La Stasi e le sue spie

Fonte:  http://www.liberamenteonline.info

Breve storia dei servizi segreti della Germania Orientale.

Anno del Signore 1950. La Germania, a seguito della seconda guerra mondiale, è ormai divisa in due parti e la Porta di Brandeburgo segna fisicamente ma soprattutto idealmente la divisione tra l’est della Germania, controllato dall’URSS, e l’ovest, controllato dagli USA e dalle altre potenze occidentali.

Da una parte e dall’altra già ci si preparava alla Guerra Fredda e i servizi segreti non perdono certo tempo per infiltrare i propri agenti e costituire reti di informatori sempre più grandi ed efficienti. Fu così che l’8 febbraio venne fondato, nella Germania Est, il “Ministero per la sicurezza dello Stato” che si affretterà a creare la “Polizia di Sicurezza dello Stato(SSD), tristemente nota col nome di “Stasi”. Il nuovo servizio affondava le sue radici nella polizia di sicurezza della Germania orientale: il Kommisariat 5 (noto come K-5), fondato nel 1947. Il primo capo della Stasi fu Wilhelm Zaisser, già capo del K-5, agente tedesco veterano del GRU (“Glavnoe Razvedyvatelnoe Upravlenie: servizio informazioni militari sovietico), noto anche come Generale Gomez; comandante della XIII Brigata Internazionale durante la guerra civile spagnola.
Zaisser, modellò la Stasi secondo gli schemi della Gestapo nazista e del KGB sovietico creando un servizio segreto unico al mondo; infatti esso agiva sia come polizia segreta all’interno che come servizio di informazioni all’estero. Proprio per perseguire l’obiettivo estero, il ministero creò, nei primi anni ’50, il “Dipartimento superiore XV” (ribattezzato nel 1958 col nome di “Dipartimento Superiore di Ricognizione”, noto con la sigla HVA): esso fu diretto, fino al 1987, da Markus Johannes Wolf (nome in codice: “Misha”) che si impose nella storia dei servizi segreti sovietici come uno dei capi più capaci e con la maggiore anzianità di servizio. Non stupisce quindi il fatto che appena dopo pochi anni dalla sua fondazione l’HVA contasse oltre duemila infiltrati nella Germania Ovest.

Tra le operazioni più spettacolari, ma mai confermate da fonte ufficiale, spiccano numerose quelle in cui agenti della Stasi avrebbero portato in Germania Orientale numerosi oppositori del neoregime di Pinochet. L’HVA riuscì addirittura ad infiltrare un agente, Gunther Guillaume, nel partito socialista tedesco della Germania Ovest (SPD), capeggiato da Willy Brandt che divenne cancelliere nel 1969. Brandt, che era in debito con Guillaume poiché costui gli aveva salvato la vita durante la guerra, fece entrare il suo salvatore nel proprio establishment alla cancelleria e lo rese suo segretario personale. L’infiltrato ebbe così modo di venire in possesso di numerosissime informazioni e di grandissima importanza sui rapporti che la Germania Ovest stava tentando di costruire coi paesi di oltrecortina. Un altro dei colpi di genio di Wolf, che aveva scoperto il talento di Guillaume, fu la cosiddetta “offensiva delle segretarie”. Essa si basava sulla seduzione di impiegate governative che avevano accesso a documenti riservati: è incredibile la quantità di informazioni che l’HVA riuscì a raccogliere attraverso i “Casanova rossi”.

Ma più ci si avvicinava al fatidico 1989 più i rapporti della Germania Orientale con l’Unione Sovietica tendevano a sfaldarsi. Il nuovo segretario generale del SED (Partito comunista della Germania Est), Erich Honecker, fece immediatamente capire, al contrario dei suoi predecessori, che i rapporti tra la DDR e l’URSS erano ottimi ma non si basavano sul servilismo tedesco al potente alleato russo. Il KGB, che aveva già capito cosa stava per succedere, proprio in Germania Orientale pensò che la situazione potesse essere ristabilita facilmente mettendo Wolf e Mielke, allora ministro per la sicurezza dello stato, contro Honecker. Gli eventi però precipitarono e in seguito alla riunificazione della Germania la notte del 9 novembre 1989, la Stasi e la sua sezione estera, l’HVA, furono smantellati. Si stima che gli agenti della polizia segreta fossero 91.000 e i suoi informatori più di 100.000….vale a dire che circa un tedesco dell’est su cento lavorava per la polizia segreta; probabilmente la percentuale più alta mai raggiunta nella storia dei servizi segreti. Quando furono assaltati dai cittadini tedeschi gli archivi della Stasi essi eruttarono una innumerevole quantità di rapporti (si contano circa 40 milioni di pagine; parte delle quali in stato di ristrutturazione poiché distrutte prima del crollo del muro di Berlino) inerenti la vita e le abitudini di quasi ogni cittadino della Germania Orientale e che spesso rivelano come informatori amici stretti e, addirittura, familiari. Si chiude così, con queste terribili verità rivelate, uno dei capitoli più neri della storia del mondo.

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