Haiti, il punto a un anno dal sisma

L’interesse scatenato dal terremono inferiore a quello per una trasmissione Tv. Haiti abbandonta sempre e comunque
Fonte: http://it.peacereporter.net
Scritto da Roberto Codazzi

Le elezioni che si sono tenute il 28 novembre è hanno visto, in un primo momento, il passaggio al ballottaggio della candidata Manigat e del cognato dell’attuale presidente, Jude Celestin, a scapito del candidato dell’opposizione Martelly sono ancora lontane dal trovare un risultato. I dati diffusio dalla Commissione Elettorale haitiana sono stati contestati nelle piazze e dagli organismi internazionali. Un riconteggio è stato affidato all’Organizzazione degli Stati Americani che, per il momento, si è limitata a spostare a data da definirsi il ballottaggio inizialmente previsto per il 16 gennaio. Se andrà bene si voterà a fine febbraio. Comunque, qualunque sarà il risultato del riconteggio c’è da aspettarsi grosse manifestazioni di protesta da parte dei sostenitori di Marltelly o di Celestin.
L’epidemia di colera che da ottobre colpisce Haiti non accenna a fermarsi, i morti registrati sono oltre 3.340 e gli infettatti si aggirano già oltre i 150.000. L’epidemia ha avuto origine, secondo molti esperti, all’interno della base nepalese dell’ONU e si è diffusa a causa delle inesistenti misure di igene presenti nei molti campi tende, organizzati o spontanei, presenti in gran parte del paese. Il virus non si è però fermato alla frontiera ed è giunto anche nella vicina Repubblica Dominicana contagiando 148 persone. I numeri in Repubblica Dominicana sono notevolmente sotto le stime realizzate dagli organismi internazionali, segno che le autorità locali stanno reagendo in maniera appropriata e che ordinanza come quella che vietano di bagnarsi ed usare l’acqua del Rio Masacre, al confine nord con Haiti, stanno portando ad un risultato. La prova del fuoco sarà la riapertura delle scuole.

Una stretta è stata data alle frontiere dove, solo nelle ultime ore, sono stati bloccati 550 haitiani che tentavano di entrare illegalmente, aiutati da buscones dominicani, in Repubblica Dominicana. Nei mesi scorsi alcune ordinanze ambigue del governo avevano limitato la possibilità di utilizzare manodopera haitiana nei settori dell’edilizia e del turismo.

Haiti, secondo i dati diffusi da Google, è stata la parola più cercata nella sezione news nel 2010. Questo perchè la copertura mediatica data durante il primo mese dal terremoto, con le immagini scioccanti delle città rase al suolo, è stata enorme. Se però si guarda il grafico della diffusione di queste ricerche nel corso dell’anno ci si rende conto che a partire da febbraio la linea si avvicina allo zero. Passata l’emozione iniziale Haiti riappare solo sporadicamente tra le notizie per il colera o per le elezioni. Per verificare il vero livello di interesso ho provato a mettere a confronto le ricerche effettuate in Italia su Haiti e su il Grande Fratello. Ecco il risultato.

Questo il reale interesse provocato da una tragedia che nel 2010, su 295.000 persone morte in disastri naturali nel 2010 ne ha uccisi, almeno, 222.570.
Intanto a Port-au-Prince la ricostruzione non è mai iniziata oltre il 92% delle macerie si trova esattamente dov’era il 13 gennaio 2010, si registrano almeno una cinquantina di sequestri al giorno, molti dei quali effettuati contro ragazze che vengono anche violentate. La comunità internazionale non ha elaborato una strategia comune per uscire dalla crisi, alcuni stati, volenterosi, hanno inviato veramente gli aiuti richiesti, ma sono pochi, la maggior parte dei donatori, Italia compresa, ha promesso e non mantenuto. E la situazione deve cambiare o imploderà con grande fragore.