sirte e in un secondo momento a quella di Fezzen, che è in pieno deserto. Il piccolo studente fa la spola tra la tenda paterna e la città una volta alla settimana. Frequenta le scuole coraniche fino al 1961.

Si trasferisce a Bengasi, città del golfo della Sirte, dove si iscrive all’Accademia Militare. Provetto cadetto, nel 1968, frequenta un corso di specializzazione a Beaconsfield cittadina inglese a circa quarantacinque chilometri da Londra. Termina l’addestramento militare nel 1969: Gheddafi ha ventisette anni e il grado di capitano.

Durante tutto il periodo della sua formazione sia ideologica sia marziale è influenzato dal pensiero panarabo e dalle idee repubblicane dello statista egiziano Gamal Abd el-Nasser, che sconvolgono il mondo arabo. La Libia è difatti una monarchia corrotta, asservita agli occidentali. Il governo di re Idris I stenta a lasciarsi alle spalle il passato colonialista, fatto di servilismi e disfacimento.

Infervorato dalla realtà di questa situazione, Muammar Gheddafi il giorno martedì 26 agosto 1969, approfitta dell’assenza dei regnanti, impegnati in un viaggio all’estero, e guida, con l’appoggio di parte dell’esercito a lui solidale, un colpo di stato militare volta a ribaltare la situazione governativa. La manovra ha successo, e appena il lunedì della settimana successiva, il primo settembre, la Libia è una “Repubblica Araba Libera e Democratica”. Il governo è retto da dodici militari devoti alla causa panaraba di stampo nesseriano, che formano dal Consiglio del Comando della Rivoluzione. A capo del Consiglio c’è Muammar che ha il titolo di Colonnello. Gli stati Arabi riconoscono subito il nuovo Stato libico e anche l’URSS e le potenze occidentali, anche se in un primo momento restie, danno credito a quello che in pratica è un regime dittatoriale instaurato dal Colonnello Gheddafi.

Grazie alle risorse petrolifere del territorio, il nuovo governo crea dapprima le infrastrutture mancanti al paese: scuole e ospedali, vengono anche parificati gli stipendi dei dipendenti “statali” e aperte le partecipazioni aziendali per gli operai. Il neo-governo instaura la legge religiosa. La “Sharia” derivata dai concetti della Sunna e del Corano proibisce l’uso delle bevande alcoliche, che vengono quindi bandite in tutto il territorio, con la conseguente chiusura “forzata” dei locali notturni e delle sale da gioco. La politica nazionalista estirpa poi qualsiasi riferimento straniero dalla vita quotidiana delle persone a partire dalle insegne dei negozi che devono essere tutto in caratteri arabi. L’insegnamento di una lingua straniera è bandita nelle scuole.

Le comunità estere residenti nel paese, tra cui quella italiana che è numerosissima, sono progressivamente espulse; i beni sono confiscati in nome di una rivalsa contro “i popoli oppressori”.

Tutti i contratti petroliferi con aziende estere sono stracciati e le aziende statalizzate, salvo poi rivedere alcune posizioni in particolar modo con il governo italiano. Anche le basi militari di USA e Inghilterra sono evacuate e riconvertite dal Governo del Colonnello.

Gheddafi espone i suoi principi politici e filosofici nel famoso “Libro verde” (il cui nome rimanda al “Libro Rosso” di Mao Tse-tung), pubblicato nel 1976. Il titolo prendeva spunto dal colore della bandiera libica, che infatti è completamente verde, e che richiama la religione musulmana, dato che verde era il colore preferito di Maometto ed il colore del suo mantello.

Durante gli anni ’90 condanna l’invasione dell’Iraq ai danni del Kuwait (1990) e sostiene le trattative di pace tra Etiopia ed Eritrea. Quando anche Nelson Mandela fece appello alla comunità internazionale, a fronte della disponibilità libica di lasciar sottoporre a giudizio gli imputati libici della strage di Lockerbie e al conseguente pagamento dei danni provocati alle vittime, l’ONU decise di ritirare l’embargo alla Libia (primavera del 1999).

Nei primi anni dopo il 2000, gli sviluppi della politica estera di Gheddafi portano ad un riavvicinamento agli Stati Uniti di George W. Bush e alle democrazie europee, con un parallelo allontanamento dall’integralismo islamico.

Nel febbraio 2011 la rivoluzione araba colpisce la Libia portando a sanguinosi scontri e ad oltre mille morti. Le violenze perpetrate dal raìs contro la popolazione rivoltosa libica impiegano l’utilizzo di forze mercenarie africane provenienti dal Niger e altri stati limitrofi. Nel mese di marzo una risoluzione ONU autorizza la comunità europea a intervenire con mezzi militari per garantire l’incolumità dei cittadini libici e di fatto evitare una guerra civile.

Tripoli cade il il 21 agosto: i fedeli al vecchio regime di Gheddafi organizzano la loro resistenza in varie aeree del paese, principalmente a Sirte e Bani Walid. Dopo un lunghi mesi di fuga e resistenza, il leader libico viene catturato durante la fuga da Sirte, sua città natale, caduta ad ottobre sotto gli ultimi assalti degli insorti e dopo un lungo assedio. Un doppio raid degli elicotteri della Nato, a supporto dei ribelli libici, avrebbe prima bloccato Gheddafi e poi ferito mortalmente in un secondo tempo. Muammar Gheddafi muore durante il trasporto in ambulanza il 20 ottobre 2011. Aveva 69 anni.

Germania: 4 morti per würstel contaminati da listeria. Scatta allerta, ritirati 200 prodotti della ditta Sieber

Scritto da: Sara Rossi
Fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/wurstel-listeria-salsiccia-sieberg-germania-morti.html

Salgono a quattro le persone morte in Baviera a causa di salsicce e salumi contaminati da Listeria monocytogenes. La notizia arriva dalla Germania dove le autorità sanitarie hanno scoperto un’epidemia che probabilmente va avanti dal 2012. Secondo i primi riscontri  le persone colpite in questi anni potrebbero essere 80 e comprendono oltre a un numero elevato di anziani, anche quattro donne incinte che hanno abortito spontaneamente. Per risalire alla causa, le autorità sanitarie hanno isolato nei pazienti deceduti lo stesso ceppo di listeria (*) rinvenuto in un preparato a base di carne dell’azienda Sieber Gesellschaft für Wurst-und Schinkenspezialitäten di Geretsried. Le autorità considerano molto probabile un collegamento tra i casi di listeriosi registrati negli anni passati e i prodotti Sieber, anche se sono in corso ulteriori accertamenti. German wurstel saussages with crauts

In attesa dei riscontri definitivi l’azienda invita a non consumare assolutamente i 200 prodotti in assortimento distribuiti nei negozi e nei supermercati che comprendono oltre ai würstel moltissimi tipi di salumi. Tutto è cominciato due mesi fa quando durante un controllo ufficiale è stata evidenziata la presenza di un ceppo di listeria in quantità elevate in un campione di würstel Sieberg, del tutto simile a quello isolato in un paziente morto in quel periodo che aveva consumato würstel della stessa marca. A questo punto le autorità hanno chiesto all’azienda di sospendere la produzione e di ritirare tutti i prodotti in commercio, che comprendono oltre a salumi e affettati di maiale anche diverse preparazioni vegane e vegetariane come la linea My best Veggie venduta dalla Lidl in Svizzera (vedi lista: http://goo.gl/GkxWf7). Secondo nostre fonti  salumi, würstel né tanto meno prodotti vegetariani o vegani della Sieber sono distribuiti in Italia.

wurstel carne 181686361La Sieber Gesellschaft für Wurst– und Schinkenspezialitäten è un nome molto conosciuto in Germania, che produce anche salumi a marchio privato per le catene di supermercati: Rewe, Tengelmann e Edeka e Lidl e alcuni prodotti sono venduti in Austria oltre che in Svizzera. Il problema dei würstel è che  alcune persone li mangiano  crudi, oppure non li riscaldano in acqua bollente prima di servirli a tavola come indicato sulla confezione. In questi casi se la partita di wurstel è contaminata da listeria la persona può venire infettata.

(*) La listeria (Listeria monocytogenes) è un batterio ubiquitario che si può trovare in molti prodotti alimentari, come latte crudo, formaggi molli, carne fresca e congelata, pollame, prodotti ittici e ortofrutticoli. Al contrario della maggior parte dei batteri, la listeria resiste bene alle basse temperature e la conservazione degli alimenti in frigorifero non ne contrasta la moltiplicazione.  La listeriosi nella maggior parte dei casi provoca diarrea a poche ore dall’ingestione. A volte  l’infezione può raggiungere la circolazione sanguigna, sviluppando forme acute di sepsi, encefalite e meningite, anche a distanza di diversi giorni dall’ingestione. I soggetti più a rischio sono i pazienti immunodepressi o affetti da malattie croniche, gli anziani  e le donne incinte. Fonte Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.