Il trionfo dell’obsolescenza programmata.

Fonte: http://www.pocacola.com/2006/06/08/il-trionfo-dellobsolescenza-programmata/

“…L’industria consumistica vive e prospera sull’Obsolescenza Programmata, questo ormai lo sanno tutti. Quando si immette sul mercato un prodotto, già si sa quando esso sarà da buttare via. In caso contrario, non lo si mette sul mercato. Ogni utensile è quindi progettato per rompersi o per smettere ben presto di servire a qualcosa, perché altrimenti nessuno dopo un po’ comprerebbe più niente.

Quando inventarono le lampadine alogene, per parecchio tempo non le misero sul mercato dato che esse avevano un difetto inaccettabile: erano eterne, non si bruciavano mai. Tempo e soldi investiti nella ricerca “scientifica” ovviarono infine a questo problema, e oggi le lampade allogene dopo un po’ si fulminano, per la soddisfazione di chi intende continuare a vendercene altre.

L’industria automobilistica strombazza circa le virtù delle nuove carrozzerie delle vetture, garantite contro la ruggine per ics anni; in realtà, esse sono garantite per la ruggine esattamente dopo ics anni. Così come i motori sono programmati per rompersi dopo tot anni, le marmitte a bucarsi, i carburatori ad intasarsi, le centraline elettroniche a inchiodarsi, eccetera eccetera. Ci fu se non erro una volta un tale che produsse una macchina garantita per mille anni, ovvero progettata per non rompersi. Fallì miseramente.

Chi per caso si ritrova in casa un vecchio frigorifero degli anni cinquanta, comprende quali passi da gigante abbia nel frattempo compiuto l’industria. Il frigo degli anni cinquanta infatti non si romperà mai – un clamoroso errore di progettazione! I bellissimi frigoriferi moderni invece, riescono ad unire ad un aspetto sano, funzionale ed indistruttibile, l’invisibile garanzia di una data di autodistruzione prefissata…..”
(Liberamente tratto da un’ articolo di Roberto Quaglia per Delos)

Da qui sorge spontaneo un’ altro pensiero che avevo letto chissà dove: ” Nel mondo dell’ informatica non ci sono magazzini”.
Una cosa nota a molti forse, ma sulla quale non sempre ci si sofferma. Il segno evidente della voracità di un mercato.
Uno standard hardware non resta sul mercato per più di un anno e mezzo, dopo qualche mese è praticamente impossibile trovare pezzi di ricambio. La macchina muore. Si passa al nuovo. Il magazzino non serve.

Ragazzi, dove sono finiti i vecchi riparatori che nei loro “laboratori-cantina” riuscivano a resuscitare il mangiadischi che i tuoi ti avevano regalato dopo mesi di preghiere da monaco stilita; oppure la vecchia radiolina con cui sentivi all’ orecchio l’ Hit Parade di Luttazzi (non Daniele….) o il Menelao Strarompi di “Gran Varietà” la Domenica mattina?
Spero che in campo medico le proporzioni temporali non siano le stesse, altrimenti dopo 43 anni, chi trovo che mi sappia riparare un Roby qualunque “modello ’63” ????
C’ è il rischio che mia moglie approfitti di qualche incentivo e mi rottami per portarsi a casa un modello d’ occasione di “soli” 20 anni !!!!!

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