Iran e le speranze tradite degli USA

Fonte: http://www.marcomessina.it/2013/06/iran-e-le-speranze-tradite-degli-usa/

imagesAppena celebrate le elezioni iraniane che hanno visto trionfare al primo scrutinio di regolari e pacifiche elezioni il moderato Hassan Rohani, si tenta di capire come si muoverà il nuovo presidente della Repubblica Islamica e se seguirà le orme del suo predecessore Ahmadinejad, specie in politica estera. Ciò che, a mio avviso, è necessario capire è il contesto nel quale l’Iran si muove e gli ostacoli che il paese degli Ayatollah è costretto a superare per venire incontro alle esigenze della popolazione. L’Iran si trova da anni sotto un duro regime sanzionatorio impostogli dall’Occidente (leggi USA) che costituisce una vera zavorra per l’economia di una nazione tra le prime esportatrici di greggio al mondo. Gli USA, in tandem con l’Unione Europea che ratifica ogni sbadiglio proveniente da Washington, cavalcando il debole, retorico e ipocrita pretesto del presunto programma nucleare a scopi bellici, si rendono artefici di un continuo martellamento ai fianchi dell’Iran, che ha finora dimostrato di non cedere alle provocazioni mostrando lo spirito tenace di un paese sovrano consapevole della sua forza e rilevanza strategica nel sempre più infuocato scenario geopolitico mediorientale. Per comprendere meglio i tentativi di destabilizzazione dell’Iran provenienti da Occidente e le conseguenze sociali delle sanzioni economiche che hanno fatto da sfondo alla recente tornata elettorale, un articolo di Timothy Guzman pubblicato a ridosso delle elezioni.

La guerra economica degli USA diretta contro il popolo iraniano: Obama firma un ordine esecutivo che colpisce la valuta iraniana e l’industria automobilistica.

di Timothy Alexander Guzman
Link all’articolo originale: http://www.globalresearch.ca/americas-economic-war-on-the-people-of-iran-obama-signs-executive-order-targeting-irans-currency-and-auto-industry/5338150
Traduzione di Marco Messina

Il presidente premio Nobel per la Pace Barack Obama ha recentemente firmato un ordine esecutivo che mira ad indebolire la valuta iraniana, il rial, per scoraggiare il programma nucleare nazionale. Questa decisione è destinata a fare crescere il dissenso tra il popolo iraniano nei confronti del governo a causa del rialzo dei prezzi dei generi alimentari e di un’economia che continua a ristagnare sotto la scure delle ripetute sanzioni imposte dall’Occidente, in particolare dagli Stati Uniti. Lunedi scorso l’ Associated Press riportava che “le nuove sanzioni hanno riguardato per la prima volta la moneta iraniana, il rial, che ne è stata l’obiettivo principale, come riferito dalla Casa Bianca. Le sanzioni si applicano alle istituzioni finanziarie straniere che acquistano o vendono notevoli quantità di rial, e quelle che detengono cospicue riserve di valuta iraniana su conti registrati al di fuori dei confini dell’Iran “.

Questo ulteriore pacchetto di sanzioni comminate dall’amministrazione Obama colpiscono non solo il governo della Repubblica islamica dell’Iran, ma anche tutto il popolo iraniano. Le misure adottate da Washington hanno ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini e sul loro approvigionamento di beni di prima necessità, come cibo e medicinali. L’attacco alla valuta iraniana provoca un aumento generalizzato dei prezzi dei generi elementari essenziali come pollo, carne e olio da cucina, beni che avevano già subito negli ultimi mesi un rincaro del 60%. Le precedenti sanzioni imposte all’Iran, come gli embarghi petroliferi e sulle transazioni bancarie, sono all’origine da un lato della carenza di valuta estera e quindi forte riduzione delle entrate nelle casse iraniane, dall’altra  hanno fatto schizzare verso l’alto l’inflazione indebolendo il potere d’acquisto dei consumatori. Sempre sull’ Associated Press si legge che il rial non può più essere usato al di fuori dell’Iran per gli scambi commerciali e altre operazioni finanziarie. Testualmente: “Alti funzionari dell’amministrazione Obama hanno dichiarato che le sanzioni sono state progettate proprio allo scopo di rendere il rial sostanzialmente inutilizzabile al di fuori dell’Iran. La speranza è che le banche e le imprese in possesso di valuta iraniana diano fondo alle loro riserve rendendo così il rial più debole. Secondo la Casa Bianca, il valore della moneta iraniana risulta dimezzato dall’inizio del 2012″.

In un rapporto della Reuters risalente allo scorso aprile si rivela che “l’Iran ha registrato quasi sempre un’inflazione a doppia cifra negli ultimi dieci anni. L’inflazione è iniziata a crescere verso la fine del 2010, quando il governo tagliò i sussidi per alimenti e carburanti. Da quel momento in poi, le sanzioni, imposte allo scopo di scongiurare lo sviluppo del controverso programma nucleare iraniano, hanno spinto verso il basso la sua moneta favorendo l’aumento del livello dei prezzi “.

L’amministrazione Obama sta conducendo una guerra economica ai danni del popolo iraniano. In particolare, a patire gli effetti dell’ultimo pacchetto di sanzioni decretato da Washington, sono i bisogni primari della gente, come il cibo. Quando i prezzi del cibo sono troppo altri il consumatore medio, si genera rabbia e delusione tra la popolazione che si ripercuotono, suo malgrado, sulle azioni del governo e le sue politiche economiche proprio a ridosso delle elezioni presidenziali in programma il prossimo 14 giugno. Il governo dell’Iran è messo oggi alla prova dalle numerose sanzioni che rendono difficile agire nell’interesse del popolo. La leadership di Mahmoud Ahmadinejad e il suo governo hanno studiato una strategia per contrastare le sanzioni economiche distribuendo scorte di cibo per 3 mesi.

A quando punto è lecito domandarsi fino a che punto la Repubblica islamica dell’Iran sarà in grado di reagire alle sanzioni imposte dall’Occidente?

L’amministrazione Obama spera di iniziare una campagna di propaganda dipingendo il governo iraniano come un regime oppressivo che lavora contro gli interessi del proprio popolo. Secondo il rapporto della Associated Press, “A tal fine, la scorsa settimana gli USA hanno allentato i vincoli sulle esportazioni di apparecchiature ad alto contenuto tecnologico per la comunicazione, allo scopo di aiutare gli iraniani ad interagire con il mondo esterno e quindi far luce su ciò che i funzionari americani descrivono come estremi tentativi del regime di soffocare il dissenso.” Gli Stati Uniti e i paesi occidentali che li appoggiano sarebbe felici di vedere le sanzioni contro l’Iran trasformarsi in una nuova primavera araba proprio alla vigilia delle elezioni presidenziali o durante il loro svolgimento, ovvero il momento ideale per mostrare al mondo intero il malcontento del popolo iraniano. Ma è improbabile che si verifichi una simile eventualità. Si sta tentando di creare l’immagine della società iraniana insoddisfatta dell’operato del suo governo accusato di non lavorare nell’interesse del popolo. L’idea che alberga nell’amministrazione Obama è quella che l’atteggiamento del popolo diventi una sorta di cartina di tornasole delle azioni del governo nel caso in cui il dissenso diffuso dovesse sfociare in rabbiose proteste nelle strade. E se questo accadesse davvero, il governo iraniano sarebbe visto come un regime repressivo contro il popolo.

Gli iraniani di oggi provano rabbia e frustrazione per l’incertezza economica del loro paese, ma conoscono bene le  cause che hanno portato un simile stato di cose. Capiscono che l’Occidente è responsabile delle loro difficili condizioni di vita. La gente ricorda anche che fu il governo americano e quello britannico ad instaurare la dittatura di Mohammad Reza Pahlavi, conosciuto come lo Scià di Persia, che si insediò nel 1953 con l’aiuto delle operazioni segrete della CIA e dell’MI6 che rovesciarono Mohammad Mosaddegh. Il piano occidentale è quello agire sistematicamente con l’obiettivo di mettere il popolo contro il suo governo.

L’amministrazione Obama spera che il governo iraniano reprima con fermezza le manifestazioni violente che potrebbe avvenire durante le prossime elezioni previste per il 14 giugno. Questo rappresenta l’obiettivo ultimo degli Stati Uniti e dei suoi alleati in Occidente. Un governo che maltratta la sua gente offrirebbe la giusta motivazione a potenze militari come Stati Uniti, Regno Unito e Israele per sferrare in futuro il loro attacco pianificato.

Tutti sanno però che, il manovratore nascosto che agisce perché quanto appena descritto si concretizzi, non è certo il governo di Teheran.

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