Alimentazione: in crisi fast food con boom dei farmers market

Autore: Jacopo Castellini
Fonte: Coldiretti

La notizia rende evidente come l’ineluttabilità della globalizzazione e il dogma dell’assoluta interdipendenza (o meglio, eterodipendenza) dei mercati sia solo un’invenzione propagandistica del sistema mediatico e accademico. Chi decide è sempre ognuno di noi, consciamente o no.  Sono lieto, ancora una volta, di vedere che il popolo è sempre migliore e più intelligente dei suoi vertici, siano essi politici, economici o accademici. Continuiamo così e fra qualche anno la globalizzazione e la Grande Distribuzione Organizzata saranno un ricordo di un passato preistorico di inciviltà e decadenza.

2 Settembre 2010 – Yahoo

La crisi del fast food con la messa in vendita del colosso statunitense Burger King è la conferma di un cambiamento in atto nelle abitudini alimentari anche negli Usa dove negli ultimi dieci anni sono piu’ che raddoppiati i mercati degli agricoltori dove comprare prodotti locali di grande qualità alternativi ai menù globalizzati. E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare le difficoltà che sta incontrando la catena di Fast Food, sottolinea che negli Stati uniti sono aperti 6132 mercati degli agricoltori in aumento del 16 per cento rispetto allo scorso anno.

Una tendenza sostenuta dalla stessa amministrazione Obama che ha avviato numerose iniziative contro il cibo spazzatura e a favore di stili di vita sani che vanno dall’obbligo ad indicare il conto delle calorie nei menu’ offerti da oltre 200mila catene di fast food, ristoranti e take away previsto dalla riforma sanitaria alla coltivazione di un orto alla Casa Bianca nelle cui prossimità è stato aperto anche un farmers market per favorire l’offerta di cibi freschi e genuini provenienti dalla campagna.

Anche in Italia si registra il successo di esperienze di vendita di prodotti locali rispetto ai quello delle multinazionali come McDonald’s con il 54 per cento degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche, che si fermano al 12 per cento, secondo una indagine Coldiretti/Swg. Secondo l’indagine per il 29 per cento degli italiani la scelta tra le due tipologie di prodotto dipende dalla qualità, mentre per il 5 per cento dal prezzo. Si tratta di una opinione confermata da un vero boom degli acquisti diretti dai produttori dove compra regolarmente l’11 per cento degli italiani e ben il 47 per cento ha dichiarato di farlo almeno qualche volta durante l’anno.

La spesa in cantine, malghe o frantoi per acquistare direttamente dai produttori vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità supererà nel 2010 i 3 miliardi di euro secondo e coinvolge 63mila imprese agricole attraverso spacci aziendali, chioschi, bancarelle, sagre e oltre 500 mercati degli agricoltori di Campagna Amica. L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore è una opportunità per conoscere non solo il prodotto ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi a contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Si tratta di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo.