ITALIA E GERMANIA: LA VERITA’ E’ FIGLIA DEL TEMPO!

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2016/05/05/italia-e-germania-la-verita-e-figlia-del-tempo/

A differenza di coloro che ancora oggi non credono a questa terribile nemesi, io non finirò mai di stupirmi della puntualità della “verità figlia del tempo” non finirò mai di ricercarla in ogni angolo di questo oceano, anche se non sempre è facile, in fondo me lo ha insegnato lui, mio padre, che oggi veleggia libero Lassù.

Quando nel 2011 probabilmente unici in Italia vi raccontavamo la vera situazione nasacosta dietro a quello che stava accadendo al nostro Paese, la responsabilità delle banche francesi, tedesche e inglesi in questa crisi europea, nessuno ci credeva, eravamo dei pazzi criiminali che raccontavano leggende metropolitane.

Ora all’improvviso molti ne parlano, sottovoce, senza fare rumore, in fondo significherebbe ammettere che hanno sbagliato, diventerebbe imbarazzante o che hanno nascosto la verità.

Perchè solo ora e non allora?

Perchè quando noi sottolineavamo il ruolo infido e subdolo della Germania ma non solo anche della Francia, nella crisi del 2011, si cercava di evidenziare SOLO ed ESCLUSIVAMENTE le nostre INNEGABILI responsabilità?

Perchè negli ultimi tempi quando abbiamo più volte evidenziato l’enorme anomalia di una banca come Deutsche Bank, i suoi derivati e la sua leva finanziaria e la fragilità dell’intero sistema finanziario tedesco, in pochi hanno cercato di raccontare la verità?

Perchè nessuno, mentre tutti ossequiavano il sistema tedesco, la Merkel e Weidmann, nessuno chiedeva alla Bundesbank e alla BaFin dove erano in questi anni invece che badare alla demenziale gestione della banche tedesche, principali responsabili della crisi di DEBITO PRIVATO europea?

Nulla da dire lo abbiamo detto più volte siamo in guerra e sino ad oggi la classe politica e finanziaria tedesca ha dimostrato di essere più intelligente e più furba della nostra nel gestire questa crisi, questa guerra…

Loro e noi – Il Sole 24 ORE

… la Bundesbank, al cui direttorio lei appartiene dagli inizi del 1990, ha pesantemente influenzato la stesura dei criteri di Maastricht. Ma né la Bundesbank né il ministero delle Finanze hanno mai pubblicamente spiegato il motivo per cui il debito totale di uno Stato partecipante non debba essere superiore al 60% del suo prodotto interno lordo…Allo stesso modo, non è motivato economicamente l’altro criterio fondante che il deficit annuale di uno Stato membro non possa essere superiore al 3% del suo prodotto interno lordo».

Chissà perchè le scrivono solo ora queste cose, mentre noi le ripetiamo ossessivamente da ormai quasi sei anni, inutilmente a parte la consapevolezza di chi ci segue.

Assistiamo sorpresi al fatto che trovi ascolto, anche in casa nostra, chi come Weidmann vuole mettere un tetto agli acquisti di titoli di Stato da parte delle banche o, peggio ancora, attribuire un coefficiente di rischio agli stessi titoli e accampa questo ragionamento e altri espedienti (…)

Questa è la cruda realtà. Tutti sono molto attenti a riconoscere e sottolineare i difetti degli altri per tutelare i propri interessi. Tutti vanno a vedere la trave degli altri, ma sarebbe giusto che qualcuno dicesse loro di guardare le travi che hanno in casa non sempre e solo quelle fuori, quelle appunto degli altri. I tedeschi, gli olandesi, i finlandesi, perfino le pulci hanno la tosse (…)

E qui viene il bello, perchè ovviamente serviva la trave dello scandalo Volkswagen per accorgersi della realtà, ovvero che mondo è paese, dimenticando per anni quella ben più grande della corruzione sistematica della Siemens o delle continue truffe e manipolazioni di una banca come Deutsche Bank, più volte condannata…

Ancora: che dire del disonore mondiale determinato dal dieselgate della Volkswagen e del surplus commerciale che viola sistematicamente i parametri concordati? La verità è che nessuno guarda davvero a che cosa fare e si impegna a realizzarlo per avere un ambiente complessivo più sicuro, eliminare le debolezze di ciascuno e contribuire a costruire una vera Europa federale che torni a fare investimenti in modo da consolidare lo slancio della domanda interna e si muova nel mondo con una difesa e una politica estera comuni. Loro non si fidano di noi e noi non ci fidiamo di loro. Questo clima è la morte dell’Europa, l’alimento migliore dei mille populismi che infatti si ingrassano, e va cambiato. Nel frattempo evitiamo almeno di schierarci dalla parte sbagliata.

Perchè solo ora sistematicamente, ricordiamo le loro responsabilità dopo esserci autoflagellati per anni, perchè sistematicamente neghiamo che euro e unione monetaria siagnificano necessariamente deflazione salariale e distruzione del potere di acquisto, della domanda interna unica alternativa in un sistema che non permette più alcuna sovranità monetaria.

Si noi siamo un blog telebano che da anni chiede perchè le banche tedesche, francesi e inglesi possono continuare a giocare e speculare selvaggiamente con i derivati ad esporre la comunità europea all’azzardo morale di banche che utilizzano leve finanziarie demenziali in grado di fare esplodere l’intera Europa?

E la verità figlia del tempo torna con un aiuto inaspettato, più di un sospetto, una certezza…

Bce: se la vigilanza non è uguale per tutti

Leggetevelo tutto di un fiato e forse capirete il significato del tempo…

La vigilanza della Bce

L’attività di vigilanza attuata finora dalla Banca centrale europea ha sollevato dubbi sulla sua imparzialità e sulla sua adeguatezza rispetto al quadro macroeconomico.
La recente pubblicazione del Rapporto annuale della Bce, relativo al 2015, è l’unica fonte di informazioni sistematiche, che può aiutare a farsi una opinione basata su dati oggettivi. Tuttavia, la lettura del Rapporto non fuga tutti i dubbi, anzi solleva pesanti interrogativi. Per riassumere, si ha l’impressione che l’attività di supervisione della Bce sia concentrata su alcuni tipi di rischi, soprattutto quello di credito, mentre altri, come quello di mercato e quello legale, siano trattati con un tocco più leggero.

È solo un sospetto (di seguito alcuni indizi), ma se fosse confermato farebbe sorgere spontanea …

la conclusione che la vigilanza unica favorisca le banche di alcuni paesi a scapito di altri. In particolare, risulterebbero favoriti gli istituti che hanno un business più focalizzato sulle attività di trading e che sono stati più coinvolti nelle cause miliardarie relative alle truffe sui mercati dei cambi e interbancario.

Al contrario, le banche più concentrate sul credito alla clientela sarebbero più pressate dalla vigilanza europea. Intendiamoci: se ciò fosse vero, non dovrebbe essere un alibi né per le banche italiane, che hanno accumulato una mole enorme di sofferenze, né per il nostro governo, che su questo fronte è intervenuto con iniziative discutibili, come la garanzia statale sulle cartolarizzazioni (Gacs) e il fondo di sistema (Atlante). Rimarrebbe però il fatto che altrettanta severità andrebbe esercitata sulle banche tedesche e francesi.

Sono solo indizi, che andrebbero possibilmente fugati da una analisi più approfondita. Peccato che i dati sui quali fare una verifica non siano disponibili. Il sito web della Bce è avaro di informazioni,(…) Dopo questo iniziale sfoggio di trasparenza, la Bce si è trincerata dietro una riservatezza che sconfina nella opacità. Il difetto di comunicazione alimenta i dubbi sulla imparzialità della vigilanza europea.

Non lo scrivo io, lo riportano loro, le sottolineature sono mie

E si potrebbe andare avanti all’infinito come ad esempio scoprendo che …

Esposizione delle banche al debito pubblico? Francia: fino a 30 volte il capitale

Ci fermiamo qui domani, vedremo insieme un’altra vicenda che ha dell’incredibile, se davvero crediamo che esista qualcosa di incredibile in mezzo a questa finanza derivata e ormai completamente fuori controllo che sta distruggendo la vita delle persone e delle Nazioni, alimentata e supporta da un sistema politico connivente e foraggiato dalle lobbies.

Noi continueremo sempre a cercare di raccontare la verità figlia del tempo, anche se ciò costa fatica, anche se significa rimetterci tutto, da qualche giorno abbiamo un motivo in più per non piangere, per lottare per chi ama la verità, per chi oggi è qui con te, per i nostri figli e i nostri nipoti, per un sistema economico migliore.

Militari italiani uccisi in Libia: in azione gruppi di disinformatori per screditare l’Italia

Fonte: http://etleboro.blogspot.it/2016/05/militari-italiani-uccisi-in-libia-in.html

Tripoli – Nonostante le smentite ufficiali del Ministero della Difesa, continua a circolare sui media libici la notizia circa un presunto attentato avvenuto ai danni di un convoglio di forze speciali italiane da parte di Daech nei pressi di Sirte e Misurata. A rilanciare la notizia è un anonimo centro studi, il Libyan Center for Terrorism Studies – LCTS, che accredita l’informazione bypassata nei giorni scorsi dal portale israeliano Debka-file (si veda Disinformazione: falsa la notizia di Debka su attentato a forze speciali italiane in Libia ). Stando all’analisi dell’Osservatorio Italiano, la citazione del centro libico sui media arabi, di una notizia messa in circolazione da un portale straniero, rientra nello schema della propaganda disinformativa gestita da società di comunicazione, che rispondono direttamente a gruppi di interesse .  Questa strategia ha l’obiettivo di creare confusione, per intavolare in futuro una nuova conferenza di pace, sotto l’egida di altre potenze occidentali. Va ricordato, in merito, che L’Italia, pur avendo ottenuto il comando di un ipotetico e futuro intervento militare in Libia delle forze dell’Alleanza Atlantica, si è sempre detta contraria al bombardamento unilaterale del territorio libico, mentre continua a tenersi distante da ogni interferenza nella politica interna.  Tuttavia, vengono diramati continuamente comunicati di media o centri di ricerca, che contengono notizie di parte, false e diffamatorie, per dissimulare l’esistenza di un sentimento anti-italiano in Libia. L’Osservatorio italiano ha rilevato l’esistenza di piccoli gruppi di “influencer” che fanno una vera e propria opera di sciacallaggio. Ha destato non pochi dubbi la manifestazione di Bengasi dello scorso venerdì 29 aprile, quando un ristretto gruppo di manifestanti ha portato con sé delle bandiere da bruciare sotto gli obiettivi dei reporter, che a loro volta hanno divulgato le immagini attraverso i  social network ( si veda Manifestazioni in Libia:quando l’informazione segue il trend politico e Bandiera italiana bruciata in Libia: quelle notizie anonime che diventano realtà ). Questa tecnica di infiltrazione dei media è ben conosciuta, come lo sono anche gli organizzatori dei tali gruppi e quali sono le forze che stanno finanziando tale propaganda. Si nascondono dietro le parole “democrazia, diritti umani”, mentre agiscono per soddisfare gli interessi delle lobbies. Ricordiamo che quando Francia e Gran Bretagna ha promesso la libertà  ai libici “dal regime di dittatura”, che avevano  già un piano, quello di appropriarsi di laute concessioni per lo sfruttamento delle risorse libiche, in particolare di gas e uranio. Oggi hanno perso credibilità, e stanno finanziando la disinformazione per riaprire i tavoli di discussione sulla Libia, ma soprattutto per sottrarre all’Italia il comando militare, e tornare quindi ad essere protagonisti nelle decisioni internazionali sulla Libia.

Le energie rinnovabili e la green economy non basteranno a salvarci

Scritto da: Paolo Ermani
Fonte: http://www.ilcambiamento.it/editoriale/energie_rinnovabili.html

rinnovabili_greeneconomy

In tempi di crisi si fa un gran parlare di energie rinnovabili e di green economy; ma sono davvero la soluzione che salverà il pianeta? I consumi aumentano a dismisura anche in paesi che hanno complessivamente miliardi di abitanti; quale green economy potrà mai stare dietro a simili livelli produttivi, a ritmo così forsennato?

di Paolo Ermani – 29 Aprile 2016

Che si producano milioni di prodotti inutili con le fonti fossili o con il solare, sempre prodotti inutili saranno e quello che si guadagna ambientalmente o energeticamente da una parte, lo si perde dall’altra. Per quanto sia certamente meglio utilizzare il solare piuttosto che il petrolio, comunque si sprecano preziose risorse non rinnovabili per produrre qualcosa di inutile.

Pensiamo alle automobili; si fa un gran parlare dell’auto elettrica come se fosse la soluzione magica. Ma ve le immaginate centinaia di milioni di auto elettriche di quante risorse ed energia hanno bisogno per essere prodotte? Risorse che non sono di certo rinnovabili, perché quello che c’è dentro ad un’auto ha poco di rinnovabile. A meno che non la si voglia fare tutta di legno, ma allora non è più un automobile ma un carretto e serve il cavallo, difatti è lì che andremo a finire se non fermiamo la follia della crescita. Inutile poi diminuire il consumo di carburante per automobile se poi ogni anno le vetture aumentano sempre di più e vanificano il risultato ottenuto dal minor consumo. Per sostenere con la green economy la crescita che fa felici industriali e governanti, dovremmo lastricare l’intero pianeta di pannelli solari e nemmeno basterebbe; pannelli solari che a loro volta hanno bisogno di materiali ed energia per essere prodotti, materiali che spesso non sono rinnovabili. Per quante fandonie si possano raccontare per poter continuare a vendere qualsiasi cosa, fortunatamente dai limiti terrestri non si scappa. La vera green economy e l’uso delle energie rinnovabili hanno senso solo se si mette in discussione la crescita e se per ogni prodotto ci si chiede se veramente è utile e quale è il suo grado di rinnovabilità.

A certi nuovi convertiti, a cui non è mai interessato nulla dell’ambiente, importa maggiormente il portafoglio; lo dimostra in Italia il boom del fotovoltaico che spesso è stato solo speculazione. Il fotovoltaico fra le energie rinnovabili è quella che ha il rendimento minore ed è la meno interessante da un punto di vista ambientale. Ha molto più senso coibentare la casa con materiali naturali, quelli sì rinnovabili; e con quelli si abbassano drasticamente i consumi di riscaldamento e raffrescamento fino quasi a eliminarli del tutto, come per le case passive. Sono tanti coloro che hanno installato pannelli fotovoltaici nella propria casa o azienda e hanno continuato a consumare come e più di prima; in questo caso più che green economy si tratta di stupid economy. Agire così non ha senso e ha solo arricchito imprenditori senza scrupoli che si sono buttati sul fotovoltaico esclusivamente perché rendeva; poi gli stessi li vedi andare in giro in mega SUV, Maserati o Ferrari, che in quanto a protezione ambientale e risparmio energetico sappiamo bene essere il top.

Per quanto ci si possa illudere o mettersi adesso questa copertina trasparente della green economy, non si scappa: è la crescita il problema e finchè quella non sarà messa in discussione e accantonata, non ci saranno rinnovabili o green economy che tengano. Anche le multinazionali dell’energia, dopo aver inquinato tutto l’inquinabile, si stanno buttando sulle rinnovabili ma dal punto di vista centralizzato, cioè l’energia ce la devono comunque vendere loro, mica ci dicono di renderci autonomi, che è invece la peculiarità principale delle energie rinnovabili stesse.

Le risorse sono finite, inutile prenderci in giro; tutto quello che si produce deve essere attentamente vagliato per fare in modo che sia rinnovabile o comunque, se si utilizzano risorse finite, occorre fare in modo che i prodotti si possano riparare, riciclare, rendendone la vita più lunga possibile: l’esatto contrario di quello che dice il dogma del PIL, che per crescere ha assolutamente bisogno di usa e getta a ritmo continuo e più le discariche aumentano e più il PIL gioisce. Ma verrà un giorno, non molto lontano, che malediremo i sacerdoti del PIL mentre ci ritroveremo a scavare nelle discariche per trovare materiali preziosi che nel tempo della follia consumistica avevamo così stupidamente buttato per fare ingrassare industriali e politici senza scrupoli.

ITALIA: DERIVATI 6,8 MILIARDI LA VORAGINE CON IL PAESE INTORNO

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2016/04/27/italia-derivati-la-voragine-con-il-paese-intorno/

padoan

Oggi più che mai, chiunque dimentica il proprio passato è destinato a riviverlo fino in fondo in questa nemesi che non guarda in faccia nessuno…

Vi ricordate lo scorso autunno…

Derivati, Tesoro nega a deputati di vedere i contratti: “Non c’è interesse diretto”

Il motivo? Non c’è “un interesse personale, diretto, concreto e attuale corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento del quale è chiesto l’accesso”.

Per chi non sa di cosa stiamo parlando qui alcune rapide sintesi

MONTI E LA LEGGENDA DEL PIRATA MORGAN…STANLEY!

ITALIA: PROCESSO ALLE AGENZIE DI RATING

Derivati, miliardi a banca Usa, Monti: “Domanda non al centro della mia mente”…

Ma ha ragione perchè continuate a fare domande inutili se non sono al centro della loro mente, non c’è interesse personale, diretto, concreto e soprattutto attuale!

Ieri su Bloomberg la notizia diretta, concreta e soprattutto attuale è la seguente…

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Derivatives burdened Italy’s public debt again last year, making the nation the biggest swap loser in the euro region. Losses and net liabilities related to swaps held by the country weighed on its debt in 2015 by 6.8 billion euros ($7.7 billion), according to Bloomberg calculations based on data released Thursday by European Union statistics office Eurostat. In the 2012-2015 period, the burden totaled 21.3 billion euros, also a euro-area record.

Tranquilli e sereni, per i non addetti ai lavori  traduco tutto qui sotto…

I derivati sul debitopubblico sono stati un cattivo affare: l’analisi di Bloomberg sugli ultimi dati Eurostat dimostra che negli ultimi tre anni “i derivati hanno appesantito ulteriormente il debito pubblico italiano, rendendo l’Italia il Paese che ha subito le maggiori perdite da swap nella zona euro”, come scrivono Lorenzo Totaro e Giovanni Salzano per Bloomberg News. L’impatto dei derivati sul debito nel 2015 è stato un aumento del debito di 6,8 miliardi mentre altri Paesi, come l’Olanda, con i derivati ci hanno guadagnato. I tecnici della materia osservano che il confronto andrebbe fatto in percentuale (l’Italia ha uno dei debiti pubblici più alti del mondo) e che se uno Stato guadagna dai derivati quando i tassi scendono significa che ha fatto contratti speculativi e non per assicurarsi contro un aumento improvviso del costo del debito. Ma il salasso per l’Italia è comunque notevole.Derivati sul debito, nel 2015 perdite per 6,8 miliardi. E le privatizzazioni del governo serviranno per coprire il buco – Il …

Nessun contratto speculativo per carità ma solo una copertura sul rischio tassi andata male, peccato che sia costata la bellezza di …

SEI VIRGOLA OTTO MILIARDI SOLO PER IL 2015.

Lo ripeto virgola sei miliardi in più di debito che dovranno uscire dalle Vostre tasche, solo perchè senza alcuna trasparenza, qualcuno si è intestardito per anni ad assicurare il nostro debito contro un rialzo dei tassi inesistente ed improbabile per ingrassare le grandi banche d’affari.

Persino la GRECIA, ripeto la GRECIA è riuscita a guadagnarci dal proprio debito!

Scherzando ma non troppo, bastava leggere Icebergfinanza dal lontano 2009 per comprendere che non serviva coprirsi dal rischio tassi in una deflazione da debiti!

Si lo so, Voi non capite nulla di queste cose, non sono di Vostra competenza, la vostra unica competenza per lo Stato è quella di pagare le tasse per coprire questi buchi o svendere i gioielli di famiglia per coprire un aumento di debito che sta diventando la voragine con il Paese intorno.

A cosa rinunciate di bello per coprire i buchi lasciati dai derivati, all’istruzione, alla sanità, alle pensioni o al welfare?

Non aggiungo altro non serve!

Davvero è tutto “normale” ?

Fonte: http://www.nocensura.com/

Ma davvero vi sembra normale che la Presidente della RAI partecipi alle riunioni del Bilderberg e della Trilaterale?
Riunioni a porte chiuse, dove membri dei governi, delle banche, delle multinazionali e dei mass media si incontrano per orientare la politica e la società nella direzione determinata dalle elite che mediante il CONTROLLO DELLA MONETA hanno conquistato l’economia mondiale.
I banchieri che hanno il controllo dell’emissione monetaria, nel giro di pochi secoli sono riusciti a rastrellare intorno a loro la maggioranza delle ricchezze del mondo, possedute da poche decine di grandi lobby multinazionali a loro volta controllate da una manciata di grandi banche. Ovviamente hanno anche il controllo dei mass media.
Bilderberg e Trilaterale in passato si riunivano di nascosto; ora lo fanno alla luce del sole, come se fosse tutto “normale”. Come se fosse normale che un politico pasteggi con i grandi banchieri e lobbisti, che hanno interessi multimiliardari. Con la complicità dei mass media, che anziché denunciare questo sistema di cose, fanno la loro parte per renderlo “normale” agli occhi della gente.
Gruppo Bilderberg che secondo le pubbliche rivelazioni del giudice Ferdinando Imposimato, basate sulle carte di un’inchiesta portata avanti dal giudice Alessandrini (indagine cessata a causa dell’uccisione dello stesso) sarebbe stato regista delle STRAGI DI STATO e della STRATEGIA DELLA TENSIONE (guarda il video: https://youtu.be/-8wizYyAuzc)
Rivelazioni gravissime sulla quale nessuna procura italiana sembra però interessata ad indagare… Emoticon gasp
Tutto normale?