Costa D’avorio : «L’esodo continua!»

Lettera inviataci da Suor Clara, missionaria ad in Costa D’Avorio, delle Suore Dorotee di Vicenza

ing_2mTutto è cominciato il 28 novembre con il risultato del secondo turno delle elezioni presidenziali:  Alassane Quattara riconosciuto presidente dalle comunità internazionali e Laurent Gbagbo, presidente uscente, riconosciuto dalla comunità nazionale. Da questo momento, in Costa D’avorio si parla di ‘crisi post elettorale’.

Diversi incontri sono stati fatti ad alto livello per raggiungere ad un accordo pacifico, ma fino ad ora nessun risultato, anzi di giorno in giorno la vita si fa sempre più difficile. Dalle due parti ci sono le armi ed armi pesanti, per cui ad un certo momento si è cominciato a tirare.

img_1mDal primo dell’anno si parla di 462 morti ufficiali, ma sono certamente molti di più. In tutta la Nazione ci sono sommosse, disagi, difficoltà, ma il centro è la capitale Abidjan.

I ribelli pro Quattara, hanno occupato due quartieri nord della città:  Anyama e Abobo, noi confiniamo con quest’ultimo. A Samanké, nel settore di Abobo qualcuno mi ha detto: “ça tire beaucoup, c’est très chaud. On est cachés chez nous” (sparano molto, è molto caldo, siamo cacciati da casa nostra)

Naturalmente entrando i ribelli è uscita la gente. Famiglie intere sono partite, chi è rientrato nei villaggi vicini chi ha trovato rifugio nell’atrio delle chiese cattoliche.
Sono fuggite in fretta, senza niente, perdendo quel poco che avevano, hanno cercato di salvare la vita, il Signore provvederà. Chi ha più possibilità è partito in Ganha e ad ovest in Liberia.  Una ivoriana mi diceva : “In Costa D’Avorio non si è mai visto una scena simile, noi non conosciamo la guerra”.
Le sorelle che si trovano ad Alépé vi parleranno di come sono arrivati i rifugiati. In poco tempo i villaggi si sono moltiplicati.

img_3mQui la città ha cambiato volto, le scuole sono chiuse, ogni inizio di settimana si tenta di riprendere, ma poi si spara, si
corre per cercare rifugio, molti non lavorano, la banche sono chiuse, i mercati ridotti con l’aumento della merce, non si trova gas, il trasporto è insicuro e più caro e per cause politiche non arrivano le medicine per gli ammalati di AIDS o per coloro che fanno la dialisi.

Il Nunzio Apostolico ed il vescovo hanno fatto appello alla Comunità Europea, per non lasciare morire chi non ha colpa. Non si sente più la musica che aiutava a passare la giornata. La notte non si dorme a causa dei rombi di caimg_4mnnoni, si è sempre sospesi che non succeda il peggio.

La gente fa silenzio oppure manifesta sentimenti  di tristezza, di dolore per le numerose morti innocenti e prega molto. Tutti vedono la speranza solo in Dio.

Nelle chiese si fa molta adorazione, si prega per la pace si fa digiuno e si aiuta chi sta peggio. Nella nostra cappella c’è la messa ogni giorno ed è aperta tutto la giornata per chi vuol pregare e la gente viene. Ci si sostiene perchè siamo certe che il Signore è in mezzo a noi.

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