Cina: a Gibuti la prima base militare di Pechino all’estero

Fonte: http://www.asianews.it/notizie-it/Cina:-a-Gibuti-la-prima-base-militare-di-Pechino-all’estero-41275.html

Il ruolo principale della base è quello di sostenere le navi da guerra cinesi impiegate nella regione nelle operazioni anti pirateria. Anche Stati Uniti, Francia e Giappone hanno basi militari permanenti a Gibuti. L’ex colonia francese si trova in posizione strategica offrendo un accesso allo stretto di Bab el-Mandeb che collega il Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso al Golfo di Aden e all’Oceano Indiano. Una delle corsie marittime commerciali più importanti del mondo in particolare per il petrolio.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha spedito delle truppe a Gibuti istituendo così la sua prima base militare all’estero. Ieri due navi da guerra cinesi hanno lasati di stanza. Oggi un editoriale sul quotidiano ufficiale Global Times sottolinea l’importanza strategica della nuova base militare di Gibuti nel Corno d’Africa. Lo stesso quotidiano afferma che il ruolo principale della base è quello di sostenere le navi da guerra cinesi impiegate nella regione nelle operazioni anti pirateria e umanitarie.

Le truppe cinesi hanno già marciato in parata nella giornata dell’indipendenza di Djibouti il ​​27 giugno scorso per celebrare l’anniversario per i 40 anni dalla fine della dominio francese nel Paese del Corno d’Africa .

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Geng Shuang ha descritto l’inaugurazione della base come parte degli sforzi in corso per aiutare la pace e la sicurezza nella regione africana. “Le forze navali cinesi sono presenti nelle acque al largo della Somalia, nel Golfo di Aden per condurre missioni di protezione e di scorta delle navi mercantili dal 2008”, ha dichiarato Geng. “La base militare aiuterà la Cina ad adempiere meglio agli obblighi internazionali nel condurre missioni di accompagnamento e assistenza umanitaria. Contribuirà anche a promuovere lo sviluppo economico e sociale a Gibuti”.

La Cina ha ampliato i suoi legami militari in tutta l’Africa negli ultimi anni. Secondo una relazione del Consiglio europeo sulle relazioni estere (Ecfr), la cooperazione con l’Africa sulla pace e la sicurezza è ora una “parte esplicita della politica estera di Pechino”. Più di 2.500 soldati e ufficiali di polizia cinesi sono già ora impiegati come caschi blu dell’Onu in tutto il continente africano, con le maggiori presenze nel Sud Sudan (1.051), Liberia (666) e Mali (402).

Anche Stati Uniti, Francia e Giappone hanno basi militari permanenti a Gibuti. L’ex colonia francese che ha una popolazione di meno di un milione di abitanti è in posizione strategica offrendo un accesso allo stretto di Bab el-Mandeb che collega il Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso al Golfo di Aden e all’Oceano Indiano. Una delle corsie marittime più importanti del mondo per il petrolio.

La crescita non ha nulla a che fare con l’economia

Scritto da: Paolo Ermani
Fonte:http://www.ilcambiamento.it/articoli/la-crescita-non-ha-nulla-a-che-fare-con-l-economia

Ci bombardano e martellano costantemente che la crescita è cosa buona e giusta, ma noi non ci stanchiamo di ripetere che è impossibile una crescita illimitata in un pianeta dalle risorse finite. È un’ovvietà disarmante, come dire che la pioggia è bagnata. Che piaccia o meno, questi sono i fatti che non hanno niente di ideologico, sono la pura e semplice realtà.

Aurelio Peccei e il club di Roma lo dicono da ben 45 anni, da quando nel 1972 venne pubblicato il libro “I limiti della crescita” nella traduzione letterale del titolo originale in inglese. Quindi il dogma imperante a cui tutti ci dobbiamo prostrare è una stratosferica balla; infatti, una volta sfruttate tutte le risorse possibili e immaginabili cosa facciamo? Andiamo ad abitare su Marte? Le conseguenze della crescita sono che la terra e i mari sono già delle discariche. Visto che non si sta facendo molto per evitare questo epilogo, noi continuiamo e continueremo a dare l’allarme.

Quindi cosa c’entra la crescita con l’economia che significa gestione della casa ovvero della terra e conseguente salvaguardia della stessa, è un mistero molto più grande di quello di Fatima. Eppure è un fiorire di grandi economisti, di premi Nobel, professori universitari, politici, sindacalisti, persone serie in giacca e cravatta che continuano a ripetere questa assurda follia come se fosse assolutamente normale. Tutti che cercano il modo di crescere più velocemente cioè di accelerare ancora di più la corsa verso il precipizio e tutti convintissimi delle assurdità che dicono, con tanto di teorie, articoli, interventi, libri, tesi. C’è chi dice che il nodo al cappio va fatto in un modo, chi in un altro, chi dice che il patibolo dovrebbe essere più basso, chi più alto e continuano nella loro cecità senza tenere conto degli elementi base dell’economia che non sono quelli dei soldi da guadagnare ma di aria da respirare, acqua da bere, ambiente da preservare, tutti aspetti che la crescita sta compromettendo in maniera irreversibile. Seguendola non si arriverà nemmeno ai nipoti, perché è già un grosso problema di quale mondo si troveranno i nostri figli.

I cosiddetti esperti dicono che la crescita porta benessere e posti di lavoro. Quale benessere può essere quello che mina le basi della nostra stessa esistenza e ci porta all’estinzione? Dove sono i posti di lavoro visto che ci sono milioni di disoccupati? Addirittura quando aumentano i fatturati le imprese licenziano, figuriamoci se la crescita dà posti di lavoro.

Ma sempre più persone capiscono che le barzellette, per quanto raccontate da seri signori con linguaggio forbito, non reggono più, la devastazione è sotto gli occhi di tutti. Se vogliamo uscire da questa situazione dovranno esserci dei cambiamenti, ma non certo quelli che ci dice Renzi nei suoi vuoti slogan o quelli della pubblicità quando ti dicono che per essere te stesso devi cambiare automobile. I cambiamenti saranno radicali, profondi, senza giri di parole. Va costruita una società basata su presupposti e valori completamente diversi: non consumo ma salvaguardia, non crescita ma tutela, non concorrenza ma collaborazione, non individualismo ma comunità.

I partiti difficilmente faranno questi cambiamenti e la fiducia che i cittadini danno loro è ai minimi storici viste le percentuali ormai sempre crescenti di gente che non va più a votare; e se agli astenuti ci si aggiunge chi vota il Movimento 5 Stelle, risulta evidente che i sostenitori della politica come servizio per i comitati di affari sono ridotti davvero a poco, per quanto abbiano ancora in mano grandi poteri.

La crescita va bandita dal dizionario economico visto che riguarda solo lo sfruttamento indiscriminato di risorse e persone, di certo non ha nulla a che vedere con la gestione della casa e la sua salvaguardia.

Nella corretta gestione della casa rientra anche il fatto che i membri collaborino affinché la casa possa fare vivere tutti degnamente, la logica della crescita è invece l’opposto, dobbiamo competere, concorrere e schiacciare l’avversario per prevalere. L’ideologia della crescita si rifà infatti a concetti di concorrenza, competizione, sfruttamento. Come a dire che in casa un figlio o figlia deve schiacciare qualche altro figlio; quale genitore scellerato approverebbe una cosa del genere?

Altro aspetto che rende il concetto di crescita fuori da ogni logica e senso, sono i miliardi di persone che si rifanno a religioni secondo cui siamo tutti fratelli e sorelle e dobbiamo rispettarci e collaborare, salvo poi nel concreto seguire il dio denaro e ricorrere a leggi, ordinamenti e azioni che vanno in direzione opposta. Addirittura oltre alle religioni, ci sono pure ideologie che dicono che siamo tutti uguali e avremmo dovuto unirci insieme per costruire un bel sol dell’avvenire; però stranamente uno dei paesi che ha cercato di mettere in pratica queste belle parole, ed è il paese più popolato al mondo, ha costruito un immenso lager per i suoi schiavi lavoratori e in nome della crescita sta radendo al suolo ogni cosa che incontra sul suo cammino rendendo al confronto Attila un bambinetto dell’asilo.

Ma perché secondo l’ideologia della crescita devo sperare di prevalere su qualcun altro e quindi farlo fallire, gettarlo nella miseria, nella disperazione? Lo devo fare perché è diverso da me? Ha meno diritti di vivere dignitosamente da me? E’ inferiore?

Perché devo competere? Per fare felici gli azionisti? Per fare carriera e finire imbottito di psicofarmaci? Per indebitarmi e comprare tutto quello che mi dice la pubblicità?

Perché devo fare corsi con coach miliardari che inventano e utilizzano tutte le tecniche persuasive  e manipolatorie possibili con il solo unico obiettivo del successo, che poi significa fregare il prossimo? Ma il prossimo non siamo noi stessi?

Ma non sarebbe più sano, sensato e intelligente collaborare? Non si potrebbe lavorare affinché la gestione della casa sia tale e non renderla una landa di macerie?

E’ utopico? A me sembra molto più utopico pensare di sopravvivere continuando a devastare tutto seguendo il modello della crescita.

Luminari, santoni e guru economici vari, non siate così ignoranti e analfabeti alla vita da mettere la crescita in relazione all’economia, sono due aspetti incompatibili e quando non avrete più da mangiare, bere e l’intero pianeta sarà una discarica, forse ve ne accorgerete, forse.

Il nostro paese non deve crescere ma prosperare e solo senza l’ossessione della crescita si può veramente prosperare.

 

Giordano Bruno, tanto amato dall’esoterismo

Scritto da: C. Gily Reda
Fonte:http://www.clementinagily.it/wolf/2016/08/giordano-bruno-tanto-amato-dallesoterismo/

C’è un motivo chiaro dell’interesse per Giordano Bruno di chi ama il pensiero esoterico: il fatto che lui coltivasse lo stesso campo di interessi, l’ermetismo, bensì condividendolo con la filosofia di ascendenza aristotelica e platonica: dando tra l’altro sempre mostra di una memoria perfetta, tanto da essere accusato di plagio, quando citava le proprie conclusioni citando anche le fonti. Che erano Platone Averroè ed Aristotele, certo, ma poi anche i tomisti medievali e Lullo, i filosofi del Rinascimento e i testi ermetici. Molto vicino nel tempo a Ficino, Pico della Mirandola, Copernico… e spesso nei dialoghi cita tutti molto a proposito, nello specifico delle loro dottrine, interpretandone il senso nella sua propria originalità.  Nei tempi in cui non solo non c’erano i computer, ma scarseggiavano molto i libri ed erano costose anche le penne e carte, per non dire delle stampe e delle incisioni, la memoria non era solo una dote ma una capacità professionale indispensabile a tutte le professioni umanistiche, amministrative, giuridiche. Perciò Bruno come tanti metteva a punto macchine della memoria sempre più perfette: https://i0.wp.com/www.clementinagily.it/wolf/wp-content/uploads/2016/08/oscom.jpg

questa citata a sinistra, ben tondeggiante, è quella della sapienza, di Apollo, del Sole. Tutte queste ‘macchine’ giocano su simboli e analogie per guidare la memoria con le immagini: ecco la spiegazione per cui una filosofia razionale e profetica, adatta ai nostri giorni, suscita molto interesse negli esoterici.

Però: è una filosofia della luce. Convinta del potere della Ragione Umana e del dialogo aperto– che non è Divina ma sa argomentare.

Questo capirono i Giordanisti, questa setta basata su un’idea irenica della religione, di cui lo stesso Bruno parlò al tribunale dell’Inquisizione. L’indagò in tutte le sue ipotesi Frances Yates, la ricercatrice del Warburg Institute che approfondì l’importanza degli scritti ermetici di Bruno, cui ad esempio in Italia sino a quasi la metà del secolo scorso avevano fatto attenzione solo Felice Tocco e Antonio Corsano. Yates ne ricavò una complessa ricostruzione dell’arte della memoria elaborata dall’ermetismo, dedicando molti capitoli anche ad altri autori del Rinascimento.

Per illustrare la sua tesi sui Giordanisti, si chiedeva “Non può essere significativo che Giordano Bruno predicasse non solo ai luterani tedeschi ma anche ai cortigiani dell’Inghilterra elisabettiana?”:[1] tanta attività era accolta da coloro che, stanchi delle lotte di religione, creavano reti tese alla pace in Europa – e la tesi di Yates è che sette come i Rosacroce, i Giordanisti, i Massoni, organizzassero a proprio modo nel tempo una convinzione comune – tutte storie bensì ipotetiche per la loro natura segreta, ma tracciate da molte attestazioni. Ovviamente Bruno è diverso: l’anima ermetica e filosofica sono tutt’e due scritte, argomentate con simboli che, compresi e argomentati, si chiariscono: tutta la letteratura su di lui che ormai è internazionale e poderosa, lo dimostra. Questo non interessa chi guardi i libri di Bruno dal di fuori, ci vuole professionalità per seguire i motivi platonici aristotelici copernicani ed averroisti che s’intersecano nel suo pensiero originale: ciò che spiace al mondo superveloce.

Le due anime di Bruno si rispecchiano nella nova filosofia di Bruno, disse Schelling che seguì Jacobi nel ridare luce alla filosofia di Giordano Bruno all’inizio del 1800, dopo secoli di flusso carsico, segreto, che pure influì su tanti nel 6-700, dando qualcosa ad ognuno: un’altra storia ipotetica, vista la forza dell’Inquisizione e il rogo dei suoi libri. Ma molti libri furono conservati, portati in giro in Europa da un suo seguace, il Dicsonio del De la Causa Principio et Uno,[2] vale a dire quel Dickson, che con Toland (teorico inglese della religione naturale) diffondeva proprio il dialogo in cui Bruno parlava dell’istituzione di una nuova religione, Lo spaccio della bestia trionfante. I dialoghi sono la parte chiara del pensiero di Bruno, quella che Bruno definiva ‘la chiave’; parlava del mistero, dell’esoterico, solo nella parte che lui chiamava ‘le ombre’: quella trattata di più dagli esoterici contemporanei.

L’autodefinizione di Giordano Bruno sta in uno di quelli che lui chiamava ‘vessilli’, i simboli per la memoria, che in linguaggio nostro si può chiamare ‘slogan’ o ‘logo’: “A – GIORDANO con la chiave e le ombre”[3]. Per coloro che conoscono la filosofia e sono in grado di capire i simboli, essi sono un modo rapido per dire le cose, non sono la cosa in sé; sono il dito che indica la stella: conta la stella, non il dito. L’anima esoterica delle ombre, come in tutte le filosofie greche, si basa sul senso che si fa esplicito nella chiave, l’exoterica, la comunicazione misteriosa, che ognuno capisce a suo modo, assicurando il consenso senza entrare in polemiche con quel che non intende – perché qui occorre studio per non confondersi. Coloro che ignorano la filosofia e si fermano ai simboli, capiscono a lor modo la verità, riescono ad intendere solo se la loro mente è pura. È come quando Gesù parlava con parabole che poi spiegava ai discepoli, raccomandando loro di tenere per sé la spiegazione, di raccontare solo le storie e commentarle a seconda del senso comune del pubblico. Non si vuole un sapere per pochi, come spesso poi nelle associazioni variamente massoniche, è il segreto della comunicazione efficace, non ristretta a pochi sapienti, ininfluente sulla vita degli uomini. Il sapere esoterico, rigoroso, mantiene la comunicazione exoterica, comprensibile a tutti, in equilibrio.

Yates argomenta la sua tesi del legame di Bruno ai Rosacroce, intrecciati al lor nascere con i Massoni e chissà quanti altri credi in Europa. Se solo nel 1646 viene ufficialmente registrata in un documento l’iscrizione di Elias Ashmole alla loggia Massonica di Warrington, dando inizio alla vera e propria storia della Massoneria, il contenuto di un credo simile era già stati portato da Fludd e Vaughan in Inghilterra dalla Germania, dove Bruno scrisse molte opere. Mocenigo denunciò Bruno al Tribunale dell’Inquisizione perché, disse, voleva “farsi autore di nuova setta sotto nome di nuova filosofia” che voleva rinforzare i luterani tedeschi, non a caso aveva pubblicato a Francoforte i suoi noiosi libri in cui esponeva esotericamente le tesi dei dialoghi per gli amici – preparandosi a tentare nuove alleanze col potere – per cui tornò infine in Italia. Così non è incredibile che l’attività dei Rosacroce, che dà segno di sé intorno agli anni ‘10 del ‘600, fosse influenzata dai Giordanisti – già collegati nel nome ai simboli di rose bianche e rose rosse, di cui raccontò Shakespeare; che in Pene d’amore perdute mette in scena un personaggio di nome Bruno; il personaggio ha poche battute, ma coerenti con la sua filosofia e più ancora coi suoi dialoghi inglesi, capiti, ovviamente, a lor modo. E persino di Mozart, riferisce Yates, nel Flauto Magico si sentirebbe l’influsso dell’esoterismo ermetico, teso a rivalutare corpo e sentimenti.

Altrettanto frequente e forte fu la diffusione del culto egizio, evidente nella venerazione del sole, per cui ‘tutto il creato è uno specchio’ che riflette Iside ed Osiride. Vi si richiamava anche Campanella con la Città del Sole ed altri con Eliopoli. Athanasius Kircher professava una magia naturale simile a quella di Bruno, sviluppava la svolta religiosa tentata già da Pico della Mirandola, la sintesi delle tesi fondamentali delle grandi religioni antiche… Insomma, è tanto ampia la quantità di ipotesi e collegamenti tra elementi difficilmente confermabili per il carattere volutamente segreto delle sette, subito solidamente capeggiate da persone di potere, da far ritenere che nella nebbia si debba fare chiarore per affermare, ma ci sono troppi elementi per pensare siano tutte false piste. Si ricordi ad esempio la diffusione del simbolo egizio della piramide, dal Louvre al dollaro americano: certo Filangieri, Frankljn e Washington erano massoni.

Esiste però la possibilità di fare storia, se ci si basa su Giordano Bruno, in cui la parte esoterica è correttamente collegata alla parte exoterica, come nei filosofi greci dell’antichità. Bruno certo ambì al potere, ma non per motivi e modi personali: desiderava il potere di far cessare le guerre e di far vivere in pace gli uomini. Non optò per l’assassinio politico o la sommossa, frequentò le corti d’Europa, dove i potenti lo ascoltassero: e lo fecero dovunque. Ma il progetto di Bruno, la pace religiosa, la fine delle guerre, la comprensione dell’umanità riunita nella fede – era un ideale che ancora oggi sembra davvero difficile.

Proveremo perciò a seguire qualche percorso che faccia intendere i simboli che tanti amano senza sapienza filosofica, aumentando la confusione esteticamente. Ad esempio, il recupero di emozioni e corpo: facile confondere con qualche specie di satanismo, se si prescinde dal fatto che all’epoca la vita degli uomini e la concezione del sapere non era certo new age: oggi l’insistenza di Bruno andrebbe all’opposto, oggi Bruno direbbe che alle emozioni ed al corpo solo la ragione dà misura, l’argomentazione e lo studio guidano a non perdere l’equilibrio della mente. Allora la religione di Savonarola si opponeva al Magnifico Lorenzo, nei conventi si chiudevano i ribelli, il cattolicesimo imponeva il sacrificio come corretta interpretazione della Croce: il discorso opportuno, evidentemente, era diverso. Interpretare vuol dire capire un’espressione in relazione alla storia, che fa capire il tempo e il luogo in cui vien detta e va capita. Bruno diceva qualcosa del genere parlando dell’interpretazione letterale delle Scritture, a proposito di Copernico, nel dialogo La Cena delle Ceneri. Perciò la conoscenza si affida alla parola e alla ragione, quando non vuole restare incerta con i simboli. Che hanno però grande efficacia: proprio perciò, occorre usarli bene, come un’arma troppo potente.

GF GIORDANO BRUNO Gily Giordano Bruno, tanto amato dall’esoterismo

[1]   F. Yates, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Roma Bari 1981, p. 447

[2] G. Bruno, Dialoghi Italiani, a cura di G.Gentile, 2 voll., Sansoni Firenze 1958 (Bari 1927.

[3] G. Bruno, Le ombre delle idee, Rizzoli 1997 p. 180. L’opera fu pubblicata con dedica ad Enrico II di Francia nel 1582, è la prima opera sulla memoria pubblicata e tramandata. Enrico II lo mandò in Inghilterra presso l’ambasciata francese – nel pieno della lotta tra Elisabetta I e la regina di Scozia, Maria Stuarda, ex regina consorte, moglie di Francesco II di Francia.

AMERICA E ITALIA: DISOCCUPAZIONE INVISIBILE!

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2017/07/10/america-e-italia-disoccupazione-invisibile/

La notizia del fine settimana è che in Italia abbiamo dovuto scomodare dotti, medici e sapienti per capire che c’è qualche milione di disoccupati invisibile…

Lavoro, in Italia 2 milioni di disoccupati “invisibili” alle statistiche

Lo studio della Fondazione di Vittorio, che ha preso in considerazione anche quanti tra gli inattivi si percepiscono in cerca di una occupazione. E conteggiando le forze di lavoro potenziali aggiuntive e i sottoccupati part-time il tasso schizza al 23,8%, dieci punti sopra la stima ufficiale

Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole un fesso si sveglia, sà che dovrà correre più del furbo o verrà ucciso. Ogni mattina in Italia, quando sorge il sole un altro fesso si sveglia, sà che dovrà correre più del furbo o morirà di fame. Ogni mattina in Italia, non importa che tu sia un fesso o un altro fesso , l’importante per loro è che tu ti bevi tutte le panzane che l’Istat ti rifila.

Più o meno le stesse panzane che da circa otto anni rifilano regolarmente agli americani, la piena occupazione, la ripresa, lavoro per tutti.

Difficile prendere seriamente un Paese nel quale i suoi governanti fanno approvare dal parlamento il “bailin” e poi fanno di tutto per aggirarlo, che di nascosto firmano l’esclusiva Triton, eludendo Dublino, per avere tutti gli emigranti in Italia in cambio di un pò di flessibilità.

Ma lasciamo perdere occupiamoci di cose serie, davvero belli i dati di venerdì, un mese vanno giù e l’altro tornano su, prima revisioni negative e poi il mese dopo quelle positive, ovviamente si festeggia in ogni caso, prima perchè la Fed non aumenterà i tassi e poi perchè allora vuol dire che l’economia va bene.

Il miglior messaggio per il dato di venerdì è venuto dal dollaro e dai treasuries che non hanno preso sul serio i dati del BLS, solo gli psicopatici di Wall Street hanno continuato a festeggiare.

View image on Twitter

Dunque 222.000 posti di lavoro e 47.000 posti di lavoro in più nelle revisione degli ultimi due mesi, eppure secondo il BLS oltre 221.000 lavoratori avrebbero dovuto lasciare il tempo pieno per un’occupazione a part-Time a causa del maltempo, l’avevano preparata ma li è andata male. L’aumento della partecipazione al lavoro ha fatto aumentare il tasso di disoccupazione.

Peccato che come sempre nonostante la crescita del lavoro che vi raccontano, i salari medi sono cresciuti solo del 1,5 % contro aspettative per il 3 %, il dato del mese precedente è stato ridotto dal 0.2% al 0,1 % con tanti saluti all’inflazione.

Interessante notare lo sforzo da parte del Governo che per compensare la debolezza del settore privato si è messo ad assumere e il proliferare dei soliti barman e camerieri.

Chiedo scusa se l’analisi è ironica, ma ormai non c’è più nulla da commentare o analizzare nel paese delle meraviglie.

Nel frattempo, per chi vuole perdere tempo con l’analisi macro, mentre fallisce l’ennesimo summit in casa di Angela, due importanti indicatori segnalano che il volo dell’araba fenice è ormai giunto a termine, il petrolio e le vendite al dettaglio, i consumi.

Venti miliardi di euro o poco più  è il nuovo surplus della Germania, continua a fare quello che vuole alla faccia dei fessi italici e francesi e il problema non è l’euro ma il fiscal compact vista l’inversione a U di Gentiloni e quella di Renzi che chiede ora di finanziare un massiccio taglio di tasse a deficit. Sai bellezza il problema non è l’euro mettitelo bene in testa è tuttaltro, dicono loro e intanto il Paese collassa.

I mercati ormai da sei mesi scontano utili nel settore energetico con i prezzi del petrolio intorno a 53 dollari di media, mentre si viaggia regolarmente a 45 da inizio anno, un problemino non da poco quando qualcuno incomincerà a svegliarsi. Non solo ci sono molti segnali che suggeriscono una pessima stagione nelle vendite anche e soprattutto nel secondo trimestre, conun vero e proprio crollo anche nel settore del lusso.

Niente inflazione e crescita reale decisamente sotto il 2 %, solo nel paese delle meraviglie si puà osare sperando in una nuova strepitosa stagione degli utili che sta nuovamente per iniziare con i fuochi artificiali venerdì, con JPMorgan Citigroup, Wells Fargo e PNC con le solite spettacolari aspettative, trainate dal settore energetico.

Un aiuto potrebbe arrivare dal dollaro debole ma forse è troppo presto per osservarne gli effetti già in questo secondo trimestre.  

In molti dimenticano che la crescita nominale del 2016 del PIL è stata sotto il 3 % il peggior risultato dal 1959, la domanda di credito è in calo, il credito al consumo anche se cercano di nascondervelo è in netta contrazione

Fonte: Haver Analytics, Gluskin Sheff

Come scrive Stephen McBride, un altro indicatore segnala che l’economia statunitense è su un pendio scivoloso è quello del calo delle entrate corporative, un calo che non si osservava dal lontano 2009, quando l’economia era in mezzo alla Grande Recessione.

Si tratta di un indicatore che ben difficilmente sbaglia, ha segnalato in anticipo ogni recessione degli ultimi 30 anni, tutte nessuna esclusa, come dice il nostro Lacy, non sbaglia un colpo dalla seconda guerra mondiale questo indicatore, suggerisce un netto deterioramento degli utili delle imprese, ma si sa, chi guarda più a queste cosuccie.

Mi fermo qui, abbiamo tante altre belle cosuccie da raccontarvi nel prossimo Machiavelli, un manoscritto tecnico, veloce, sintetico, ma una cosa sembra quasi certa, il volo dell’araba fenice si è definitivamente concluso.

L’anidride carbonica «sgonfia» le gambe

Scritto da: Andrea Sperelli
Fonte:http://www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_ID=169

Durante la stagione calda il problema è particolarmente sentito dalle donne. Parliamo delle gambe gonfie o “a palloncino”, secondo una definizione comune. Le gambe pesanti e i piedi gonfi o doloranti, fenomeni che si manifestano con maggiore evidenza nel corso dell’estate, possono però essere trattati con l’anidride carbonica.
Stefania Bizzarri, responsabile dell’Ambulatorio di Medicina Estetica INI, Istituto Neurotraumatologico Italiano, spiega: «Difficile trovare una donna che non soffra o non abbia mai sofferto di ritenzione idrica soprattutto d’estate. Quello dell’accumulo eccessivo di liquidi, infatti, è un problema molto comune nel sesso femminile e il calore aumenta il problema. Alla base c’è una cattiva circolazione sanguigna e soprattutto linfatica: se il sangue fatica a risalire verso il cuore e il sistema linfatico non riesce a depurare e a filtrare la linfa, si verifica un ristagno di liquidi e tossine nelle gambe».
«La situazione può essere peggiorata da una scarsa tonicità dei muscoli delle gambe e dalla sedentarietà: in questi casi, infatti, i polpacci non riescono a comprimere le vene e i piedi a svolgere la loro naturale azione di pompa. Consumare spesso cibi salati, assumere di frequente bevande alcoliche, essere in sovrappeso, stare per troppo tempo nella stessa posizione, indossare indumenti stretti, portare tacchi troppo alti, fumare, esporre le gambe a fonti di calore sono abitudini che non fanno che peggiorare la situazione».
Cosa si può fare allora? Una possibile soluzione è la carbossiterapia, metodo poco invasivo che si basa sull’utilizzo dell’anidride carbonica, che va iniettata sottocute.
«Il gas esplica una serie di effetti benefici. In primo luogo, stimola la motilità dei vasi, la cosiddetta “vasomotion”: di conseguenza, il sangue scorre con più facilità, la circolazione migliora e il drenaggio veno-linfatico (di liquidi e tossine) aumenta. In secondo luogo, aumenta l’ossigenazione. Il risultato? I tessuti ricevono più nutrimento, le tossine e le scorie vengono smaltite più velocemente e il gonfiore si riduce».
L’anidride carbonica peraltro non può rappresentare un pericolo per la salute in quanto il suo uso è molto limitato, oltre ad essere indolore. Il gas viene iniettato a circa un centimetro di profondità. Per qualche secondo la parte interessata si gonfia, ma il tutto si riassorbe in poco tempo. L’effetto è un miglioramento della circolazione e dell’ossigenazione, oltre a una riduzione della ritenzione idrica.
«I primi effetti – spiega Bizzarri – iniziano a manifestarsi al termine della seduta, ma si perfezionano nei giorni successivi al trattamento».

 

 

La dogana di Hong Kong sequestra il più grande carico di avorio della storia

Fonte: http://www.salvaleforeste.it/it/biodiversity/4308-la-dogana-di-hong-kong-sequestra-il-pi%C3%B9-grande-carico-di-avorio-della-storia.html

Il tanto atteso divieto cinese all’importazione di avorio è realtà. Il 4 luglio, i doganieri di Hong Kong hanno sequestrato circa 7,2 tonnellate di zanne di avorio in quello che stimano di essere il più grande sequestro di zanne d’avorio negli ultimi 30 anni. L’avorio è stimato ha un valore di circa 9,2 milioni di dollari.
“Questo sequestro è tragico poiché rappresenta la morti violenta e crudele di centinaia di elefanti, tutto per ottenere le loro zanne d’avorio”, ha commentato Grace Ge Gabriel, del il Fondo Internazionale per il Benessere degli Animali (IFAW)

Gli ispettori doganali hanno scoperto le zanne all’interno di un carico malese dichiarato come “pesce congelato”. Dopo un’inchiesta iniziale, le autorità hanno arrestato il proprietario e due dipendenti di una ditta impresa commerciale di Tuen Mun, Hong Kong.

Secondo le linee guida della CITES, le crisi di avorio su vasta scala, con un traffico di almeno 500 chilogrammi (0,5 tonnellate), puntano alla partecipazione della criminalità organizzata. E questa grande sequestro che va dalla Malesia a Hong Kong mette in evidenza il ruolo dei due paesi come mozziconi di contrabbando di avorio, aggiunse TRAFFIC. La posizione geografica di Hong Kong assieme alle pene relativamente lievi per il traffico di fauna selvatica spiegano il traffico di avorio nel porto cinese.

Nel dicembre dello scorso anno, il governo di Hong Kong ha annunciato un piano a tre fasi per eliminare il commercio domestico d’avorio entro la fine del 2021.

Quando agli affari sui migranti ci pensano le aziende pubbliche e private

Fonte:http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/

A fare affari milionari con l’“accoglienza” migranti in Italia non ci sono solo pseudocooperative e false onlus, ma anche più o meno note aziende di costruzione e perfino una società per azioni interamente controllata dal governo. E’ quanto emerge dalla “Relazione sul funzionamento del sistema di accoglienza predisposto al fine di fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all’eccezionale afflusso di stranieri nel territorio nazionale (Anno 2015)” presentata il 13 marzo 2017 dal ministro dell’Interno Marco Minniti alla Presidenza del Senato della Repubblica.

Il consuntivo finanziario 2015 relativo al finanziamento dei centri governativi e delle strutture temporanee destinate all’ospitalità e/o all’identificazione, detenzione ed espulsione dei migranti soccorsi in mare, ha avuto un’assegnazione di bilancio pari a 610.045.927 euro. “Ciò ha coperto le spese per l’attivazione, la locazione, la gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari; le spese per interventi a carattere assistenziale, anche al di fuori dei centri e quelle per studi e progetti finalizzati all’ottimizzazione ed omogeneizzazione della gestione”, spiega il ministro Minniti. Più specificatamente, le somme messe a bilancio sono state utilizzate per un importo pari a 127.271.248 euro per finanziare la gestione dei centri governativi, la locazione o l’occupazione di alcuni stabili adibiti a CARA o CIE e le spese in economia come utenze, trasporti o altro. La restante parte, pari a 482.774.679 euro, è stata invece utilizzata per la “gestione delle strutture temporanee di accoglienza attivate su tutto il territorio nazionale a seguito dell’operazione Mare Nostrum e dell’Intesa sancita in Conferenza Unificata dell’1 luglio 2014, con la quale è stato approvato il Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati”. Il ministro dell’Interno lamenta poi che l’attivazione di nuove strutture per l’accoglienza temporanea in tutto il territorio nazionale, poiché non supportata da un “adeguamento proporzionale delle risorse finanziarie”, ha generato nel bilancio 2015 un debito pari a 211.529.585 euro. Conti alla mano, la spesa governativa per la gestione di CARA e CIE, due anni fa, è stata di 821.575.512 euro. Non poco, considerate le pessime condizioni di vita di migliaia di “ospiti” all’interno della maggior parte dei centri attivati.

Una percentuale non irrilevante del budget è stata destinata alle cosiddette “spese infrastrutturali”, relative cioè alla “costruzione, acquisizione, completamento, adeguamento, ristrutturazione e manutenzione straordinaria di immobili e infrastrutture destinati a centri di identificazione ed espulsione, di accoglienza per gli stranieri irregolari e richiedenti asilo”. Si tratta complessivamente di una spesa di 37.136.488 euro; gli interventi di maggiore rilievo – riporta il ministero – hanno riguardato i lavori di ristrutturazione ed adeguamento funzionale dell’ex caserma “Serini” di Brescia (5.110.000 euro), la realizzazione di una nuova rete di perimetrazione presso il CARA di Foggia (3.168.600 euro); l’adeguamento funzionale dell’ex Consorzio ASI a Siracusa (3.497.934 euro); i lavori di ristrutturazione del “Villaggio” di San Giuliano di Puglia, Campobasso (1.289.475); quelli della “palazzina E” presso l’ex caserma “Cavarzerani” di Udine, da “utilizzare anche in relazione ai flussi migratori in arrivo alle frontiere terrestri” (1.500.000); i lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria presso il CDA/CARA di Isola di Capo Rizzuto, Crotone (1.723.968); per le “esigenze di allestimento e di funzionalità degli hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa e di Pozzallo, Ragusa (1.200.000 euro); l’adeguamento delle ex caserme “Gasparro” di Messina (709.528 euro) e “Monti” di Pordenone (460.000); i lavori di manutenzione straordinaria presso l’ex caserma di Oderzo, Treviso (830.000); l’adeguamento del “Villaggio del fanciullo” di Barletta – Andria Trani (756.460). La tabella ministeriale riporta infine il trasferimento di 620.000 euro al fondo “Lire UNRRA” per i lavori di ristrutturazione ed adeguamento funzionale dell’immobile sito a Saint Pierre (Aosta), da adibire a centro di accoglienza per migranti.

Le cronache di questi mesi hanno documentato con dovizia di particolari il malaffare e la malagestione all’interno di alcune delle infrastrutture e degli immobili riconvertiti a centri: nel corso dell’inchiesta Mafia capitale, gli inquirenti hanno documentato come Luca Odevaine, già uomo di punta del tavolo di coordinamento nazionale sull’immigrazione del Ministero dell’Interno, poi arrestato e condannato per favori e mazzette con le maggiori coop della malaccoglienza, prefigurasse per il realizzando “Villaggio” di San Giuliano di Puglia, un modello di gestione, occupazionale e clientelare dello stile CARA di Mineo (Catania), forse l’esempio più emblematico delle trame criminali che ruotano attorno all’affaire migranti in Italia. Altrettanto inquietanti le vicende giudiziarie che hanno interessato il CARA-lager di Borgo Mezzanone, Foggia (meno di un mese fa il Viminale ha comunicato la revoca della gestione del centro alla cooperativa Senis Hospes di Senise dopo aver accertato le drammatiche condizioni di vita a cui sono sottoposti gli “ospiti”) o del Centro di Isola di Capo Rizzuto, altro inferno per migranti ma vero e proprio paradiso per gli affari di personaggi strettamente legati alle cosche criminali e mafiose locali.

Nella sua relazione al Senato, il ministro Minniti si sofferma anche su uno dei capitoli meno noti dell’affaire migranti, quello relativo alla stipula, in data 28 maggio 2015, di un’apposita Convenzione Quadro tra il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale e INVITALIA S.p.A., l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia. Con l’obiettivo di “fornire il supporto per migliorare il sistema delle strutture per l’accoglienza e il soccorso dei migranti”, la Convenzione affida ad INVITALIA le funzioni di Stazione Appaltante o di Centrale di committenza del Ministero dell’Interno e delle sue articolazioni periferiche (le Prefetture) per le attività di “progettazione e realizzazione di interventi di adeguamento strutturale e impiantistico” degli immobili da destinare all’accoglienza. Per lo svolgimento di queste funzioni, nell’esercizio di bilancio 2015, il Ministero ha assegnato a INVITALIA la somma di 488.000 euro.

Per la cronaca, la S.p.A. del Ministero dell’Economia convenzionata con il Viminale, è presieduta dall’avvocato Claudio Tesauro, contestualmente presidente di Save the Children Italia Onlus e già legale delle holding industriale General Electric ed assicurative Generali-INA, nonché membro del consiglio di amministrazione di TNT Post Italia S.p.A. e, sino al 2013, del board di Save the Children International. Alla vigilia della stipula della Convenzione INVITALIA-Ministero dell’Interno, Save the Children Italia conduceva per conto del Viminale e delle Prefetture il progetto Presidium, in partnership con le organizzazioni internazionali OIM, UNHCR e la Croce Rossa Italiana. Nello specifico gli operatori di Presidium fornivano consulenze e informazioni ai migranti in occasione degli eventi di sbarco, valutavano gli standard di accoglienza dei centri presenti nel territorio nazionale e assicuravano il “supporto alle competenti Autorità al momento dell’identificazione dei minori non accompagnati in arrivo via mare”.

Più di un’ombra ed esiti contradditori sono stati registrati durante gli interventi INVITALIA di “progettazione e realizzazione strutturale” degli immobili destinati alle finalità di controllo sicuritario e “accoglienza”. Il 20 ottobre 2015, ad esempio, fu pubblicato il bando di gara per realizzare nei porti di Taranto e Augusta (Siracusa) due nuovi centri hotspot per le operazioni di prima assistenza e identificazione delle persone provenienti da Paesi terzi. Mentre la struttura di Taranto per circa 400 “ospiti” è stata attivata nel marzo 2016 con tende e container all’interno di un parcheggio dell’area portuale, l’hotspot nel porto commerciale di Augusta non è stato ancora realizzato: nel febbraio dello scorso anno, infatti, il Viminale ha sospeso “in via cautelare e temporanea” il procedimento amministrativo relativo alla gara d’appalto del lotto 2 dell’hotspot. Il provvedimento segue gli esposti presentati da alcuni parlamentari e amministratori locali e l’inchiesta avviata dalla Procura della repubblica per verificare la legittimità del bando di gara. Per l’hotspot di Augusta si prevedeva una spesa complessiva di 1.955.480 euro; il progetto però sarebbe sfornito delle obbligatorie autorizzazioni dell’Autorità portuale, titolare dell’area destinata alla semidetenzione dei migranti, né sarebbe stata presentata dal committente alcuna richiesta di concessone demaniale.

Non è andata meglio a Messina, dove nel febbraio 2016, INVITALIA aveva prima pubblicato un bando di gara per le “attività di rilievo e progettazione esecutiva e funzionale per adeguare il sistema di immobili all’interno dell’ex Caserma Gasparro a centro di accoglienza per migranti” (138.000 euro) e successivamente la gara per l’avvio dei lavori di realizzazione di una vera e propria zinco-baraccopoli al suo interno. Dopo un lungo e controverso iter segnato da annullamenti e ricorsi al TAR, l’affidamento dell’appalto è stato formalizzato il 6 febbraio scorso: una piccola azienda siciliana eseguirà i lavori per 1.249.550 euro + IVA, con un ribasso di circa il 35,3% rispetto al valore complessivo a base d’asta di 1.932.000 euro.

Sempre nella primavera 2016, INVITALIA ha pubblicato un bando per la fornitura e posa in opera, comprensiva di trasporto, installazione e montaggio per la realizzazione della recinzione e lavori accessori all’interno dell’area da destinarsi ad hotspot per migranti presso il Residence degli Aranci di Mineo (importo 1.932.000 euro). L’intervento maturava proprio nei mesi in cui si formalizzavano gli esiti dell’inchiesta della Procura di Catania sulla malagestione del centro per richiedenti asilo di Mineo, con il rinvio a giudizio di politici, funzionari, amministratori e titolari delle imprese e delle coop che hanno gestito in questi anni il CARA.  Mentre da più parti è stata richiesta con forza la chiusura definitiva della maxi-struttura del Calatino, è doveroso evidenziare che i lavori di recinzione promossi da INVITALIA hanno interessato un residence (già utilizzato dai Marines Usa di stanza nella base di Sigonella) di proprietà di una grande società di costruzioni nazionali, la Pizzarotti S.p.A. di Parma. Come appurato dagli inquirenti, per il canone di locazione del complesso immobiliare, l’ente gestore ha sottoscritto contratti annuali a favore della Pizzarotti per 4,5 milioni di euro + IVA. “Quanto alla manutenzione della struttura, il contratto di locazione triennale dell’aprile 2014 tra Consorzio calatino e Pizzarotti S.p.A., prevede l’impegno del conduttore di restituire l’immobile in buono stato locativo con obbligo di risarcimento di ogni danno provocato dagli ospiti”, evidenzia la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema d’accoglienza nella sua recente relazione sul CARA di Mineo. “Al riguardo, però, non può non evidenziarsi un’ulteriore criticità connessa al fatto che la società Pizzarotti è anche componente dell’ATI che ha ottenuto la gestione del Centro, nella quale le viene riconosciuto un aggio pari all’8,93% del valore contrattuale per il servizio di gestione e manutenzione ordinaria della struttura. In definitiva, una cattiva manutenzione ordinaria, potrebbe determinare l’aggravamento di danni per i quali, poi, la Pizzarotti, anche al termine della locazione, potrà chiedere il ripristino o il risarcimento”.

L’intervento di INVITALIA nella progettazione e realizzazione di nuove infrastrutture pro-accoglienza è stato segnato di recente dalla pubblicazione di due nuovi bandi milionari: quello per riconvertire e adeguare un edificio del comune di Trinitapoli (Bitonto) in centro per migranti (15 dicembre 2016) e quello per l’affidamento del servizio di “fornitura e posa in opera, comprensiva di trasporto, istallazione, montaggio, manutenzione e smontaggio finale per la realizzazione di una struttura temporanea costituita da moduli prefabbricati presso il Porto di Reggio Calabria” (19 maggio 2017), con un importo di gara di 1.382.935 euro.

L’ottobre scorso, INVITALIA ha rafforzato la propria collaborazione con il Ministero dell’Interno nelle politiche di gestione dei flussi migratori, firmando una convenzione per la definizione del bando per l’affidamento del servizio di mediazione linguistico-culturale destinato alla Polizia di Stato, da effettuare nelle fasi di soccorso ed identificazione dei migranti sbarcati sul territorio italiano. “Tra i principali obiettivi del servizio c’è quello di favorire la comunicazione tra stranieri e operatori della Polizia di Stato e di facilitare le attività degli Uffici Immigrazione delle Questure nelle procedure di identificazione degli stranieri, compilazione delle istanze di protezione internazionale e nel rilascio dei permessi di soggiorno o altri provvedimenti che si rendano necessari”, spiega in una nota la S.p.A. presieduta da Claudio Tesauro. “INVITALIA offrirà alla Direzione Centrale dell’Immigrazione del Ministero un servizio di committenza ausiliaria per l’attuazione delle procedure di appalto, svolgendo attività di definizione della cornice normativa dell’intervento; predisposizione dei documenti di gara; supporto all’aggiudicazione definitiva ed alla stipula del contratto”.

Con quali piante si può creare un microclima perfetto in casa

Scritto da: Nicoletta
Fonte:http://www.soloecologia.it/14062017/quali-piante-si-puo-creare-un-microclima-perfetto-casa/10844

Molti di noi non hanno idea di quanto sia salutare ospitare nelle nostre case delle piante in vaso. Oltre a creare un ambiente gradevole alla vista, i vegetali vivi stabilizzano il tenore di umidità dell’aria e la riforniscono di ossigeno, apportando grandi benefici per tutti, in special modo per i bambini più piccoli e per chi soffre di allergie.

Tra le piante che assorbono l’umidità in eccesso ci sono le seguenti:
* Lo spathiphyllum caratterizzata da lunghe foglie lanceolate alcune delle quali bianche. Il posto ideale in cui tenerla è un bagno a una temperatura intorno ai 18 °C.
* Il mirto, l’arbusto tipico della macchia mediterranea. Oltre a ristabilire il microclima, emette dei fitoncidi (oli essenziali in forma volatile) che uccidono i batteri presenti nell’aria.
* L’alloro o lauro. Essendo una pianta di origine subtropicale, prospera nell’aria umida, in penombra e con annaffiature non troppo fredde. Oltre ad assorbire l’umidità dell’aria può anche ovviamente essere usato per cucinare.
* Il limone, particolarmente gradevole per il profumo che emette durante la fioritura, in ogni stagione emette dalle fogli una gran quantità di sostanze che sterilizzano lo spazio circostante. Deve essere tenuto il più possibile in pieno sole, irrigato regolarmente ma coltivato su substrato secco.

Se invece desiderate umidificare l’aria, allora optate per:
* La sanseviera  che non soltanto rende più umida l’aria, ma produce grande quantità di ossigeno (in rapporto al suo volume) e neutralizza le molecole nocive emesse dai materiali sintetici. Inoltre è molto facile da curare, poiché può essere sistemata in qualsiasi angolo e non richiede irrigazione abbondante.
* Il ficus: è forse la pianta da appartamento più diffusa e a giusta ragione, poiché umidifica l’aria, neutralizza tossine e virus e con le sue larghe foglie trattiene anche molta polvere. Deve essere sistemato in locali spaziosi, possibilmente in penombra.

Parlare e riflettere non sempre camminano insieme. La moda di “dire in faccia quel che si pensa”

Scritto da: Salvatore Primiceri
Fonte: http://buonsenso.eu/parlare-e-riflettere-non-sempre-camminano-insieme/

Nell’era cosiddetta “social”, virtuale o reale che sia, vi sarà capitato di imbattervi almeno una volta in qualcuno che abbia pronunciato la frase “Dico in faccia quello che penso”.

Di tale affermazione ne esistono alcune varianti: quella giustificativa del tipo “Io sono fatto così, dico in faccia quello che penso”, quella educata “Scusa ma io sono così, dico in faccia quello che penso”, quella autoreferenziale e narcisista “Io sono uno sincero e onesto, dico in faccia quello che penso”, quella eroica “Io ho il coraggio di dire in faccia quello che penso” e così via.
Nel dialogo tra due persone dire all’altro quello che si pensa è giusto? E’ corretto? E’ utile? Ma soprattutto che significa l’espressione “dico quello che penso”?
Nella maggior parte dei casi chi utilizza tale frase è un individuo che si sente autorizzato (da chi o da cosa?) ad esprimere un parere su una questione che coinvolge il proprio interlocutore. Il fine dovrebbe essere quello di “aprire gli occhi” dell’altro affinchè veda le cose correttamente (secondo la visione di chi dice quello che pensa ovviamente). Dire quello che si pensa in faccia all’altro sarebbe quindi un atto mosso da indole benevola dove la schiettezza è sinonimo di sincerità, dove l’intenzione e l’azione assumono più valore delle conseguenze.
Eh sì perchè dire in faccia quello che si pensa ha anche delle conseguenze che l’eroico o coraggioso pensatore non sempre è in grado di considerare (o meglio, spesso non vuole considerare rifugiandosi dietro la scorciatoia della presunta sincerità).
L’atto di dire ciò che si pensa, infatti, si basa il più delle volte sulla verità presunta e relativa di una parte che tenta di imporre la propria visione all’altro. E’ un atto spesso fortemente individualista di chi lo compie e raramente altruista.
Gli alibi della sincerità, del coraggio e della schiettezza celano piuttosto l’egoismo e l’autoritarismo di chi vuol apparire più forte nei confronti dell’altro, per utilitarismo personale o per esercizio di piacere.
Pensare e parlare, però, sono ben altra cosa. Pensare è un’attività fondamentale del nostro organismo. Grazie al pensiero possiamo elaborare dati che ci portino al giusto risultato, al bene comune. L’attività del pensiero, diceva Socrate, non si basa sulla verità di chi parla ma sul dubbio. Il dubbio spinge alla ricerca che è sorretta dal dialogo e dalla collaborazione alla pari. Pensare è quindi un esercizio che richiede tempo, riflessione, elaborazione, ascolto dell’altro e dialogo costruttivo. Non può quindi risolversi in un atto istintivo di un singolo.
Sostanzialmente un conto è “dire ciò che si pensa”, un altro è “dire ciò che passa per la mente”. Ecco, quindi, che molte delle espressioni utilizzate oggi non sono vere attività di pensiero ma semplici parole buttate in faccia all’altro per sentirsi in qualche modo migliori o semplicemente per offendere.
Le parole sono importanti e se si deve proprio dire qualcosa è il caso di trovare quelle adatte che sappiano tener conto delle sensibilità altrui; ciò non significa essere falsi ma semplicemente essere giusti e rispettosi verso gli altri e verso sè stessi, per davvero.

Se è vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a lanciarla e a riceverla, nell’uso della parola invece il saperla accogliere bene precede il pronunciarla. (Plutarco).

 

I Biofotoni e la Vita

Scritto da: Richard
Fonte: http://www.altrogiornale.org/biofotoni-la-vita/

La società contemporanea per essere definita come una società “post industriale” orientata verso il cambiamento della conoscenza e della informazione necessita di abbandonare il modello scientifico e culturale riduttivo e lineare dello sviluppo industriale, quale elemento strategico del futuro della innovazione concettuale e cognitiva necessario per la sostenibilita’ eco-economica della vita naturale e sociale nella nostra epoca.(1) Un elemento sostanziale della trasformazione strategica del cambiamento che conduce verso la direzione della futura civiltà creativa della conoscenza, consiste nelle acquisizione scientifica del ruolo dei “biofotoni nella evoluzione della vita”. Quanto sopra implica l’impegno di Egocreanet (ONG c/o Incubatore della Universita di Firenze) per lo sviluppo e la disseminazione delle ricerche sui “biofotoni” i quali caratterizzano la esistenza di ogni essere vivente a distinzione del mondo materiale inorganico ed inanimato.

Al fine di mettere in evidenza il rapporto tra “biofotoni ed la Vita”, Egocreanet e collaboratori organizzano il convegno sul tema “BIOFOTONI ed ENERGIA per la VITA” presso la Accademia dei Georgofili in Firenze il 28. sett, 2017.

Lo sviluppo scientifico e culturale di questa tematica su BIOFOTONI E LA VITA, è indirizzata ad innestare un profondo cambiamento del sapere “meccanico- lineare” acquisito come modello semplificato e riduttivo, durante le epoca industriale, che oggi con ogni evidenza è ormai divenuto obsolescente ed in crisi. Lo scopo principale dell’evento ai Georgofili in Firenze, per il quale è stato ottenuto il Patrocinio della Regione Toscana e del Ministero delle Politiche Agricole, sara’ quello di creare una nuova consapevolezza capace di dare un importante contributo alla apertura nuovi scenari di ricerca e sviluppo sui biofotoni ecologicamente sostenibili e favorite contemporaneamente una nuova strategia culturale di educazione e formazione concettualmente innovativa sulla evoluzione della vita nel nostro Pianeta.(2)

Purtroppo la scienza contemporanea non e’ unitaria ma suddivisa in frammenti spesso incongruenti tra di loro: la fisica è suddivisa in modelli classici e quantistici, relativistici, gravitazionali, nano tecnologici ecc.. ognuno di essi limitato e spesso incoerente rispetto ad una visione unitaria della fisica. Inoltre molte sono le discipline e le iper- specializzazioni in biologia, genetica, epigenetica, e si annoverano diversi metodi di agricoltura, e ancora esiste una pluralita’ di approcci nutrizionali contrastanti ecc. ecc.., …. cosi che nell’insieme tale frammentazione la scienza di tradizione “meccanica-lineare”, normalmente non riesce minimamente a porre attenzione al tema transdisciplinare su BIOFOTONI e LA VITA, proprio in quanto la irradiazione misurabile di Biofotoni spontaneamente emessi da ogni essere vivente (batteri,funghi, piante, animali ed uomo) rappresenta un elemento fondante di un “Bio-vitalismo”, cioe’ di un nuovo paradigma non che comprende e valorizza la netta distinzione tra esseri viventi e materia inorganica ed inanimata.(3)

Decisamente importante nel dare inizio al nuovo paradigma è la elevata produzione di deboli emissioni di luce quantistica nel cervello. Sappiamo che il cervello e sede di un campo elettromagnetico che in particolare per tramite le “sinapsi bioelettriche” nelle dendriti (gap-junction) producono spark (scintile di luce quantizzata), causate dalla assimetrica distribuzione di ioni tra le due sezioni delle fessure sinaptiche. Tale emissione di “biofotoni”, permete la comunicazione interattiva tra varie aree del cervello,ed inoltre a livello degli emisferi cerebrali superiori stimola la produzione di endorfine necessarie alla attivita delle sinapsi biochimiche, mentre a livello cerebrale talamico e sub talamico stimola la produzione di neuro-ormoni che agiscono nel regolare le attivita corpo-mente.(4)

La emissione dei biofotoni come scintillazione bioelettrica è anche capace di attivare il nostro sistema percettivo, e pertanto pone un limite alla arbitraria separazione cartesiana tra “res-cogitans e res estensa” che ha permesso di concepire un modello meccanico dualistico, basandolo sulla separazione tra un “soggetto isolato, che vede e percepisce “oggettivamente” un modo esterno”, senza che il soggetto ne sia e partecipe ed evolutivamente complementare. Infatti il modo come lo vediamo, oggi sappiamo essere il risultato di una costruzione rappresentativa di una realta’ esterna che ancora non conosciamo nella sua essenza.I biofotoni come quanti di luce permettono infine al cervello di elaborare le informazioni epigenetiche agendo come un “quantum-computer” al fine di creare immagini suoni, colori ed altre sensazioni che di fatto sono quelle che percepiamo.(5)

La emissione di Biofotoni è una caratteristica funzionale del DNA proprio i quanto il DNA genera segnali di informazione genetica a distanza attuando una trasduzione quantistica delle sue proprieta’ piezoelettriche che vengono modificate durante la nella trascrizione DNA/RNA. Infatti acidi nucleici DNA e RNA (ed anche le metallo proteine) hanno proprietà elettrochimiche di natura piezoelettrica; pertanto il movimento che segue alla apertura ed allo svolgimento della doppia elica del DNA, nell’atto di formazione del RNA, trasforma ad ogni ciclo le proprietà di torsione piezoelettriche in segnali elettrochimici proprio in quanto la compressione e stiramento del DNA, produce fluttuazioni di polarizzazione della tensione bio-elettrica del DNA, che inducono la produzione di biofotoni, la quale fa seguito alla rottura e ricomposizione dl ponti ad Idrogeno che tengono assieme la doppia elica de DNA.

Di conseguenza Il DNA può comunicare a distanza segnali, che sono corrispondenti alla sezione di codificazione del DNA, quando essa viene copiata dal RNA. Tali segnali possono essere recepiti per risonanza-coerente ad es dal DNA-Mitocondriale (mt-DNA) o da altri operatori biologici capaci di recepire la codificazione/decodificazione dei segnali di luce quantica emessi dal accoppiamento DNA/RNA. Pertanto il DNA agisce non solo come memoria protetta della informazione genetica, trasferibile per contatto, ma anche come un sistema di comunicazione complementare a distanza di segnali di informazione della codificazione genetica. Questa informazione parallela “non locale” puo’ essere utilizzata
interattivamente ad es. dai ricettori del mt-DNA ovvero da enzimi ecc..) al fine di armonizzare il metabolismo e la duplicazione cellulare fino alla necessita di programmare la “apoptosi” della cellula.(6) In sintesi l a produzione di biofotoni rende la struttura piezoelettrica del DNA capace di comunicare a distanza mediante segnali quantici-coerenti recepibili da altri DNA ecc., pertanto la struttura del DNA diviene similare ad una antenna rice-trasmittente di dimensione nanometrica, capace di comunicare segnali a operatori biologicamente attivi che hanno in comune proprietà piezoelettriche ed elettrochimiche.(7)

Infine i Biofotoni emessi spontaneamente da ogni esser vivente, possono essere considerati una misura della “vitalita e del benessere” essendo protagonisti di una continua interazione fra il DNA (genoma) e il flusso informativo di natura epigenetica proveniente dall’ ambiente, il quale attiva/ disattiva la effettiva espressione del DNA.(8)

Inoltre la emissione di biofotoni è stata misurata come attivita’ complementare allo scambio di informazioni chimiche (quorum-sensing) tra vari microorganismi. Pertanto il network di popolazioni microbiche, produce una importante attivita biofotonica capace di trasferire la segnalazione epigenetica nell’ adattamento all’ ambiente dei sistemi biologici. Cosi la emissione spontanea di biofotoni del microbioma umano ed animale può essere considerata come un ‘sistema complesso di trasferimento della informazione epigenetica in grado di fornire armonizzazione a processi “fisiologici essenziali della vita” quali sono la regolazione del metabolismo, lo sviluppo e l’ invecchiamento attivo e la regolazione sistema immunitario.(9) In particolare la comprensione della azione dei Biofotoni nella ottimizzazione della influenza epigenetica sulla genetica delle piante, riveste oggi un particolare interesse anche al fine di comprendere la interazione tra piante e microorganismi e funghi (micorriza) che rende le radici delle piante un sistema intelligente capace di migliorare la produzione di cibo biologico di alta qualita’ nutrizionale.

Il Convegno organizzato da Egocreanet e collaboratori c/o la accademia dei Geoergofili in Firenze tra le altre tematiche su le nuove frontiere impresse dallo studio dei biofotoni sulla evoluzione della vita,e sulla genetica e la comunicazione quantistica, porra’ in particolare evidenza come i Biofotoni assumano importanza nello studio della simbiosi mutualistica tra piante, funghi e batteri micorizzali, nel contesto di ricerca del miglioramento della vitalita delle piante nel quadro delle moderne strategie di innovazione della produzione agricola tese ad elevato valore nutrizionale del cibo.(10)

Coloro interessati a partecipare e contribuire attivamente al convegno del 28/09/2017 potranno contattare Paolo Manzelli inviando una email a <egocreanet2016gmail.com> Fi-28/06/2017

Biblio online :
(1) Superamento del “meccanicismo “ biosferanoosfera.it

(2) Bioforoni e Vita: gsjournal.net

(3) Biofotoni e Cervello: edscuola.eu

(4) Nuovo biovitalismo: istitutobioenergia.it

(5) Quantum Brain & Art : dabpensiero.wordpress.com

(6) Biofotoni e DNA: neuroscienze.net

(7) DNA-ANTENNA: edscuola.it

(8) retedeldono.it

(9) Gut Brain Axis: caosmanagement.it

(10) Convegno 28/09/17; istitutobioenergia.it