La pillola che rende i gas intestinali profumati di rosa o cioccolato

Scritto da: Francesca Biagioli
Fonte: http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/15024-pillola-gas-intestinali-profumati
Foto: pilulepet.com

pillola-profuma-peti.jpg.pagespeed.ce.cyKTC6x73dH5QJMLzjCZIn un mondo ancora alla ricerca di pillole miracolose in grado di risolvere i più disparati problemi di salute, ecco che ne abbiamo scoperta una davvero originale: la pillola per chi soffre di aerofagia e vuole avere le proprie emissioni di gas al profumo di rosa o al cioccolato!

Sì, avete capito proprio bene, si tratta di un piccolo preparato da ingerire in grado di rendere profumati i peti. Ad inventarlo è stato un francese di 65 anni, Christian Poincheval, che ha pensato le persone potessero gradire una gamma di pillole in grado di far sì che gli sconvenienti e puzzolenti gas intestinali si trasformino invece in emanazioni dolci e gradite.

Come ha dichiarato al Telegraph l’idea gli è venuta una sera che era in compagnia degli amici e, a causa di un pasto molto abbondante, i commensali si erano lasciati andare ad una serie di emanazioni poco piacevoli soprattutto quando si è a tavola.

Le nuove pillole, tutte realizzate al 100% con ingredienti naturali come finocchio, violetta, rosa, alghe e mirtilli, dopo essere state approvate dalle autorità sanitarie, vengono vendute già da qualche anno su internet sul sito pilulepet.com. Secondo l’inventore potrebbero essere un ottimo regalo di Natale e per questo in occasione delle festività è stato lanciato un nuovo prodotto al profumo di cioccolato.

Il costo delle pillole, che tra l’altro promettono anche di portare benefici come la riduzione di gas e gonfiore, è di 9,99 euro per una confezione da 60 pezzi. E gli affari vanno bene, come ha dichiarato Poincheval: “Ho tutti i tipi di clienti. Alcuni le comprano perché hanno problemi di flatulenza e altri per fare uno scherzo ai propri amici. Natale vede sempre un aumento delle vendite”.

 

 

Bhopal, trent’anni dopo.

Scritto da: Daniele Pagani
Fonte: http://www.aldogiannuli.it/bhopal-trentanni-dopo/

bhopal_940Più ci penso e più mi accorgo di non riuscire a immaginarlo. Non riesco a immaginare quale possa essere l’odore della peggiore catastrofe chimica della storia. Leggo e rileggo i report, le testimonianze di chi è sopravvissuto, i comunicati stampa. Trovo immagini, interviste, servizi televisivi ma l’odore dell’aria; quello no, mi manca. Continuo a chiedermi di che cosa sapeva l’aria nei dintorni dell’impianto della Union Carbide India Limited a Bhopal, la notte tra il 2 e il 3 dicembre di trent’anni fa. Perché poi è quello il punto centrale: quando una nube chimica striscia in silenzio per quasi tremila chilometri la battaglia è nell’aria, nelle narici, nelle gole e nei polmoni di chi non riesce a scappare. L’odore se lo ricordano in pochi: chi lo ha sentito davvero non gli è sopravvissuto. Mi affido alla rete e digito CH3N-CO, Isocianato di metile. Parto da zero e scelgo Wikipedia, qualcosa trovo: “(…) incolore, tossico, con un odore pungente di cavolo cotto”. Qua e là leggo di qualcuno che si ricorda un vago odore di peperoncino. Quindi, quella notte, l’aria di Bhopal sapeva di cavolo cotto e peperoncino. Curioso come la morte possa avere un odore familiare.

Una nuvola di gas non dà molto preavviso, quando ci si accorge della sua presenza è troppo tardi. Si inizia con la gola che brucia, poi una forte tosse, poi il bruciore agli occhi, mancanza di respiro e vomito. L’isocianato di metile è pesante, va verso il basso e i bambini sono i primi a morire. Scappare è inutile: più si corre più il battito aumenta più in fretta il gas entra nei polmoni e si diffonde nel sangue. È matematico, inevitabile, certo. E maledetta la sorte quella sera, c’era anche il vento.

La nube arriva da un serbatoio degli impianti di produzione di pesticidi: un flusso d’acqua lo ha invaso, scatenando la reazione mortale. I primi a morire sono gli operai che lavorano lì vicino, alla pulizia dei condotti. L’impianto è di proprietà della Union Carbide India Limited, un’azienda per il 51% in mano alla Union Carbide, colosso americano della chimica. Gli impianti di Bhopal sono una gallina dalle uova d’oro: l’Isocianato di metile velocizza la prodzione e dimezza i costi. Poco importa se è pericoloso, del resto il business è rischio no?

Alle prime luci dell’alba l’immagine che invade gli occhi dei soccorritori è agghiacciante. Le strade sono piene di morti: uomini, donne, bambini e animali. Molti di loro sono sporchi di vomito, urina e feci e l’aria è irrespirabile. I mediocri ospedali locali sono impreparati all’emergenza e la gente muore numerosa tra le corsie.

I dati sulle vittime sono controversi, difficile quantificare con precisione. Nella sola notte del disastro sono decedute tra le tre e le quattromila persone. Circa Ottomila se si contano quelle dei giorni successivi. Più di ventimila sono morti negli anni seguenti. Si può anche non morire subito, come con l’amianto, si passano anni a combattere contro gli organi che lentamente si distruggono: fegato, reni e polmoni ci abbandonano lentamente.

La notizia arriva immediatamente in Texas e Warren Anderson, amministratore delegato, parte per l’India con il suo team di tecnici. Appena atterra viene messo agli arresti domiciliari: dalle prime analisi risulta che gli impianti di sicurezza non sono scattati, le valvole di chiusura versavano in pessimo stato e i livelli di reagente nel serbatoio superavano le soglie consentite. La situazione è critica, ma all’americano bastano poche ore e 2.100 dollari di cauzione per essere rilasciato. Pochi giorni dopo è di nuovo negli States.

Inizia la battaglia legale, il governo indiano si dichiara rappresentante delle vittime. La Union Carbide ha fretta di chiudere il processo, troppo clamore guasta gli affari. Lancia la sua proposta: 350 milioni di dollari per metterci una pietra sopra. Il governo indiano, però, rilancia a 3,3 miliardi. Chiuderanno a 470 milioni, pagati subito. Superstiti e autorità locali, però, non ci stanno: nessuna cifra può cancellare dai ricordi la mattina del tre dicembre. Sei anni dopo denunciano Anderson e parte del management per omicidio colposo. La Corte Suprema Indiana li ascolta, riapre il caso e richiede l’estradizione dell’amministratore delegato. Estradizione che Gli Stati Uniti negheranno puntualmente, dichiarando la Union Carbide fuori dalla giurisdizione indiana. Il processo è continuato e nel 2010 sette persone sono state condannate, tutti cittadini indiani membri dell’allora management. Il reato: negligenza, due anni di carcere e 2.124 dollari di multa.

E maledetta la sorte ancora una volta, Warren Anderson è deceduto poco più di un mese fa. Di vecchiaia, impunito e nel suo letto.

Saune finlandesi a infrarossi: risparmio energetico assicurato

Scritto da: Nicoletta
Fonte: http://www.soloecologia.it/04122014/saune-finlandesi-a-infrarossi-risparmio-energetico-assicurato/7561

Sauna-agli-infrarossiLa cura del proprio corpo e il cosiddetto “wellness” vanno sempre più di moda. Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom di centri benessere, palestre e centri termali. A parte queste strutture appositamente dedicate al benessere, i bagni turchi e le saune stanno entrando anche nelle case degli italiani (o almeno di coloro che possono permettersele). Sono sempre di più, infatti, coloro che scelgono di installare nella propria abitazione un bagno turco oppure una sauna finlandese (su Centroitalia.it, azienda che si occupa di costruzione piscine e realizzazione saune e centri benessere, trovate maggiori dettagli anche sulle saune finlandesi).

Le saune a infrarossi

Spesso quando si vuole installare in casa un bagno turco oppure una sauna si presta attenzione unicamente alle caratteristiche tecniche ignorando, però, i fattori relativi al risparmio energetico. Le saune, infatti, richiedono come gli altri apparecchi dedicati al benessere un consumo di energia consistente. Da alcuni anni, però, sono in circolazione delle saune che permettono di avere un risparmio energetico notevole: si tratta delle saune ad infrarossi. Essendo dotate di una tecnologia avanzata, la temperatura che dovranno raggiungere è di circa 50/60°C con un 20% di umidità, contro le saune tradizionali che devono avere al loro interno una temperatura di 95/98°C con un 20% di umidità. Questo è uno dei motivi per cui le saune a infrarossi consumano la stessa quantità di energia normalmente utilizzata da un comune elettrodomestico.
Con le saune a infrarossi i consumi sono decisamente ridotti rispetto ad una sauna tradizionale e, al tempo stesso, i benefici offerti sono gli stessi.

Come funzionano

Le saune ad infrarossi sfruttano, anziché le alte temperature, l’effetto delle radiazioni sul nostro corpo. Le radiazioni ad infrarossi, infatti, riescono a penetrare i tessuti e stimolano così l’espulsione di sostanze nocive; allo stesso tempo, però, la temperatura aumenta di qualche grado come avverrebbe in una sauna tradizionale. Il vantaggio principale è dato dal fatto che è maggiormente tollerata anche dalle persone che soffrono di cali di pressione nella sauna tradizionale. La sauna ad infrarossi è una sorta di “bagno secco” anche se i benefici sono gli stessi della sauna tradizionale.
Le basse temperature permettono anche una sosta più lunga all’interno della cabina, e di conseguenza saranno prolungati anche tutti gli effetti benefici che ne derivano. Inoltre rispetto alla classica sauna, in questo caso la doccia fredda dopo l’uscita non è necessaria.

I benefici

Molteplici sono i benefici che si possono ottenere dalla sauna:

  • disintossicazione del corpo: attraverso la sudorazione vengono eliminate tutte le tossine presenti nell’organismo.
  • rilassamento della muscolatura: molto indicata dopo un’intensa attività sportiva poiché aiuta a rilassare i muscoli e allevia il dolore dovuto da un accumulo di acido lattico.
  • miglioramento della pelle: il calore che produce la sauna dilata i pori della pelle, ed il sudore che ne deriva aiuta ad eliminare le tossine presenti, in questo modo la pelle risulterà da subito più giovane ed elastica.
  • perdita di peso: non è, come molti pensano, attraverso il sudore che si dimagrisce. Nella sauna, infatti si potrà dimagrire poiché il calore fa aumentare la frequenza cardiaca, che, a sua volta inizia a bruciare le calorie.
  • rafforzamento del sistema immunitario: è stato dimostrato che chi frequenta abitualmente una sauna ha il 30% in meno di possibilità di ammalarsi. La sauna è inoltre molto efficace contro la congestione nasale e le affezioni respiratorie lievi.

Installare una sauna finlandese in casa è sicuramente un passo importante e scegliere la tipologia più adatta non è sempre semplice, ma grazie al risparmio energetico garantito da queste saune la scelta risulterà sicuramente più semplice.

 

 

L’attentato a Indira Gandhi

Fonte: http://cultura.biografieonline.it/indira-gandhi/

Indira-GandhiIndira Gandhi fu uccisa il 31 ottobre del 1984 a Nuova Dehli (India) da due militari della sua guardia personale. L’attentato si svolse nel giardino della sua residenza. Indira Gandhi era Primo Ministro dal 1980, quando era ritornata al potere grazie alla maggioranza ottenuta alle elezioni del gennaio 1980, che videro il suo partito, il Congresso nazionale indiano (Indian National Congress), ottenere la maggioranza nel parlamento indiano.

Indira era l’unica figlia di Kamla e Jawaharlal Nehru, il Primo Ministro dell’India. Prese il nome dal marito Feroze Gandhi, che non era in alcun modo imparentato con il Mahatma Gandhi.

Il giorno dell’attentato

Indira Gandhi stava scendendo i gradini che portavano al giardino della sua residenza quando le due guardie di etnia sikh, che si trovavano ai lati della scala, le spararono contro 33 pallottole, uccidendola sul colpo.

I primi tre colpi furono sparati da Beant Singh, uno dei militari di cui Indira si fidava di più, il quale impugnò la sua P 38, e le sparò al petto. Gli altri colpi, invece, furono esplosi da Satwant Singh, la seconda guardia del corpo, che sparò con la sua mitragliatrice contro la signora Gandhi colpendola al cuore, al petto e all’addome.

Pochi giorni prima il generale Kumar aveva consigliato Indira di rimuovere tutti i membri di etnia sikh dalla sua guardia personale. Indira aveva detto di no, e nel motivare la sua risposta confermò la sua volontà di unire il paese rispettando le diverse etnie, senza escludere nessuno.

In realtà il pericolo che Indira Gandhi correva era dovuto all’odio che i sikh le avevano dimostrato in più occasioni, soprattutto a causa delle repressioni che avevano subìto per opera dell’esercito indiano.

Le cause e le conseguenze dell’attentato a Indira Gandhi

La causa principale dell’omicidio di Indira Gandhi fu la repressione che l’esercito indiano perpetrò contro i sikh all’inizio degli anni ’80. I sikh da diversi anni chiedevano l’indipendenza dello Stato del Punjab, territorio in cui erano la maggioranza.

Fra i vari episodi che videro i sikh scontrarsi contro le forze dell’ordine ci fu la tragedia del Tempio d’oro, in cui i militari uccisero e ferirono molti sikh che vi si erano rifugiati. Il Tempio fu bombardato e occupato il 2 giugno del 1984. Alla fine del mese i militari si ritirarono lasciandosi alle spalle centinaia di morti.

Dopo l’attentato l’India fu sconvolta da sommosse e tumulti e circa un migliaio di sikh vennero trucidati.

 

Mangiare cipolla protegge dal cancro allo stomaco

Fonte: http://www.controcopertina.com/mangiare-cipolla-protegge-dal-cancro-allo-stomaco/

cipolla-tumore-stomacoMangiare cipolla fa bene e protegge dal cancro allo stomaco: è il risultato di uno studio promosso dall’Istituto Mario Negri di Milano. Considerate spesso nocive per questioni di difficile digeribilità, oltre che per i problemi arrecati all’alito, le cipolle sarebbero in realtà un ottimo componente per prevenire il cancro allo stomaco, ragion per cui gli studiosi ne consigliano un consumo costante, soprattutto per chi conduce una vita poco regolare e tende a mangiare in modo poco variegato.

A rendere le cipolle un vero e proprio elisir della salute sarebbero i composti organo solfarati, esattamente quelli che conferiscono all’ortaggio il suo odore forte. Sono proprio questi componenti a ridurre il rischio di cancro allo stomaco in chi consuma abitualmente le cipolle.

Trovata a Orvieto la testa del Dio degli Etruschi

Fonte: http://www.adnkronos.com/intrattenimento/cultura/2014/11/20/trovata-orvieto-testa-del-dio-degli-etruschi_jH9urNOXaUjPwDoDLnFDfO.html

etruschi-kwxF--1280x960@WebTrovata la testa del Dio degli Etruschi, Voltumna, il capo delle divinità dell’antico popolo. Nuovi eccezionali ritrovamenti archeologici a Orvieto nell’area del Fanum Voltumnae, il grande e mitico santuario federale degli Etruschi risalente al VI secolo avanti Cristo. Alla luce anche il tempio principale e la strada sacra. Ne da notizia la direttrice degli scavi, l’archeologa Simonetta Stopponi dell’Università di Perugia, alla vigilia della conferenza che terrà domani a Carmignano (Prato) nell’ambito del ciclo sui “Grandi santuari del mondo antico” (ore 21, palazzo Comunale) organizzato dal Museo etrusco di Artimino.

Insieme a un tempio di grandi dimensioni, probabilmente il principale del Fanum, è venuta alla luce una splendida testa maschile in terracotta in origine policroma, a grandezza naturale e su base dello stesso materiale, che secondo i primi accertamenti potrebbe identificarsi proprio con Voltumna, divinità suprema del pantheon etrusco. Scoperto inoltre un tratto della via sacra che conduceva al tempio. “La testa è molto bella e ben conservata – spiega la professoressa Stopponi – Un ritrovamento importante così come quello del tempio che misura 12 metri per 18. Finora non sono state rintracciate iscrizioni, ma stiamo ancora scavando e contiamo di trovare presto altro eccellente materiale. Sarà invece problematico far riaffiorare l’intera strada sacra. Sul percorso si trova infatti una villa privata la cui costruzione ha certo compromesso l’integrità della zona”.

Il Fanum Voltumnae si trova come noto in località Campo della Fiera, l’area pianeggiante a ovest del pianoro di tufo su cui sorge Orvieto. Il nome deriva dall’essere stata sede di fiere e mercati periodici per secoli, epoca romana compresa, fino al 1384, l’anno della micidiale peste nera che spopolò città e campagne. Nel 1876 i primi scavi archeologici restituirono resti di strutture murarie in tufo e furono recuperate pregevoli terrecotte architettoniche oggi al Pergamon Museum di Berlino. Nel Duemila le indagini sono riprese anche sulla spinta di studi più recenti secondo i quali il mitico Fanum Voltumnae, massimo santuario del popolo etrusco, doveva trovarsi proprio a Campo della Fiera.

Inutilmente cercato fin dal Quattrocento, il Fanum era il luogo delle riunioni annuali dei rappresentanti della lega delle dodici città etrusche. Lo storico romano Tito Livio ricorda appunto che nell’occasione, alle cerimonie religiose si accompagnavano fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni. Doveva trattarsi perciò di un’area molto vasta, capace di ospitare tutte le delegazioni e accogliere così tante manifestazioni diverse. Le ultime scoperte nell’area archeologica non si limitano tuttavia al periodo etrusco. In queste settimane, ricorda la professoressa Stopponi che in conferenza fornirà ampi dettagli, sono state scoperte le vestigia di un enorme edificio, lungo circa 30 metri, probabilmente il refettorio con relativo chiostro della chiesa medievale di San Pietro in Vetere. Gli scavi in Campo della Fiera sono a cura dell’Università di Perugia su concessione ministeriale e vengono finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.