«Da qui iniziano le missioni di pace. Altro che guerra»

Scritto da: Eugenio Marzotto
Fonte: Il Giornale di Vicenza

Intervista al Generale Umberto Rocca, direttore del Coespu di Vicenza dal 2009.

Una sorta di “fortino” con 140 militari a poca distanza dal centro e a pochi chilometri dalla nuova base americana. È l’ex caserma Chinotto di via Medici, smobilitata dieci anni fa e diventata oggi una scuola di eccellenza europea per le operazione di peacekeeping, che traduzione alla mano significa mantenimento della pace in zone di guerra.
Eppure per i vicentini quel fortino resta un mistero e per chi considera la città del Palladio una specia di braccio operativo dell’esercito americano, si rischia di fare di tutta un’erba un fascio.
«Noi con il Dal Molin non c’entriamo nulla». Basta fare confusione sembra dire il generale Umberto Rocca, direttore dal 2009 del Center of excellence for stability police units. Che già a pronunciarlo in inglese si resta impressionati come davanti ad un’astronave che plana in città.
«Mi rendo conto della distanza che esiste tra questa struttura e il territorio che ci ospita – spiega il generale Rocca seduto nel suo ufficio tra attestati, bandiere e riconoscimenti – ma la città deve rendersi conto che qui si formano ufficiali di tutto il mondo che poi interverrano per ripristinare la pace. Questa città ospita una scuola di cui andare fieri».
Ma questi studenti che imparano dai carabinieri italiani e che a loro volta diventano formatori nei loro Paesi d’origine, al massimo li vedi passeggiare per il Corso prima di andare a mangiarsi una pizza in borghese. Tanto basta per avere un rapporto con il capoluogo prima di tornarsene in Indonesia, piuttosto che in Pakistan, in Nepal o in qualche nazione africana. Sono ufficiali che vengono formati secondo gli standard delle Nazioni Unite e dell’Unione europea, nelle aule della Chinotto passano funzionari dell’Ue, dell’Onu o della Nato. Insomma, alti ufficiali che passano settimane a Vicenza prima di andare in missione. «Attenzione però – spiega il generale di brigata – guai a pensare che qui si studino le tattiche di antiguerriglia. Vorrei che fosse chiaro che qui si studiano le basi per gestire sicurezza pubblica, protezione civile e repressione del crimine in quei paesi ritenuti a rischio, come il Darfour, il Sud Sudan, Congo, Somalia e Haiti. È in questi posti e molti altri che gli ufficiali che hanno studiato a Vicenza poi vanno ad operare in missioni di pace. Il Coespu di Vicenza per parlarci chiaro lo conosce bene anche Obama».
Come dire che al Center of excellence di Vicenza certo non si insegnano tecniche di repressione come quelle viste in Egitto. «Mi è capitato di vedere gruppi manifestare davanti alla caserma – spiega Rocca -. Legittima la protesta, ma va chiarito che il Coespu ha un’altra missione».
Vorrebbe spiegarlo anche agli studenti il generale. «Mi piacerebbe spiegare nelle scuole superiori o all’Università come funzionano le missioni.  Pochi sanno ad esempio che qui a Vicenza abbiamo realizzato dei corsi a favore della polizia africana su come gestire la piaga degli stupri etnici. Questo facciamo, mica la guerra». Dal 2005 al 2010 sono state addestrate 3.600 persone in decine di corsi di alta specializzazione, il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite nel novembre scorso ha assegnato a Vicenza un ruolo privilegiato nell’addestramento delle forze di tutto il mondo destinate a lavorare sotto le bandiere dei Caschi blu. Due mesi fa infatti gli inviati dell’Arma hanno incontrato alti rappresentanti delle Nazioni Unite e del governo americano. Obiettivo: fare il punto su una collaborazione ancor più stretta anche in vista del ritiro accelerato degli Usa dall’Afghanistan.
«A Vicenza – sorride il generale – non c’è solo il Dal Molin».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *