I danni da sesso estremo

Scritto da: Andrea Sperelli
Fonte: http://www.italiasalute.it/news2pag.asp?ID=9317

Attenzione alla rottura del pene

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La posizione dell’Amazzone è un killer per il pene dell’uomo. Lo dice uno studio dell’Università di Campinas di San Paolo, in Brasile, secondo cui la posizione che prevede la donna sopra all’uomo causa la maggior parte delle fratture all’organo riproduttivo maschile.
I ricercatori hanno esaminato 42 casi con un’età media di 34 anni che hanno ricevuto una diagnosi di frattura dopo una serie di valutazioni cliniche e radiologiche. In 28 casi la frattura è stata il risultato di un rapporto eterosessuale, in 4 casi di rapporto omosessuale, in 6 casi a seguito di “manipolazioni” di varia natura e in 4 casi, infine, per circostanze non chiare.
“Il tempo di arrivo in ospedale varia dalle 0,5 alle 6 ore. Si tratta di una condizione clinica relativamente rara che è frequentemente fonte di imbarazzo per il paziente, fattore che porta ad un ritardo nella ricerca di assistenza medica”, hanno riferito i medici brasiliani. “Quando la donna è sopra, controlla il movimento dell’atto sessuale con tutto il suo peso. Se però la penetrazione avviene in modo sbagliato, la donna difficilmente se ne rende conto e questo può portare alla rottura dell’organo maschile. Al contrario, quando è l’uomo a controllare il movimento, come avviene in tante altre posizioni, ha la possibilità di fermarsi durante la penetrazione quando avverte dolore”.
La lacerazione dell’involucro rigido chiamato tunica albuginea, dove si gonfiano i corpi cavernosi, colpisce circa 100 italiani all’anno ed è dovuto a traumi da rapporti sessuali intensi, concentrati soprattutto nel periodo delle vacanze.
La frattura del pene anche detta sindrome del chiodo piegato è un insolito trauma del pene, dovuto a un colpo violento verificatosi durante l’erezione. Il rumore di uno schiocco e un dolore rilevante sono spesso associati all’evento. La frattura del pene è generalmente considerata un’emergenza, e va trattata con un intervento chirurgico d’emergenza. Ogni ritardo nel chiedere soccorso accresce la probabilità di peggioramento. Cure che evitano il ricorso alla chirurgia portano a problemi nel 10%-50% dei casi, portando a un incurvamento permanente del pene, danno all’uretra, difficoltà ad urinare, dolore durante il rapporto sessuale e, nei casi più gravi, all’amputazione del moncone distale.
Edoardo Pescatori, responsabile dell’Unità operativa di andrologia dell’Hesperia Hospital di Modena, afferma: “una precisa casistica nazionale non esiste, perché non c’è un monitoraggio di tutte le strutture sanitarie della penisola. Certo è che i casi di frattura del pene nei maschi italiani sono una realtà”.
La frattura del pene si verifica prevalentemente per traumi derivanti da rapporti sessuali troppo “vigorosi” e colpisce particolarmente gli uomini non sposati. “Ma – prosegue il dott. Pescatori – , in generale, ogni trauma subito nel momento dell’erezione è a rischio e può determinare una lacerazione dell’albuginea: il pene in erezione infatti è fragile se esposto a traumi: come un palloncino gonfio che, se pestato, esplode”.
“Le lesioni del pene possono avvenire in qualsiasi momento – continua il medico – e in qualsiasi circostanza perché, non dimentichiamolo, l’organo genitale maschile, anche se ‘rigido’, è molto fragile e gli uomini non dovrebbero scordarlo”. E non è tutto. Circa il 7% dei maschi italiani soffre di “curvatura del pene” (congenita o acquisita, come nel caso della frattura). “Un recente studio – spiega il responsabile del Reparto di andrologia dell’Hesperia Hospital – ha fatto luce sui numeri di questa patologia che prende il nome di induratio penis plastica o malattia di La Peyronie. E che, come sempre accade per le problematiche sessuali maschili, è troppo sottovalutata”. Tanto che, in casi seppur rari, alcuni uomini presentano curvature di 90 gradi e non si rivolgono a nessuno specialista. Le soluzioni? “Intervenire chirurgicamente, con ottimi risultati”, conclude l’andrologo, invitando i maschi italiani a un maggior “controllo” sotto le lenzuola.

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