Alluvione a Vicenza: il “giallo” dell’allarme: alla vigilia la criticità era solo “moderata”

Di:Gian Marco Mancassola  
Fonte: IL Giornale di Vicenza

IL MANCATO PREAVVISO. Spuntano i due fax spediti dalla Regione per l’avversità meteo. L’allerta viene definita “elevata” solo lunedì 1 novembre alle 13. Ma alluvione e disastro erano già in atto da almeno cinque ore 

Vicenza. La sciagura poteva essere prevista? L’allerta è stato sottovalutato? La popolazione poteva essere avvertita? Sono le domande che da lunedì rimbalzano da un capo all’altro delle zone alluvionate. Dopo giorni di proteste e polemiche, vengono alla luce i fogli dei fax che delineano l’allerta meteo. Sono due le comunicazioni scritte che vengono diramate e che raggiungono gli uffici di Vicenza e Caldogno. La prima viene diffusa sabato 30 ottobre alle 14: per l’area del capoluogo berico la criticità viene definita “moderata”. La seconda viene diffusa lunedì 1 novembre alle 13: la criticità viene promossa, ora è “elevata”, ma è troppo tardi, il Bacchiglione è già esondato, l’alluvione è in atto da oltre cinque ore.
IL PRIMO AVVISO. L’Arpav, l’agenzia regionale per l’ambiente, suddivide il Veneto in sette fasce. Vicenza è inserita nella pianura centrale, denominata “Vene-E”; la fascia montana dell’Alto Vicentino, il cosiddetto “orinal di Dio” per l’alta piovosità, è invece denominata “Vene-B”. Nel primo avviso di sabato il centro funzionale decentrato della protezione civile regionale annuncia l’arrivo di un’ondata di maltempo. Il documento ha validità anche per domenica 31 ottobre, il giorno in cui sono previste le precipitazioni più intense, che secondo i meteorologi non dovrebbero superare i 150 millimetri di pioggia: in una scala che va da “scarso” a “molto elevato (oltre i 150 millimetri), questa quantità è etichettata come “molto abbondante”. I rilevatori alla fine raccoglieranno oltre 400 millimetri d’acqua, come non accadeva dal 1882, quanto normalmente piove in un anno intero, secondo la definizione di un «fenomeno eccezionale» offerta dal capo della protezione civile Guido Bertolaso. La zona di Vicenza e Caldogno viene abbinata a uno stato di criticità idrogeologica e idrica “moderata”, mentre risulta “elevata” per la fascia montana vicentina. È sulla scorta di quel bollettino che gli amministratori locali ritengono di non dover far scattare forme di evacuazione.
DOMENICA. È nel corso della giornata di domenica 31 ottobre che le precipitazioni si rivelano drammaticamente più intense. Ma da Venezia non giungono nuove comunicazioni scritte: nessun fax. Nel pomeriggio, come riferiva l’assessore regionale Roberto Ciambetti ieri sera dal salotto televisivo di TvA Vicenza, l’allerta prende forma sul filo di alcune telefonate tra il Genio civile e i responsabili locali. In serata scatta il presidio lungo i fiumi. A mezzanotte i megafoni della polizia locale avvisano che il fiume sta per straripare a ponte degli Angeli.
IL SECONDO AVVISO. Il secondo e ultimo fax viene diffuso lunedì 1 novembre alle 13. La criticità per la pianura vicentina viene finalmente classificata “elevata”. Ma l’alluvione è in atto dalle 7.30: troppo tardi. Eppure, nel documento si legge: «A Dueville il Bacchiglione è esondato, mentre lo stesso scorso d’acqua ha causato allagamenti nei pressi di Caldogno». Assente ogni riferimento alla sciagura che da cinque ore sta mettendo in ginocchio il centro della città palladiana. Mistero e beffa.©