SIGNIFICATO, ORIGINE E STORIA DELL’EPIFANIA (BEFANA)

Fonte: http://www.mitiemisteri.it/significato_storia_e_origine_delle_festivita/significato_e_origine_dell_epifania.html

L’Epifania è la festa cristiana che celebra la rivelazione di Dio agli uomini nel suo Figlio, del Cristo ai Magi. Infatti, in greco, “epiphàneia”, significava “apparizione” o “rivelazione”. La Chiesa Cattolica festeggia il giorno dell’Epifania il 6 gennaio. L’origine di questa festa è antichissima, sembra risalga al II secolo d.C. Inizialmente ricordava il battesimo di Gesù, ed era celebrata sembra dalla setta degli gnostici basilidiani, che credevano che l’incarnazione di Cristo fosse avvenuta al suo battesimo, e non alla sua nascita. In seguito, l’istituzione della Festa dell’Epifania, una volta eliminati gli elementi gnostici, fu adottata dalla Chiesa Cristiana Orientale. Verso il IV secolo l’Epifania si diffuse in Occidente, e fu adottata anche dalla Chiesa di Roma nel V secolo. L’Epifania viene celebrata in Italia con molte usanze e tradizioni popolari, sicuramente meno marcata di quelle del Natale, ma non per questo meno affascinanti. La notte dell’Epifania è ritenuta magica: si dice che gli animali parlino nelle stalle e nei boschi circostanti. Ogni regione ha le sue leggende e usanze di varia origine ma la figura popolare certamente più famosa e anche misteriosa è quella della Befana, la vecchietta che durante l’anno abita nelle caverne e che a cavallo di una scopa magica porta i regali la notte tra il 5 e il 6 gennaio.

La Befana si dice scenda per i camini o, date le moderne case di città, giù dalle cappe, e porti doni e dolciumi ai bambini buoni e carbone invece a quelli che sono stati cattivi. Sembra che se qualcuno tenti di osservarla mentre deposita i regali, incapperebbe in guai seri. L’usanza della Befana è molto sentita a Roma, dove si dice abiti fra i tetti di piazza Navona, dove ogni anno, durante il periodo natalizio, si riempie di bancarelle, con i vari “Babbo Natale” e “Befane”, che girano per la piazza facendosi fotografare con i bambini, per magari invogliare i genitori ad acquistare giocattoli nei vicini negozi.

Ma la Befana ha nomi diversi in varie regioni, come la Barbasa a Modena, la Vecchia a Pavia, la Redodesa o Marantega a Venezia, la Berola a Treviso e così via. Narra una leggenda che la Befana, la notte in cui e passarono i Magi diretti a Betlemme per onorare il Bambino Gesù, era così presa dalle faccende domestiche, da non potersi occupare di loro. La Befana attese il loro ritorno, ma sembra che i Magi presero un’altra strada. Così, ogni Dodicesima Notte, (altro termine che indica l’Epifania), ossia la dodicesima notte dopo il Natale, si dice ella speri di vederli passare. La Befana, comunque, non ha nulla ha che vedere con il significato religioso della festa dell’Epifania, e alcuni ritengono sia la personificazione di Madre Natura, che giunta alla fine dell’anno invecchiata e avvizzita, offre regali che potrebbero simboleggiare dei semi da cui lei rinascerà bambina.

S. Francesco. Le verità nascoste

Fonte: http://www.gianmarcobragadin.it/

S. Francesco. Le verità nascoste: L'amore per Chiara, i Templari, i Sufi, i Catari. Tutti i misteri di Assisi di [Bragadin, Gian Marco]

Della vita e dell’opera del Santo più amato d’Italia si sa ben poco. La Chiesa ha provveduto a cancellarne ogni traccia, distruggendo e bruciando ogni documento dell’epoca – biografie e immagini – che testimoniasse la vera identità di Francesco, per trasformarlo nell’umile e ubbidiente soldatino di Cristo che conosciamo.

Ma chi era realmente Francesco? Cavaliere Templare, in Terrasanta ha conosciuto i Sufi (è stato ricevuto dal Sultano Al-Malik al-Kàmil) e ha operato –assistito dal suo fedele compagno, frate Elia- per la pace tra le religioni (non è un caso che proprio ai francescani sia affidata la custodia del Santo Sepolcro).

Avendo madre e nonni catari, ha combattuto per difenderli dal massacro ordinato dal Papa. Ed è ai Catari che si è ispirato per la scelta della povertà. Rimasto sempre laico, ha trascorso la propria vita a predicare il Vangelo per le strade e nelle piazze. Con il cuore e con le opere è stato vicino ai nemici della Chiesa, mentre con il suo amore per Chiara, totale e sublime, ha realizzato in Terra l’Unione della Coppia Cosmica – così com’era già avvenuto per Cristo e Maddalena.

Il fumo e i tassi di mortalità

Scritto da: Andrea Sperelli
Fonte: http://www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_id=12037

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Due morti su tre fra i fumatori sono legate proprio alle sigarette. Lo dice una ricerca dell’Australian National University pubblicata su BMC Medicine, secondo cui il rischio di morte prematura è molto più alto di quanto si pensasse per ogni categoria di fumatori.
La ricerca ha seguito per 4 anni 200mila persone oltre i 45 anni, concludendo che due terzi delle morti di fumatori attivi sono associabili al consumo di sigarette, mentre secondo la letteratura scientifica sin qui prodotta il legame era quantificabile in un 50 per cento.
La docente di Epidemiologia Emily Banks che ha coordinato lo studio spiega: “abbiamo osservato che nell’arco di quattro anni i fumatori correnti avevano una probabilità tripla di morire rispetto a chi non aveva mai fumato”. Per calcolare le morti legate al fumo i ricercatori hanno associato i dati del registro nascite e decessi ai nomi dei partecipanti, escludendo quei soggetti colpiti da patologie cardiache, ictus o tumori.
“Il rischio di morte associato al fumo di 10 sigarette al giorno è simile a quello di chi soffre di obesità morbosa, cioè con un indice di massa corporea di 35 o più”, ha spiegato Banks.
“Tutti sappiamo che il fumo fa male ma adesso abbiamo delle prove indipendenti che confermano la percezione generale a livello internazionale. Persino con i bassi tassi di abitudine tabagica che abbiamo in Australia (i fumatori da queste parti sono appena il 13% – un risultato incredibile se si considera che negli anni ’30 a fumare era il 70% dei maschi e che fino agli anni ’90 fumava ancora il 30% dei maschi e delle femmine ), abbiamo rilevato che i fumatori hanno un rischio di morte prematura triplicato rispetto a chi non ha mai fumato; attraverso questo studio abbiamo potuto stimare anche che i fumatori muoiono in media una decina di anni prima dei non fumatori. Smettere a qualsiasi età riduce i rischi e più giovani si è quando si rinuncia al fumo, maggiore è il beneficio”.
Fumare 10 sigarette al giorno significa raddoppiare le probabilità di morire, mentre consumarne un pacchetto equivale a un aumento di 4-5 volte.
L’Australia è uno dei pochi paesi ad aver introdotto stringenti politiche anti-fumo, fra cui anche una tassazione pesante e l’adozione del ‘plain packaging’, cioè del pacchetto solo in minima parte occupato dal brand e con in primo piano dei messaggi dissuasivi.
“L’aumento dei prezzi del tabacco – afferma Kerry Doyle, amministratore delegato della NSW Heart Foundation – si è rivelato il mezzo di intervento più efficace per ridurre la domanda di tabacco. Visto che il fumo è una delle cause principali di malattie cardiovascolari (infarti, ictus e arteriopatie periferiche), più deterrenti si mettono in campo tra la gente e il fumo, meglio è”.

Turchia, l’ennesimo attentato palesa il fallimento di Erdogan

Scritto da: Paolo Marcenaro
Fonte: http://www.opinione-pubblica.com/turchia-ennesimo-attentato-palesa-fallimento-erdogan/

Attentato a Istanbul 01 01 2017

Inizia come era finito il 2016 anche l’anno nuovo. Nella notte del veglione, ad Istanbul, in uno dei night club più rinomati e frequentato da VIP e turisti, il Reina, fa irruzione un commando di terroristi che spara sulla folla. Alla fine saranno 39 le vittime, dei quali 25 gli stranieri, e 70 i feriti in seguito all’attentato. Sembra che nelle ore successive l’ISIS abbia rivendicato l’attentato in lingua araba e turca (mai accaduto prima), “Turchia serva della Croce” avrebbero dichiarato i membri del califfato. Smentita invece la voce che narrava di un killer travestito da Santa Claus, sono otto i sospetti jihadisti indagati dalla Polizia turca.

Dopo Berlino, il 19 dicembre scorso, tocca ora a Istanbul. Un capodanno di sangue che non regala alcuna soluzione di continuità tra vecchio e nuovo anno.

Ma che fa anche seguito ai tanti attentati che nel 2016 hanno colpito la Turchia in diverse città. Un anno decisamente turbolento per il paese anatolico, se agli attentati aggiungiamo l’assassinio in diretta dell’Ambasciatore russo Karlov, che può essere legato anch’esso alla questione ISIS/Siria e il tentativo di golpe fallito da frange militari dello Stato turco con il conseguenti repulisti di Erdogan che ha colpito anche numerosi giornalisti e membri della società civile.

Proprio il “Sultano” con la sua ideologia neo-ottomana ha a suo carico le maggiori responsabilità per la trasformazione della Turchia in un paese turbolento, avvelenato dalle spinte islamiste. Sebbene non pochi si erano rallegrati quando, in seguito al vertice kazhako ad Astana, la Turchia di Erdogan ha dato finalmente l’impressione di voler voltare decisamente pagina rispetto alla “rotta” tenuta negli ultimi cinque anni nei confronti della Siria e di voler cooperare fattivamente con Russia e Iran per una soluzione del conflitto che prescindesse da precondizioni speciose del genere “Assad must go”, tuttavia, una volta che ci si è “seduti a cena con il diavolo”, non sempre è facile alzarsi chiedendo permesso e dileguarsi, e questo Recep Erdogan lo sta sperimentando molto bene sulla sua pelle.

Nell’ultimo anno la Turchia ha subito numerosi atti terroristici che sembrano scientemente organizzati e temporizzati per punire il Presidente turco per la sua svolta pragmatica nei confronti della Siria e della Russia. Il mondo jihadista adesso punta a colpire nel vivo l’immagine della Turchia, un’immagine che Erdogan in parte era riuscito a propagandare: la Turchia era considerata uno stato musulmano moderno, vitale, meta di turisti e investitori, crocevia per il Medio Oriente, i Balcani, l’Europa e il Caucaso.

Ma il Sultano, che nel 2010 portava avanti la politica “Zero Problemi coi Vicini”, lodava Assad e l’Iran, e discuteva di una “mini-schengen” che coinvolgesse Ankara, Damasco, Baghdad e Teheran, avrebbe dovuto essere più cauto. Avrebbe dovuto valutare con più attenzione il rischio di collaborare con l’Occidente sulla Siria. Invece la Turchia sotto la guida dell’AKP dal 2011 ha trasformato il varco di confine di Bab al-Hawa in una vera e propria autostrada per terroristi e si è compromessa spesso con estremisti di ogni sorta (l’export di petrolio rubato dall’ISIS sarebbe stato impossibile senza la conveniente sponda turca…).

A nostro avviso i rischi che correva Ankara in questa condotta aggressiva per certi versi e temeraria per altri erano chiaro sin dall’inizio. Il tentativo da parte di Ankara di sganciarsi dal giogo degli islamisti avrebbe comportato ritorsioni e rappresaglie sanguinose. Già nei mesi scorsi avevamo coniato per la Turchia un termine che calza a pennello al Sultanato di Erdogan: la Pakistanizzazione o Modello Pakistan, che dir si voglia. Troppe similitudini ad uno stato, quello pakistano, nato per essere una repubblica laica e moderna (almeno per gli standard del contesto islamico) e finita per essere una repubblica islamista con grandi lotte intestine etnico-religiose che la dilaniano dal suo interno.

LEGGI ANCHE: Le Purghe di Erdogan e il Modello Pakistan in Anatolia.

Gli ultimi eventi ci confermano che tale nostra preoccupazione fosse giustificata e che la possibilità che l’Europa si trovi con un grande paese musulmano scosso da periodici attentati, con istituzioni fragili, personalistiche e soggette a periodiche minacce da parte delle istituzioni spionistiche e militari dello Stato, diventi ogni giorno più probabile.

Qualcuno dovrebbe domandarsi, se questi sono i risultati nel seguire e appoggiare le iniziative degli Usa, che cosa aspetti l’Europa a iniziare a fare i propri interessi e impegnarsi fattivamente per un Medio Oriente pacifico e stabile, terreno di investimenti e commerci e non fonte di orde di migranti e centro nevralgico di reti terroriste capacissime (come si è visto di recente) di colpire anche il Vecchio Continente.