Buffalo Bill I numeri del bisonte

Fonte:http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1609&biografia=Buffalo+Bill

Buffalo_Bill

William Frederick Cody nasce a Le Claire, nello stato dell’Iowa il giorno 26 febbraio 1846.

A soli quindici anni legge un annuncio che oggi appare bizzarro e che recita grossomodo: “Occorrono ragazzi sotto i diciotto anni, svelti, esperti cavalieri consapevoli di rischiare la morte ogni giorno: si preferiscono gli orfani”. Cody ne viene attratto e diventa così un corriere Pony Express.

Dopo la morte della madre si arruola nel 1863 nel VII Cavalleggeri dello stato del Kansas, prendendo parte alla guerra di secessione americana. Presso il campo militare di St. Louis, dove stava sostando, il futuro Buffalo Bill conosce Louisa Frederici, la donna che poco tempo dopo, nel 1866, diventerà sua moglie e dalla quale avrà quattro figli.

 

Terminata la guerra William Cody lavora per l’esercito e per la compagnia “Pacific Railway” come guida civile, fino al 1872. Nello stesso periodo il Congresso gli assegna la più alta onorificenza militare degli Stati Uniti, la “Medaglia d’Onore”, per aver dimostrato “coraggio in azione“. La stessa medaglia sarebbe stata revocata a meno di un mese dalla morte (avvenuta nel 1917), in quanto Cody era un civile al momento della meritevole azione; la medaglia gli sarebbe stata poi riassegnata definitivamente nel 1989.

Il soprannome “Buffalo Bill” gli viene appioppato rubandolo a un tale William Comstock, a cui apparteneva in precedenza, superandolo in una gara di caccia al bisonte. La leggenda narra che Cody, negli anni tra il 1868 ed il 1872, per sostenere gli operai addetti alla costruzione della ferrovia, li abbia riforniti di carne di bisonte uccidendo l’impressionante numero di 4.000 esemplari. I bisonti erano oggetto di caccia nella zona proprio perché il loro sterminio avrebbe velocizzato le attività di sgombero e di costruzione della ferrovia.

Presso Warbonnet Creek, nel 1876, Buffalo Bill fa una dichiarazione: per vendicare la morte del Generale Custer a Little Big Horn, afferma di avere ucciso un guerriero cheyenne, tagliandogli lo scalpo.

Se il mito di Buffalo Bill si è alimentato grazie al protagonista stesso, la diffusione si deve a Ned Buntline, popolare scrittore che in diversi racconti narra le gesta di Buffalo Bill; Buntline arriva a chiedere a Cody di interpretare la trasposizione teatrale delle sue novelle: Buffalo Bill accetta di diventare attore, e interpreterà se stesso per undici stagioni consecutive.

Lanciato nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, nel 1883 crea il “Buffalo Bill Wild West Show”, spettacolo circense in cui vengono ricreate e rappresentati in tipico stile western momenti come la battaglia di Little Bighorn. Allo spettacolo partecipano veri cowboy e pellerossa dell’epoca, come Toro Seduto (il leggendario capo Sioux), Calamity Jane e Wild Bill Hickock.

In oltre vent’anni di attività il “Buffalo Bill Wild West Show” diverrà un successo negli Stati Uniti e anche in Europa. Nel vecchio continente, a Londra nel 1889, sarà una delle attrazioni principali durante il Giubileo d’Oro della Regina Vittoria.

Lo spettacolo arriva anche in Italia nel 1890; convertitosi da poco tempo al cattolicesimo esprime e realizza il desiderio di incontrare papa Leone XIII. Nello stesso anno, sebbene sia un affermato showman di fama internazionale, Cody partecipa con il grado di colonnello alle operazioni militari contro i Sioux, tribù che aveva già combattuto nel 1876.

William Cody muore all’età di 71 anni, il 10 gennaio 1917 a Denver; dietro sua richiesta viene sepolto sulla Lookout Mountain, in Colorado, ad est di Denver.

Sono molte le pellicole che si ispireranno alla vita e alle gesta di Buffalo Bill; tra queste ricordiamo “The Plainsman” di Cecil B. De Mille (1936, con Gary Cooper), “Buffalo Bill” di William A. Wellman (1944), “Buffalo Bill e gli indiani” di Robert Altman (1976, con Paul Newman).

In Italia il regista Giuseppe Accatino realizza nel 1949 “Buffalo Bill a Roma”, dedicato alla reale sfida che aveva visto Cody e il suo circo soccombere contro la rappresentanza di butteri laziali dell’Agro Pontino guidati dal circense Augusto Imperiali.