Scritto da: Tommaso Caldarelli
Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/553103/la-rovina-di-bani-walid/
Proteste e battaglie nell’ultimo baluardo dei lealisti.
La Libia non è in pace. Continua l’assedio delle forze del nuovo governo a Bani Walid, la città sulla costa nord-occidentale del paese che una volta era una vera e propria “fortezza del colonnello Gheddafi”. Dopo il cambio di regime, la situazione non sembra cambiata più di tanto, spiega il New York Times.
L’ASSEDIO – “Bani Walid sta rapidamente diventando un centro di opposizione, per persone ricercate per i loro crimini durante la guerra di liberazione”, dice Abdulrahman Sewehli, parlamentare di Misurata.
Almeno 22 persone sono state uccise la scorsa settimana, spiega il giornale americano, e un centinaio ferite – Al Jazeera parla di 200 persone – “in un attacco ai margini della città”. I cittadini di Bani Walid dicono che in città è stata tolta la corrente e il gas e che “le milizie che circondano la città”, inclusi moltissimi effettivi da Misurata, la stanno “bombardando in maniera indiscriminata”. Al Jazeera riporta le parole di un ex-comandante ribelle che sta assediando Bani Walid: “Stiamo gestendo sacche di resistenza, in particolare cecchini sul tetto”, ha detto: “Stiamo avanzando in città, abbiamo preso i checkpoint.
LA PROTESTA – Stiamo tentando di creare corridoi di sicurezza per permettere ai civili di lasciare la città così da avere più spazio di manovra”. La città si afferma discriminata e lasciata sola dal nuovo governo, a causa della propria lealtà al governo Gheddafi: “La loro è solo una di affermazioni simili. Altre città lealiste sono state lasciate in rovina, con ben poche speranze di recupero, e molti cittadini sono stati accusati di tradimento”. La situazione di Bani Walid ha fatto irruzione nella vita politica di Tripoli, con molti cittadini, quasi 200, che sono arrivati sotto il parlamento libico per protestare: famiglie, lavoratori, anche bambini. “E’ terribile”, dice un membro del consiglio comunale di misurata: “Non conto più i feriti. Ogni giorno è peggio”.