Metano in Veneto: Ricerche di giacimenti, 63 Comuni interessati

Texani a caccia di gas tra Padova e Rovigo
Fonte:  Corriere del Veneto 
Scritto da:Federico Nicoletti

Da sempre si sa che il sottosuolo del basso Veneto è ricco di enormi giacimenti di metano e lo testimoniano innumerevoli impianti di estrazione abbandonati in tutto il polesine. Le perforazioni ed i prelievi furono stoppati in seguito all’effetto subsidente che producevano, e cioè l’abbassamento del terreno di vari metri e l’intromissione del mare nei terreni del delta del Po, alla foce dell’Adige, alla foce del  Brenta-Bacchiglione. La subsidenza favorisce inoltre la risalita del cuneo salino che uccide le biocenosi fluviali  rendendo inutilizzabili gli acquedotti. Già Chioggia ha dovuto soccombere agli eventi ed andare ad approvigionarsi di acqua dolce da fonti lontane sostenendo costi enormi.

L’abbassamento del terreno ha messo in grave difficoltà città costiere un tempo sicure  come Ravenna, Comacchio, Chioggia e Venezia. Oggi per riuscire a mantenere asciutte queste terre al di sotto del livello del mare si impiegano potenti impianti idrovori dai costi elevatissimi, costi ovviamente sostenuti da ogni abitante del Basso Veneto e dell’Emilia con il pagamento di cartelle esattoriali tuttaltro che leggere.

Le campagne venete ed emiliano romagnole, sono oggi in gran parte sotto il livello del mare e l’eventualità della riapertura dei pozzi è percepita come una autentica calamità.

Ma c’è qualcuno a cui frega niente dei problemi del Veneto, che dovrebbero essere problemi sentiti da tutti gli italiani penso, e sono tre aziende americane, texane per l’esattezza, che hanno degli uffici a Matera e già questo aggiunge panico all’allarme. Mi chiedo: c’è qualche politico che comprenda che sono aziende straniere che stanno mettendo le mani sull’unica cosa che abbiamo a livello energia e che dovrebbe costituire  l’elemento di sopravvivenza in caso di disatro totale dell’economia mondiale.

Quello che inquieta è il fatto che queste aziende hanno un’ esclusiva per eseguire le perforazioni rilasciata loro dallo Stato italiano che così facendo si priva e toglie ai cittadini ogni sovranità: depredati a casa nostra dai texani ca..o!

E’ pazzesco.

Se il Veneto sprofonderà nessuno pagherà! E potranno non fermarsi perchè hanno le autorizzazioni di Roma. Ora si potrà dire che stanno facendo solo delle prospezioni… prospezioni a che fini? Adesso si racconta la favola che andranno a prendersi il metano ma riempiendo i giacimenti di acqua per evitare la subsidenza!  Provate ad immaginare la cosa in concreto, al confronto la favola di Biancaneve e i sette nani appare più verosimile!

Queste aziende Sostengono che useranno quell’acqua che non c’è nemmeno più ora nelle campagne venete. L’acqua dolce è a livello di pochi centimetri nel terreno e già oggi  sta già affiorando il sale!

A poca distanza dai Colli Euganei a sud di Padova vi sono già ora terreni in cui nel periodo invernale dopo l’aratura affiora in alcuni posti il sale, e questo l’ho visto con i miei occhi.

Le favole dei texani e dei criminali italiani che ci stanno svendendo concedendo questi permessi arbitrari senza il consenso delle popolazioni locali non reggono a nessun ragionamento logico di equità, di sostenibilità ambientale e di decenza umana.

Veneto stupido, come un mulo, con la testa bassa impegnato a sgobbare per far quei pochi soldi. Ti sei tirato dentro in casa  la più grande base militare del nemico.  Armati fino ai denti, i soldati di un paese in rovina in terra straniera tuteleranno i propri interessi e le loro opere di conquista. Oggi dobbiamo subirne il totale controllo e dominio senza fiatare. Si senza protestare, o un aereo sempre pronto potrà prelevarti e spedirti a Guantanamo per una cura rieducativa  senza un  lieto fine.

Ditemi che non è vero per piacere…

LB

VENEZIA — I texani a caccia di gas metano in Veneto.

Le richieste di permesso di ricerca nelle due aree – la prima chiamata «Le Saline» tra Padova e Rovigo per 579 chilometri quadrati, la seconda, la «Tre Ponti » che alle due province aggiunge anche aree nel Veneziano, per 640: in totale oltre 1.220 chilometri quadrati – sono state avanzate al ministero dello Sviluppo economico già 4 anni fa. Ma vengono alla luce ora, con la loro pubblicazione sul Bollettino della Regione, che dovrà dire la sua con la commissione Via regionale. I progetti riguardano gli studi sismici preliminari, per verificare se nelle aree vi siano presenze di quantità di gas metano tali da giustificare l’apertura di un pozzo esplorativo. A presentare le richieste è una società di ricerca e sfruttamento di San Antonio, in Texas, la Aleanna Resources, posseduta da tre aziende di esplorazione e sfruttamento, la texano-canadese Saxon Oil, che ha dichiarato nel bilancio 2008 ricavi per 5,6 milioni di dollari, e le texane Kerns Petroleum, attiva nelle esplorazioni, ed Aleanna Energy.

L’azienda, che in Italia ha sede a Matera, ha nove permessi in Italia a vari livelli di autorizzazione, tra Nord Est e Basilicata ed ha appena concluso le ricerche sismiche in provincia di Ferrara, dove ha ottenuto la possibilità di aprire un pozzo esplorativo. E ora guarda a nord del Po, su un’area di 63 Comuni, 22 della Bassa Padovana, 38 rodigini e 3 del Veneziano. Anche se le verifiche non partiranno domani. All’ok del Ministero dovrà seguire il coinvolgimento degli enti locali nelle conferenze di servizi. «Se tutto andasse bene si può azzardare di ottenere i permessi dal Ministero nel 2011 e di iniziare le attività nel 2013», dice da Roma Emanuele Turco, uno degli avvocati che segue la Aleanna Resources. La prima attività di ricerca sismica consisterà nel far passare pesanti Tir che emetterranno onde sonore con masse battenti. Registrate da geofoni sveleranno se vi siano idrocarburi nel terreno per giustificare la richiesta di aprire un pozzo esplorativo, profondo 3.500 metri. A quel punto tutto l’iter burocratico dovrebbe ripartire da capo. Cosa ci sia sotto il Basso Veneto è presto per dire. «Ma posso dire che i programmi di lavoro legati a ricerche sismiche e apertura di un pozzo esplorativo, che produce gas per 24-56 ore, comportano investimenti di 10-15 milioni di euro», afferma Turco.

Certo è che Aleanna Resources dovrà affrontare un’opposizione che si annuncia battagliera. «L’Italia è divenuta una specie di Eldorado: le royalties sono tra le più basse al mondo. La Bassa Padovana ha già dato troppo in termini di salute e ambiente, non ha bisogno di queste trivellazioni», dice ad esempio il consigliere comunale Pd di Monselice Francesco Miazzi. Per parte sua la società non si scompone. «Trivellazioni? Siamo siamo solo ai rilievi superficiali che, nel Ferrarese, due anni fa, abbiamo completato in 3-4 mesi su un’area di 130 chilometri quadrati, con un protocollo che prevedeva anche gli indennizzi – conclude Turco -. Capisco le preoccupazioni per la subsidenza, ma le moderne tecniche sono capaci di controllarla. Sono comprensibili le preoccupazioni delle realtà locali: ora si aprirà il dialogo. Va detto che si tratta di programmi seri e fortemente vigilati».