La Fiat 500

Scritto da: Emiliano Boschello
Fonte: http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=275

Piccola, non bellissima, poco rifinita e con un motore fiacco.
Eppure è diventata una vera diva, la compagna di una vita, una vera nave scuola per due o tre generazioni di italiani, l’unica alternativa allo scooter prima e terza o quarta auto di famiglia poi.
C’è chi ne colleziona una decina, chi ne conserva gelosamente l’esemplare del babbo sul quale faceva le gite da bambino, chi la elabora in modo sconsiderato con improbabili spoiler, chi la usa per gimcane caserecce alla fiera del paese e chi, tout court, la usa oggi come vent’anni fa come city car d’eccellenza…
Stiamo parlando di quel piccolo fenomeno siglato Fiat 500… anzi, cerchiamo di mettere i puntini sulle “i”: la Nuova 500. La precedente 500, la prima, venne chiamata “Topolino” e tale rimase, ma non è mai stato il nome ufficiale del modello, bensì un nomignolo affibbiatole dal regime autarchico del Ventennio che preferiva i nomi alle aride cifre .
Quindi Nuova 500: assoluta novità per il 1957 di casa Fiat, l’auto finalmente per tutti gli italiani che non potevano permettersi la 600. Ma pochi sanno del disastroso esordio che ebbe quel modello, pochi sospettano che fu accolta tiepidamente per un po’ di tempo, prima di diventare parte del panorama classico dell’Italia per interi decenni

“Fiat 500: l’auto sempre più per tutti” a lire 490.000 Franco Filiali Italia, 5 ruote gommate e accessori d’uso”: così recita lo slogan pubblicitario che accompagna il lancio della nuova utilitaria nel 1957. Fa sicuramente sorridere quel “5 ruote gommate” generosamente comprese nel prezzo, ma, sinceramente, bisogna dire che non c’era molto di più: agli inizi la minima della casa torinese appare addirittura come una “inspiegabile” regressione rispetto al resto della gamma e di questo problema se ne occupa ampiamente la rivista Quattroruote, che nel numero di Agosto del 1957 esce con un articolo pregno di critiche intitolato “Nessuno torna indietro”.
Ma quali erano le colpe della nostra beniamina?!?
Beh, in pratica, si faceva notare che la gente, abituata alle dimensioni più generose ed alle superiori prestazioni della 600, non avrebbe rivolto la propria attenzione alla neonata bicilindrica, considerandola un passo indietro che pochi avrebbero voluto fare.
Bisogna tenere conto che a quei tempi l’auto era una per famiglia e questa doveva avere spazio per tutto: le più vendute erano la Fiat 600 e la Fiat 1100, particolarmente apprezzate per il rapporto qualità-prezzo e per la versatilità d’uso. La 500 si presentava, invece, come una due posti più due di fortuna, cosa poco consona al ruolo di prima auto di famiglia che sicuramente avrebbe dovuto svolgere… si legge nell’articolo che gli unici clienti sarebbero venuti da chi possedeva una vetusta Topolino o lo scooter, ma il prezzo troppo elevato e troppo vicino a quello della sorella maggiore, sicuramente avrebbe fatto preferire quest’ultima, anche alla luce del fatto che le prime 500 consegnate erano rifinite davvero male.
I primi esemplari presentavano infatti gravi difetti quali ruggine, infiltrazioni d’acqua, lamiere mal accoppiate ed errori di progettazione grossolani quali il deflettore del vetro che ostacola il volante.
Con il senno di poi, bisogna dire che per fortuna, alla Fiat si mossero con rapidità: solo qualche mese più tardi, al Salone di Torino la Nuova 500 viene già ritoccata presentandola ora in due diversi allestimenti: “Normale” ed “Economica” entrambe con motore potenziato (da 13 a 15cv).
La “Normale”, oltre all’aggiunta di profili e cromature; presenta numerose migliorie atte a sopperire alle evidenti magagne della precedente versione, che comunque rimane in listino con il nome di “Economica” con il prezzo opportunamente riposizionato in basso di 25.000 lire. Cifra che fu rimborsata a chi aveva già acquistato uno dei primi esemplari.
Questa fortunata contromossa fece sì che la Nuova 500 diventasse più appetibile, dato che ora costava 175 mila lire in meno della 600: il resto lo fece il boom economico degli anni sessanta che diede alla piccola vettura il suo habitat naturale come seconda macchina di famiglia per le mogli dei “cumenda” (che avevano già in garage la Flaminia) oppure come soluzione ideale per gli squattrinati stufi di prendere acqua con lo scooter: che potevano fare il gran salto di qualità grazie alla magia delle rate, il modo di acquistare che in questo periodo fa la parte del leone per motorizzare l’Italia.
Quindi, pace fatta tra la 500 e gli italiani?
Beh, quasi… alla piccoletta manca ancora un po’ di pepe!
Le “nuove” versioni 1957 corrette, dotate di un bicilindrico raffreddato ad aria di 479cc per 15cv che consentono 85 chilometri all’ora; non danno risultati entusiasmanti neanche per il periodo, ma a questo pone rimedio, nel 1958, la Nuova 500 Sport, una versione più performante disponibile nei gusti berlina e berlina trasformabile, il cui motore da 499,5 cc per 21,5 cavalli garantisce prestazioni più dignitose.
Ma, ovviamente, per qualcuno ancora non basta: attorno alla 500, oltre alla consueta selva di carrozzieri e accessoristi; fiorisce anche una florida generazione di preparatori. Impossibile non ricordare qui le mitiche elaborazioni di Carlo Abarth o di Giannini, i quali, partendo dalle marmitte, arrivarono a stravolgere il concetto utilitario della vettura estrapolando da essa vere e proprie belve da pista. E` chiaro che non si può liquidare questo importante paragrafo della storia con due parole e in un futuro di sicuro tratteremo meglio l’ampio orizzonte delle derivate; ma per il momento parleremo delle versioni di serie, le quali, nella successiva evoluzione, adottarono il motore della Sport anche nelle versioni normali.
Infatti, nel 1960, lo stesso 499,5cc depotenziato però a circa 17 cavalli, equipaggia la nuova 500 D, una versione nella quale le finiture e le prestazioni fanno un piccolo ulteriore passo avanti contribuendo non poco alla diffusione del modello, ora anche esteticamente più gradevole grazie alle leggere ma indovinate modifiche introdotte. Nello stesso anno, viene introdotta anche la versione 500 Giardiniera (successivamente commercializzata come Autobianchi); che monta un motore a sogliola sempre da 499,5cc posto al retrotreno sotto al piano di carico.
Passano così alcuni anni senza modifiche di rilievo.
Nel 1965 è la volta dell’esordio della 500 F, la quale principale caratteristica è quella di avere le portiere finalmente controventate, cosa che finalmente garantisce discese aggraziate alle guidatrici in gonna corta: prima, colpevole anche la ridotta altezza da terra, si esponevano agli sguardi “ammirati” dei vitelloni di turno. Oltre a questo, solo modifiche di dettaglio ad una vettura ormai sicuramente vincente, le cui posizioni ai vertici delle vendite verranno confermate dal modello 500 Lusso presentato nel 1968, nel quale si nota una maggiore cura nei dettagli della finitura e l’introduzione di un tubo di acciaio cromato di rinforzo ai paraurti come elemento distintivo esterno.

E finalmente arrivano gli anni settanta!
Della piccola torinese si torna a parlare nel 1972, in occasione della presentazione della 126, nuova minima bicilindrica destinata a raccoglierne il testimone. Debutta infatti l’ultima versione della 500, la R, dotata del medesimo 594cc (depotenziato a 18cv) della nuova sorellina.
Le due vetture convivono fino al 1975, anno nel quale, dopo circa 3.678.000 esemplari (fonte web), il mito 500 abbandona le linee di produzione. Ma di sicuro non abbandona il cuore degli italiani!
Da qui in poi, la 500 vive di … rendita!
Negli anni settanta oserei dire che è protagonista assoluta delle strade italiane, quasi quanto nel decennio precedente. Con un ruolo diverso! Ora, come detto, la 500 si gode la pensione come seconda o terza macchina di famiglia, non di rado preda di aggressivi neopatentati contestatori che ne spremono fino in fondo ogni prestazione possibile.
Successivamente, negli anni 80, la 500 diviene ambita anche all’estero, specie in Giappone e la ritroviamo addirittura in cima alle preferenze nelle classifiche dei modelli più rubati, segno che il modello è una specie di fenomeno immortale delle nostre strade.
Negli anni 90 viene addirittura proposta una replica prodotta dalla Giannini, la 590 GT Replica; mentre, nel nuovo millennio, periodo di grande nostalgia per le linee retrò, non si contano più le proposte per rimetterla in produzione con carrozzeria più o meno modificata, segno che nessuno dimentica quella scatoletta di latta che ha rischiato all’inizio di essere quasi un fiasco.
E faccio notare come, ancora oggi, ovunque ci si giri, se ne vede ancora una, dopo quasi 30 anni dall’uscita di produzione! Questo per diversi motivi… chi ha una 500 difficilmente la rivende, ma la tiene perché costa poco e può sempre servire… e chi l’ ha avuta negli anni settanta e poi l’ ha venduta; molto spesso la cerca ancora, la desidera e fa di tutto per mettersi in garage un esemplare di questa indistruttibile icona a testimonianza di un periodo d’oro del motorismo italiano.
E della propria gioventù.

Le 500 di serie

1957 … Nuova 500
1957-1960 … Nuova 500 Economica
1957-1960 … Nuova 500 Normale
1958-1960 … Nuova 500 Sport
1958-1960 … Nuova 500 Sport trasformabile
1960-1965 … 500 D
1960-1966 … Giardiniera 500
1965-1972 … 500 F
1968-1972 … 500 Lusso
1972-1975 … 500 R

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