Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=374&biografia=Paul+Klee
Paul Klee nasce il 18 dicembre 1879 a Munchenbuchsee, nei pressi di Berna. Nato in una famiglia di musicisti, assume la cittadinanza tedesca del padre, Hans Klee; la madre Ida è svizzera. A sette anni Paul viene avviato allo studio del violino e diventa membro di un’orchestra. La musica lo accompagnerà per tutta la vita.
Frequenta i corsi della scuola primaria, ossia il Progymnasium e la Literaturschule nella sua città natale, mostrando però da subito una forte propensione per il disegno. E’ solo tredicenne quando riempie innumerevoli taccuini di disegni, molti dei quali copie di calendari illustrati e di illustrazioni provenienti da riviste.
A partire dal 1895 si moltiplicano i disegni tratti dalla natura: Berna e i suoi dintorni, Friburgo, Beatenberg, il lago di Toune e le Alpi. Nel mese di novembre 1897 Paul Klee inizia a tenere anche un proprio diario, che prosegue in modo discontinuo fino al 1918 e che diventerà celeberrimo.
Stanco della vita che conduceva al suo paese, comincia a maturare esigenze di libertà e di approfondimento della sua arte, motivo per cui si trasferisce a Monaco, dove si iscrive alla scuola privata di disegno di Heinrich Knirr.
Parallelamente, l’incisore Walter Ziegler inizia Klee alla tecnica dell’acquaforte. Naturalmente comincia anche a frequentare la vita artistica e culturale del posto (frequenta fra l’altro il corso di Franz von Stuck all’Accademia Reale, in cui conosce Kandinsky). Ad un dopo concerto fa la conoscenza di una pianista: Karoline Stumpf, chiamata familiarmente Lily. Tra i due nasce una relazione: dieci anni più tardi si uniranno in matrimonio.
Nel curriculum di un artista di un tale livello di sensibilità e di preparazione culturale non poteva mancare, sulla scia dei suoi colleghi ottocenteschi, il viaggio in Italia. Nei primi del Novecento Paul Klee salpa per il Belpaese toccando Milano, Genova, Pisa, Roma, Napoli e infine Firenze. Tornato a Berna nel 1903, prepara la serie delle incisioni ad acquaforte, successivamente note come “Invenzioni”.
La maturazione intellettuale e artistica di Klee è inarrestabile: nel 1906 avverte di avere ormai scoperto il proprio stile personale, sensazione testimoniata da queste parole tratte dal famoso diario: “Sono riuscito ad adeguare la natura direttamente al mio stile. Il concetto studio è superato. Tutto sarà Klee, sia che tra impressione e riproduzione passino giorni sia solo pochi istanti“.
In settembre a Berna sposa Lily Stumpf; la coppia si trasferisce a Monaco e poco dopo nasce Felix, il primo figlio. A questa precisa consapevolezza segue però, solo l’anno successivo, un’amara delusione: la giuria di accettazione della Secessione primaverile di Monaco rifiuta le “Invenzioni” inviate dall’artista.
Per reazione Klee organizza la prima mostra personale con opere realizzate tra il 1907 e il 1910 al Kunstmuseum di Berna (agosto), alla Kunsthaus di Zurigo (ottobre), al Kunstandlung zum Hohen Haus di Wintertur (novembre) e alla Kunsthalle di Basilea (gennaio 1911).
Poco dopo Alfred Kubin fa visita a Klee ed esprime parole di caldo entusiasmo per i disegni dell’artista. Tra i due nasce una stretta amicizia e una fitta corrispondenza. Klee inizia a realizzare le illustrazioni per il “Candide” di Voltaire, che saranno pubblicate nel 1920 dall’editore Kurt Wolff di Monaco.
Nel corso dell’inverno è ammesso a far parte della cerchia del “Der Blaue Reiter” (la celebre “confraternita” creata da Kandinsky); inoltre conosce e frequenta Mark, Jawlensky e Verefkina. Dopo aver partecipato alla seconda esposizione del “Blaue Reiter” si reca a Parigi, visita gli studi di Delaunay, Le Fauconnier e Karl Hofer, e prende visione delle opere di Braque, Picasso, Henri Rousseau, Derain, Vlaminck e Matisse.
Il 27 novembre 1913 si costituisce la “Nuova Secessione di Monaco”, Paul Klee fa parte del gruppo dei membri fondatori, mentre Marc e Kandinsky si tengono in disparte. L’anno successivo si reca in Tunisia, in compagnia di Macke e di Moilliet, toccando nel corso del viaggio varie località: Cartagine, Hammamet, Kairouan, Tunisi. Nel corso del soggiorno tunisino, il 16 aprile, scrive nel proprio diario: “Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore“.
Intanto però, accanto alle conquiste “private” del pittore, vi sono i drammi concreti e brutali a cui va incontro il mondo. E’ la Prima Guerra Mondiale, un evento che scuoterà l’artista fin nelle fibre più profonde.
Presso Verdun cade ucciso Franz Marc; nello stesso tempo Klee riceve la propria chiamata alle armi ed è inviato a Monaco con il secondo reggimento di fanteria di riserva. Fortunatamente l’interessamento di amici influenti gli permette di restare lontano dal fronte sino alla fine del conflitto.
Terminato la guerra la vita riprende a scorrere in una relativa normalità. Nel maggio del 1920 alla Galleria Neue Kunst si tiene un’ampia retrospettiva dell’artista che presenta 362 opere. In ottobre, Walter Gropius, direttore del Bauhaus chiama Paul Klee ad insegnare a Weimar. Da questa esperienza, prenderanno corpo le edizioni del Bauhaus in due volumi i “Padagogisches Skizzenbuch” e un estratto delle lezioni del corso del 1921-22, intitolato “Beitrage zur bildnerischen Formlehre”.
Nel mondo dell’arte prende sempre più corpo il movimento surrealista al quale Klee guarda con simpatia. E’ un fatto storico, ad esempio, che l’artista prese addirittura parte alla prima esposizione del gruppo alla Galleria Pierre a Parigi.
Dal 17 dicembre 1928 al 17 gennaio 1929 compie un viaggio in Egitto con tappe ad Alessandria, Il Cairo, Assuan e Tebe. Il suo rientro coincide invece con la rescissione del proprio contratto con il Bauhaus, a favore di una cattedra all’Accademia di Düsseldorf.
A cinquant’anni Klee può dichiararsi un uomo arrivato, ammirato e rispettato com’è in tutto il mondo. Ma nuovi guai incombono su di lui e sulla sua famiglia. La tranquillità è minacciata da un nome preciso: Adolf Hitler. E’ il 30 Gennaio del 1933 quando Hitler diviene cancelliere del Reich e gli effetti si fanno subito sentire.
Durante la loro assenza la casa dei Klee a Dessau viene perquisita a fondo, mentre in aprile viene richiesto all’artista di certificare la propria origine ariana. Alla fine di aprile Klee trasloca da Dessau a Dusseldorf. Nello stesso tempo viene licenziato senza preavviso dalla sua cattedra presso l’Accademia.
Dietro le insistenze di Lily, preoccupata delle intimidazioni naziste, Klee si decide e il 23 dicembre abbandonano la Germania per far ritorno a Berna nella casa di famiglia. Purtroppo, appena giunti a Berna, quasi subito si manifestano i primi segni della dolorosa sclerodermia che porterà Klee alla morte, cinque anni più tardi.
In Germania intanto la sua arte viene messa alla berlina. Il 19 luglio del 1937 si apre a Monaco l’esposizione di quella che i nazisti avevano tacciato come “Arte degenerata” (un sigillo che coinvolse una vastissima area della produzione artistica, in primis, naturalmente, quella musicale, in quel periodo troppo avanzata per le “delicate” orecchie degli ottusi nazisti); Klee è presente alla mostra con 17 opere, additate come altrettanti esempi di una forma di espressione assimilata a quella dei malati di mente. Almeno un centinaio di opere vengono ritirate dalle collezioni tedesche. In segno di ammirazione e di sostegno, il 28 novembre 1939, Klee riceve la visita di Picasso.
Nel febbraio successivo la Kunsthaus di Zurigo ospita una esposizione di 213 opere degli anni compresi tra il 1935 e il 1940. Il 10 maggio Klee entra in sanatorio per essere poi ricoverato, all’aggravarsi delle sue condizioni, all’ospedale di Locarno-Muralto. Qui Paul Klee morirà il 29 giugno 1940.