Integrazione Controllata

Fonte: http://nwointelreport.blogspot.it/2009/10/blade-runner.html
Traduzione : http://freeskies.over-blog.com/

Favorire l’immigrazione clandestina contribuisce a destabilizzare un paese, privandolo dell’identità sua propria e generando confusione, incomunicabilità, frustrazione. Creare l’attesa immotivata per un mondo ‘multiculturale’ è assolutamente fuorviante: il legame sacro ed indissolubile che si crea tra l’uomo ed il suo territorio, contribuisce alle sue potenzialità di conoscenza e difesa personale e collettiva. Rescindere questo legame comporta debolezza e depressione e quindi possibilità di venire manipolati più facilmente.

La propaganda globalista invita ai viaggi facili e senza senso in località remote e favorisce lo scambio di esperienze ad un livello programmato, banalizzato e legato al mero scambio di denaro. L’integrazione è una chimera irraggiungibile, basta osservare come le comunità ospiti si danno da fare per ripristinare le loro usanze ed i loro costumi non appena possibile, infischiandosene di quelle locali. Un esercito di uomini senza patria è un bacino di mercenari pronti a tutto per pochi spiccioli.
Favorire l’immigrazione è uno dei punti di un’agenda che vuole l’umanità divisa ed incapace di comunicare ad un livello profondo. La globalizzazione è fondamentalmente questo: consentire agli sfruttatori del genere umano di utilizzare risorse umane indifferentemente e liberamente, contando sulla loro debolezza intrinseca e sul ricatto alimentare. Abbiamo ben compreso come non siano mai esistite ‘esigenze del mercato libero’ in quanto il mercato non è mai stato libero ma monopolio di un gruppo di personaggi in grado di fissare i prezzi delle materie prime e della manodopera a livello mondiale.
Una umanità divisa dai conflitti e dalle inevitabili incomprensioni, conseguenze ovvie di un’immigrazione frutto di un piano prestabilito: ecco l’obiettivo dei globalisti. Non ho mai creduto che i flussi di uomini siano incontrollabili così come non ho mai creduto alla naturalità delle ‘rivoluzioni colorate’ ed alle stantie ‘primavere arabe’. Le genti confuse in una massa indistinta divengono cera molle nelle mani di scultori abili, soprattutto nell’arte della dissimulazione.
L’Italia si adegua senza difficoltà e segue i dettami dei dittatori sovranazionali senza accorgersi dell’irreversibile danno prodotto da queste politiche, spacciate per auspicabili ed inevitabili. Non sono invece né desiderabili né inevitabili né per gli ospiti né per gli ospitanti. Chi vorrebbe essere costretto ad abbandonare il proprio paese? Notate come è la stessa necessità che spinge i ‘cervelli’ a lasciare questa gabbia di matti depressiva che è il nostro bel paese, abbandonato nelle mani dei peggiori e dei meno meritevoli. Un paese dalle potenzialità infinite viene lasciato languire in un cantuccio in preda ad avvoltoi sanguinari ed indifferenti. Mi chiedo: sono i popoli meno domabili l’obiettivo di questa gente?

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