Guardate questo bambino e pentitevi! Dedicato a chi “lancia il sasso e nasconde la mano”…

Scritto da: Enrico Galoppini
Fonte: http://europeanphoenix.com/i

Devo premettere un’avvertenza: se siete deboli di stomaco ed impressionabili, non guardate questo filmato, in cui si vede un bambino di Sirte, vivo ed urlante (nemmeno troppo, se si pensa a com’è ridotto), col volto sfracellato da un bombardamento dei “buoni”: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=hobDCtmx0xo&skipcontrinter=1

È un filmato effettivamente raccapricciante, come quello del famoso bambino palestinese dimezzato e carbonizzato mostrato da un membro dell’equipaggio di un’ambulanza, mentre procedeva impietosa – e nell’indifferenza mediatica occidentale completa (al limite dell’approvazione) – la mattanza sionista denominata “Piombo Fuso”.

Evitiamo la domanda retorica “che colpa aveva questo bambino?”, perché non ha alcun senso, anche se pare averlo per gli ipocriti che protestano vagamente “contro la guerra” guardandosi bene dal profferire i nomi degli aggressori.

La domanda pertinente è: “Di chi è la colpa delle atroci sofferenze di questo bambino?”.

La risposta non è: “Di chi gli ha sparato addosso”. O almeno non è sufficiente. La colpa è anche di quelli che incitano all’attacco su tv e giornali per mesi, anche anni, preparando l'”opinione pubblica” al macello. Anzi, la loro corresponsabilità è per certi aspetti più abietta e vile di chi spara e di chi finanzia simili massacri, perché questi “professionisti dell’informazione” lanciano il sasso e nascondono la mano.

Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di gente assolutamente insensibile. Ma pare di no, a giudicare dai fiumi di lacrime che hanno versato, ostentatamente, per le “vittime degli attentati dell’11 settembre”. In tale occasione – e da dieci anni trovano sempre una lacrima – la loro compassione è stata perfettamente “umana”, e la loro pietà non ha mai mostrato cedimenti.

Per tutti gli altri casi, quando le vittime non sono i “giusti”, ma gli “sbagliati”, cioè “i cattivi”, la loro regola è “occhio non vede cuore non duole”; così, se fossero coerenti, dovrebbero farci vedere in apertura d’un telegiornale questo ed altri bambini fatti a pezzi, e invece evitano accuratamente di farci sapere cosa accade veramente in Libia, rubando lo stipendio con una breve filastrocca quotidiana che rimpiazza i fatti: “I ribelli avanzano verso Sirte…”. Peccato che l’egiziano “al-Ahrâm” – mica un quotidiano “antiamericano” – giusto l’11 ottobre titolava “I ribelli, in fuga da Beni Walid, subiscono ingenti perdite”! Chiaro il gioco di prestigio da quattro soldi: non c’era nulla da strombazzare, ed ecco che la cappa d’omertà mediatica ha ricoperto la Libia, coi “ribelli” che, tutt’al più – se proprio bisogna dir qualcosa – “avanzano verso Sirte!”, sempre e comunque.

E dire che quando vogliono questi opportunisti sanno pescare i video su internet (in realtà li producono i loro amici in loco che glieli segnalano; oppure si lancia il “proclama jihadista” su un forum e guarda caso lo si “scopre” dopo un paio d’ore): si pensi alla Siria, all’Iran, alla Libia prima dell’aggressione… Basta qualche fotogramma confuso ripreso chissà dove, anche su un ‘set cinematografico’ in Qatar o negli Usa, e subito il filmato diventa un “documento eccezionale” che “prova” qualsiasi cosa. Ma questo bambino di Sirte, che soffre le pene dell’inferno e che potrebbe scuotere una “opinione pubblica” cloroformizzata, non lo si deve vedere!

A proposito di Siria, prossimo obiettivo delle “bombe liberatrici”, già vengono a galla le solite macchinazioni delle “agenzie dell’umanitarismo democratico”: dopo la “blogger siriana omosessuale”, anche la “ragazza massacrata dai servizi di sicurezza siriani” si è dimostrata una balla spaziale, eppure tali agenzie credute come l’oracolo avevano dato per certo e verificato “il fatto”!

Ma non si speri che i “professionisti dell’informazione” si ravvedano di fronte a bugie che screditerebbero chiunque. Si racconteranno in cuor loro, per non dover cambiare mestiere, che si tratta di “errori”, di “eccezioni” in un quadro generale vero, verissimo, pertanto continueranno a suonare imperterriti – nei casi più pudici – la trombetta del “cambiamento” e delle “riforme”, che in realtà è da leggersi “intervento armato” (tanto poi se ne lavano le mani!). E non si speri che diano conto, tra le altre cose che nascondono alla gente ignara, dei “cambiamenti” e delle “riforme” effettivamente attuate, tanto l’oggetto del contendere non è quello, bensì seminare zizzania e predisporre psicologicamente la massa bovina all’ennesimo “sbarco dei marines”!

Di fronte a questo moralmente triste e penoso spettacolo che si ripete con cadenza regolare e secondo modalità ripetute, la domanda è: ma tutti questi giornalisti che ripropinano acriticamente le pappardelle cucinate da questi novelli “oracoli democratici” presentati come “super partes” sono o non sono diretti responsabili delle aggressioni a causa delle quali poi muore un sacco di gente?

Credono forse di non portare nessuna responsabilità?

Preparare il clima adatto ad un’aggressione con armi dalla spaventosa forza distruttiva (e in mano a dei pazzi furiosi) è o non è un’azione criminale? Ma che cosa sono questi “crimini contro l’umanità” di cui non vengono mai accusati i “buoni” e i loro scendiletto?

La ‘missione’ di “informare”, di riportare i fatti, almeno, in tempi in cui non vi è più spazio, sui grandi “media”, per voci fuori dal coro, ha definitivamente mostrato la corda. In queste condizioni è letteralmente impossibile, perché chi non sta al gioco viene immediatamente rimpiazzato con qualcuno pronto ad essere ancor più ligio agli ordini.

A chi non ci sta, perché un giorno è sommerso dai conati di vomito, risvegliato da un sussulto di coscienza, non resta che porsi la domanda sul senso e le finalità del proprio operato al servizio di un meccanismo diabolico, e al limite cambiare mestiere per non doversi, un Giorno, pentire amaramente delle sofferenze immani che ha contribuito a causare.

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