Bioeconomia in ascesa in Europa, per garantire lo sviluppo di una società «post-petrolifera»

Fonte: http://greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=19769

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Il settore ha già un fatturato di 2 trilioni di euro e occupa 22 milioni di persone, ma occorre vigilare perché la sua avanzata sia sostenibile.

L’importanza della bioeconomia sta rapidamente aumentando in tutto il mondo e in particolare in Europa. Secondo Maive Rute, numero uno del settore biotecnologie, agricoltura e alimentazione della Direzione generale ricerca e innovazione della Commissione europea, «Con la popolazione mondiale che raggiungerà i 9 miliardi nel 2050 e la diminuzione delle risorse fossili, l’Europa deve rivedere la sua gestione e l’uso delle risorse biologiche rinnovabili. L’esaurimento delle risorse fossili, dalle quali l’economia europea dipende in larga misura, richiede uno spostamento verso una nuova società post-petrolifera.

Con la sua natura trasversale – continua Rute – la bioeconomia offre un’opportunità unica per affrontare le sfide complesse e interconnesse, oltre a raggiungere la crescita economica. Può aiutare l’Europa a realizzare la transizione verso una società più efficiente nell’uso delle risorse, che si basi più fortemente sulle risorse biologiche rinnovabili per soddisfare le esigenze dei consumatori, la domanda dell’industria e affrontare il cambiamento climatico. La bioeconomia UE ha già un fatturato di circa 2 trilioni di euro e impiega più di 22 milioni di persone, pari al 9% dell’occupazione totale nell’Ue. Comprende l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, la produzione alimentare, nonché settori della chimica, delle biotecnologie e delle energie. Comprende la produzione sostenibile di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione, così come quella dei flussi di rifiuti in bioprodotti, biocarburanti e bioenergia».

Nel febbraio 2012 la Commissione Ue ha approvato la comunicazione per il Parlamento europeo e il Consiglio europeo “Innovating for Sustainable Growth: a Bioeconomy for Europe”, che introduce la strategia e il piano di azione per aiutare le società e le economie europee ad utilizzare sostenibilmente le risorse biologiche rinnovabili. Il 27 marzo 2012 la presidenza di turno danese dell’Ue ha organizzato a Copenhagen la prima Stakeholders Conference-Bioeconomy Day e nel novembre 2012 si è tenuta la conferenza “New Skills for a European Bioeconomy”. Dal 12 al 14 febbraio la presidenza di turno irlandese dell’Ue organizzerà a Dublino la seconda Stakeholders Conference-Bioeconomy Day “”Bioeconomy in the EU: achievements and directions for the future”.

Come spiega il bollettino scientifico dell’Ue Cordis, la conferenza del novembre 2012 «Ha riunito esperti di bioeconomia e di istruzione e formazione per discutere il ruolo dello sviluppo di competenze per guidare e facilitare la transizione verso la bioeconomia e per cogliere le opportunità di impiego implicate da questa transizione. La conferenza aveva lo scopo di delineare le nuove competenze necessarie per il settore accademico, industriale e della produzione primaria, il percorso per la loro acquisizione e come queste nuove abilità, competenze e capacità potrebbero essere sfruttate in modo ottimale per guidare il cambiamento e sviluppare nuovi modelli per il futuro dei settori della bioeconomia.

Le conclusioni della conferenza saranno riferite alla conferenza delle parti interessate sulla bioeconomia, in programma per il 14-15 febbraio a Dublino. Le discussioni della conferenza dovrebbero fornire spunti utili per attività future nell’ambito di Orizzonte 2020, specialmente per quanto riguarda quelle attività che promuovono lo Spazio europeo della ricerca (Ser)».

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