L’aceto bianco e le sue mille proprietà di pulitore

Scritto da: Memole Bio
Fonte: http://www.soloecologia.it/20072011/l%E2%80%99aceto-bianco-e-le-sue-mille-proprieta-di-pulitore/

Pulire la casa e i suoi ambienti comporta spesso un gran dispiego di detersivi, sgrassatori e quant’altro. Ma vi siete mai soffermati a leggere i componenti chimici presenti in quei flaconi? Non c’è nulla di salutare in quello che impieghiamo per pulire la nostra bella casetta anzi, utilizzando certi detersivi, le nostre mani e le nostre mucose entrano in contatto con veleni che irritano seriamente la pelle e l’apparato respiratorio.

Dobbiamo assolutamente imparare a impiagare di più una sostanza naturale come l’aceto bianco per le nostre pulizie green.

Vediamo come fare: possiamo utilizzarlo come anticalcare per rimuovere le incrostazioni del bagno, senza mai mischiarlo col cloro che è contenuto in molti detergenti per sanitari! La quantità di aceto da usare va diluita in altrettanta acqua. Volendo, con l’aggiunta di poche gocce di olio essenziale al limone o alla lavanda, si attenuerà l’odore di aceto che alcuni trovano fastidioso.

Nel bucato l’aceto è poi un ottimo ammorbidente. Per evitare che il vostro maglione di lana preferito infeltrisca sciacquatelo con acqua e aceto. Immergete in una soluzione di acqua tiepida e aceto anche le coperte di lana: riacquisteranno morbidezza.

E sapevate che l’aceto è anche utile come smacchiatore? Per evitare brutte sorprese fate prima una prova su un punto nascosto del tessuto, poi – se tutto va bene – tamponate le chiazze con un po’ di aceto. Utilissimo per togliere gli aloni lasciati dai deodoranti sulle camicie: prima di lavarle lasciatele immerse in acqua e aceto. Ottimo anche contro le macchie di calce sugli abiti da lavoro.

Per eliminare le macchie e ravvivare i colori di tappeti e moquette, pulite bene con l’aspirapolvere e poi, sempre dopo aver fatto una prova su un angolo nascosto, procedete passando uno straccio imbevuto di aceto sfregando nel verso del pelo. Fate attenzione a cambiare il panno via via che si sporca!

Per togliere le incrostazioni dalle tubature della lavatrice? Impiegate quattro litri di aceto allungato con acqua e programmate il lavaggio a vuoto a 90 gradi. Stesso utilizzo ma, con un solo litro, per pulire la lavastoviglie.

Per non parlare poi dell’utilizzo dell’aceto bianco sui specchi, bicchieri o lenti di occhiali (ma solo di quelle senza trattamento antiriflesso). Passateli con una pezzuola imbevuto di aceto e vedrete come splenderanno!

Passare una spugna imbevuta di acqua e aceto bianco aiuterà a mantenere pulito il frigorifero. Utilizzatelo anche per eliminare le macchie dal forno, è un toccasana e i vostri manicaretti non avranno più sapore di detersivo!

Insomma, utilizzando l’aceto bianco per le nostre pulizie green elimineremo la maggior parte dei detersivi che compriamo abitualmente, con un grande sollievo per il nostro portafoglio e per la nostra salute.

Kosovo, il ritorno dell’Esercito nazionale albanese

Scritto da: Nicola Sessa
Fonte:http://it.peacereporter.net/a

Un’altra complicazione per Pristina e la Kfor nella gestione dell’ordine pubblico e della pace nella ex provincia serba

Dopo un silenzio durato almeno tre anni, l’Esercito nazionale albanese (Aksh) ricompare sulla scena kosovara tramite un comunicato firmato dal portavoce politico Sazan Toplica.

La formazione terroristica – un esercito clandestino che potrebbe contare sulla forza di circa 12 mila uomini – minaccia azioni militari nel nord del Kosovo (dove vive la maggioranza serba) se entro il 30 di settembre il presidente e il premier kosovari non firmeranno il decreto per la formazione di un esercito regolare della repubblica del Kosovo.

Il comunicato-ultimatum irrompe in un momento molto delicato: il territorio a nord del fiume Ibar è in piena crisi, coinvolto in una guerra doganale tra Belgrado e Pristina. Gli incendi, le barricate e gli scontri tra i serbi del Kosovo, gli uomini della Kfor e le forze speciali inviate dal ministro Rexhepi hanno riportato il Kosovo indietro di qualche anno, incapace – dividendone i demeriti con la Serbia – di maneggiare uno status pacifico molto precario. Non è una sorpresa se gli ossevatori internazionali hanno cominciato a catalogare la situazione kosovara – ormai già da qualche anno – come “frozen conflict”, un vulcano dormiente ma pericolosissimo, al pari della Transnistria e del Nagorno Karabakh.

Nato da una costola dell’Uçk, l’esercito di liberazione del Kosovo, la storia dell’Aksh è a dir poco fosca: secondo alcune informazioni l’esercito nazionale (che non disdegna i reclutamenti forzati sfruttando la società clanistica albanese) opererebbe già dal 1999, ma diversi studiosi collocano la nascita della formazione terroristica nel 2001. Nessun dubbio, invece, sugli scopi perseguiti: la costituzione della Grande Albania con l’unificazione di Tirana al nord della Macedonia e della Grecia, del Kosovo, del sud della Serbia e del Montenegro. Ovunque ci sia la presenza albanese, là dovrà sventolare la bandiera rossa con l’aquila bicipite di Tirana.

Negli ultimi anni le azioni e le intenzioni dell’Aksh si sono concentrate soprattutto sul Kosovo: dopo aver rivendicato diversi attentati dinamitardi, soprattutto nelle zone abitate dai serbi, gli uomini incappucciati di nero hanno più volte minacciato Pristina di attaccare e conquistare il nord del Kosovo per scacciare i serbi, se non avesse provveduto a farlo il governo. A seguito della dichiarazione unilaterale di indipendenza del 17 febbraio 2008, l’esercito nazionale albanese aveva proclamato una sorta di tregua, sparendo dalla scena e concedendo un periodo di tempo necessario alle istituzione per la creazione di un esercito regolare (ma la comunità internazionale non è molto propensa sull’argomento per evitare ulteriori attriti con Belgrado). A leggere l’ultimatum firmato da Toplica – e a voler dare credito ai suoi contenuti – il tempo sta per scadere.

Cosmetici naturali, biologici, biodinamici: che differenza c’è?

Scritto da : Nicoletta
Fonte: http://www.soloecologia.it/

l desiderio di non nuocere all’ambiente sta per fortuna dilagando anche nel mondo della cosmesi, con case produttrici che presentano al pubblico prodotti sempre più “green” o presunti tali.

Perché una linea di prodotti o cosmetici o make-up possa essere definita “amica della natura” bisogna che tutti i suoi componenti siano naturali e certificati, prodotti con tecnologie e processi produttivi rispettosi dell’ambiente. Anche il packaging deve essere ecologico, ovvero non costituito da plastica, ma da altri materiali, al 100% biodegradabili. E deve essere ridotto al minimo indispensabile (ne abbiamo parlato in questo articolo). Ancora meglio se, al fine di produrre minor quantità di rifiuti e inquinare meno, terre, ciprie e ombretti vengono venduti sotto forma di cialde ricaricabili.

Certo non è deplorevole il fatto che sugli scaffali di profumerie e supermercati sia presente una nuova generazione di cosmetici ecoconsapevoli, ma per scegliere in maniera ragionata occorre conoscere alcune differenze essenziali nei termini utilizzati. Le normative stabiliscono quanto segue:

* Per cosmetico naturale certificato si intende un prodotto composto da materie prime lavorate con processi naturali e non testato sugli animali. Non può contenere derivati del petrolio, conservanti sintetici, coloranti sintetici, siliconi, formaldeide, alcol, parabeni, PEG, OGM o loro derivati. Tra gli ingredienti naturali ne esistono di origine vegetale, animale (uovo, miele, latte, sericina…) o minerale (rame, alluminio, silicio, blu di Prussia). Le lavorazioni concesse possono essere di tipo fisico (centrifugazione, distillazione, essicamento) oppure enzimatico/microbiologico.
* Per definizione, un cosmetico di origine naturale è costituito da sostanze provenienti dal mondo vegetale, animale o minerale, ma è stato sottoposto a un procedimento di tipo chimico.
* Per cosmetico biologico si intende una sostanza costituita per almeno il 90% da ingredienti provenienti da coltivazioni e allevamenti bio (ovvero, che non fanno uso di pesticidi, fertilizzanti e concimi chimici) oppure dalla raccolta spontanea in aree protette e certificate.
* I cosmetici biodinamici aggiungono a tutte le caratteristiche dei cosmetici biologici la presenza di ingredienti provenienti da coltivazioni biodinamiche, quelle che si rifanno a protocolli ancora più rigidi, mirando ad aumentare l’attività biologica – ovvero la vitalità – della terra.

Vale la pena di optare per i cosmetici naturali e biologici? Assolutamente sì, perché la pelle assorbe anche il 60% delle sostanze con cui viene in contatto e la qualità dei prodotti utilizzati per detergerci, trattarci e truccarci nel corso della vita è estremamente importante anche per la nostra salute.

Il problema è che leggere l’etichetta non è sempre facile. Seguite allora queste semplici regole:
* Se i nomi degli ingredienti sono indicati con il nome latino significa che non sono stati sottoposti a interventi chimici;
* Se nell’elenco delle sostanze alcune hanno un nome inglese vuol dire che esse hanno subito un processo chimico;
* I coloranti sono indicati al fondo della lista degli ingredienti, sempre con la sigla C.I. (Color Index), tranne quelli per i capelli, indicati con il nome chimico in inglese (Hc black n. 6).
* Sicuramente non sono “naturali” i prodotti che includono almeno una delle seguenti sostanze chimiche: chlorine, EDTA triclosan, methicone, paraffinum liquidum, phenoxyethanol, quaternium, triclosan e tutti i composti dei termini parabene, PEG e propyl.

Le catastrofi? Preparatevi a tenervele.

Scritto da : Debora Billi
Fonte: http://crisis.blogosfere.it

Ogni volta che penso a L’Aquila mi viene il magone. Una città antica, bellissima, di quelle che solo noi italici possiamo vantare, e la sensazione è quella che non verrà mai ricostruita e non la vedremo mai più.

Ci spiega bene James Howard Kunstler, in un post uscito ieri, il futuro delle città e delle popolazioni vittime di terremoti, alluvioni, uragani, e altre catastrofi naturali. Kunstler fa un elenco da rabbrividire: monti Catskills e Adirondacks, le valli Mohawk e Hudson, Vermont, New Hampshire, Massachusetts occidentale, Pennsylvania, Virginia, Delaware, Maryland, Connecticut, Long Island, Rhode Island e Nord Carolina. Regioni ed interi Stati letteralmente devastati dall’uragano Irene, città ancora sott’acqua, decine di morti e migliaia di senzatetto. La stampa, appurato che a Wall Street è tutto OK, è passata oltre e non dice più una parola.

Continua Kunstler:

Il prossimo passo è realizzare che non ci sono più soldi per rimettere tutto a posto. Gli Stati non hanno soldi. Il governo centrale è a pezzi, mentre la gran parte dei cittadini e delle aziende non hanno alcuna copertura assicurativa verso le alluvioni.

Questo è un avvertimento all’America che le catastrofi convergenti dovute al cambamento climatico, alla scarsità energetica e al fallimento del capitalismo causeranno più danni della somma delle loro parti, nel portare una società complessa alla fossa. E naturalmente, le ramificazioni politiche seguiranno. Ci sarà un sacco di gente irritata nel nordest.

La mia scommessa è che la rabbia politica sarà uguale su entrambi i campi, destra e sinistra, quando la gente sarà abbandonata o senza casa, o senza il lavoro che aveva fino al giorno prima. E scommetto che capiranno qualcosa dell’estrema impotenza, incompetenza e mendacità di entrambe le parti politiche.

Un’altra prospettiva delle crisi che si incrociano in questi anni è proprio il non poter recuperare dopo le catastrofi naturali. Non ci sarà alcuno Stato che verrà in soccorso, non ci saranno più interventi e finanziamenti, non ci sarà più nessuno ad approvare leggi di emergenza. La lunga emergenza, per citare ancora Kunstler, non considera le catastrofi. Saranno faccende private.

IL CIBO USATO COME ARMA. ECCO COME…

Fonte: http://www.activistpost.com/2011/07/6-ways-food-is-being-used-as-weapon.html#more
Tradotto da: http://www.informarmy.com/

Nel 1974 nel NationalSecurity Study Memorandum 200: Implications of Worldwide Population Growth forU.S. Security and Overseas Interests, Henry Kissinger suggerì di usare il cibocome arma per indurre una riduzione mirata della popolazione. La tattica primariada usarsi : ritirare l’aiuto di cibo dalle nazioni in sviluppo fino a che nonsi fossero sottomesse a una politica di controllo delle nascite.

Dunqueil cibo doveva essere usato semplicemente come un altro metodo dicolonizzazione imperialista per costringere dei paesi a conformarsi allepolitiche desiderate dai controllori.
Ma oggi sembra che tutto iI globo stia ricevendo un arsenale di bombe-cibo, perchè sembra ci sia un attacco variegato sull’accesso al cibo da parte della gente. In poche parole: quel che per 40 anni è stata definita una tattica di controlloattraverso il cibo come aiuto a popolazioni regionali, ora è diventato una faccendapiù complessa ed estesa. Nelseguito i modi in cui il cibo è usatoper dichiarare Guerra contro la popolazione.
1. Inflazione del cibo: l’indiceFAO (organismo ONU, Food and Agriculture Organization) sul prezzo del cibo a giugno è aumentato da 3 a 234 punti,ovvero il 39 percentodi aumento sull’anno. Questi aumenti causano fame di massa e rivolte sociali in molte regioni povere del mondo, ma stanno anche cominciando a punirela classe media (la borghesia) nelle nazioni industrializzate. L’inflazione delprezzo del cibo è determinata primariamente dal un bene-dollaro svalutato causa stampa eccessiva di denaro e causa la speculazione di Wall Street, che forse è meglio chiamare manipolazione sui beni e non speculazione sui beni .
Come WilliamEngdahl ha di recente detto “l’abilità di manipolare a livello mondiale i cib iessenziali secondo volere (…) è piuttosto recente. Fino alla crisi del grano della metà degli anni 70, non c’era un prezzo mondiale unico del grano, ilprezzo di riferimento per il prezzo di tutti i cibi e tutti i prodotti”
(…)Indipendentemente se le carenze di cibo siano reali o manipolate, i prezzi del cibo continueranno a salire
a causa dell’aumento della domanda e di un dollaro sempre più debole. Per fortuna ci sono molti modi PER PROTEGGERVI DALLA INFLAZIONE DEL CIBO ed in generale dalla guerra del cibo.
2. Penurie di cibo. Attraverso ilcontrollo dei rifornimenti, le carenze di cibo sono stati usate come arma per creare conflitti regionali , per incoraggiare le missioni di pace e come “la carota della politica estera” (come chiaramente definito nel memorandum di Kissinger succitato)
Gliesempi più recenti: le continue negoziazioni con la Corea del Nord , che continuamente tiene il fucile nucleare puntato sulla testa dell’Occidente, in cambio di cibo.La Somalia che fino agli anni 70 era autosufficiente, è diventata uno stato fallitocausa la penuria di cibo. Qui e altrove la carestia è di solito causata da un tracollo economico manipolato. Molti hanno riportato che la mancanza di cibo fosse il fattore sottostante la rivoluzione egiziana.
3. Additivi chimici: dai pesticidi ai conservanti, altro non sono che armi nell’agenda di “riduzione della popolazione” . Molte tossine alimentari come fluoro, aspartame o glutammato(MSG) ora si sa che hanno effetti negativi sulla salute. Altre sostanze prodotte a laboratorio come lo sciroppo di grano ad alto contenuto di fruttosio (HFCS highfructose corn syrup) stanno dimostrandosi ben poco sane, poiché rivelano tracce di mercurio. Ma guarda caso.. provate a trovare un dolce che non contenga HFCS…
I pesticidi rientrano nella categoria degli additivi chimici, soprattutto i pesticidi OGM, chiamate tossine Bt, che vengono trovate nel sangue di quasi tutti i Nordamericani e persino nell’80% dei feti nonnati. Si presume che tali tossine vengano acquisite mangiando soya e grano OGM e dal bestiame che di queste si nutre . Ma.. CI SONO COMUNQUE MODI PER POTER MANGIARE COME UMANI

4.Cibo OGM: c isono molte ragioni per evitare di mangiar questo cibo : dalle preoccupazioni sulla salute al fatto che in tal modo si sostiene un cartello diabolico. Questi raccolti OGM sono la via per monopolizzare la vita umana attraverso una tecnologia brevettata e la distruzione dell’ambiente attraverso pratiche di monocultura altamente chimiche . Mentre in USA si stima che il 70per cento della dieta del cittadino medio li contenga, molti paesi in EU li respingono (siveda l’Ungheria di recente). Ma.. causa le molte pressioni delle multinazionali, molti paesi sono costretti ad adottarli, nonostante le evidenzedi contaminazione ambientale e di infezione di piante transgeniche.

5. Il clima. Con la introduzione della modificazione climatica, su cui persone come BillGates investono e che i think tanks della elite globalista apertamente promuovono, sono cresciute le preoccupazioni che i governi possano usare il clima come un’armadeliberata per causare guerre di cibo. Nonostante le critiche di cospirazionismo,è difficile ignorare il documento del 1996, presentato alla Air Force (Aeronautica)e dal titolo: Owningthe Weather 2025 (PDF), che afferma esplicitamente come titolo a pagina100: Applying Weather-modification to Military Operations= Applicare la modificazioneclimatica alle Operazioni Militari

Ufo a Giardini Naxos Gli esperti aprono l’X-File

Fonte: http://messina.blogsicilia.it/ufo-a-giardini-naxos-gli-esperti-aprono-lx-file/57542/

31 agosto 2011 –  Ufo a Giardini Naxos. La notizia risale al 15 agosto e lo strano oggetto sul cielo è stato fotografato da una turista francese, che ha voluto restare nell’anonimato.

Lo scrive ‘Notizie Fresche’, raccontando che lo scatto è stato spedito presso la casella di posta elettronica del Centro Ufologico Siciliano, allegata alla seguente descrizione: «Ho scattato questa foto il 15 Agosto alle ore 15:10, ero in un albergo di Taormina quando ho visto un punto nero su Giardini Naxos (traiettoria: Catania Messina) a circa 2000-3000 metri. Ho fatto un zoom x20 a 5 milioni di Pixels; ma con in sole non si vedeva bene lo strano oggetto perché in controluce, pensavo fosse un’aquila oppure una vela. Quando sono rientrato in casa in Francia ho messo tutto sul computer ed è apparsa questa foto: molto strana, no?». Dopo la segnalazione, è scattata l’indagine e la conseguente relazione, scritta da Daniele Cataldi, esperto di fiducia di Salvatore Giusa, presidente del Cus.

Nella conclusione dello scritto si legge che “la presenza dei metadati (EXIF) contenuti dell’immagine ci dice come la foto sia in realtà un originale non contraffatto, perché non sono stati modificati dopo lo scatto. La valutazione finale, comunque deve tener conto anche di altri dati osservati nell’immagine. In conclusione dai dati presenti sulla foto risulta incerto se tali dati siano stati elaborati o siano del tutto originali (con una approssimazione di modifica intorno al 33%)”.

Insomma, il mistero s’infittisce.

WG

Gli endocannabinoidi rendono i cibi grassi una droga

Fonte: http://www.italiasalute.it

Uno studio italo-americano ha scoperto il fondamentale ruolo degli endocannabinoidi nella gestione del desiderio di cibi grassi e ipercalorici. Lo studio, firmato dal prof. Daniele Piomelli dell’Istituto Italiano di Tecnologia e condotto in collaborazione con la University of California – Irvine e l’Albert Einstein College of Medicine of Yeshiva University, New York, svela i meccanismi biologici alla base del piacere legato al consumo di cibi grassi.
I ricercatori coinvolti in questo progetto hanno identificato un sorprendente meccanismo biologico, che si è dimostrato essere alla base della difficoltà nello smettere di mangiare cibi ricchi di grassi, una volta iniziata la loro ingestione.

Dai test effettuati, è stato evidenziato il ruolo fondamentale degli endocannabinoidi nel generare questo impulso.  Questi ultimi sono sostanze prodotte naturalmente dal corpo umano,  chiamati in questo modo in quanto il THC, il principio attivo della marijuana, o Cannabis, ne mima gli effetti, compreso quello del desiderio di cibo. Nei test effettuati, si è visto che i soli cibi grassi, quindi non gli zuccheri o le proteine, generano un segnale di feedback positivo nella lingua che, prima, viene inviato al cervello e da lì, attraverso il nervo vago, all’intestino.

Qui il segnale stimola la produzione di due endocannabinoidi, l’anandamide e il 2-AG (2-arachidonil-sn-glicerolo), che si legano al loro recettore target CB-1 (Cannabinoid-1), causando la sensazione di desiderio, quasi certamente regolando il rilascio delle sostanze chimiche coinvolte nella fame e nella sazietà.
“Parlando in termini evolutivi – spiega il Prof. Daniele Piomelli – l’esistenza di questo meccanismo è stata molto importante per l’adattamento e la sopravvivenza dei mammiferi, in quanto i cibi grassi rappresentano un’importante e primaria fonte di energia. Ma, oggi, non è più così, sia perché nell’ambiente in cui viviamo abbiamo a disposizione tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, sia perché lo sforzo fisico a cui siamo sottoposti è molto minore rispetto al passato.

Quindi, questo meccanismo, così necessario nel passato, è diventato causa di sovrappeso, obesità e patologie molto importanti, quali il diabete, la malattia coronarica e i tumori”. Inoltre, è stato dimostrato anche che, attraverso la somministrazione di un antagonista del recettore CB-1, chiamato rimonabant, che ne blocca l’attivazione, il bisogno di ingestione dei grassi diminuisce. Questo fatto ha un risvolto molto importante: sarebbe possibile inibire i recettori degli endocannabinoidi a livello locale, nell’intestino, e non centrale, eliminando così gli effetti collaterali del loro blocco sul cervello, quali ansia e depressione.
“Oggi, le soluzioni contro all’obesità – continua il prof. Piomelli – non sono molte e, comunque, sono piuttosto invasive o hanno degli effetti collaterali decisamente importanti. Pensiamo, ad esempio, agli interventi ‘gastrorestrittivi’, con l’uso di un palloncino o di un anello, o alla prescrizione di farmaci anoressizzanti, quali l’anfetamina. La possibilità di inibire a livello locale, e non centrale, il desiderio di ingerire i grassi sarebbe un grandissimo passo avanti, con innumerevoli vantaggi per la salute del paziente”.

100 km/ l e 600 $: fatta in Cina da tedeschi

Scritto da: Sergio Capraro
Fonte:http://www.howtobegreen.eu

Ho preparato un intervento per chiarire quali siano le scelte tecniche che l’automotive dovrebbe rispettare per favorire una giusta World Wide Green Philosophy e come il mercato ad oggi non lo stia ancora facendo, tanto meno nell’elettrico.

Parlo qui di automobili, perchè tra tutte le categorie dei veicoli: elettrici, ibridi, ibridi plug-in ed elettrici extended range, non c’è modo di far rientrare questo reportage.

Eppure, come vedrete o come già sapete: elettrici, ibridi, ibridi plug-in, elettrici extended range, a idrogeno, a biocarburante, a vapore, a molla, a quel che volete, sempre due sono le variabili che dovrebbero essere comunque ottimizzate: la massa e gli attriti.

In tal caso, sostanzialmente lo si fa; anticipo quindi questo breve intervento di più agevole lettura sull’altro necessariamente molto più corposo.

Eppur si muove: ci sono ragioni per dirlo!

Un profilo aerodinamico ed una realizzazione in fibra di carbonio (ovviamente non verniciato), per raggiungere l’obbiettivo di 100 Km/l.

La altre caratteristiche sono:

– L x W x H =3,47 x 1,25x 1 metri.
– Monocilindrico diesel e trasmissione automatica.
– Monoposto (poco, cambierebbe per 4 posti…magari riducendo un pò le prestazioni aggiungo io).
– Velocità massima 100-120 Km/h.
– Capacità del serbatoio 6,4 l per ca. 640 Km di autonomia.
– 3 anni dalla concezione alla realizzazione del prototipo Volkswagen?
– 4.000 yuan pari a ca. 600 USD o ca. 400 € in vendita dal prossimo anno.
– Sicurezza paragonabile ad un’auto da competizione.

Se e quando la venderanno non lo so ma certamente non sarà solo per il mercato cinese.

Credo quindi sempre più probabile oltre che ovvio, che le grandi case automobilistiche sappiano benissimo in che direzione andare solo che al momento, considerato la nostra ignoranza, ci vendono tutto il vendibile anche se di rapida obsolescenza.

Buona giornata.