La brutta figura degli 007 inglesi in Libia

Scritto da: da Nicol Degli Innocenti
Fonte: Stampa Libera 

Le forze speciali britanniche torneranno in Libia per approfondire i legami con l’opposizione al regime del colonnello Gheddafi: lo ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri William Hague, affermando che si tratta di “parte integrante dell’opera diplomatica e umanitaria che la Gran Bretagna svolge in Libia”. Hague tenta cosí di smorzare le polemiche sulla missione fallita delle SAS, e oggi pomeriggio riferirá al Parlamento per chiarire i molti dettagli ancora oscuri della vicenda.

Otto membri delle SAS, l’élite delle forze armate, stanno rientrando in patria a bordo di una nave della Marina britannica dopo essere stati liberati ieri sera dalle forze ribelli. Secondo voci non confermate facevano parte della missione anche due funzionari dei servizi segreti di MI6. Il team britannico era stato arrestato quando il loro elicottero era atterrato a Bengasi giovedí senza avere ottenuto il permesso dei comandanti dei ribelli, e armi, esplosivi, cartine e passaporti falsi erano stati trovati a bordo. I ribelli li avevano presi per mercenari e li avevano arrestati. Ad aumentare l’imbarazzo della cattura, la telefonata dell’ambasciatore britannico in Libia, Richard Northern, a uno dei capi dei ribelli per “chiarire il malinteso” e chiedere il rilascio dei prigionieri era stata registrata e trasmessa dalla televisione di Stato libica.

Oltre al danno per la reputazione delle forze speciali britanniche per una missione segreta fallita in modo cosí spettacolare per una serie di banali errori, l’episodio rischia di danneggiare la Gran Bretagna. Si teme infatti che il colonnello Gheddafi possa usare l’intervento delle SAS come una prova che la ribellione al suo regime non è spontanea e “indigena”, ma fomentata e finanziata da forze esterne e Governi stranieri che vogliono impadronirsi del petrolio libico.

Ieri il primo ministro David Cameron ha ribadito la posizione della Gran Bretagna che Gheddafi deve farsi da parte al piú presto per permettere la transizione a un Governo democratico in Libia. “E’ ora che Gheddafi se ne vada”, ha detto il premier.

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